domenica 8 dicembre 2024

CHE MUSICA E CHE LUCI!

 




Ci siamo sentiti una settimana fa, e dopo questo messaggio passerà almeno un’altra settimana, perché da domattina fino a sabato sarò sul fiume Iça con sr. Mariana ed un diacono permanente di una parrocchia vicina, Protasio. Con il pilota ed il figlio saremo in cinque e per sette giorni condivideremo lo spazio della barca e le soste nelle comunità che si trovano al limite nord-ovest della nostra parrocchia, più vicine al confine con la Colombia, a circa 300-350 km da S. Antonio. Solitamente questi viaggi li fa d. Gabriele Carlotti con il pilota e durano una dozzina di giorni; quest’esperienza più breve mi darà la possibilità di iniziare a familiarizzare con questa parte del ministero, in attesa di poterlo svolgere in modo completo tra alcuni mesi, sostituendo d. Gabriele. Questa è una delle esperienze “forti” di questi giorni, da unire all’altra non meno rilevante della partenza di d. Gabriele Burani per il ritorno definitivo in Italia, dopo dieci anni in Brasile. 

In pratica, ad un mese dall’arrivo in Amazzonia e due settimane dall’arrivo a S. Antonio mi trovo parroco (anche se di fatto fa tutto Carlotti…) e pienamente nella situazione, con un portoghese degno di un bimbo di un anno circa. Penso di poter dire che in poco più di un mese sto accumulando una serie di nuove esperienze, sensazioni e “nuovi sguardi” che mi pare sia passato quasi un anno… poi piano piano le assimilerò in compagnia del Signore e di quanti mi stanno vicino, come ha fatto Maria davanti alle novità molto più rilevanti che la colsero senza nessun preavviso quando un altro Gabriele, più angelico dei miei compagni, le fece visita.



Oggi però volevo parlare un poco delle feste, perché anche queste in poco tempo ho fatto una bella scorta…

Feste in grande, noi probabilmente diremmo “troppo in grande”. 

Dalla rumorosissima “Marcia di Gesù” organizzata dai Pentecostali (noi cattolici non c’entriamo, è un altro stile), con un camion di altoparlanti e luci a sostenere le musiche e le parole urlate di predicatori che pareva avessero più decibel che idee (il mio elementarissimo portoghese mi è bastato per capire che stavano dicendo ben poco…) il tutto concluso con il concerto gratuito di un famoso cantante al quale anche i cattolici, comprensibilmente, non hanno fatto mancare la partecipazione.

Poi l’accensione della piazza natalizia, con un allestimento di luci degno di una grande città. Al centro un presepe artistico ambientato sul fiume, anche qui con una quantità di luci e colori da far girare la testa. Poi musica, musica, musica, assieme a luci, luci, luci… pare che non vivano senza musica (spesso di importazione, come da noi) e senza luci.



Verrebbe da osservare: ma è giusto? Con tante case fatiscenti o anche meno, strade con buche che sono voragini, situazione sanitaria fragilissima e scolastica con tanti limiti, lavoro quasi assente… 

Da buoni occidentali industrializzati, il giudizio negativo lo portiamo sulla punta della lingua. Però ci fa bene ipotizzare anche solo per un attimo che forse hanno le loro ragioni anche loro. 

Da una parte ci basta provare a pensare cosa significa abitare in un posto così isolato, circa 25 kmq di centro abitato (un’area come il comune di Campegine) nel quale si svolge tutto, perché andare nelle città più grandi, Tabatinga e soprattutto Manaus, costa una parte significativa dello stipendio mensile e\o giorni di viaggio; se non fanno festa qui, dove la fanno? Se non sperimentano un po’ di “bellezza” qui dove la sperimentano? “Andiamo a fare un giro a…”, semplicemente non esiste, a meno di investire una cifra ed una quantità di tempo considerevole.



Poi, soprattutto, possiamo chiederci: chi ha ragione? Noi abbiamo impostato la nostra società e la nostra vita su lavoro, sulla produttività, sull’efficienza, sul raggiungimento degli obiettivi… è indubitabile che questo ha portato anche cose positive, ma indubbiamente ha anche tanti limiti. Se leggiamo la Scrittura ed ascoltiamo la parola della Fede, una cosa è certa: il lavoro è una necessità, ma l’obiettivo della nostra vita non è il lavoro, ma la festa. Dio non ci ha creati per il duro lavoro, questo è conseguenza del “peccato originale”, ma per la festa e la gratuità. La Creazione presentata da Genesi è festa, conclude con il riposo del Sabato; la nuova Creazione presentata da Apocalisse è una festa di nozze… Gesù tante volte ci parla di un banchetto nuziale e degli stolti che per impegni più importanti non vanno…

Forse i nostri amici amazzoni un po’ esagerano (soprattutto con i volumi…), ma forse non hanno tutti i torti; con poco o pochissimo si vive, ma senza festa non è vita!


Poi ci sono le feste piccole… la Madonna di Guadalupe, l’inaugurazione della cappella a Taracuà, il saluto a d. Gabriele… davvero belle. Ma di queste vi parlerò un’altra volta…


d. Paolo Bizzocchi

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