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La chiesa della Fazenda Speranza |
Paolo Bizzocchi
Ciao a tutti e tutte!
Anche se non è una cosa
“brasiliana”, permettetemi di iniziare il mio “esame d’incoscienza” con un
sentito omaggio ai volontari della “Global Sumud Flottilla”:
uomini e donne che in modo totalmente non violento si sono lasciati scuotere ed
hanno messo rischio la loro incolumità per denunciare l’incredibile situazione
della Striscia di Gaza e tentare di smuovere il nostro occidente ed Israele,
addossandosi anche offese ed insulti senza rispondere con aggressività. Un
esempio ed una provocazione che non possiamo lasciar passare come se nulla
fosse e che non può evitare di interrogarci, soprattutto noi cristiani.
Di loro Gesù parla con
chiarezza:
“Beati quelli che hanno
fame e sete di giustizia…
Beati gli operatori di
pace…
Beati i perseguitati per
causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli”.
Torniamo in
Amazzonia.
Sabato e domenica sono
stato nella parrocchia di d. Paolo Cugini, “São Vicente de Paulo”, nel
bairro Compensa di Manaus. È stata una
vera gioia incontrare comunità così vive e vedere d. Paolo pienamente inserito
nella loro vita: entrare in certe realtà è un bene che fa bene.
La cosa più bella però
non sono state le Messe ben frequentate ed animate nelle cappelle, ma andare
con d. Paolo in un quartiere nel quale solo da poco è potuto entrare. In
precedenza, la malavita locale gli aveva mandato il messaggio di stare fuori, e
saggiamente lui non aveva fatto passi rischiosi. Poi, una giovane del quartiere ha chiesto la
Cresima e con lei d. Paolo ed altri volontari sono potuti entrare per celebrare
la Messa in una famiglia, con alcune persone del vicinato. Cinque o sei in
tutto, più gli animatori della cappella più vicina per aiutare la celebrazione.
È il germe di una comunità che sta
nascendo, senza fare pressioni inutili ed attendendo che maturassero i tempi
giusti, nella fiducia che il Signore ha cura di tutti i suoi figli e figlie e
dove trova disponibilità e fiducia può far agire la sua Provvidenza con
generosità.
Approfittando del tempo
disponibile sono stato anche a visitare la “Fazenda Esperança” di Manaus:
la realtà rivolta a persone con dipendenze alla quale anche la nostra diocesi
di Alto Solimoes fa riferimento. Non
pensavo di trovarmi di fronte ad una cosa così grande, parte di una rete di più
di cento centri nata negli anni ’80 ad opera di un Francescano Minore tedesco e
di un giovane della sua parrocchia. La
spiritualità di fondo attinge, oltre che dal francescanesimo, soprattutto dal
mondo dei Focolarini di Chiara Lubich, ai quali il fondatore faceva
riferimento.
Qui incontriamo innanzitutto un prete fidei domun italiano, di Padova: pe. Benedetto, prete da quindici anni e da dieci in Brasile, che ora vive nella Fazenda con il compito della guida spirituale e dell’ascolto. Ci spiega che la “terapia” della Fazenda è semplice: lavoro, preghiera, condivisione della vita concreta ed interiore, riprendendo un po’ il “ora et labora” benedettino. L’ambiente è straordinariamente (soprattutto per il Brasile…) ordinato e pulito, curato anche nei particolari. Si trova fuori della città, ai limiti della foresta, per favorire l’isolamento.
Il nucleo centrale era un carcere minorile, tristemente noto per i soprusi sugli internati; nel locale detto “stanza delle torture” ora sorge una piccola cappella, con un Gesù Bambino attaccato alla croce: segno di tutti i bambini, ragazzi e giovani che in quel luogo hanno condiviso la croce di Gesù. Il centro dell’ampia area, attorno al quale sorgono le abitazioni degli ospiti, è una chiesa eretta a “Santuario della Misericordia”: nell’altare si trovano le reliquie di S. Faustina, S. Giovanni Paolo II, S. Caterina da Siena e S. Domenico.
Con pe. Benedetto vi sono
alcune consacrate e diversi operatori, parte dei quali provenienti dal cammino
di recupero. Un operatore ci racconta che lui era biochimico, con una buona
posizione e molta insoddisfazione: da più di vent’anni vive nella Fazenda ed
ora sta laureandosi in Legge per seguire tutte le complesse procedure della
Fazenda nelle relazioni con le amministrazioni e la politica.
Con il sig. Bonafé, che
in questi giorni è il mio fedelissimo “Anjo da guarda” (Angelo custode),
lasciamo la struttura emozionati ed anche un po’ provati: troppa grazia, tutta
in una volta…
Insomma, anche nei
“noiosi” giorni di Manaus, mi è data la Grazia di toccare con mano come il
Signore agisce anche qui; spero di tornare presto a vedere come agisce a S.
António…
Il Signore ci accompagni
tutti!
d. Paolo