domenica 27 febbraio 2022

Resoconto 1° Assemblea delle Comunità del fiume/indigene

 



Parrocchia Sant'Antonio di Lisbona

28-29-30 gennaio 2022

Centro comunitario di Santo Antônio do Içá

 

         Venerdì 28 gennaio 2022, si sono riunite 14 comunità che si trovano lungo il fiume, su un totale di 28, presso il Centro delle Comunità; c’è stata la partecipazione del 50% delle comunità:

03 Cebs sul fiume Solimões: Patiá II, N.S. Nazaré e São Francisco (tutte)

11 Cebs del fiume Içá: Santa Maria, União da Boa Fé, Nova Esperança I, Vista Alegre, São João da Liberdade, São Sebastião I, Boa União, São João do Lago Grande, Mamuriá III, Nova Esperança II e Ipiranga ( mancavano 14 comunità).

 

VEDERE

 

Ciascuna comunità presente, rappresentata da tre animatori/leader, ha presentato la propria realtà:

 

CHIESA - positivo:

==> la chiesa siamo tutti noi

==> importante è avere unità e fede

==> molto importante è l'interesse di ciascuno per la vita di fede e la partecipazione alla comunità

==> nelle nostre comunità abbiamo messe, battesimi, celebrazioni/culto, catechesi, cresima, decima, prima eucaristia

==> è importante insegnare ai bambini a pregare e cantare

==> è molto importante celebrare il giorno del Signore ogni domenica

 

CHIESA - negativo:

==> mancanza di unità tra le persone e le comunità

==> manca la visita dei Coordinatori pastorali (le Pastorali, in Parrocchia, si stanno ancora organizzando e non hanno ancora un coordinamento)

==> mancanza di sostegno da parte dei genitori affinché i bambini partecipino alla catechesi e alle celebrazioni

==> mancata partecipazione alle celebrazioni

==> mancanza di leadership e catechisti per guidare le celebrazioni e fare catechesi

==> alcune chiese mancano nelle comunità e alcune mancano delle rifiniture.

 

Dopo questo relatorio, evidenziamo tre parole chiave:

• ORGANIZZAZIONE - VISITA - AIUTO FAMIGLIE

e abbiamo concluso che il nostro lavoro è come quello delle formiche, solo attraverso l'unità possiamo andare avanti. Sottolineiamo anche che non possiamo aspettare solo gli altri, ma che ciascuno deve fare la sua parte e sentirsi impegnato nella propria comunità e nel cammino di fede del proprio popolo.

Infine, riaffermiamo l'importanza di “PIANTARE”; Sappiamo che a volte il campo può allagarsi e perdere la produzione, ma è anche vero che chi non pianta non raccoglierà mai.

 

AMBITO SOCIALE- positivo:

==> è migliorata l'istruzione  scolastica e la presenza permanente degli insegnanti  che fanno scuola

==> Arrivano regolarmente anche i materiali didattici e le merende per gli studenti

==> l'aiuto della chiesa è stato molto buono nel distribuire cisterne da 500 litri per raccogliere e conservare l'acqua piovana, acqua pulita e incontaminata come quella di fiume. Le cisterne sono andate a tutte le comunità cattoliche, evangeliche e della cruzada.

 

AMBITO SOCIALE - negativo:

==> mancanza di supporto sanitario (Ipiranga)

==> conflitto tra SESAI e Sanità Comunale

==> mancanza di sostegno da parte delle autorità comunali

==> il trasporto è una sfida

==> mancanza di benzina per il trasporto sanitario di emergenza

==> Manca il personale  sanitario (Santa Maria, São Sebastião I, São Vicente; a São João do lago grande c'è un infermiere volontario)

==> mancanza di materiale sanitario e medicine

==> la USB del fiume passa velocemente e non si ferma, il servizio è frettoloso (qualcuno diceva che sul fiume UBS ha fatto delle cose poco morali come: uso di bevande alcoliche, uso del “fumo” (droghe leggere), feste molto promiscue anche con ragazze molto giovani .. .)

==> mancanza di case (São João da Liberdade)

==> mancanza di comprensione della nostra gente.

Di fatto, le comunità riberinhe del nostro Comune di Santo Antônio do Içá hanno MOLTE NECESSITA’ e a VOLTE SONO DIMENTICATE dalle Autorità Pubbliche del Comune. Le autorità (sindaco, vicesindaco, segretari e consiglieri) non visitano quasi mai le Comunità per ascoltare la gente e migliorare il servizio ai diritti fondamentali della popolazione del Comune. Anche in città, quando le persone che vivono lungo il fiume arrivano nonostante le tante difficoltà nei trasporti, è difficile trovare le autorità che le ascoltano e gli danno attenzione sulle necessità che espongono.

 

METTIAMO IN EVIDENZA:

• l'importanza che le autorità comunali visitino le Comunità per trovare i residenti che li elessero al fine di sviluppare un buon servizio

• nonché una maggiore e migliore comprensione della GENTE che non solo devono aspettare, ma anche fare la loro parte:

• sostegno delle famiglie  ai insegnanti e la partecipazione dei bambini alla scuola

• nell'uso dei rimedi tradizionali che vengono dalla saggezza dei nostri popoli e della natura stessa

• nei servizi igienico-sanitari di base, mantenendo puliti i corsi d'acqua, il territorio del paese e la convivenza, nonché nella costruzione di bagni  semplici con fossa biologica e la cura con i rifiuti per non inquinare con la plastica o diffondere malattie come la  verminosi, dengue, malaria e covid-19.

• nella cura dell'acqua per bere e per cucinare, mantenendo pulite le cisterne

• nel denunciare illegalità come quella mineraria che sta comparendo anche lungo il corso del fiume Içá, oltre alla grande presenza nel fiume Purité e nel fiume  Juí-Vila Alterosa.

• rispettare i mesi in cui la pesca commerciale è vietata a causa della deposizione delle uova dei pesci; mesi in cui i pescatori ricevono un'assicurazione di difesa; denunciare gli intermediari che comprano pesce a buon mercato da rivendere a Letícia e Tabatinga

• non vendere illegalmente cuccioli di sulamba ai colombiani, per evitare l'impoverimento dei nostri fiumi

• rispettare e non uccidere animali selvatici a fini di commercio, come bichos de casco , uccelli e altro

• non trafficare, trasportare, vendere droga, tabacco e base  di cocaina.

