sabato 19 settembre 2020

PRIME INFORMAZIONI SULLA MISSIONE

 




Santo Antônio do Içá

Siamo nella diocesi di Alto Solimões, stato di Amazonas, nel cuore della grande regione amazzonica, zona di confine tra Brasile, Colombia, Perú.  Dopo piú di 50 anni di presenza in Bahia, nella diocesi di Ruy Barbosa, la nostra Chiesa reggiana ha deciso di rendersi disponibile per una missione in zone nelle quali si presentava una maggiore necessitá. Da qualche anno sia i vescovi del Brasile che il papa hanno richiamato la attenzione sulla Amazzonia, chiedendo disponibilitá di missionari. Una zona enorme, estremamente interessante e ricca dal punto di vista della natura, sfruttata da parte di potenze economiche straniere e brasiliane.   Pensando alla estensione del territorio e al numero di abitanti, ci sono pochi preti, pochi missionari; la maggior parte delle comunitá possono celebrare la Eucaristia solo poche volte l’anno, o una volta sola, quando si fa la festa del santo patrono.     In giugno 2018 abbiamo fatto una visita ad alcune diocesi e abbiamo deciso di impegnarci per la diocesi di Alto Solimões, quella che ci è sembrata piú povera di mezzi e di strutture, con pochi preti,  ( solo due preti diocesani nativi del territorio, poi ci sono due colombiani, due rumeni, uno del sud del Brasile e altri di ordini religiosi) un solo seminarista,  e una enorme estensione, 131.000 Kmq ( la provincia di Reggio è poco piú di 2.000kmq); il Vescovo, dom Adolfo è un saveriano, è spagnolo, è una persona accogliente e dinamica. Dai dialoghi iniziali sembrava ci venisse affidata una parrocchia nella cittá sede della diocesi, Tabatinga.  Poi, nuovi eventi hanno fatto cambiare la prima proposta; i frati cappuccini stavano lasciando una parrocchia, Santo Antônio do Içá, e quindi la necessitá del servizio pastorale in questa parrocchia. 
La presenza dei religiosi ( solo europei inizialmente)   è stata fondamentale per la Amazzonia; non essendoci un clero locale, la cura pastorale è stata affidata a vari ordini religiosi. Nel 1910 è stata creata la ‘ Prefeitura Apostolica do Alto Solimões’ e affidata ai Cappuccini della regione Umbria. In anni piú recenti sono giunti altri ordini religiosi, maschili e femminili e la presenza di clero locale e seminaristi assolutamente esigua.
Anche nella nostra parrocchia di Santo Antonio do Içá ci sono sempre stati i frati cappuccini come parroci e responsabili della parrocchia, fino a dicembre 2020 quando siamo entrati noi.
La nostra parrocchia ha un centro, un paese di circa 12.000 abitanti, sede del municipio e di tutte le attivitá istituzionali e commerciali, poi ci sono le comunitá riberinhas, le comunitá lungo i fiumi, di solito formate da poche famiglie ( tranne tre che sono grandi, con qualche migliaio di abitanti); anche qui sui 12.000 abitanti, ma non abbiamo i dati aggiornati, non essendoci una anagrafe del municipio.  La cittá di Santo Antonio do Içá è situata nell’incontro dei due grandi fiumi, il rio Solimões ( è il nome della prima parte del Rio delle Amazzoni, che cambia nome a Manaus incontrando il Rio Negro) e il Rio Içá, grande fiume che scende dalla Colombia e Perú. Siamo in quasi-isolamento, nel senso che non ci sono strade per andare in altre cittá; solo i fiumi come vie di comunicazione; per arrivare a Manaus, la capitale dello stato di Amazonas, la barca che trasporta persone e merci impiega almeno 3 giorni, o 5 per ritornare perché la corrente è contraria. Con la barca piú veloce,  mi pare che in 20 ore si arrivi.

Una cittá isolata e che non produce quasi nulla, quindi tutto deve arrivare con le barche, quando arrivano! Anche le cose piú semplici arrivano da Manaus o da altri centri. A volte per qualche giorno non si trova un limone in cittá, o qualche verdura,  fino a che non arriva una barca con merci. Abbiamo cominciato ad innalzare un muro che ci separa dal cimitero, poi abbiamo interrotto, concludendo dopo due settimane perché in cittá non si trovava cemento da nessuna parte, e anche i mattoni erano finiti. Non abbiamo edicola, non ci sono librerie, e non abbiamo internet in casa, solo funziona Whatsapp ( quando cé’ il segnale). Impariamo ad usare quello che abbiamo, quello che si trova; anche per la alimentazione ci sono le cose essenziali, non molta varietá ma non manca cibo. Le persone hanno l’essenziale, semplice, e per ora  non abbiamo visto  molte persone alla fame; carto, la maggior parte delle famiglie sono povere e vivono con poco, e con i criteri occidentali sarebbero in miseria, ma vivono dignitosamente anche con poco.  A causa del Covid19 e il conseguente isolamento sociale  non abbiamo avuto la possibilitá di conoscere le povertá del nostro paese;  solo in questo periodo qualcuno con problemi di droga o alcolismo che viene a chiedere cibo nella casa parrocchiale.




