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sabato 29 maggio 2021

CONSOLAZIONE!

 


Gabriele Carlotti – missionario diocesano in Amazzonia

 

       Anche questa volta siamo dovuti rientrare in anticipo per problemi meccanici, ma ormai ci siamo abituati agli imprevisti e abbiamo imparato a sorridere nonostante tutto. Tornare senza poter usare il volante, quindi senza poter curvare a destra o a sinistra, non è molto piacevole, ma abbiamo imparato ad accompagnare la corrente dell’acqua... è un po’ come sciare sulla neve fresca, devi lasciarti andare! In questi pochi giorni non sono mancate consolazioni: la fede dei giovani, la tradizione delle feste popolari, l’unione delle famiglie.

 


La fede dei giovani. La Comunità di São Vicente non faceva parte di questo viaggio, ma ci siamo fermati per lasciare dieci casse di 500 litri per la raccolta dell’acqua piovana. Stiamo aiutando a migliorare la qualità dell’acqua potabile. Faremo anche un incontro, appena avremo preparato il materiale didattico, per insegnare e condividere il modo di mantenere i raccoglitori, le grondaie e i tetti puliti; come anche trattare l’acqua perché sia potabile.




 Crediamo che, prenderci cura della qualità della vita, sia la strada migliore per annunciare il Vangelo e così offrire oltre all’acqua pulita e potabile, anche l’acqua Viva della fede e della speranza, quella che cambiò la vita alla samaritana e aprì gli occhi al cieco nato... Siamo arrivati presto, sotto una pioggia battente, alle nove e mezza del mattino, proprio quando la gente usciva di casa per ritrovarsi a pregare nella scuola, visto che era domenica. Ci accolgono con gioia e ci invitano a pregare con loro, prima di scaricare le casse per l’acqua. Chiaro che accettiamo. La celebrazione si svolge in forma bella e seguendo le indicazioni che avevamo dato, la ragazza, già mamma, che anima la celebrazione è molto semplice e con la sua umiltà ha conquistato la fiducia anche dei più anziani. La novità è che dopo la lettura del Vangelo e del piccolo comento che avevamo dato, era la festa di Pentecoste, lei ha aperto la possibilità di intervenire a chi volesse contribuire alla riflessione. Così, uno dopo l’altro, tre giovani, con la loro Bibbia in mano, hanno letto alcuni versi di un profeta, del libro dei numeri e dell’esodo. Dopo la lettura, ognuno ha trasmesso il suo messaggio. In particolare un giovane ha concluso dicendo: “Questa settimana Dio mi ha parlato e mi ha trasmesso questo messaggio, che io oggi, con molta gioia, ho trasmesso a voi, perché possiamo seguire il cammino di Gesù, possiamo vivere nella luce e non nelle tenebre, come discepoli, persone risorte”. Poi anche lei, l’animatrice ha dato il suo messaggio, e la celebrazione è continuata nel rendimento di grazie, con la preghiera del Padre nostro e la benedizione finale. Tutto intercalato con alcuni canti. Non nego il mio stupore e la gioia di aver partecipato, davvero il Signore si rende presente attraverso i piccoli e nella nostra povertà. Questi giovani leggevano a stento e senza punteggiatura, due sono già papà e avevano in braccio i loro figli, ma durante la settimana hanno aperto la Bibbia, hanno letto e scelto un brano che li ha colpiti, hanno riflettuto e accolto la Parola come Parola di Dio... e per questo l’hanno trasmessa a tutta la Comunità nella celebrazione domenicale. Molto bello! Sia lodato il Signore che compie meraviglie!

 