 

Nel pomeriggio di questa prima giornata della nostra Assemblea, si è lavorato in gruppo per rispondere ad alcune domande della nostra Diocesi di Alto Solimões su “Ascolto delle comunità indigene e fluviali per una CHIESA SINODALE”. Di seguito le conclusioni del nostro lavoro da inviare al coordinamento della nostra Diocesi.

 

            È stato svolto un lavoro di gruppo, tra i leader delle Comunità del fiume e le comunità indigene. Proprio all'inizio, prima di formare i gruppi, leggiamo il racconto della Creazione che si trova in Gen 1,1-31

E poi c'era la lettura di At 4,32-35

            Condividiamo la Parola e ci rallegriamo della fiducia che Dio manifesta nelle sue creature che Egli riconosce come “molto buone”. A loro, uomo e donna, Dio affida la sua creazione e la generazione della vita. Gesù, con la sua Parola e i suoi atteggiamenti, crea comunità fraterne dove il bene comune e il vivere bene diventano la legge più grande. Con la condivisione nessuno era nel bisogno e con la fede nella risurrezione, tutti erano un cuore e un'anima.

Poi ci siamo divisi in gruppi più piccoli tra le popolazioni fluviali e diversi popoli indigeni, principalmente Tikuna e Kocama. Abbiamo avuto una bella condivisione guidata da alcune domande della nostra Diocesi:

            1. Come abbiamo vissuto i tempi delle piogge, delle inondazioni e della siccità?

            2. Come abbiamo vissuto e nutrito la nostra fede nella sequela di Gesù nella nostra Comunità? Ci             sentiamo Chiesa?

            3. Quali sono le maggiori difficoltà che incontriamo nel camminare insieme come Comunità?

            4. Come continuare la missione della Chiesa nella nostra Comunità, camminando insieme come             fratelli e sorelle, di fronte alle sfide di queste realtà?

 

Ecco la nostra CONDIVISIONE:

La siccità e le inondazioni hanno sempre i loro lati positivi e negativi. Nella stagione secca possiamo coltivare la terra e raccoglierne i prodotti, ma rende difficoltoso il trasporto verso la città.

Le piogge e le inondazioni portano molte difficoltà alle nostre abitazioni e talvolta siamo costretti a lasciare le nostre case quando vengono allagate.

Manca unità tra le persone, non solo nella comunità ecclesiale, ma anche tra le persone e le famiglie nello stesso villaggio. La mancanza di unione e partecipazione a incontri e riunioni è la difficoltà più grande, spesso manca l’interesse.

Mancano ancora cure migliori nell'area sanitaria, in alcune comunità non abbiamo un Agente sanitario, spesso non abbiamo medicine di base e benzina per il trasporto di emergenza dei malati. Mancano i servizi igienico-sanitari di base come bagni e fognature.

Nell'ambito ecclesiale mancano guide e formazione per celebrare il culto domenicale o fare catechesi ai bambini, o anche animare un gruppo di giovani.

Ma ci sentiamo Chiesa quando la domenica celebriamo la Parola di Dio, quando facciamo catechesi e incontri di formazione, quando ci riuniamo per preparare la liturgia e imparare i canti e quando vediamo partecipare i nostri giovani.

Crediamo che la perseveranza nel partecipare alle celebrazioni, cercando più unione e condivisione, sia la via da seguire per continuare e rafforzare il nostro cammino comunitario. supereremo così tante sfide solo se rimarremo uniti.

La presenza mensile del parroco è molto buona e ci aiuta a rimanere uniti a Dio.

Ma sarebbe importante che il sacerdote restasse due o tre giorni in comunità per la formazione, per chiarire i nostri dubbi e per una confessione che aiuti ad 'alleggerire il peso delle nostre anime'.

Organizzare incontri di una giornata tra comunità vicine per la formazione, la condivisione e la conoscenza, il tempo libero e la celebrazione della fede e della vita.

Molto importante è stata la distribuzione delle cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, che la nostra Chiesa cattolica ha realizzato in tutte le comunità, comprese le comunità evangeliche e della cruzada.

Ma dobbiamo continuare e migliorare la corresponsabilità per una migliore cura con la pulizia, con la difesa della pesca e del pesce, nonché una ferma opposizione alla presenza dell'estrazione illegale nel fiume Purité, che inquina le nostre acque, contamina i nostri pesci e provoca malattie al nostro popolo.

 

Ora sentiamo le 5 domande per i popoli indigeni:

            5. Come vivi la tua spiritualità indigena in relazione alla terra e all'esperienza collettiva e             all'identità culturale?

            6. Quali sono le maggiori difficoltà che incontri oggi?

            7. Ti senti parte della Chiesa cattolica? in quale modo?

            8. La nostra Chiesa cammina insieme ai suoi popoli? Come?

            9. Cosa dobbiamo fare per crescere nel nostro “camminare insieme”?

 

Ecco la nostra CONDIVISIONE:

La nostra spiritualità è la fede, cercare sempre di più la Parola di Dio; nella Festa da Moça Nova (Ticuna) e nella pittura del corpo (Ticuna e Kocama), oltre che nell'uso delle collane;

I nostri sciamani sono molto importanti per la consulenza e la medicina.

Feste dei Santi e delle Sante Patroni,   e Patroni tradizionali nelle nostre comunità.

Viviamo la nostra spiritualità nelle piantagioni e nel lavoro di comunità: piantiamo i campi e poi raccogliamo insieme per tutta la gente del nostro villaggio. Piantiamo banane, papaia, manioca, goiaba, cacao, pupunha, açaí, cocco.

Ci prendiamo cura dei boschi, delle acque e dei ruscelli, degli animali e degli uccelli.

Le difficoltà maggiori sono i problemi di salute. Se non usiamo la medicina indigena, non possiamo sopravvivere, aspettando solo i medici del Comune.

Altre difficoltà sono: subiamo minacce, discriminazioni e abbiamo anche difficoltà a trovare le persone giuste per assumere posizioni importanti e responsabili nella comunità.

Manca l’Agente di  Salute (Infermiere) (São Sebastião I, Santa Maria, São Vicente).

Non ci sono trasporti pubblici organizzati sul fiume Içá, fatta eccezione per le nostre piccole canoe.

