Arrivato e sistemato. Devo dire che almeno per ora il 90% dei miei timori si sono rivelati infondati. Il cibo mi piace ed il clima in questo momento dell’anno lo trovo gradevole; probabilmente nei mesi più caldi, gennaio e febbraio, la percezione sarà diversa, ma al momento non posso dire che bene: visto che mi arrivano notizie che a Reggio si è arrivati vicino ad 1-2 gradi, non soffro certamente nostalgia per l’aria di casa…
Davanti a me ho tante cose, tantissime: una cittadina con volti molto diversi, alcune comunità cristiane con una loro identità, molte altre “chiese” più o meno identificate, molte persone per strada, molti bambini e ragazzi, un buon numero di poveri, case molto semplici ed a volte fatiscenti (almeno secondo i nostri criteri), vicino ad altre che a noi apparirebbero comunque semplici, ma qui sono segno di una certa ricchezza, tanti cani che fanno i cani (con me uno si è impegnato anche troppo, ma niente di problematico…) e comandano sulla strada (dormono tranquilli al centro della corsia), poche macchine e tante tante tante moto con i più svariati occupanti, pochissime biciclette (io sto invece pensando che per me qui sarebbe un ottimo mezzo di locomozione, tornando così ad un antico amore), coloratissimi ed a volte rumorosissimi negozi, alberi nuovi ed affascinanti, come le altissime palme con il tronco liscio, frutta più desiderabile della mela di paradisiaca memoria…
Una domanda mi si pone: quali occhi indossare davanti a tutto questo? Con che sguardo guardare questa complessa realtà? Forse è troppo presto per dirlo.
Una cosa è certa: quelli che mi sono portato da casa non vanno bene. Pensare di poter capire a valutare una realtà così lontana, sarebbe un’operazione ingenua e superba. Quindi per prima cosa occorre un saggio silenzio interiore: guardare, ascoltare, zittire le facili valutazioni e godere – o soffrire - di quello che capita sotto gli occhi e nelle orecchie.
Avvicinandosi l’Avvento, l’unico riferimento che mi viene in mente sono gli occhi di Gesù una volta uscito dal grembo di Maria. Occhi che portavano nelle profondità l’incrocio con lo sguardo amorevole del Padre e che per prima cosa hanno visto una mamma ed un papà contenti e preoccupati, la paglia ed il tetto di una stalla, le grandi narici di un bue ed un asino, alcuni uomini con miseri vestiti ed un forte odor di pecora… Di certo questi occhi avranno fatto molto silenzio e guardato tutto tenendo fisso lo sguardo nel Padre. Potrei provare a fare una cosa simile: tenere uno sguardo sulla realtà dove sono ed uno sul cuore di Gesù e del Padre. Vediamo cosa ne viene fuori…
Don Paolo Bizzocchi
Nessun commento:
Posta un commento