venerdì 8 dicembre 2023

IMMACOLATA

 




É ancora Natale, nella festa di Maria libera dal peccato, rinnoviamo il nostro impegno per la fraternitá e la giustizia. Che l'arroganza delle guerre, la superficialitá corrosiva del consumismo e ogni tipo di violenza e esclusione non abbruttiscano piú l' Umanitá. Imploriamo pace per tutti i popoli! Pace e Speranza per una Umanitá Nuova, senza idoli e senza odio. Una Umanitá che profumi di perdono, riconciliazione, rispetto, accoglienza e laboriositá. Una Umanitá felice e gioiosa! Pe Gabriel Carlotti-Amazzonia.

giovedì 30 novembre 2023

AVVENTO -NATALE 2023

 




Don Gabriele & Gabriel

 

 

Carissimi, a voi che collaborate con il Centro Missionario donando un vostro contributo per la Missione Reggiana in Amazzonia, il nostro ringraziamento e una piccola riflessione sul Natale. Il mistero del Natale cristiano è la storia di Dio che si fa uomo per rendere gli uomini più umani; si, di questo abbiamo bisogno, trovare la nostra piena umanità.  Siamo disumani quando ci distruggiamo a vicenda per motivi economici, politici, religiosi. Siamo disumani quando accettiamo e alimentiamo le grandi ingiustizie che ancora feriscono l’umanità; siamo disumani quando l’indifferenza appiattisce la coscienza e non ci permette di soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce; siamo disumani se inquiniamo e sfruttiamo senza porre limiti il mondo che ci è stato affidato; siamo disumani se non diamo il tempo giusto per la famiglia, i figli.

Il cristianesimo vuole essere una umile presenza umanizzante, che crea relazioni autentiche e che dopo tanti anni di storia ancora crede e spera e si impegna per un mondo migliore, un mondo più umano e, per questo, esperienza effettiva del Regno di Dio.

Grazie di cuore a tutti voi e che il tempo di Avvento e Natale alimentino la nostra speranza e la perseveranza nell’ accogliere il vangelo di Gesù.

Ho ascoltato in questi giorni una parola molto bella su Giovanni il Battista, personaggio simpatico che, assieme a Maria ci accompagna al Natale. Chiedono ad Elisabetta che nome dare a questo figlio avuto in età già avanzata. Lei risponde: si chiamerà Giovanni. Ma Giovanni non è un nome di famiglia, nessuno ha usato questo nome prima, è una rottura con il passato. Allora chiedono a Zaccaria, che era muto, visto che è il padre a dover dare il nome. Zaccaria prende una tavoletta e scrive: il suo nome è Giovanni, e recupera la parola sulla sua bocca. Vivere la Missione è un po’ così, rimanere aperti alla novità di Dio che sempre ci viene incontro nella vita delle persone. L’Altro: indigena Ticuna, Kocama, Caixana, Cambeba; il Caboclo figlio di europei e donne indie; abitante della città, del centro o della periferia; ribeirinho che vive lungo i fiumi di pesca e di caccia; lo straniero e il migrante; tutti siamo il mistero del nuovo che irrompe nella storia. Anche questo è Natale, la ricchezza di condividere la diversità e accogliere il dono di ogni persona: la gioia del bambino che nasce e la sapienza di molti anni dell’anziano, tesori custoditi dall’unica Comunità. Così la Missione non sarà mai migliore o peggiore della nostra quotidianità, ma ci aiuta sempre ad allargare i nostri orizzonti verso una fraternità universale. Così è stato il cammino della Buona Notizia che non poteva rimanere rinchiusa nella nazionalità di un popolo, e si è aperta per tutti i popoli della Terra.

Credo che partecipare del cammino della Missione con la preghiera, l’ascolto e la condivisione della nostra vita, dei piccoli progetti rivolti ai più bisognosi, l’attenzione ai poveri, ci siano sempre di grande aiuto, affinché la Buona Notizia del Vangelo, la pace e la giustizia siano ancora speranza. Grazie davvero a tutti per il sostegno e l’amicizia, Buon Natale, novità di speranza e di pace!     

Santo Antônio do Içá, dicembre 2023 

mercoledì 18 ottobre 2023

ANCORA UN OTTOBRE MISSIONARIO

 



 Gabriel Carlotti

Un saluto a tutti dalla Missione in Amazzonia. Sapete che Burani è in Italia per un breve periodo in famiglia, così io e le Missionarie Mariana (argentina) e Virginia (uruguaiana), ci alterniamo tra fiume e città. Sabato 7 ottobre le abbiamo accompagnate alla Comunità di Moinho e ritorneranno domenica 15, dopo aver visitato cinque Comunità. Le abbiamo portate con la barca, ma ritorneranno in canoa, accompagnate dai Tikuna per circa 6 ore di navigazione. Lunedì 16 partirò io per Ipiranga e passeremo in tutte le 26 Comunità per il nostro appuntamento mensile. Le Missionarie rimangono uno o due giorni, una o due notti nelle piccole Comunità sul fiume. Portano con loro le amache per dormire nelle case della gente, un poco di cibo per collaborare alle spese domestiche, qualche litro di benzina per aiutare nel trasporto di canoa da una comunità all’altra e un secchio, perché non ci sono bagni, ci si lava al fiume e per il resto si fa come si può. Vi confesso che io farei fatica, sulla nostra barca ci sono due bagni, grazie al cielo e a voi!



Allora quando parliamo di Missione dobbiamo tenere insieme questi due aspetti complementari: i mezzi aiutano e spesso risolvono tante situazioni precarie, ma le persone sono indispensabili. Pregate il Signore della messe, che mandi operai per la sua messe, ci ricorda il Vangelo. La Missione è sempre opera dello Spirito che muove i nostri cuori e i nostri passi. Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale vuol dire anche condividere perché non manchino i mezzi, ma principalmente metterci in gioco perché ad ognuno di noi è rivolto l’invito e il comando del Signore: andate e annunciate che il Regno di Dio è in mezzo a noi. Preghiamo allora perché la nostra Chiesa di Reggio – Guastalla sia capace di inviare preti e laici, giovani e famiglie per condividere la Missione. Preghiamo perché ognuno di noi, anche se non parte per terre lontane, viva il servizio e la testimonianza: perché sappiamo annunciare il Regno di Dio nell’accoglienza del povero e dello straniero (come ci insegna l’Antico Testamento), ma anche nella tessitura di relazioni belle e di misericordia, relazioni di fraternità e di Comunità guidate dall’amore (come ci ha insegnato il Signore Gesù). Grazie davvero per tutto quello che ci unisce. Coraggio, non abbiate paura di vivere ciò che siete: tutti fratelli e sorelle in Cristo Gesù, che da ricco che era si fece povero per amore nostro. Proprio sulla povertà della Chiesa, sulla sua fiduciosa testimonianza nel Signore che veste i gigli del campo e nutre gli uccelli del cielo, si gioca il futuro della fede.



Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale, per noi Chiesa italiana, vuol dire fare una scelta di povertà: rinunciare a privilegi amministrativi come l’esenzione delle tasse sugli immobili, all’uso non sempre chiaro di sovvenzioni statali e comunali o ripartizione degli otto millesimi sulle tasse dei cittadini, ma farci carico delle nostre Comunità come parte viva delle nostre famiglie, con libertà di cuore, di spirito e anche di interessi. Mettendo la condivisione al primo posto, secondo le necessità di ognuno. Lottando contro le spese militari e di armamenti dei nostri governi, e richiedendo con forza il diritto alla vita e alla cittadinanza di tutti coloro che effettivamente vivono e lavorano in terra italiana. Solo così ci sarà pace! Molte organizzazioni internazionali compiono un servizio alla vita e alla pace, e come cristiani possiamo parteciparvi attivamente e devolvere a loro le nostre deducibilità.



La Missione invece ci insegna la libertà e la responsabilità di farci carico dei fratelli bisognosi. Così fece l’apostolo Paolo chiedendo la libera condivisione delle Comunità da lui fondate, per i poveri di Gerusalemme, ancora oggi martoriata dall’imperialismo americano e dall’allineamento europeo. Quando il recipiente è colmo, allora non serve più piangere per l’acqua versata, che fa sempre male, ma bisogna prendersi cura del diritto dei popoli palestinesi, armeni, congolesi, ucraini, sarawi e di molti popoli africani e del medio oriente dove ancora i cristiani sono macchiati dal sangue dei martiri. Le Chiese giovani della Missione, che sempre ringraziano per tutto l’affetto e gli aiuti che ricevono, ci insegnano però che possiamo essere una Chiesa povera per i poveri. Solo così saremo credibili e felici. Il Concilio Vaticano II ha fatto tante riforme nella Chiesa, ma ha lasciato in sospeso questa scelta di povertà che Dossetti e il cardinale Lercaro di Bologna avevano promosso. Solo alcuni vescovi si impegnarono per questa scelta coraggiosa ed evangelica, una notte nelle Catacombe romane. È la scelta di Francesco di Assisi che ha riformato la Chiesa del suo tempo, la scelta di Francesco vescovo di Roma che ci offre ancora questa possibilità: devolvere quello che è di Cesare a Cesare, per essere liberi e capaci di amare con la vita, come Lui ci ha amato. Dall’amore che avrete per tutti, riconosceranno che siete miei discepoli, perché il Mondo ha bisogno di testimoni, più che di maestri; il nostro tempo ha ancora bisogno di profeti. Allora Buona Giornata Missionaria Mondiale. Un grande abbraccio a tutti di cuore!


Santo Antonio do Içá, 11 ottobre 2023 – memoria di San Giovanni XXIII

sabato 7 ottobre 2023

Tempo di secca!

 




 

Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia

 

Davvero i cambiamenti climatici si fanno sentire, che uniti al fenomeno di “El Ninho” che surriscalda l’acqua dell’oceano Pacifico, hanno favorito un grande secca nel nostro “estate amazzonico”, così chiamato perché piove poco e per questo il caldo si fa sentire più intenso. Anche in Europa il caldo è stato davvero eccezionale, e continua ad esserlo. Il papa scrive una lettera per preparare la prossima Conferenza Mondiale sul Clima che si terrà a Dubai, nella speranza che non sia solo un bla bla bla, ma un atto di responsabilità collettiva ed effettiva, per essere anche efficace. Tutti siamo coinvolti e toccati dagli eventi che ci sovrastano. L’Amazzonia non poteva restarne fuori, nonostante il fatto di essere il più grande bacino acquifero del pianeta Terra.



Ma cosa sta succedendo? Come sapete il nostro grande fiume è anche molto tortuoso e la forza dell’acqua spesso rompe gli argini aprendo varchi e scorciatoie che tagliano le curve, qui chiamati “paranà”. Nel viaggio di settembre siamo dovuti rientrare prima del previsto perché passando per il “paranà Matintin”, già abbastanza secco e con punti di soli due metri di acqua, abbiamo toccato il fondo e spezzata in due l’elica in un grosso tronco giacente nel letto del fiume. Così, piano piano siamo rientrati lasciando la visita di alcune Comunità per il viaggio seguente. L’acqua alta copre tutto, anche i pericoli, ma in tempo di secca anche un vecchio tronco diventa pericoloso e occorre molta attenzione.



Anche nella Chiesa molti pericoli sono emersi, molte fragilità e incomprensioni, non c’è più l’acqua alta della cristianità che purtroppo ha coperto molte lacune e favorito molta corruzione. Il grido di papa Francesco all’Angelus: “Peccatori si, corrotti no!” ancora risuona nella piazza San Pietro simbolo di tutte le piazze. Così il tempo di secca può essere anche un tempo opportuno per ritrovare l’essenziale e ricostruire la “sua” casa. Benedetto Sinodo che possa aprire nuovi orizzonti e nuove opportunità di dialogo e di ricerca evangelica.



Tornati a casa abbiamo cambiato l’elica, verificato il motore e ci siamo preparati per il secondo viaggio, più lungo e più faticoso. Non si possono più prendere scorciatoie, bisogna percorrere tutto il lungo fiume e aggirare le grandi spiagge che sono emerse, dobbiamo stare attenti alla profondità, perché la superficialità, in questo tempo di secca, diventa un pericolo reale. Ritornare alle origini, al corso originario del fiume. Con Francesco ritornare alla semplicità e radicalità del Vangelo. Ci hanno insegnato che la Chiesa o è missionaria o non è Chiesa. La Missione è ancora la luce per il nostro tempo, non una missione generica, ma la Missione del Signore: inviati per annunciare la Buona Notizia ai poveri. Non c’è missione senza povertà. Una povertà scelta per amore: amatevi come io ho amato voi. Dove la dignità di ogni persona è il traguardo, senza distinzione di razza, de genere o di cittadinanza.