Ci sentiamo parte della Chiesa cattolica, sì, quando partecipiamo a celebrazioni, messe, incontri e anche catechizzando i nostri figli.

La presenza del sacerdote di mese in mese è molto importante e ci aiuta a sentire la presenza della Chiesa che non ci abbandona, ma cammina con noi.

Abbiamo bisogno di più fede e più amore. Abbiamo bisogno di più unione tra le famiglie e anche di unirci al sacerdote per camminare insieme.

 

 

            Nel secondo giorno della nostra Assemblea, sabato 29 gennaio 2022, abbiamo chiesto la luce della Parola di Dio e le linee guida della nostra Chiesa in Brasile, così come della nostra Diocesi di Alto Solimões.

 

GIUDICARE

 

            Ricordiamo che le Linee guida della nostra Chiesa in Brasile, in Amazzonia e in Alto Solimões, hanno solo una grande Obbiettivo:

FORMA COMUNITÀ MISSIONARIE ECCLESIALI

 

Per questo la Chiesa indica 4 pilastri che sostengono le nostre Comunità:

 

PAROLA – PANE – CARITÀ – AZIONE MISSIONARIA

 

Nessuno di questi pilastri può mancare perché le nostre piccole comunità siano Chiesa, cioè: “Comunità Missionarie Ecclesiali”.

 

            Ci siamo divisi in quattro gruppi e ogni gruppo aveva il compito di presentare all'Assemblea uno di questi pilastri, sulla base di un testo biblico:

1. PAROLA - Mt 13,1-9

2. PANE – Mc 6,30-44

3. LA CARITÀ - Lc 10,25-37

4. MISSIONE - Lc 10,1-20

 

IL GRUPPO 1, condividendo la Parola del seminatore, ha evidenziato l'importanza della catechesi, dell'iniziazione alla vita cristiana, dell'avere ministri della Parola per studiare, conoscere e celebrare la Parola di Dio. L'importanza di celebrare il giorno del Signore, la domenica, come giorno di libertà e dignità, giorno di riposo, giorno di festa e condivisione, giorno di risurrezione e di speranza, giorno delle famiglie e delle persone.

 

IL GRUPPO 2, condividendo la Parola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha evidenziato l'importanza della liturgia per celebrare la presenza del Dio vivente e di Gesù risorto dai morti. È nella liturgia, celebrando la nostra fede, che riconosciamo il valore della creazione e della cultura di ogni popolo. In Gesù Dio si è fatto carne, Dio è entrato nella storia e nella cultura del suo popolo, come di tutti i popoli. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è una grande liturgia di condivisione che porta le folle a lodare e ringraziare. Così, anche la musica e il canto nelle nostre culture e chiese riveste un importanza molto grande. È stata richiamata la necessità di avere ministri dell'Eucaristia affinché la Messa mensile sia prolungata nelle nostre celebrazioni della Parola o nel culto. Ministri che possono portare la comunione anche ai malati e pregare insieme a loro e alla comunità di fede per la loro salute fisica e spirituale.

 

IL GRUPPO 3, condividendo la Parola del Buon Samaritano, ha evidenziato l'importanza della condivisione e della decima per aiutare i più poveri; così come l'importanza di visitare le persone e le famiglie. La comunità deve conoscere la situazione familiare di ciascuno dei suoi membri, affinché l'amore sia vero e risponda ai bisogni di ciascuno. È anche vera carità accogliere le persone, senza pregiudizi e opposizioni, ma promuovendo un dialogo che consenta una migliore comprensione e accettazione della diversità.

 

IL GRUPPO 4, condividendo il testo biblico dell'invio dei discepoli in missione, ha evidenziato l'importanza del “primo annuncio”, della Buona Novella, perché molti non conoscono Gesù, ignorano il Vangelo e talvolta hanno molta confusione nella testa a causa delle numerose predicazioni di molte chiese evangeliche. In modo particolare, la gioventù si perde e manca di fermezza nella fede, molti non riescono a collegare fede e vita, diventando così il bersaglio della cultura mediatica, spesso lontana da una visione della vita che si ispira alla fede in colui che ha vinto morte, rinunciando alla propria vita per amore e risuscitando dai morti. Molti hanno solo una visione momentanea della realtà, mancano la speranza di una vita nuova, la speranza di entrare nella vita di Dio, che è per sempre. Senza questa visione più profonda e completa, la vita di fede perde il suo significato. Per questo è urgente annunziare la speranza nella risurrezione e nella vita eterna; annunciare il cammino fraterno delle Comunità, come cammino di salvezza attraverso la presenza del Risorto.

 

In questo secondo giorno della nostra Assemblea, dopo il pranzo, che è sempre una gioia nella festa della condivisione, abbiamo riflettuto sull'importanza di prepararsi bene alle nostre celebrazioni: leggere la Parola, preparare le preghiere dei fedeli, scegliere i canti, prendere tenere conto della realtà che la comunità sta vivendo, predisporre il luogo da celebrare ed evidenziare un impegno di vita che è per tutti e tutte nella comunità.

 

Abbiamo concluso la nostra riflessione preparando insieme la liturgia eucaristica della domenica, per animare la messa nella chiesa parrocchiale di Santo Antônio de Lisboa. Qui sottolineiamo che abbiamo modificato anche la disposizione dello spazio della celebrazione liturgica: abbiamo posizionato l'altare al centro della chiesa e le panche su tre lati in modo che la celebrazione sia più accogliente. Nella parte più alta del presbiterio, dietro la mensa dell'altare, al centro, abbiamo collocato il luogo dell'annuncio della Parola, sotto una pianta di açaí, ricchezza della nostra terra. La domenica la celebrazione è stata bellissima, con la partecipazione della gente della città e dei partecipanti all'assemblea. I cittadini sono rimasti stupiti e si sono rallegrati della nostra presenza.

 

            Il terzo giorno, domenica 30 gennaio 2022, dopo la festosa celebrazione del Giorno del Signore e il caffè condiviso, siamo tornati al nostro lavoro per concludere con alcune proposte e linee di azione concrete.

 

AGIRE

 

Abbiamo ripreso il lavoro di gruppo per indicare alcune linee di azione e proposte di vita. Di seguito il discorso dei 4 gruppi:

cine

 

GRUPPO 1:

==> Interagire con altre comunità vicine, visite missionarie e incontri di gruppi comunitari

==> Avere più formazione per crescere nella conoscenza

 

 

GRUPPO 2:

==> Forma equipe di servizio nelle comunità (ognuno fa qualcosa...)

