Si,
i pirati ci sono ancora e assaltano le barche nel Rio delle Amazzoni, nella
regione dove abitiamo.
Negli
ultimi giorni, nel nostro ‘pezzetto’ del Rio delle Amazzoni (o Rio Solimões)
stiamo assistendo ad una serie di tragici eventi: la morte di diverse persone,
uccise in modo brutale. Ieri un pirata ucciso a Tonantins, lunedì scorso 5
trovati morti sulla riva del fiume, a pochi chilometri dal centro di Santo
Antonio, sabato scorso altri 5 trovati uccisi; domenica una sparatoria con
morti davanti alla chiesa di S. Francesco, qualche giorno fa nel corso di una
sparatoria 10 sono stati uccisi, alcuni di Santo Antonio, altri di Tonantins,
altri ancora nella zona di Jutaí…. Tonantins e Amaturá sono i paesi nostri
vicini, a 20-30 km di distanza. A
Tonantins ora hanno il coprifuoco, vietato uscire alla sera dalle 21.
È
anche arrivato una grossa squadra di polizia speciale. Cosa sta succedendo? I pirati sono, per la maggior parte, giovani
dei nostri paesi che con barche abbastanza veloci- di solito rubate- bloccano
le imbarcazioni che stanno viaggiando sul Rio delle Amazzoni per rubare merci,
soldi, benzina… tutto quello che riescono a trovare. E spesso non si limitano a
rubare, ma terrorizzano le persone, usano violenza e anche uccidono. La polizia locale a volte cerca di
intercettarli, ci sono scontri con armi da fuoco e, potete ben intuire, feriti
e morti. Quando capita che qualche
pirata venga catturato, la popolazione, stanca di tanti soprusi, sfoga la
propria rabbia: a Tonantins due sono stati presi e bruciati, a volte si trovano
i corpi squartati. La situazione
diventa sempre più tragica a causa della droga. Come sapete noi siamo nella
zona di confine con Perù e Colombia e dalla Colombia arrivano in Brasile,
tonnellate di cocaina via fiume. I trafficanti – spesso i più ricchi e ‘rispettabili’
dei nostri paesi- hanno dei guadagni incredibili; organizzano le spedizioni di
cocaina che arriva a Manaus via fiume, poi verso Europa, Stati Uniti, Asia.
Nel tratto di fiume della nostra regione agiscono i pirati, assaltano le navi che trasportano droga e rubano il carico prezioso, scatenando- ovviamente- le ire dei trafficanti, uomini senza scrupoli e crudeli quando i loro piani trovano ostacoli. Il narcotraffico, con i loro soldati, sta ora cercando di intercettare e possibilmente ammazzare i pirati. Tonnellate di cocaina sono state rubate in questi mesi e quindi la rabbia è grande, e la violenza si scatena. Gli scontri che avvengono in questi giorni sono quindi principalmente tra trafficanti di droga e pirati e qualche volta la polizia quando individua gli uni o gli altri. La tendenza è quella di ammazzare i rivali, senza pietà.
La
scuola organizza le settimane di prevenzione alle droghe, e abbiamo concluso
con una mattinata di incontro nella palestra della parrocchia, ascoltando anche
le proposte dei ragazzi (loro hanno chiesto alle autorità di essere rigidi e
multare chi vende alcoolici ai minori, fino a chiudere il locale se continua
nella infrazione. Chiedono anche più vigilanza nelle strade, specialmente la
notte dei fine-settimana). Non sono dei semplici incontri che risolvono la
situazione se non abbiamo una forte volontà politica e una maturazione anche
spirituale. Sono troppi gli interessi in gioco, e molti in città sono cresciuti
e crescono grazie alla droga.
Per
quel che noi possiamo fare, penso che la pastorale ordinaria della parrocchia,
con la celebrazione dei sacramenti, la catechesi, il servizio, la
evangelizzazione a diversi livelli, la condivisione comunitaria è una grande
forza di vita che potrà contrastare la cultura di morte del narcotraffico.
Don
Gabriele Burani, Santo Antônio do Içà, 14-07-2022