Pensavo in questi giorni alla fragilità del nostro servizio. Le Comunità cattoliche sono le più piccole dove ancora non c’è una vita di fraternità, spesso segnate da conflitti inter-familiari e da numerosi problemi legati alla sopravvivenza. A volte mi chiedo se valga la pena investire tante energie umane ed economiche. Ma ogni volta che incontro il volto di una mamma, di un bambino, del suo papà o di quel giovane che ancora non sa leggere e scrivere, che mi salutano perché ormai mi conosco: “cosa è successo che non sei arrivato, ti abbiamo aspettato, stai bene è tutto a posto…. Si, tutto a posto, abbiamo solo rotto l’elica, ma ora l’abbiamo sostituita e siamo qui, è questo che conta”.

Sono arrivati in città alcuni pescatori: “padre, anche gli emissari dei laghi sono seccati e i pesci sono in trappola, siamo riusciti a liberare alcuni pesci grandi, presi con le reti e gettati nel fiume, ma i piccoli stanno morendo, molti sono già morti per la temperatura elevata dell’acqua e la mancanza di ossigeno”.

 Li ascolto con attenzione, pensando al viaggio della prossima settimana. Se il pesce muore, anche la pesca dei prossimi anni sarà pregiudicata, tutto è interligato (tutto è in relazione): la vita degli uni dipende dalla vita degli altri. Anche nella Chiesa e nella Società, quando c’è stagnazione alcuni grandi si salvano, ma molti piccoli muoiono. Così nelle guerre, nelle grandi migrazioni, nelle relazioni internazionali e nel cammino della fede. In alcune Comunità la nostra ‘grande’ barca non potrà entrare, c’è solo un rigagnolo d’acqua, dovremo chiedere aiuto alle piccole canoe della gente, loro ci porteranno fino a casa loro, con gioia. Il passare per la porta stretta, ora si fa molto concreto, dobbiamo spogliarci del superfluo ed essere piccoli e poveri come bambini, perché di loro è il Regno dei Cieli. Quando non possiamo cambiare il Mondo, anche se lo vorremmo, possiamo cambiare noi stessi e farci fratelli e sorelle. Gli amici si scelgono, i fratelli no; questa è la grande rivoluzione del Vangelo: siamo tutti fratelli!

Un grande abbraccio e un saluto a tutti, con l’affetto di sempre.

 

 

   Santo Antonio do Içá, 7 ottobre 2023 – memoria della Beata Vergine del Rosario

lunedì 31 luglio 2023

Riconoscenza

 



Carissimi amici, vi scrivo per condividere la gioia della vita. Domani andrò nella Segreteria di Azione Sociale per farmi rilasciare il documento di anzianità: 60 anni compiuti. Qui in Brasile è importante perché c’è una legge che difende la dignità degli anziani, non solo gli riconosce il diritto alla pensione, ma anche la gratuità sui trasporti pubblici e la priorità nelle lunghe file negli uffici e nelle banche. Senza accorgermene ho raggiunto il significato del mio servizio: prete = presbitero = anziano. Alla scuola della vita impariamo a vivere.

La vita è la nostra grande maestra. Per questo, credo, che Gesù raccontasse spesso fatti di vita: il Regno dei Cieli è come il seminatore, la semente piccola, il lievito, il grano e la zizzania, il tesoro, la perla, la rete. Ormai da quattro anni, 21 in Brasile, mi trovo qui in Amazzonia. Un po’ fuori dal mondo, o forse al centro di un mondo nuovo. Nell’ultimo viaggio missionario la Comunità di Apaparì ci ha regalato un grosso pesce, un tambakì, e ci abbiamo mangiato per due giorni. L’amico colombiano ci ha dato parte del cerbiatto appena ucciso nella sua proprietà. Nella Comunità di Barro Alto quando siamo arrivati, stavano scuoiando due cinghiali, catturati vicino a una fonte d’acqua e hanno condiviso con lo stinco, parte pregiata. Nella notte, purtroppo, un bimbo piccolo è stato morsicato da uno scorpione, lo abbiamo medicato, ma il dolore è rimasto intenso e per molto tempo. Siamo poi arrivati a Mamurià e, dopo la messa, Assis mi annuncia, visibilmente contento: padre, oggi potrai provare una prelibatezza, scimmia bollita, e così, un poco titubante, apprezzo la carne scura di questo primate.



Nella Comunità di Nova Esperança c’è grande movimento, l’acqua del fiume che stava rapidamente scendendo si è fermata da due giorni e gli insetti hanno invaso i campi e le case. Non sono riuscito nemmeno a celebrare la messa, non avevo le calze per proteggermi e i piedi erano letteralmente martoriati dai morsi dei pappataci. Ma prima di ripartire, la nonna mi chiama e mi offre due grandi salsicce di carne scura; nella notte i nipoti avevano ucciso una grande Anta (una specie di asino selvatico), senza frigo perché non c’è energia elettrica, si cuoce la carne e si fanno insaccati. Così, mentre risaliamo sulla barca pensavo alla complicità tra Natura e Umanità, al respiro della vita. A quel tesoro nascosto nel campo che tante volte non riusciamo più a vedere perché abbiamo perso l’entusiasmo di cercare la bellezza di una perla di grande valore. Allora ancora mi domando quale sia l’autenticità della vita, dove sta correndo il nostro mondo frenetico e tecnologico, guerrafondaio. Cerco di lasciarmi coinvolgere dall’essenziale che dà il giusto valore al superfluo e che con gioia vende tutto per quel tesoro che ha trovato, per la luce di quella perla preziosa.