==> Più presenza dei sacerdoti e anche dei giovani della città per animare i giovani

==> Dialogo tra i leader della comunità e le persone, in particolare con le famiglie.

 

 

GRUPPO 3:

==> Dare priorità alla formazione dei catechisti, e ministri dell'Eucaristia (adulti) e anche alla formazione dei responsabili delle comunità

 

 

GRUPPO 4:

==> Presenza del sacerdote più a lungo nelle comunità, un giorno, per chiarire dubbi

==> Risvegliare  gli animatori, i responsabili e catechisti

==> Avere nelle comunità un mezzo di comunicazione comunitaria. Altoparlante, per chiamare le persone e comunicare cose importanti  e di interesse a tutta la comunità

==> Aiutare e incoraggiare la costruzione di cappelle e case nelle comunità.

 

Ecco la domanda che fu posta a Giovanni Battista quando battezzava chiamando il popolo alla conversione: "Quindi noi, cosa dovremmo fare?"

 

Quali sono le luci e le linee d'azione della nostra prima Assemblea delle comunità indigene e fluviali dei fiumi Solimões e Içá? Quale conversione pastorale diventa urgente e necessaria?

 

CONCLUSIONI

 

1. Continuare, per ora, la visita del sacerdote e la celebrazione delle messe ogni mese in tutte le Comunità, per rafforzare l'unione del nostro essere Chiesa.

 

2. Che la celebrazione della Parola si svolga in tutte le Comunità la domenica, giorno del Signore.

 

3. Che la catechesi dei bambini si svolga in tutte le Comunità.

 

4. Vedere come formare una formazione per i Ministri della Parola e per i Catechisti, pensando alla presenza del sacerdote per due o tre giorni nella Comunità.

 

5. Vedere la possibilità di fare incontri, di svolgere la formazione con la presenza del sacerdote, tra gruppi di Comunità, più o meno vicine quali:

• Ipiranga, Nova Esperança II, Mamuriá III e Itú

• Nova Canaã, Novo Pendão e Santa Clara, São João do Lago Grande, São Pedro e Apaparí

• Boa União, São Lázaro, Sebastião I, Moinho, São Cristóvão II, São João da Liberdade e Vista Alegre

• São Cristóvão I, Nova Esperança I, União da Boa Fé e Manacapuru

• Santa Maria, São João do Japuacuá, Nossa Senhora de Nazaré e São Vicente

• São Francisco, Nazaré e Patiá II (sul fiume Solimões)

 

6. Che ogni Comunità abbia il suo posto dove riunirsi, celebrare, fare catechesi e realizzare altri incontri con i giovani e le famiglie. La parrocchia continua ad aiutare nella costruzione delle cappelle delle Comunità.

 

7. Pensare alla possibilità che una Comunità faccia una visita missionaria, di animazione e di preghiera, in un'altra Comunità.

 

8. Crescere in una coscienza di cittadini responsabili: adempiere ai nostri doveri e rivendicare i nostri diritti. Combattere per il benessere dei nostri popoli in armonia con la natura, nel rispetto delle nostre culture. Acquisire una visione politica (bene comune/democrazia) e anche una visione propria, priva di particolari favori (acquisto e negoziazione di voti), ma finalizzata ad avere una maggiore uguaglianza e rispetto per tutte le persone, per una vita dignitosa.

 

Evidenziamo 8 luci, poiché 8 sono le Beatitudini di Gesù per il Regno di Dio. Abbiamo concluso la nostra Assemblea nella preghiera e nella gioia dell'incontro e non potevamo non ricordare le parole di una nostra donna di camminata che ha detto: “Ora, dopo la nostra Messa in parrocchia, nella chiesa centrale, la gente della città sa che  anche noi ci siamo ed esitiamo e abbiamo dignità. ; ora ci hanno visto e sentito!”

 

GRAZIE DIO

Santo Antônio do Içá, domenica 13 febbraio 2022 – giorno dell'Assemblea delle comunità cittadine

martedì 22 febbraio 2022

Sinodo: la chiesa in cammino a Santo Antonio do Içá-Amazonas

 





Zoppicando e “gattonando”: le Assemblee Parrocchiali

 

Sinodo è camminare insieme nella fede, ascoltare la Parola di Dio e ascoltarci, imparare a decidere insieme nel discernimento della volontà di Dio. I Consigli e le Assemblee parrocchiali sono parte di questo cammino; non per portare avanti strutture organizzative inutili (vive solo formalmente), ma per ascoltare, vivere in comunione, e fare la volontà di Dio.   Abbiamo avuto la gioia di riunire le comunità dei fiumi Içá e Solimões, nella loro prima assemblea (28-30 gennaio 2022) della quale ha mandato un resoconto don Gabriele Carlotti.  E le comunità della città?    Ci siamo riuniti in assemblea pastorale il 12 dicembre 2021 e il 13 febbraio 2022. Comunico alcune delle cose principale di cui abbiamo parlato. Lo scorso anno ci siamo dati 4 priorità per il lavoro pastorale:

1.      Formare una Caritas parrocchiale dal momento che non c’è mai stata in questa parrocchia.  

2.      Proporre una formazione per ministri della Comunione e della Parola.

3.     Continuare la pratica della Lectio Divina nelle comunità.

4.      Formare gruppi di adolescenti/giovani in tutte le comunità.

Nel mese di dicembre ci siamo incontrati per la assemblea di valutazione del cammino dell’anno; ogni comunità ha comunicato se è riuscita a realizzare le 4 priorità o no, quali ‘successi’ e quali difficoltà.  Una consolazione per me é che dopo assemblee caotiche, critiche, e con poco spirito di comunione, qualcosa si sta muovendo in positivo.  Non tutte le comunità hanno realizzato le priorità proposte (abbiamo in effetti situazioni difficili) ma tutte si sono impegnate su questa strada e hanno comunicato con libertà anche i loro limiti. Ora continuiamo nel futuro confermando le priorità e con una nuova generale per il prossimo anno, la missionarietà.  Ecco le nostre prospettive su alcuni ambiti centrali per noi oggi.   