Ad iniziare la missione reggiana in terra amazzonica  dunque, don Gabriele Carlotti e don Gabriele Burani; scandianesi della parrocchia di Santa Teresa, cresciuti con don Gianni Mazzali; entrambi con un tempo di servizio in Bahia, io 5 anni, Gabriele Carlotti ben 17.  Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, ma non abbiamo mai collaborato insieme come preti. Pur essendo ben diversi per molti aspetti, e anche con impostazioni diverse nell’ambito pastorale,  per ora concordiamo sulle scelte fondamentali. Don Fortunato Monelli ha condiviso con noi un periodo per conoscere la nuova missione e rendersi disponibile, poi per motivi di salute è ritornato in Italia, per una operazione chirurgica giá in programma da molto tempo. Nella idea di missione la diocesi pensava anche alla possibilitá di presenza di missionari laici, e puó essere che in un futuro prossimo arrivi qualcuno.  Abbiamo preferito iniziare solo noi due, per conoscere territorio e persone, per capire quale tipo di presenza in queste zone, e per non coinvolgere molte persone in eventuali situazioni iniziali problematiche!          

In questi mesi, da quando siamo arrivati, abbiamo dovuto affrontare molti lavori di ristrutturazione, ricostruzione nella casa parrocchiale.  Rendere abitabili le stanze, collocare controsoffitto per non essere invasi da ragni, topi, pipistrelli, scarafaggi e insetti vari…. Ristrutturare la cucina, preparare uno spazio per la segreteria parrocchiale, adibire una stanza a lavanderia, ristrutturare il cortile, alzare un muro nel confine con il cimitero, revisionare tutti i condizionatori, rivedere la parte elettrica… insomma, da mesi siamo alle prese con muratori e operai.  In futuro poi dovremmo intervenire anche nella parte delle altre opere parrocchiali, stanze di catechesi e cosí via. Abbiamo anche un edificio, nel cortile interno, che era usato per incontri e per ospitare frati in formazione, ma che è stato abbandonato ad un certo punto, e ora sta cadendo; dovremmo pensare a cosa farne, quando crollerá tutto!  E abbiamo anche qualche progetto riguardo alla zona del salone parrocchiale e stanze per incontri e catechismo, ma per ora teniamo le cose come sono. Si vedrá nei prossimi anni.  Non volendo gravare sui bilanci della parrocchia, i lavori alla casa parrocchiale sono portati avanti a nostre spese.



La parrocchia si snoda anche lungo il Rio Içá per 358 Km, e sulle rive del fiume vivono le famiglie dei ´riberinhos´, popolo del fiume. Parte della nostra missione è  visitare, celebrare, accompagnare il loro cammino di fede.  Sono comunitá di poche famiglie, tranne due che sono paesi con qualche migliaio di persone, e in queste maggiori  non abbiamo una presenza cattolica: una ( Betania, il paese piú grande lungo il fiume, di crica 5.000 abitanti) è tutta di evangelici battisti,  l’altra  è sede della ‘cruzada’, un gruppo religioso cristiano, vicino al cattolicesimo ma indipendente, diffuso nella nostra zona ( giunge alla Colombia e Perú) e la tomba  del fondatore è appunto in questa comunitá.  La parrocchia arriva sino al confine con Colombia, e al confine l’esercito brasiliano, con soldati e qualche famiglia. ( circa 300 persone in tutto).  I frati cappuccini facevano visita a queste comunitá e celebravano i sacramenti; soprattutto frate Gino, con una grande barca che lui sentiva come sua. Di fatto la evangelizzazione di queste comunitá è recente e sono quelle piú trascurate; viaggiare costa molto, soprattutto di carburante, e la parrocchia non riesce a sostenere grandi spese. Le famiglie che sono sul fiume vivono di pesca e agricoltura, non hanno quasi soldi e non hanno la possibilitá di contribuire per le spese dei viaggi. Don Gabriele Carlotti avrebbe soprattutto la missione delle comunitá lungo i fiumi e io in cittá.

Ci sono molti protestanti, e i gruppi cattolici ha la celebrazione eucaristica solo poche volte l’anno. Ora, è da quasi 8 mesi che non ricevono visita missionaria, che non celebrano l’eucaristia: sia per il periodo della pandemia, Covid19, sia perché la barca se ne è andata con i cappuccini e quindi avevamo bisogno di acquistare una nuova barca, prendere la patente nautica, avere i documenti in regola…. Qui non ci sono barche da acquistare ma solo a Manaus, e quindi mille km di fiume da percorrere per arrivare alla cittá. Una grazia inaspettata è stata la occasione di una barca usata, dimenticata, che appartiene alla diocesi e nessuno usava.  Certo, aveva bisogno di un buon lavoro di ristrutturazione ma con una spesa ben minore che non l’acquisto di una barca nuova. Dopo le riparazioni e la documentazione, è stata trainata da Manaus a Santo Antonio, e ora deve essere equipaggiata per affrontare la missione sul fiume. Le comunitá riberinhas hanno poca storia cattolica, non hanno avuto molto come evangelizzazione, e solo in pochi casi ci sono persone in grado di essere punto di riferimento per gli altri dal punto di vista ecclesiale. In qualche centro le comunitá si radunano la domenica per una liturgia; a volte sono gli insegnanti del villaggio che fanno una catechesi ai bambini. Nella maggior parte sono persone con scarsa istruzione. L’orario scolastico è ben ridotto: poche ore al giorno e quando l’insegnante viene in cittá per ricevere lo stipendio, rimane fuori sede almeno una decina di giorni al mese, quindi….

Per questa missione abbiamo bisogno di aiuto dall’Italia; la spesa è molto alta pensando alle rendite della nostra gente.  Questa è una prima presentazione generale, con i dati piú esterni,  della nostra missione reggiana in Amazzonia.

Don Gabriele Burani

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