Nella prossima tappa ci aspettano quattro battesimi, in una Comunità dove i bambini non hanno ancora imparato a fare il segno della croce, ma sanno divertirsi con una palla di stoffa e sgranano gli occhi per pochi biscotti al cioccolato che giustificano il loro ‘sopportare’ la Messa dei grandi. Siamo ormai di ritorno verso la città, l’elica della barca ha toccato il fondo del fiume che sta rapidamente seccando, lasciando allo scoperto grandi banchi di sabbia dorata, tentazione per chi ancora cerca oro inquinando le acque e senza rendersi conto della sua inutilità: non serve come cibo, né per costruire le case, solo riempie gli occhi di chi si illude e attacca il cuore alla falsa ricchezza. In questi giorni è in atto una grande operazione della Polizia Federale, promossa dal governo Lula a salvaguardia dei popoli dell’Amazzonia. L’esercito brasiliano assieme ad un contingente colombiano e peruviano sono entrati nei territori del garimpo illegale, sul fiume Puretê, un affluente del rio Içá e stanno distruggendo le imbarcazioni per l’estrazione dell’oro e l’uso del mercurio. Nessuno parla, tutto tace, ma l’aria è molto pesante, c’è un senso di impotenza e di rabbia per chi vede sfuggire il sogno di ricchezza; un senso di giustizia e di liberazione per quanti costretti a subire le conseguenze di malattie provocate dall’acqua e dal pesce contaminati dal mercurio.



Arriveranno a breve cinque giovani inviati dal Centro Missionario Diocesano, che hanno scelto di “ascoltare” e di usare le loro vacanze per venire in Missione. Li aspettiamo con gioia perché possano fare esperienza del respiro della vita, del legame tra Natura e Umanità, perché sentano sulla loro pelle le ferite di un mondo diviso tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri, tra bianchi e tutti gli altri…, sentano l’odore della morte provocata dall’ingiustizia di un sistema economico e politico preoccupato di accumulare ricchezza e capitale. Ma specialmente perché respirino a pieni polmoni la forza della vita che si fa resistente e sempre risorge. Ancora una volta chiediamo al Signore, come il giovane re Salomone, che ci insegni ad ascoltare per saper discernere tra il bene e il male, e usare del dono di una mente sapiente e intelligente. Al Signore che continua a chiederci: “Ma voi avete capito tutto questo?”, vogliamo rispondere “Si”, e tirar fuori dal nostro cuore cose nuove di pace, di giustizia, di perdono, di gratuità nell’amore, e cose vecchie di fedeltà e di perseveranza, per essere, anche oggi, suoi discepoli.  

 

Gabriel Carlotti, missionario dell’Amazzonia

Santo Antonio do Içá, 31 luglio 2023 – 60° della mia nascita    

sabato 1 luglio 2023

2° Assemblea delle Comunità Ecclesiali di Base

 




che vivono lungo i fiumi Solimões e Içá

della Parrocchia Santo Antonio di Lisbona

Diocesi dell’Alto Solimões – Amazzonia

 

 

Il sabato 10 giugno abbiamo iniziato la nostra 2° Assemblea delle CEBs. Su 29 Comunità hanno partecipato 21, solo 8 sono mancate a questo importante appuntamento. Abbiamo preparato questo incontro portando l’invito alle Comunità circa due mesi prima della data prevista, invitando almeno tre persone per ogni comunità e offrendo la benzina per i viaggi di andata e ritorno di una canoa, chiaro, secondo le distanze di ognuno dalla città; qualcuno è vicino e impiega tre ore per arrivare, altri debbono viaggiare due giorni e una notte, abitando molto distanti. 80 persone hanno così partecipato, con alcuni bambini che non potevano rimanere a casa e molti giovani, più della metà dei partecipanti. All’interno dell’invito a partecipare c’era anche un resoconto dei punti positivi e negativi visti nell’Assemblea dell’anno passato, come anche gli impegni presi. Questo per aiutare le Comunità a valutare eventuali progressi o stagnazioni nel cammino nella fede e nella vita comunitaria.

 

 

VEDERE

 

Siamo 29 Comunità, con circa 225 case e 250 famiglie, per un totale di 1.135 persone. 20 Comunità sono costituite solo da cattolici, in 5 sono presenti alcune famiglie delle chiese evangeliche e in 4 della chiesa evangelica della croce. La maggioranza beve acqua della pioggia, alcuni bevono l’acqua delle sorgenti e altri quella del fiume che è sempre più inquinato anche a causa dell’estrazione illegale dell’oro. 9 Comunità sono senza luce elettrica, 6 hanno la luce ma spesso non funziona e 4 utilizzano un piccolo generatore a benzina. 3 hanno placche solari nelle scuole, montate dall’Amministrazione comunale per migliorare le condizioni di insegnamento, utilizzando anche internet. Nel campo della salute, 11 Comunità hanno un responsabile per la salute che visita le famiglie settimanalmente fornendo alcune medicine basiche; ma 9 Comunità hanno grossi problemi per il trasporto dei malati, che spesso possono usufruire solo della canoa, quando c’è benzina disponibile. Questa la realtà fotografata nel dialogo con i responsabili delle Comunità.

 


Ci sono poi alcuni SOGNI, desideri che sono stati espressi dalle Comunità: 5 vorrebbero un trasporto migliore, con una piccola lancia a motore; 4 che ci fosse un responsabile per la salute nella propria Comunità; 4 vorrebbero una scuola migliore per i loro figli; 4 chiedono energia per le loro case e per la conservazione del pesce; 3 si lamentano per l’acqua sporca che bevono e vorrebbero che si perforasse un pozzo artesiano; 3 sono ancora senza la cappella per celebrare la propria fede e condividere il cammino della vita; 2 sognano che l’acqua possa arrivare in tutte le case con un piccolo tubo e rubinetto; 2 sentono la necessità di avere un luogo per riunirsi e realizzare incontri comunitari; 1 Comunità chiede aiuto per migliorare le condizioni delle loro case; e 1 vorrebbe internet, come altre hanno avuto nelle scuole.

 

Con questi dati possiamo paragonare il cammino della nostra Chiesa fatta di piccole Comunità, al “resto di Israele”: tutto è iniziato con i 12 apostoli, o 24 se consideriamo anche le donne presenti, e noi siamo circa 250 famiglie, circa 1.135 persone in mezzo a un totale di circa 12.000 abitanti che vivono sulle sponde dei nostri due grandi fiumi. Un “piccolo resto”, ma che animato dallo Spirito e aperto alle altre chiese evangeliche, potrà essere una presenza di fede e di libertà, capace di inspirare anche le chiese evangeliche e i cattolici addormentati. Abbiamo bisogno di svegliarci con una fede impegnata nella la vita, la giustizia e una ecologia integrale; questa è la nostra missione. Cerchiamo di realizzare i nostri sogni, in una Chiesa dal volto amazzonico, come impegno di una Chiesa di Comunità che camminano insieme sinodalmente.