- Un iniziale coordinamento della Caritas parrocchiale é stato formato e abbiamo aperto un centro di ascolto Caritas, due giorni la settimana. Alcuni volontari si sono resi disponibili per fare visita alle famiglie che vengono a chiedere aiuto, perché è importante visitare le loro case e conoscere da vicino la situazione.  Per ora non molti si sono coinvolti, cinque persone vengono in modo abbastanza regolare ed è già una vittoria: dal nulla a una piccola manifestazione del Dio che è Carità, un segno stimolante per la parrocchia.  Desideriamo un maggiore coinvolgimento nelle singole comunità, ma il nostro è un contesto di comunità povere, con poche persone attive, la maggioranza bisognose e siamo comunque solo agli inizi.  In ogni caso cerchiamo di animare sempre più questa dimensione caritativa, pur con tanta indifferenza e resistenze da parte di chi più partecipa alla vita della comunità cattolica.

-  Per quanto riguarda i Ministri della Comunione e della Parola, qualcuno ha partecipato agli incontri di formazione, qualcuno ha lasciato durante il cammino; un signore in gamba e molto disponibile è morto di Covid. Alla fine tre sono stati nominati ministri della parola e comunione. In molte comunità non abbiamo ministri, per questo le abbiamo invitate ad un discernimento e animazione perché ci siano persone disponibili ad assumere questo servizio.

- La Lectio Divina, lettura spirituale della Parola di Dio della liturgia domenicale: una proposta che abbiamo fatto quando siamo arrivati a Santo Antonio; abbiamo pensato di invitare tutte le comunità ad un incontro settimanale sullo stile della Lectio Divina ( anche semplificato) ed è ancora una cosa difficile, erano abituati solo alla celebrazione della messa e con la cultura tradizionalista che abbiamo, un cambiamento non é immediatamente accolto: ad esempio,  qui nella comunità del Centro solo da poche settimane qualcuno si è interessato; dopo essermi trovato da solo varie serate ad aspettare qualche fedele....ostacolati dalla pandemia del Covid, siamo infine riusciti a fare 4-5 incontri con un gruppetto. In genere si sono incontrati – nelle altre comunità – non sempre e con poche persone ma qualcuno ha perseverato negli incontri settimanali, e certamente porterà frutto.   Infatti per chi partecipa è una ricchezza, un grande aiuto per la vita di fede, quindi continuiamo ad insistere anche per il prossimo anno.

- Gruppo di Giovani. Una soddisfazione il formarsi di gruppi di giovani negli ultimi mesi; non avevamo quasi nulla, solo un gruppo coordinato dal Centro, e che si é quasi completamente dissolto....  ora ci stiamo muovendo in quasi tutte le comunità. Sabato 5 febbraio abbiamo fatto il primo incontro di un coordinamento della Pastorale Giovanile; una realtà semplice, ma sono già molto contento dei piccoli passi che abbiamo fatto.
Certo, gli adolescenti non partecipano in modo stabile; quelli che incontriamo non hanno un vissuto ecclesiale nella loro storia, vengono a qualche attività fatta per loro e non alla messa della comunità, si prendono un impegno e poi non si fanno vedere... insomma, come in Italia!         

Nella assemblea parrocchiale del 13 febbraio abbiamo deciso una priorità generale, continuando ad assumere le linee di evangelizzazione della Conferenza Episcopale Brasiliana: “Formare Comunità Ecclesiali Missionarie”.


La missionarietà dovrà essere un nostro maggior impegno per l’anno 2022; i nostri cattolici tendono ad essere chiusi, a vivere in una dimensione liturgica ma a muoversi poco verso altri: ci siamo presi l’impegno di fare, durante l’anno, almeno una visita a TUTTE le famiglie; ad esempio prima della festa del santo patrono della comunità o in altre occasioni ( in questo caso io ho consegnato questo impegno ai presenti: i nostri parrocchiani non hanno mai manifestato la volontà di visitare  tutte le famiglie, non ho mai colto un grande slancio missionario! Siamo noi due preti che li invitiamo a muoversi, finora con poco successo, ma la speranza non manca!)

Prima della assemblea, confrontandomi con Gabriele Carlotti, abbiamo pensato alla geografia della città; molti bairros(quartieri) non hanno cappella e nessun punto di incontro per i cattolici, ma sono pieni di luoghi di culto delle varie chiese neopentecostali.  Forse anche per questo molte sono le persone che entrano nelle altre chiese o sette: sono presenti in ogni via e alcune portano avanti una attività missionaria.
Ho manifestato alla assemblea il desiderio di formare iniziali comunità, o punti di incontro cattolici nei quartieri dove non abbiamo nulla. Con realismo, sappiamo che non ci possiamo muovere su tutti i fronti, così hanno indicato due luoghi come prioritari: uno abbastanza lontano dal centro e con pochissimi cattolici, e un quartiere vicino al centro città ma con una tipologia da periferia: le case sono baracche di legno, quasi nessuno ha un lavoro fisso, é luogo di commercio di droga, la notte dominato da giovani sbandati.     Molte delle famiglie che vengono a chiedere aiuto alla Caritas sono di questo bairro (Taracuá) e quindi vedremo se si trova un terreno per una costruzione che sia di riferimento alla comunitá cattolica.

- Una proposta che abbiamo fatto é quella di riunire, il lunedí sera,i responsabili delle comunitá per la Lectio Divina cosí che loro possano poi portare avanti  gli incontri per  ‘pregare la Parola’ nelle loro comunitá. Hanno accettato. Ma nella realtá siamo ancora lontani da un vero e consapevole impegno; ieri abbiamo fatto il primo incontro ed erano presenti poche persone, solo da 4 comunitá. La realtá a volte ci delude, e la delusione ci insegna a non pretendere ma anche a non abbandonare ció che é importante,  e nello stesso tempo a discernere: in quali modi, con quali tempi evangelizzare, in questo luogo, oggi.

Insomma andiamo avanti, zoppicando,  o forse meglio dire “gattonando” visto che per molti aspetti siamo solo ai primi passi.