La tradizione delle feste popolari. L’obiettivo del nostro viaggio era celebrare la Festa del Divino Spirito Santo (Pentecoste) nella Comunità di Nova Esperança. E così è stato, arrivati verso le quattro del pomeriggio, incontriamo molta gente venuta anche dalla città con una grande barca che avevano affittato per l’occasione. Anche noi portiamo alcuni doni: la campana che verrà issata sul punto più alto del tetto della chiesa, con i suoi 14 kg. Per l’occasione la chiesetta è stata tutta rinnovata e pitturata di giallo, il colore della luce del Risorto. La campana sarà la voce che chiama per riunire la Comunità. Poi una tovaglia bianca con la scritta “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta” (chiaro, in brasiliano). É il cuore della fede: annunciamo la morte del “Signore”, cioè di colui che è vivo, è il Signore dei vivi e dei morti; proclamiamo che è risorto, che ha vinto la morte; e aspettiamo il suo ritorno come ha promesso, preghiamo perché venga presto e questo mondo, questa umanità, possa entrare nel Regno di Dio. E infine un piccolo leggio di legno con una Bibbia formato grande che rimanga sull’altare, segno della presenza di un Dio che parla e dialoga con i suoi figli e le sue figlie: un Dio che entra in relazione. È il primo mistero della nostra fede, quello della Santissima Trinità: un solo Dio – Padre, Figlio, Spirito Santo. Come in tutte le feste tradizionali, nove giorni prima della festa, viene innalzato un grande palo con in cima la bandiera del santo, il ‘Mastro’. La cosa bella é che dopo la messa, il Mastro è stato caricato sulla grande barca e intercalando canti tradizionali e scoppio di mortaletti, si sono fatti tre cerchi sul fiume, prima di gettare in acqua il Mastro, perché il grande fiume lo porti fino al mare, passando e benedicendo le acque e le terre che incontrerà. Rientrati in chiesa, cantiamo l’ultimo ‘benditus’ dove le sette bandiere del Divino (i sette doni dello Spirito) si inchinano davanti alla Colomba che, tradizionalmente, rappresenta lo Spirito Santo. Tutto fatto nella massima e semplice solennità, uomini e donne consapevoli del loro posto di responsabilità nella Comunità. Giovani e bambini accompagnando e assorbendo la forza della tradizione. Chiaro, tutto dentro a una cornice di molta festa: musica e danze tutta la notte, molta carne per soddisfare il desiderio di mangiare bene. Per l’occasione si sono uccisi e preparati un bue, due porci e diverse galline e anatre. Il pesce è l’alimento quotidiano e feriale che lascia il posto alla carne, più difficile da incontrare sulla tavola e nel piatto dei poveri.

 


L’unione delle famiglie. Passiamo la notte dormendo sull’amaca, ascoltando ancora le ultime musiche della festa. Al mattino, durante la colazione, sentiamo il rumore di molte persone entrando e uscendo di casa, ci affacciamo dalla nostra barca e ci rendiamo conto che la festa è finita, tutti stanno caricando i loro bagagli sulla grande barca e chi abita nella Comunità si affretta a portarsi a casa tutto quanto è rimasto, le ossa del bue, la carne cotta, il riso, la pasta... niente viene gettato, tutto serve per i prossimi giorni. Salutiamo e ci dirigiamo verso la Comunità União da Boa Fé, a mezz’ora circa. Purtroppo, sarà l’ultima di questo breve viaggio, perché proprio entrando nell’igarapé ci rendiamo conto che il volante non funziona più perché i denti dell’ingranaggio sono completamente consumati. Dovremo guidare usando due grosse corde legate al timone per riuscire a fare le curve necessarie, anche se con molta fatica e molti lividi sulle gambe costrette ad aiutare le braccia a mantenere la direzione. Ma prima celebriamo con la Comunità. Un unico giovane presente, molti bambini e le donne. Prima di iniziare chiedo come mai non ci sia neppure un uomo presente, è forse successo qualcosa...? “No, padre, gli uomini sono fuori da una settimana, forse tornano questa notte, sono andati per cacciare e pescare”. Bene, dico io, così avrete carne e pesce per i prossimi giorni. La carne e il pesce vengono trattati con il sale e messi al sole per seccare, così si conservano per diverse settimane. Solo una piccola quantità viene messa nel ghiaccio per essere consumata ancora fresca. Ma, incontrare il ghiaccio, è difficile, bisogna andare in città con grosse casse di polistirolo... e non dura più di quattro o cinque giorni, il tempo necessario per consumarlo o, se il pesce è grande, portarlo al mercato e ricavare dalla vendita il necessario per comprare olio, riso, pasta e alcuni dolci per i bambini. Mi è sembrato molto bello, forse un po’ primitivo, ma interessante questo fare battute di caccia e di pesca, che diventa anche l’opportunità per gli uomini di condividere i problemi della famiglia e della società, oltre a vivere un momento di svago e sano divertimento. Le battute di caccia e di pesca sono una delle attività importanti in una Comunità. Le donne che rimangono a casa e custodiscono i bambini, a loro volta, hanno l’occasione di una relazione più libera e aperta fra di loro, e di condividere il loro pensiero e il loro modo di vedere e giudicare la vita. Quando il marito è presente, la moglie spesso vive preoccupata di non fargli mancare nulla al rientro, e comunque è sempre pronta per i molti servizi domestici. Il prendersi spazi e tempi di libertà, sia da parte degli uomini che delle donne, certamente fa bene alla vita della famiglia e rafforza la reciproca fiducia. All’arrivo dei papà, è sempre una grande festa dei bambini, accompagnata dal sorriso accogliente delle mamme. Così, ruoli e responsabilità diverse sono la base di una unione più solida: siamo “uguali” non perché facciamo le stesse cose, ma perché, nella stima e nel rispetto reciproco, viviamo una relazione che ci completa e si arricchisce delle nostre differenze. “Dio creò l’essere umano a sua immagine e somiglianza: maschio e femmina li creò!”.

 

Solennità della Santissima Trinità, domenica 30 maggio 2021.


Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...