 

 

 

GIUDICARE

 

Dopo aver visto la realtà ci siamo fermati a riflettere sul nostro ESSERE CHIESA di COMUNITÁ ECCLESIALI di BASE – CEBs. Abbiamo riflettuto su due fiumi: il fiume dell’Utopia e il fiume della Comunità che celebra la sua fede insieme alla sua vita. Tutta la bibbia ci parla del sogno che Dio ha per noi: i profeti, il Vangelo e l’apocalisse annunciano “cieli nuovi e terra nuova”. Questa promessa di Dio, per non restare solo un bel sogno, ma per essere utopia capace di diventare realtà, deve essere celebrata da Comunità che credono nel Risorto e vivono la fraternità con tutti. Solo una Chiesa presente nella vita della gente, nel suo quotidiano, per farla incontrare con la luce trasformatrice della risurrezione di Gesù, reso presente dallo Spirito, solo questa Chiesa potrà aiutare a far si che l’utopia diventi realtà.

 


Þ                    L’evento centrale della nostra fede è la morte per amore di Gesù sulla croce e la sua risurrezione.

Þ                    La Comunità – CEB, celebra la propria vita in questa fede nella pasqua di Gesù (morte e risurrezione).

 

In questo modo la CHIESA – POPOLO di DIO è formata da una rete di Cebs, di piccole Comunità tutte in relazione le une con le altre, come a formare una “rete” dei pescatori, immagine biblica per parlare del Regno di Dio. Non c’è più la “chiesa parrocchiale” e le varie cappelle, in Italia si direbbe la parrocchia principale e le altre parrocchiette dell’Unità Pastorale, ma una rete di Comunità, diverse tra di loro, ma che camminano insieme in comunione di fede e fraternità di vita. Ogni Comunità, con la sua dignità di Chiesa, vivendo e celebrando la sua Speranza e anche la sua Resistenza (o Resilienza), due caratteristiche dell’unico volto di Chiesa nata il giorno di Pentecoste. Altre linee indispensabili di questa Chiesa sono il Ben Viver: terra, acqua, salute, lavoro, educazione, mezzi di trasporto, …; la Gioia: unione tra fede e vita; la Missione: la Parola – il Pane – la Carità – l’Evangelizzazione; l’Impegno Sociale: la giustizia e la libertà economica, politica, culturale e ecologica.

Þ                   Vogliamo ESSERE una CHIESA di CEBs, POPOLO di DIO: al servizio di una vita piena per tutti e tutte (giustizia); con un volto amazzonico e latinoamericano (cultura); sinodale, di comunione e partecipazione di tutti e tutte, laici e laiche, tutti protagonisti del cammino di Comunità, dove si ascolta, si condivide la responsabilità, si cresce nella formazione della fede e si decide insieme.

 

 

 

Nella domenica 11 giugno abbiamo lavorato in 4 gruppi, quattro tavoli di lavoro su 4 tematiche:

 

1.                      La catechesi dei bambini prendendo spunto dai canti liturgici, imparando i canti, scoprendo le referenze bibliche, attualizzando il contenuto in relazione alla vita di oggi.

 

2.                      La centralità della Parola di Dio, l’uso della bibbia nella preghiera personale e nel culto/celebrazione domenicale della Comunità; la relazione con le altre Chiese cristiane evangeliche.

 

3.                      Adolescenti e giovani, il loro mondo e la loro presenza, la valorizzazione nella propria Comunità ecclesiale. Dinamiche di gruppo.

 

4.                      Come preparare una Celebrazione della Parola: partendo dalla vita nella Comunità, nell’ascolto del Vangelo – Buona Notizia, curando l’ambiente e la simbologia, nella condivisione della preghiera di intercessione e di rendimento di grazie. Il nutrirci del Pane Eucaristico, legame al mistero pasquale di morte e risurrezione, in comunione con tutta la Chiesa. La scelta dei canti appropriati.

 

In questi due giorni di lavoro pastorale, ci ha aiutato molto il canto fatto insieme, l’animazione scherzosa e coinvolgente, come anche la condivisione della colazione, del pranzo e della merenda. Anche il corpo deve partecipare… non solo la mente e il cuore.

 

 



AGIRE

 

Il lunedì 12 giugno abbiamo finalizzato i lavori della nostra Assemblea. Ci siamo divisi in gruppi minori per permettere il dialogo e il coinvolgimento di tutti i presenti, perché ognuno avesse la possibilità di esprimersi senza paure o condizionamenti. Ogni gruppo doveva rispondere a un’unica questione:

 

Þ                   Dopo aver ascoltato la nostra realtà, dopo aver lasciato entrare la luce della Parola di Dio e dello Spirito, quali proposte concrete possiamo abbracciare per il cammino della vita delle nostre Comunità, per migliorare la loro organizzazione e affinché siano effettivamente e affettivamente Comunità missionarie?

 

I gruppi hanno lavorato per circa due ore, poi ci siamo riuniti per condividere la ricchezza di tutto quello che lo Spirito ha detto alla sua Chiesa riunita in Assemblea. Finalmente abbiamo cercato di fare sintesi e tutti abbiamo approvato 6 proposte – impegni per il cammino delle nostre Comunità:

 

A.                    In primo luogo, ripassare tutto il contenuto della nostra Assemblea, alle nostre Comunità affinché tutti possano condividere il cammino e abbiano l’opportunità di portare il loro contributo.

 

B.                     Promuovere lungo l’anno alcuni incontri fra le Comunità vicine, tipo una domenica di fraternità: con un momento di formazione, la celebrazione della Messa, il pranzo comunitario e giochi, tornei ….

 

C.                     Visita delle suore/missionarie a tutte le Comunità rimanendo due giorni e due notti per ascoltare e  aiutare lì dove c’è più bisogno: nelle famiglie, nella catechesi dei bambini, con gli adolescenti e giovani, nella celebrazione della fede e della vita della Comunità, affinché la domenica divenga sempre più opportunità di incontro e di fraternità, tempo di missione e di carità.