Don Gabriele Burani,  Santo Antonio do Içá – Amazonas, 22-02-2022

 

venerdì 18 febbraio 2022

“Dio mette alla prova la nostra pazienza (dona Maria),




e la pazienza produce una virtù provata (san Paolo)

 

A fine gennaio, durante la visita di don Eugenio, don Luigi e Marinella la nostra barca è affondata. Una grossa crepa ha fatto entrare molta acqua e nella notte due terzi dell’imbarcazione erano sommersi, solo la punta è rimasta fuori perché legata a un grosso palo. Subito il pensiero è corso alle grandi inondazioni di questi giorni, nel sud del Brasile, alle case mostrate dai telegiornali con l’acqua che arrivava al tetto; il fango distruggendo tutto, e la gente impotente di fronte a questa catastrofe della natura che si ribella allo sfruttamento dell’uomo incapace di ricuperare il valore della vita sul pianeta Terra, perché schiavo di una economia che non guarda in faccia a niente e a nessuno.

 Ma la temperatura del pianeta è già aumentata di un grado e mezzo e il clima è già cambiato, se arriveremo ai tre gradi (continuando così tra circa quindici anni) molte realtà saranno invase dall’acqua, città intere rischiano di scomparire sulle coste dei continenti e molti fenomeni naturali metteranno in pericolo la vita sul pianeta Terra, che sarà sempre più il pianeta acqua. Se arriveremo a questo punto, saremo sulla soglia del non ritorno! Per questo, il dopo pandemia non può e non deve essere il ritornare a come era prima, ma una profonda conversione sui valori o disvalori, quindi sulle scelte economiche e politiche che guidano le nazioni. E in questo “clima caldo”, c’è pure chi si permette di giocare a fare la guerra, nell’est Europa, senza nessun rispetto per la vita innocente e per i diritti internazionali, incurante di una situazione cosmica a dir poco preoccupante; accecato da miseri interessi economici legati alle risorse del sottosuolo, o, peggio ancora, preoccupato di mantenere forte il proprio imperialismo.

Così, la nostra barchetta non è un grande problema! Un giorno di lavoro, con bravi marinai che, aiutati da alcune bottiglie di buona grappa, sono riusciti a riportare a galla l’imbarcazione. L’abbiamo lavata e ripulita, smontato il motore e asciugato, cambiato l’olio e il carburante, finalmente siamo pronti a ripartire.

Domenica 6 febbraio facciamo un viaggio non programmato, dobbiamo portare 36 casse per l’acqua in alcune comunità che ci aspettavano a fine gennaio con gli amici italiani, viaggio che purtroppo non abbiamo potuto fare. Al ritorno si accendono le spie del quadro di controllo del motore, ci fermiamo subito e cerchiamo di capire... si è furato il filtro che raffredda l’olio dei dischi delle marce avanti e indietro, e entra acqua che si mescola all’olio rendendolo inutile al suo scopo. Fiduciosi e fortunati, perché avevamo con noi quattro litri di olio, lo abbiamo aggiunto piano piano, sostituendo quello annacquato, fino ad arrivare a casa. Dovevamo ripartire il lunedì 7 per il grande viaggio fino ad Ipiranga, ma non è possibile, dobbiamo riparare questo filtro che, chiaramente, non si incontra nei negozi della città. Consultiamo diversi meccanici, ma nessuno ha il coraggio di provare a far qualcosa. Finalmente, a mezzogiorno, un giovane conosciuto per il suo amare donne e alcool, si cimenta nell’opera. Lui salda il rame, come fanno i nostri Room e Sinti (zingari), che aggiustavano le pentole di rame e di stagno; così Brito (questo è il suo nome) dopo tre ore di molta pazienza conclude il suo lavoro:



padre, non sarà come nuovo, ma funziona”, mi disse tutto soddisfatto.   Con Moises rimontiamo il pezzo e sembra tutto a posto.

Carichiamo altre 25 casse per l’acqua piovana e siamo pronti a ripartire, martedì 8 è il grande giorno. Durante il viaggio lasciamo le casse nelle Comunità che ci aspettavano e alla sera arriviamo a San Lazzaro. “Padre, ti aspettavamo per il pranzo, le donne hanno preparato sei torte!”.

Mi ero completamente dimenticato di questo dettaglio, ma prontamente rispondo:

 “Grazie a Dio e alle donne, dopo la messa continuiamo facendo festa. “Sì, padre, perché abbiamo quasi terminata la nostra cappella e abbiamo quattro battesimi e anche un matrimonio durante la messa”. Sorrido e mi faccio coraggio.

Consegno la Bibbia grande per la chiesetta e anche la tovaglia per l’altare con la scritta: “Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.

È il centro della nostra fede, annunciare la morte per amore di Colui che è il vivente risorto, e aspettare, con una vita buona, il suo ritorno. Moises mi chiama e io ritorno sulla barca, avevo dimenticato la campana di 14kg che regaliamo alla conclusione dei lavori della cappella. Prendo una grossa corda, alcuni giovani salgono sul tetto, ed è festa, la campana chiama tutti per celebrare la vita, i battesimi e l’amore della famiglia, durante la festa del patrono San Lazzaro. Non sappiamo se è il Lazzaro che Gesù ha risuscitato, il fratello di Marta e Maria, o il povero Lazzaro che sedeva alla porta del ricco epulone, mendicando. L’immagine del santo rimanda più al secondo, ma la risurrezione del primo ne illumina l’ingiusta povertà. Verso le undici di notte ci addormentiamo sull’amaca, cullati dalle onde del fiume.

In questo viaggio passeremo in tutte le 25 Comunità del fiume Içà, 11 erano presenti alla 1° Assemblea delle Comunità ribeirinhas e indigene di fine gennaio, assieme alle 3 Comunità del fiume Solimões, omonimo Rio delle Amazzoni. Il viaggio fino ad Ipiranga, sul confine colombiano, è sempre molto lungo (358km) e c’è molto tempo per contemplare Dio nella sua Creazione. Così, mentre lo sguardo si perde sullo specchio dell’acqua, ripenso ai tre giorni vissuti in Assemblea con i rappresentanti delle 14 Comunità presenti, un vero successo insperato, il 50% delle Comunità sono venute a questo primo incontro, alcuni animatori viaggiando due giorni e una notte per percorrere tutto il grande fiume. Abbiamo seguito la metodologia ormai riconosciuta da tutti nella Chiesa brasiliana: vedere – giudicare – agire.

