Gabriele Carlotti – missionario
diocesano in Amazzonia
Nel gennaio 2021 abbiamo fatto un unico viaggio, iniziato
il giorno 9 e concluso il giorno 21, visitando tutte le Comunità cattoliche che
stiamo accompagnando. In questi giorni ho provato a rifare la mappa del Rio Içá,
includendo tutte le piccole Comunità sul fiume: 25 cattoliche, 21 della cruzada
e 6 evangeliche. Nel mese di febbraio non andremo per la celebrazione della
Messa, ma abbiamo chiesto alle Comunità di incontrarsi per fare un bilancio di
ciò che è stato positivo, di quello che è mancato e anche dei limiti o errori
commessi. Dopo sei mesi che percorriamo il fiume da punta a punta, incontrando
e celebrando la vita e la fede mensilmente con tutte le Comunità, ci sembra
bello ed opportuno ascoltare le persone, dare la parola al Popolo di
Dio perché valuti e verifichi il nostro operato e anche la loro partecipazione.
Qui la chiamano “avaliação”, ed è una caratteristica della Chiesa brasiliana,
del suo vivere la pastorale e l’impegno per l’evangelizzazione: tutti gli anni
si fa una Assemblea con i responsabili laici delle Comunità, i preti, le suore,
i ministri e il vescovo; il Popolo di Dio si incontra per fare una verifica sul
cammino e gli obiettivi, col fine di imparare dal vissuto, evitare di ripetere
errori del passato e scoprire nuovi cammini di vita.
Questo è stato un viaggio un po’ faticoso, per la durata e per le molte
Comunità incontrate. Finalmente
arriviamo a Mamurià, Comunità vivace e partecipativa, una delle
due che sempre ci offre il pranzo per passare insieme qualche ora in più e
conversare della vita... Arriviamo presto, verso le nove del mattino, poi
impariamo che loro vanno col sole e quindi per loro erano solo le otto del
mattino. Come sempre l’accoglienza è festosa con tanti bambini, ma, osservando bene
stanno mancando alcuni giovani, sono presenti le ragazze, e anche alcuni uomini
non sono venuti ad accoglierci. Non ci preoccupiamo, andiamo verso la chiesa e
la celebrazione è molto bella e curata come sempre. Gli assenti non sono
venuti... dev’essere accaduto qualcosa! Poi ci fermiamo a parlare del più e del
meno, la novità è che il governo ha inviato alla Comunità una lancia con un
motore di 40 cavalli per le emergenze di salute e non solo. É la prima volta
che questa Comunità riceve qualcosa dai politici, non sono classificati come
indigeni e quindi sono fuori dai normali canali del Governo federale. Il resto
dipende dalla politica locale e questa volta, dopo dodici anni, il candidato
che hanno appoggiato ha vinto le elezioni, quindi è arrivato subito il “suo”
ringraziamento. Altre Comunità che hanno appoggiato il perdente, non hanno
ricevuto nulla. Non sempre la vita e le persone hanno lo stesso valore agli occhi
di chi comanda. Vedo che l’animatore della Comunità parla con sua moglie e
con la moglie di suo fratello, le due donne si scusano e si ritirano, le vedo
andare in cucina, nel fondo della casa, e preparare qualcosa che non riesco ad
identificare. Continuiamo il nostro dialogo e verso l’una, per loro
mezzogiorno, ci invitano in casa e ci dicono: “Scusate,
ma oggi non abbiamo il pranzo! Abbiamo preparato una merenda per voi, macaxeira
frita e beijou com suco de abacaxi”. Solo in questo momento mi
rendo conto che la casa è piena, ci sono tutti i bambini e le ragazze, tutti
seduti per terra e con un grande sorriso stampato in faccia... ma nessuno
mangia e non c’è cibo, né piatti o pentole sul pavimento. Così per apprezzare
il lavoro delle mamme e la bellezza di questo momento, un po’ con vergogna, faccio
merenda, tra l’altro molto appetitosa, e allungo qualcosa ai bimbi che
prontamente si avvicinano aiutandomi, in un batter d’occhio, a concludere il
pranzo. Fuori c’è agitazione, ritornano alcuni giovani con il fucile in mano,
ma non hanno selvaggina.... speriamo che gli uomini siano riusciti a pescare
qualche grosso pesce. Quando non c’è il pranzo, si spera ci possa essere la
cena...
Così riprendiamo il nostro viaggio e spesso il pensiero
ritorna a quel momento: “Oggi non abbiamo il pranzo”. Detto con naturalezza,
come se non fosse la prima volta... si mangia quando c’è il pranzo, se no pazienza,
e nessuno si lamenta! Una buona lezione di vita anche per me che ero
preoccupato per il viaggio di ritorno, visto che il cibo stava finendo sulla
barca.