 

D.                    Continuare e migliorare l’organizzazione delle Comunità affinché i vari servizi siano svolti da più persone e non concentrati nei pochi disponibili. Migliorare l’ascolto di tutti perché ci sia una vera condivisione e partecipazione nelle responsabilità e nelle decisioni. Iniziare la Pastorale della Decima, dove ognuno scelga liberamente di contribuire, mensilmente, con la vita della Comunità, per crescere nella condivisione e anche nell’auto-sostentamento, quindi in una libertà maggiore.

 

E.                     Impegnarci perché ci sia in tutte le Comunità la catechesi dei bambini e degli adolescenti, dando una attenzione speciale ai giovani, nell’ascolto e nel loro coinvolgimento nella vita della Comunità.

 

F.                      Valorizzare la Domenica come “Giorno del Signore”, celebrando in Comunità la Parola di Dio e condividendo il Pane della vita. Che sia giorno di incontro e di fraternità valorizzando la presenza e la partecipazione delle famiglie. Che sia anche opportunità di Missione, visitando e ascoltando quelle famiglie che ancora non partecipano, offendo loro la Buona Notizia del Vangelo e la vita in Comunità.

 


Così abbiamo concluso la nostra 2° Assemblea delle CEBs dei grandi fiumi, siamo ritornati pieni di gioia alle nostre Comunità, portando con noi le decisioni prese insieme, mossi dallo Spirito e frutto del nostro incontro. Ora sarà importante, un passo alla volta, provare a mettere in pratica quello che abbiamo condiviso, affinché l’Utopia degli albori della Chiesa degli Atti degli Apostoli, piano piano, diventi la nostra realtà di vita:

 

“Tutti erano perseveranti nell’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nelle preghiere. In tutti loro c’era un grande stupore, a causa dei numerosi prodigi e segni realizzati dagli apostoli. Tutti coloro che avevano abbracciato la fede erano uniti e mettevano in comune tutte le cose; vendevano le loro proprietà e i loro beni e dividevano il denaro con tutti, secondo la necessità di ciascuno. Tutti i giorni, insieme, frequentavano il Tempio e nelle case spezzavano il pane, mangiando insieme con gioia e semplicità di cuore. Lodavano Dio e godevano della stima di tutto il popolo. E, ogni giorno, il Signore univa alla Comunità altre persone che accoglievano la salvezza”.  Libro degli Atti degli apostoli: 2,42-47

mercoledì 28 giugno 2023

DON GABRIELE BURANI CI SCRIVE DA SANTO ANTONIO DO ICA

 



Comunitá Rio Içá  18-26 giugno 2026
(don Gabriele Burani)

Partiamo da S.Antonio domenica 18 giugno 2023, alle 12:30. Io, Moises, Moacir e Mariana.  Arriviamo a Santa Maria alle 17.  Qui ci accoglie una coppia di sposi, Valdi e Maria Joana, con i loro figli e nipoti, una famiglia grande con varie famiglie. Verrá ad abitare qui anche una figlia che ora è in cittá con una figlia che ha problemi di cuore.  La cappella, gialla, è nuova, costruita in aprile, con il loro lavoro ( e aiuti dall’Italia). Li ricordo perché, con alcuni bambini, hanno partecipato pochi giorni fa alla assemblea parrocchiale.  Non hanno la corrente elettrica, il generatore è rotto da tre mesi.  Celebriamo la messa alle 18, quando ancora ci si vede con la luce naturale: 12 persone, la coppia piú adulta e figli e nipoti. Con Mariana la missionaria facciamo una prova di canti, e loro cantano bene. Ancora non si incontrano per celebrare la domenica, ma il sig. Valdi mi dice che ora, con la cappella, intendono fare la celebrazione domenicale. Un dei figli è professore, insegna nella sua casa perché non hanno un edificio-scuola; d’altra parte ci sono solo 10 alunni.
Mariana si fermerà con loro un giorno, poi la porteranno alla comunità vicina.  Virginia la raggiungerà e faranno il loro percorso fermandosi un paio di giorni nelle comunità.  Veniamo assaliti dalle zanzare e cerchiamo rifugio sulla barca!  ( Per la prossima messa ci saranno due bambini da battezzare).

19-06-23 Partiamo alle 7:30 e arriviamo a União da boa fé alle 9:15. Poche case ( ne vedo 4), si nota la cappella che quando arriviamo sta funzionando come Scuola materna, e davanti una costruzione aperta che per ora è la scuola per i piú grandi. Ci accoglie il cacique quando approdiamo e alcune giovani donne; riconosco il gruppo che ha partecipato alla Assemblea parrocchiale. Ci fermiamo a chiacchierare e alle 10 celebriamo la eucaristia. Arrivano i bambini davanti all’altare; un giovane, Thailon e una ragazza, Luciana, scelgono i canti e fanno le letture. Hanno il libretto dei canti e tutti cantano durante la celebrazione; loro si incontrano sempre la domenica per la celebrazione. Li invito a pensare alla catechesi e mi dicono che hanno un po’ iniziato, anche se non in modo continuativo.
Alla messa partecipano 5 adulti, 7 giovani, 14 bambini; le famiglie qui sono tutte cattoliche e mi dicono che avrebbero intenzione di ampliare la cappella; alla fine della celebrazione i bambini condividono i biscotti che abbiamo portato e guardano le fotografie che ho scattato. Mi sembra una buona comunità, si respira un clima di famiglia e simpatia.    Anche per loro l’handicap della mancanza di energia elettrica; avevano un generatore ma è rotto da anni ( possibile che non ci sia modo di aggiustarlo, mi chiedo).



Alle 16 messa a Manacapuru. Ci sono 3 adulti e 7 bambini piccoli; non sanno i canti della liturgia e facciamo qualche prova prima; nemmeno qui arriva la elettricità e per mantenere in fresco le cose, come il pesce che pescano, ( in questo clima caldissimo) vanno a Santo Antonio, comprano sacchi di ghiaccio per metterlo nelle casse di polistirolo dove si conserva il pesce per un po’.

Partiamo per Nova Esperança I, messa alle 19.  Partecipano 17 persone ( adulti, giovani, bambini); ancora non sanno scegliere i canti per la liturgia così io e Moises li aiutiamo con i canti e le letture.  Sono poche le famiglie, comunque mi dicono che alla domenica si incontrano per celebrare. L’orario serale è il piú affollato per zanzare e altri insetti, siamo assaliti….