 Non voglio annoiarvi con dettagli lontani dal vostro quotidiano italiano, ma non posso non condividere, con soddisfazione, la mia gioia. Dopo un anno e mezzo di presenza mensile negli ormai più di trenta viaggi missionari sul fiume, alcune Comunità hanno iniziato a celebrare il culto alla domenica, si riuniscono nella cappella o nella scuola per celebrare la Parola di Dio. Incontrano il Cristo risorto nella parola del Vangelo e nella Comunità riunita in assemblea orante, dove si condividono anche i problemi della settimana e la vita dell’aldeia. Ma la cosa più interessante è che c’è una sete di crescere: le Comunità chiedono formazione, chiedono presenza prolungata del prete per conoscere di più e meglio la propria fede, per aprire il cuore a Dio e trovare consolazione.

Apparentemente sono tante, troppe le cose che mancano, dalla salute alla scuola, l’acqua potabile, il trasporto fluviale, e nelle case, spesso precarie, nessuno ha il bagno. A volte manca il pesce e la farina di mandioca, alimento primario dei nostri popoli indigeni. Manca attenzione e giustizia, le Comunità sul fiume vivono quasi nell’oscurità e nella dimenticanza politica. Nessuno le visita e le autorità vanno ogni quattro anni solo per ingannare e chiedere voti. Come non ricordare qui, le parole di una signora sui cinquant’anni, che all’Assemblea, dopo la celebrazione eucaristica, col volto raggiante ci ha detto: “Ora, dopo la nostra messa nella chiesa parrocchiale, la gente della città sa che anche noi esistiamo e abbiamo dignità; adesso loro ci hanno visti e ascoltati!”.

Ma nonostante tutto, nonostante la mancanza delle cose primarie e necessarie per la dignità della vita, gli animatori responsabili delle Comunità, in assemblea, hanno chiesto presenza, formazione, incontro, Parola di Dio, catechesi, fraternità. Come a dire che si può vivere anche senza tante comodità o cose che sembrano indispensabili, ma non può mancare lo spirito; non si può vivere senza relazioni fraterne, senza la presenza di un Dio che parla al nostro cuore, senza un amore fedele. Quello che ci ha sorpreso è stata anche la richiesta di promuovere alcuni incontri tra gruppi di Comunità. Sarebbe molto bello e ci proveremo, anche se prevedo che sarà molto impegnativo. Sono consapevole che il cammino è appena cominciato e sarà lungo e in salita, ma ascoltare e vedere l’entusiasmo di giovani che a mala pena sanno leggere, eppure celebrano la vita e la Parola con le loro Comunità, questo, non lo nego, è una grande soddisfazione e fonte di gioia e ringraziamento.

Poi il viaggio continua e fatichiamo abbastanza per evitare di rimanere incagliati in qualche spiaggia mezzo sommersa e traditrice. Il fiume è molto basso e il nostro apparecchio per misurare la profondità è fuso, proprio quando serviva, pazienza, useremo la nostra vista acuta e l’esperienza di Moises.

La celebrazione a Ipiranga é sempre un po’ faticosa, poche persone, la maggioranza bambini. Ma ci sono due o tre signore, un giovane che sta imparando a suonare la chitarra, una insegnante e il “santo” sergente Alysson dell’esercito, che sta facendo un gran bel lavoro di animazione. Così alla fine della messa propongo di formare una equipe e cominciare a preparare insieme la celebrazione della domenica, aiutati dai fogli che sempre prepariamo e lasciamo alle Comunità. Perché a fine anno l’insegnante e il sergente saranno trasferiti e bisogna formare un piccolo gruppo locale che dia continuità. Si, la “continuità” nelle cose è forse la sfida più grande nella vita di fede: perseveranza e continuità, essere fedeli nel poco per provare la consolazione delle cose che hanno valore e rimangono oltre le sfide e anche i fracassi della vita.

Celebriamo il sabato sera, e la domenica ripartiamo, ci aspettano otto ore di navigazione per raggiungere le Comunità di san Pietro e san Giovanni del lago grande. Partiamo alle sei del mattino, appena fa giorno, e verso le otto preparo la colazione con caffè e banane cotte nell’acqua. Appoggio il piede sul tubo del motore che scarica l’acqua di raffreddamento e lo sento vibrare in modo strano, avverto Moises e gli dico di fermare la barca per controllare. Apriamo il motore e, increduli, vediamo che i due assi di sostegno si sono spezzati nel mezzo. Ci ancoriamo ad una pianta che emerge dall’acqua e cerchiamo di capire che cosa si possa fare. Abbiamo un pezzo di catena e lo usiamo per mettere in sicurezza ed evitare che il motore cada, col rischio di furare il fondo della barca. Ma non basta, occorre ridurre la vibrazione che potrebbe rompere l’asse di trasmissione all’elica. Così, Moises taglia due grossi rami della pianta ancora verde, e li mettiamo sotto il motore perché appoggi e sia sostenuto. Poi, alla velocità massima di 13 km all’ora riprendiamo il nostro viaggio. Passeremo in tutte le Comunità per avvisare che la prossima settimana non sarà possibile vederci, solo a Pasqua, durante la Settimana Santa, perché in marzo rimarrò in città in quanto Gabri viene in Italia per visitare la sua famiglia.



Arrivando nella Comunità di Manacapuru, encontro dona Maria, lei si accorge subito della nostra fatica dovuta alla sempre imprevedibile situazione che dobbiamo affrontare. E mi dice: “Coraggio padre, Dio mette alla prova la nostra pazienza”. E subito mi risuonano le parole dell’apostolo Paolo: “La pazienza produce una virtù provata”. Così ricupero la serenità e ringrazio Dio anche delle disavventure che spesso ci accompagnano. Riprendiamo il viaggio, stanchi di tanti imprevisti, ma contenti e fiduciosi della presenza di Colui che prova la nostra pazienza e la rende perseveranza.

Auguro a tutti di iniziare una buona Quaresima che porti ancora alla Pasqua di risurrezione, affinché non ci scoraggiamo mai, nella capacità di ricominciare sempre un nuovo cammino.

 

  Gabriel Carlotti, missionario in Amazzonia.

Santo Antonio do Içá, 18 febbraio 2022 – solidali con l’Ucraina e la sua sovranità nazionale

  

martedì 15 febbraio 2022

LAVORI IN CORSO!