Ma vorrei tornare alla nostra “verifica”. Abbiamo lasciato
alle Comunità un foglio per ricordare i passi fatti da agosto 2020 (quando è arrivata
la barca) a gennaio 2021: celebrazione della Messa tutti i mesi, libretti di
canto, rosari, materiale illustrato per una catechesi biblica per i bambini, e
alcune dispense fatte da noi per aiutare a celebrare la domenica giorno del
Signore risorto e della Comunità, le celebrazioni dell’Avvento e del Natale e
ora le celebrazioni della Quaresima e della Pasqua. Piccoli aiuti per seguire la
liturgia domenicale e i tempi liturgici, come pure un incentivo alla preghiera
comunitaria. Le nostre Comunità vedevano il frate solo due o tre volte
all’anno... Abbiamo sempre incentivato il ritrovarsi la domenica per la
preghiera e la condivisione, alcune Comunità hanno iniziato a celebrare la
Parola e a far colazione insieme. Tra le domande che abbiamo lasciato per
aiutare la verifica chiediamo di valutare la nostra presenza, se è stata
positiva o negativa, se ha aiutato o è stata di ostacolo... chiedendo
concretamente come possiamo migliorare affinché la Comunità possa crescere
nella fede e nell’amore fraterno. Cosa chiedono al prete... come continuare il
cammino... che cosa privilegiare... come incontrare persone disponibili per le
diverse responsabilità nella Comunità... quale catechesi per un Battesimo
spesso “solo” amministrato e ricevuto... come conoscere la Parola di Gesù e
vivere l’Eucaristia... Da ultimo stiamo anche incentivando la costruzione di una
piccola cappella in legno come segno di identità della Comunità di fede. Le
immagini sono parte della tradizione, ma sono anche fonte di molta confusione
tra i credenti di diverse confessioni, per questo abbiamo proposto di collocare
al centro della chiesa una croce con su scritto: “JESUS RESSUSCITOU”. La croce
ci ricorda la sua morte per amore, ma la croce ‘nuda’ ci dice che il Signore
Gesù oggi non è morto, ma, in quanto risorto e asceso alla destra del Padre, è
il Vivente! Poi, chiaramente, la piccola immagine del patrono non può
mancare...
Sappiamo che non sarà facile realizzare
questo momento di verifica, ma abbiamo fede che porterà molti e buoni frutti. Il
pensiero va così alle nostre Parrocchie o Unità pastorali dove un prete arriva,
un altro se ne va e non ci si ritrova per valutare e verificare il cammino, non
per criticare, ma di cuore aperto per imparare e migliorare il servizio di fede
di cui la Comunità dei credenti è debitrice alla società e al mondo. Anche il
cambio di un vescovo dovrebbe essere una grande possibilità di verifica e di
crescita per una Chiesa locale. Non si può solo criticare o sperare un
cambiamento secondo le ‘nostre’ idee e aspettative... ma bisogna valutare e
crescere nella fede ad ogni nuovo passo, con umiltà e purezza di cuore. Non mi
riferisco solo agli aspetti liturgici, pensavo, per esempio alle lotte
politiche per le scuole confessionali cattoliche. Davvero hanno realizzato il
Vangelo di essere lievito affinché tutta la farina possa crescere, o sono
diventate delle isole monocolore che non hanno aiutato le scuole pubbliche a
crescere nei valori cristiani? Forse si sarebbe dovuto investire molto di più
nell’accompagnamento e nel sostegno degli insegnanti che sono anche credenti
oltre che docenti. Non lo so, valutare, verificare è sempre importante, è un cammino sinodale che il Concilio ci ha proposto e
papa Francesco ci scongiura di compiere.
Poi
abbiamo ripreso il viaggio, a Ipiranga
nella Messa abbiamo anche celebrato alcuni compleanni con diritto alla
torta e alle candeline. I lavori della chiesetta vanno avanti piano piano, come
anche il cammino della Comunità ha bisogno ancora di molto tempo. Ci siamo
fermati nel “paranà da Boa União”, una
scorciatoia sul fiume dove ci sono poche case. Una coppia è arrivata da poco e
nel precedente viaggio avevano chiesto di sposarsi e battezzare il loro bambino
di sette anni. Ci aspettiamo perché ogni
famiglia viene con la sua canoa, finalmente ci siamo tutti. Mi accingo a
preparare l’altare, ma nella casa non c’è neppure un tavolino, solo una panca
già occupata. Così stendo la tovaglia sul pavimento di assi e invito tutti a
sederci attorno all’altare improvvisato. Mi scappa un sorriso pensando alle
polemiche della mia Diocesi sul fatto che l’altare non possa essere mobile, ma
debba essere fisso e che anche una tavola non sarebbe adeguata... e penso: più
fisso del pavimento non si può, quindi siamo in regola! Al momento di preparare
i documenti per il matrimonio ci accorgiamo che lo sposo è stato battezzato
nella chiesa della croce, chiesa nata negli ultimi quarant’anni e che non si
definisce neppure evangelica, anzi si definisce “evangelica – cattolica –
apostolica” non “romana”. Il Battesimo non è riconosciuto dalla nostra Chiesa e
allora dobbiamo rimediare perché lo sposo, comunque, è un credente, cristiano e
attuante nella Comunità. Bene, procediamo con ordine, prima battezziamo il
papà, poi benediciamo le nozze e, infine, battezziamo il loro bambino. Davvero
grande è la misericordia del Signore! Con gioia continuiamo la Messa e ci
nutriamo della presenza del Signore risorto che nella sua Parola ci ha chiamato
ad essere “pescatori di uomini”. Pescatori non per interesse, il pesce, ma per
amore alla vita delle persone, gli uomini appunto. La Parola ci chiama alla
conversione perché il Regno di Dio è presente e si fa prossimo; l’Eucaristia
sostiene il nostro cammino perché è il segno più bello della gratuita
dell’amore del Padre.
Può succedere che “Oggi non abbiamo il pranzo”, ma non mancherà l’accoglienza
e la gioia di chi ha imparato a condividere il “beijou e a macaxeira”: a condividere iniziando dalla propria povertà.
Festa della conversione di San Paolo Apostolo, 25 gennaio
2021
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