Martedì 20 partiamo alle 7:30 e arriviamo a S.Lazzaro alle 16;  vedo 8 case e la cappella, dal tipico colore giallo di quelle costruite negli ultimi anni. Chiacchieriamo con Valdeci e la sposa che hanno partecipato alla assemblea delle comunità; una bella famiglia, ci sono 5 bambini e una ragazzina ( 13 anni) sta studiando a Santo Antonio.  Ci raccontano di un incidente accaduto ieri: tagliavano legna nella foresta un anziano e un giovane della città venuto ad aiutare nel lavoro e un albero è caduto sul giovane, ferendolo, che è rimasto privo di sensi perdendo sangue. Erano a una ora di cammino dal villaggio e l’anziano non sapeva proprio cosa fare; non sapeva come soccorrerlo, si è incamminato per avvisare nel villaggio, dove sono riusciti a telefonare i responsabili della assistenza medica, che hanno inviato una barca per il soccorso. Ora è in ospedale, non sappiamo quali siano le condizioni.



Nel pomeriggio parliamo anche con la signora che ci ha ospitati in casa, ci comunica il desiderio di avere qualche lezioni per continuare gli studi; ha frequentato i primi anni di scuola poi si è fermata; i suoi genitori non permettevano di uscire dalla comunità così è sempre rimasta lí e ora desidererebbe ( e anche altri adulti) studiare ancora un po’. Penso che l’Ufficio Scuola potrebbe nominare un professore per il gruppo di giovani-adulti che vorrebbero continuare gli studi.   Mi sembra una bella esigenza da parte sua.   Ci ritroviamo nella cappella alle 19 e facciamo prove di canto con i bambini, poi celebriamo la eucaristia con 8 adulti e 11 bambini, ancora piccoli, ma partecipano; mi sembrano buone famiglie.  Un giovane che suona la tastiera nelle celebrazioni festeggia il compleanno oggi; per ora la tastiera rimane ferma, il trasformatore è bruciato, dovrà cercare a Santo Antonio uno nuovo.

21 giugno, mercoledì. Partiamo alle 6:30, arrivando a Apaparí alle 9:15. Comunità che è solo una famiglia e il capofamiglia con gli altri é in questi giorni a Santo Antonio. A casa un figlio e alcune persone che lavorano per la famiglia. Per coincidenza quando noi arriviamo arrivano anche loro su due barche, dopo un giorno di pesca; hanno tre pirarucu di circa 1 metro e due sui 2 metri; hanno i fucili, hanno cacciato e hanno preso una paca ( grosso roditore) e un uccello grande come un gallo. Con destrezza, usando grossi coltelli, squamano e puliscono i pesci, mettendoli nel ghiaccio per poi venderli a S.Antonio ( e da Santo Antonio, una parte per Manaus e Leticia in Colombia). Chiedo se posso comprare il tambaqui ( un pesce) e ce lo regalano per il pranzo. Dato che la famiglia non è presente, continuiamo il viaggio.



Alle 16,40 arriviamo al Sitio Nova Esperança, luogo molto bello; abita una sola famiglia, allevano mucche, pecore, galline. Erano  a Santo Antonio per la assemblea delle comunitá e ancora non sono tornati, è rimasto solo uno dei figli come custode della casa ( anche qui, quando la casa è vuota, arrivano i ladri)  e prendersi cura degli animali.  Quando scendiamo dalla barca ci accoglie un cinghiale nero, addomesticato e affettuoso, che si ferma accanto a noi per ricevere carezze. Molto simpatico! Rimaniamo a parlare con il ragazzo, poi si riparte per la vicina comunità di Itu.  Alle 19 celebriamo con la coppia che ci ospita nella loro casa ( donna Helena e il marito), una figlia e 8 nipoti dai 14 a un anno di età.  Prima della messa con i bambini faccio prove di canto; sono tutti battezzati, tranne la bambina piú piccola.  Sarebbe cosa buona organizzare una catechesi per i piú grandi, ancora non siamo riusciti.

22 giugno 2023, giovedì.  Partenza da Itu verso le 8. Alle 10 arriviamo a Mamuriá; ci accolgono sulla riva, con un canto di benvenuto. Gli alunni della scuola interrompono la lezione quando arriviamo; chiacchieriamo, ci aggiornano sull’intervento della polizia per distruggere alcune delle draghe illegali che cercano oro  sul Juí e Purité, affluenti del rio Içá. Pensiamo che sia stata fatta una azione in grande stile, ma tornando a casa apprendiamo che i garimpeiros hanno saputo in anticipo della azione e hanno nascosto le loro draghe, così che la azione non è stata tanto efficace.
    Nella comunità abbiamo un  gruppo di adolescenti così li invito per un piccolo incontro biblico; tutti vengono con la bibbia e il libro dei canti; faccio un ripasso sulla ricerca dei testi biblici ( libro, capitolo, versetto) e cerchiamo qualche testo sulle caratteristiche di Gesù: un miracolo di guarigione, una parabola, la scena della morte in croce.    Celebriamo la messa, 20 persone presenti, qui abbiamo anche un ministro della Parola e uno della Comunione. Tutti cantano alla celebrazione, è una liturgia partecipata.   Ci invitano a pranzo nella casa di Assis ( 10 figli, solo uno maggiorenne), mangiamo insieme pirarucu, riso e uova.  Una loro difficoltà è la scuola: sono in una stanza ormai vecchia, con il legno deteriorato; hanno chiesto al municipio di costruire una scuola nuova, ma non è stata fatta. In realtà gli alunni non sono molti, forse stanno programmando di unirli ad una altra comunità.



Alle 14:30 ripartiamo, alle 17 arriviamo a Barro Alto, una comunità nuova che ancora non conosco. Sulla riva ci accolgono due simpatiche bambine, Alexandra e Maria Vittoria. Poi conversiamo con gli adulti. È la quarta volta che  si visita questa piccola comunità, un gruppetto di famiglie. Stanno sistemando una area per coltivare manioca, vedo due case con le pareti di legno e altre che hanno solo il pavimento e teloni di plastica come pareti.  Seduti sul pavimento di legno impariamo qualche canto poi celebriamo la messa * prima del tramonto, perché non hanno elettricitá): sono 5 bambini e 7 adulti. Vorrebbero costruire una cappella e dare il nome alla comunità, quando tutto sarà pronto: San Giuseppe.  Comincia la notte e scendiamo  alla nostra barca; ci regalano un pezzo di carne di cinghiale per la cena.