 




Da molti anni sono prete e nella storia del mio ministero quasi sempre ho convissuto con muratori, architetti, geometri, carpentieri, imbianchini, falegnami, ingegneri: opere nelle chiese, oratori, canoniche, seminario, ricostruzioni post-terremoto, cappelle cadenti da restaurare e così via...  Mio malgrado, e in contrasto con considerazioni che facevo e scrivevo sul ministero del prete, mi ritrovavo a dover accompagnare continuamente opere di muratura.  A partire dal primo giorno del ministero quando ho incontrato il parroco di Boretto don Walter (il nostro primo incontro) tra le macerie della cupola di Boretto da poco crollata e continuando nei più di trenta anni di ministero, ricordo solo alcuni mesi senza qualche lavoro riguardante chiese e varie strutture parrocchiali.  Da questo punto di vista molti amici preti hanno una storia simile alla mia.  E ora, nel cuore della Amazzonia?  Da quando siamo arrivati a S. Antonio do Içá, i muratori non hanno smesso di ‘perseguitarci’, avendo subito affrontato una ristrutturazione necessaria in molti luoghi della casa parrocchiale (non il tetto: quando piove con intensità entra l’acqua da varie parti); abbiamo dovuto ristrutturare e costruire parte dell’altro edificio parrocchiale che ha sale di incontro, di catechesi e lo spazio della cucina.  La chiesa aveva bisogno di essere tutta tinteggiata; inoltre stiamo aiutato la costruzione di cappelle delle comunità sul fiume. E ora, in città, nelle comunità dove opero prevalentemente, che cosa abbiamo? Vari cantieri aperti!

a.       Un edificio semi-crollato nel retro della casa parrocchiale, che era usato anni fa per i francescani in formazione. Ora stiamo costruendo due stanze per ospitare quando avremo necessità, e per dormire (per me): nella piazza di fronte alla canonica abbiamo una discoteca all’aperto, il venerdì sera, sabato e domenica che mi infastidisce molto, sia per il volume alto, che per la pessima qualità della musica e del cantante che grida senza alcuna grazia, che per il gruppo di ubriachi e drogati che gridano e litigano, specialmente il sabato notte.  Spostandomi all’interno del giardino e con muri maggiori, forse riuscirò a dormire in pace anche nel week-end, chissà.

 


b.      La chiesa di “Nossa Senhora da Saúde”, che aveva bisogno della copertura del soffitto (sotto la lamiera del tetto) e di due sale, per la catechesi e la sacristia e di rifare parte del presbiterio, mettere lampade nuove, tinteggiare. Dopo molto tempo, il lavoro è a buon punto, anche se non concluso.

c.       La cappella della comunità del Bambino Gesù, la più lontana dal centro; in realtà è una zona che non ha mai avuto una comunità cattolica e non abbiamo ancora una comunità organizzata; per ora la unica attività è la celebrazione della messa ogni 15 giorni nella casa di una famiglia, frequentata da poche persone. La chiesetta ora há giá la struttura di mattoni.

 


d.      La cappella di Santa Chiara; avevamo il terreno e da molto tempo la intenzione di costruire, e siamo molto in ritardo. La costruzione comunque è iniziata, con le fondazioni e una prima parte di muro, ma è solo un inizio.  A motivo della situazione metereologica (terreno fradicio per la pioggia) e le poche persone disponibili ad aiutare, siamo ancora lontani. Siamo in un quartiere molto grande, e quasi nessuno frequenta la comunità cattolica. 

 

e.       Comunità di San Giuseppe. La chiesa è stata costruita, ma non conclusa; lavoro urgente è ora sistemare la parte di cortile che è terra (cioè fango per molta parte dell’anno) e sarebbe il luogo di incontro per la festa del patrono – per loro molto importante-.  Pensavo di fare una piazzetta di cemento, così ci sarebbe anche la possibilità di un campo di pallavolo e calcetto.  Poi avremmo la necessità di costruire sale per la catechesi, per incontro con i Giovani e altri incontri. Non abbiamo ancora sale comunitarie a parte la cappella e ho promesso che mi impegnerò per aiutarli in queste costruzioni.

 


f.        Nossa Senhora de Guadalupe” : una piccola la cappella nella comunità indigena di San Salvador. Per ora abbiamo il progetto di sistemare la cappella, chiudere la parte frontale perché é aperta e quando non ci sono nuvole il sole infastidisce molto. Manca poi un deposito per il materiale della comunità, una sacristia, uno spazio per la catechesi e incontro con i giovani.

 


 

g.      Bairro “Taboca”; non abbiamo una comunità qui e la maggioranza delle famiglie sono cristiani evangelici di diverse chiese. Ho visto un piccolo spazio comunitario, cioè è possesso degli abitanti del quartiere, cadente e con la necessità di ristrutturazione per poter far qualcosa.   Pensavo di sistemarlo un po’ per poterlo poi usare anche con qualche iniziativa per le poche famiglie cattoliche (rosario, catechesi...) re se gli ‘evangelici’ non creano impedimenti.  

Sette cantieri aperti contemporaneamente; e con la prospettiva di altri, perché vorremmo tentare di avere uno spazio cattolico in altri quartieri dove ancora manca un luogo di incontro comunitario.

Le chiese protestanti e soprattutto le chiese/sette neopentecostali sono assai diffuse da noi, e aprono edifici in tutti i luoghi, così che la gente partecipa; sono ormai molto più i protestanti ( e affini) che non i cattolici, anche per questa loro maggiore azione missionaria capillare.

La comunità è comunione di persone, quindi il luogo materiale di incontro non sarebbe importante; e invece è importante!  Ci incontriamo anche nelle case, e questo é bello, ma non è sufficiente; la maggioranza delle famiglie vive in case povere, strette, solo con lo spazio necessario per chi vi abita, ma con poca possibilità di accogliere altri e questa è una difficoltà. Di conseguenza è importante costruire un edificio comunitario, sufficientemente ampio e che sia di tutti.





 Inoltre succede anche questo: la celebrazione è in una famiglia, ma chi vota un partito differente da quello della famiglia che ospita, non va; molte volte ci sono litigi tra famiglie, quindi ci si esclude a vicenda... ecco perché uno spazio di tutti, comunitario e non di una sola famiglia, aiuterebbe il formarsi di una comunità – chiesa. É la mostra realtà.




Questo per rendervi partecipi delle nostre occupazioni e pre-occupazioni e rendere conto di come vengono (anche) impiegati gli aiuti che ci mandate.

Grazie a tutti, don Gabriele Burani

Santo Antonio do Içá, Amazonas, 15 febbraio 2022 


   

Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...