23 giugno 2023. Venerdì   Partenza alle 7,45.  Alle 9:30 arrivo a Ipiranga. I militari impegnati  a  tagliare erba; entriamo nella cappella per pulire e la troviamo in ordine.  Vorrei visitare la prima città colombiana, Tarapacá, ma non abbiamo con noi la bandiera della Colobia, quindi Moises mi dice che non possiamo andare. La messa alle 20.00; un giovane suona qualche canto con la chitarra; è ancora alle prime armi, conosce solo pochi canti ma riusciamo a organizzare la liturgia. Pochi partecipano: questo giovane e il fratello, una coppia di anziani ( di cui il marito non vedente), una signora e qualche ragazzino, 11 persone in tutto. Mi dicono che ora non si incontrano la domenica per celebrare, e dei soldati e ufficiali dell’esercito nessuno viene.  In questa situazione non sappiamo a chi affidare le comunità.

24 giugno 2023. Sabato, festa della Nativitá di S.Giovanni battista. Siamo a Nova Esperança II, celebriamo nella scuola con 17 persone. Il cacique Cristovão e coppie giovani con figli piccoli. Mi dicono che sono della Cruzada ( e una famiglia protestante); il cacique è stato per 40 anni tra i responsabili della Cruzada e dato che abbiamo un unico Dio mi dice che è bene dialogare con tutti, accogliersi e si impara qualcosa da tutti. La sua volontà, come cacique è anche mantenere pace e armonia nella comunità. IAccolgono il prete cattolico quando va per celebrare.  Alle 11:30 ripartiamo. Alle 17:30 arriviamo a Santa Clara, è una sola famiglia: una coppia con figli e i loro figli. Facciamo solo un momento di preghiera e canti. Ci sono 8 bambini e 4 giovani-adulti, oltre al padre; hanno intenzione di costruire una piccola cappella. In futuro potremmo fermarci con loro con calma, e anche iniziare a celebrare la messa.

Nova Canaan. Celebriamo alle 19:30 nella scuola, al buio. Hanno il pannello solare nuovo ma oggi  non sta funzionando, forse non lo sanno gestire bene. Compaiono due candele, e con le nostre torce a pila possiamo celebrare.  In 25 della comunità, 4 adulti e il resto bambini e qualche giovane.  Si dovrebbe tentare di farli radunare la domenica e iniziare una forma di catechesi se si riesce a responsabilizzare qualcuno.

25 giugno 2023, domenica. Partiamo alle 8 e arriviamo alle 10:30 a S.Pedro.  C’è la scuola nuova ma oggi è chiusa e il professore e la professoressa sono usciti essendo giorno di festa.  Ci fermiamo davanti alla scuola, dove troviamo ombra, in cerchio; ci sono 15 bambini 2 giovani  e 3 adulti. I bambini sono molto timidi, è difficile farli esprimere; mi dicono che quasi nessuno sa leggere e scrivere perché stanno  ancora imparando. Facciamo insieme qualche canto, insegno a fare il segno della croce: la maggioranza è incerta sul come farlo. Preghiamo il Padre Nostro, leggiamo un brano del vangelo e condividiamo i biscotti e alle 11:40 ripartiamo.   Arriviamo dopo una ora a Apaparí, è ora di pranzo. Ci sono solo giovani coppie che lavorano e pranzano e la famiglia che di solito  ci ospita è fuori. Ci dicono che è meglio se celebriamo la messa il prossimo mese quando passiamo e ci saranno tutti.  Alle 14 ripartiamo e arriviamo  a Vista Alegre alle 18:30; comunità tikuna, cattolica. Facciamo un giro per parlare con Moises, il ministro: è nella cappella con il cacique e un altro giovane, stanno facendo le pulizie e preparando la cappella per la liturgia. Una chiesa grande ancora da ultimare, la più grande tra quelle che ho visto e in muratura, con il pavimento in ceramica ( per ora metá); è coperta ma mancano porta e finestre. È su una altura, qui non arriva acqua del rio Içá anche quando è in piena.  Vicino un campo da calcio, ci sono molti giovani anche di altre comunità, fanno spesso tornei sportivi.    Alle 19:30 celebriamo la eucaristia, prima arrivano i bambini che si mettono davanti, poi giovani  e adulti, circa 60 persone: canti e preghiere in tikuna, e il ministro traduce le mie parole dal portoghese.  Si radunano sempre la domenica per il culto, ma anche altri giorni della settimana.  Per quel che ho visto è la comunità maggiore che abbiamo sul Rio Içá. Mi chiedono un aiuto per la formazione di catechisti della comunità che possano fare catechesi a bambini e  adolescenti. Le missionarie potranno dare un aiuto, poi vedremo. ( Il tema della lingua è sempre problematico, ma dovrebbe esserci materiale di catechesi in lingua tikuna).

26 giugno 2023 Lunedí. S.Cristovão I.  Arriviamo alle 10, ci sono le missionarie Mariana e Virginia dal giorno prima.  Facciamo giochi con i bambini, un gruppo grande, con le mamme sedute che guardano contente.  È una comunità con alcune famiglie cattoliche ( 5, mi pare) e il resto protestanti. La maggioranza dei bambini presenti sono di famiglie protestanti.   Alle 11 celebriamo la messa, nella prima stanza di una famiglia che ci ospita, siamo ammassati in 50 ( anche bambini delle famiglie non cattoliche che sono rimasti con noi); ci fermiamo poi per il pranzo. La professoressa dice che comincerà a radunare la comunità per la celebrazione della domenica.

Alle 15 arriviamo a S.Vincente e alle 19:30 la eucaristia. Partecipano 12 persone; la ragazza che di solito anima la liturgia è fuori con il marito, per impegni scolastici. Il cacique arriva tardi, alle 21, perché ha avuto un guasto nella barca. Mi dicono che alla domenica si radunano per la liturgia.  Dormiamo a S.Vincente e il giorno dopo si ritorna a Santo  Antonio.  

Cammini di libertà e di liberazione

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