Carissimi amici, vi scrivo per condividere la gioia
della vita. Domani andrò nella Segreteria di Azione Sociale per farmi
rilasciare il documento di anzianità: 60 anni compiuti. Qui in Brasile è
importante perché c’è una legge che difende la dignità degli anziani, non solo
gli riconosce il diritto alla pensione, ma anche la gratuità sui trasporti
pubblici e la priorità nelle lunghe file negli uffici e nelle banche. Senza
accorgermene ho raggiunto il significato del mio servizio: prete = presbitero =
anziano. Alla scuola della vita impariamo a vivere.
La vita è la nostra grande maestra. Per questo,
credo, che Gesù raccontasse spesso fatti di vita: il Regno dei Cieli è come il
seminatore, la semente piccola, il lievito, il grano e la zizzania, il tesoro,
la perla, la rete. Ormai da quattro anni, 21 in Brasile, mi trovo qui in
Amazzonia. Un po’ fuori dal mondo, o forse al centro di un mondo nuovo.
Nell’ultimo viaggio missionario la Comunità di Apaparì ci ha regalato un grosso
pesce, un tambakì, e ci abbiamo mangiato per due giorni. L’amico colombiano ci
ha dato parte del cerbiatto appena ucciso nella sua proprietà. Nella Comunità
di Barro Alto quando siamo arrivati, stavano scuoiando due cinghiali, catturati
vicino a una fonte d’acqua e hanno condiviso con lo stinco, parte pregiata.
Nella notte, purtroppo, un bimbo piccolo è stato morsicato da uno scorpione, lo
abbiamo medicato, ma il dolore è rimasto intenso e per molto tempo. Siamo poi
arrivati a Mamurià e, dopo la messa, Assis mi annuncia, visibilmente contento:
padre, oggi potrai provare una prelibatezza, scimmia bollita, e così, un poco
titubante, apprezzo la carne scura di questo primate.
Nella Comunità di Nova Esperança c’è grande
movimento, l’acqua del fiume che stava rapidamente scendendo si è fermata da
due giorni e gli insetti hanno invaso i campi e le case. Non sono riuscito
nemmeno a celebrare la messa, non avevo le calze per proteggermi e i piedi
erano letteralmente martoriati dai morsi dei pappataci. Ma prima di ripartire,
la nonna mi chiama e mi offre due grandi salsicce di carne scura; nella notte i
nipoti avevano ucciso una grande Anta (una specie di asino selvatico), senza
frigo perché non c’è energia elettrica, si cuoce la carne e si fanno insaccati.
Così, mentre risaliamo sulla barca pensavo alla complicità tra Natura e
Umanità, al respiro della vita. A quel tesoro nascosto nel campo che tante
volte non riusciamo più a vedere perché abbiamo perso l’entusiasmo di cercare
la bellezza di una perla di grande valore. Allora ancora mi domando quale sia
l’autenticità della vita, dove sta correndo il nostro mondo frenetico e
tecnologico, guerrafondaio. Cerco di lasciarmi coinvolgere dall’essenziale che
dà il giusto valore al superfluo e che con gioia vende tutto per quel tesoro
che ha trovato, per la luce di quella perla preziosa.
Nella prossima tappa ci aspettano quattro
battesimi, in una Comunità dove i bambini non hanno ancora imparato a fare il
segno della croce, ma sanno divertirsi con una palla di stoffa e sgranano gli
occhi per pochi biscotti al cioccolato che giustificano il loro ‘sopportare’ la
Messa dei grandi. Siamo ormai di ritorno verso la città, l’elica della barca ha
toccato il fondo del fiume che sta rapidamente seccando, lasciando allo scoperto
grandi banchi di sabbia dorata, tentazione per chi ancora cerca oro inquinando
le acque e senza rendersi conto della sua inutilità: non serve come cibo, né
per costruire le case, solo riempie gli occhi di chi si illude e attacca il
cuore alla falsa ricchezza. In questi giorni è in atto una grande operazione
della Polizia Federale, promossa dal governo Lula a salvaguardia dei popoli
dell’Amazzonia. L’esercito brasiliano assieme ad un contingente colombiano e
peruviano sono entrati nei territori del garimpo illegale, sul fiume Puretê, un
affluente del rio Içá e stanno distruggendo le imbarcazioni per l’estrazione
dell’oro e l’uso del mercurio. Nessuno parla, tutto tace, ma l’aria è molto
pesante, c’è un senso di impotenza e di rabbia per chi vede sfuggire il sogno
di ricchezza; un senso di giustizia e di liberazione per quanti costretti a
subire le conseguenze di malattie provocate dall’acqua e dal pesce contaminati
dal mercurio.
Arriveranno a breve cinque giovani inviati dal
Centro Missionario Diocesano, che hanno scelto di “ascoltare” e di usare le
loro vacanze per venire in Missione. Li aspettiamo con gioia perché possano
fare esperienza del respiro della vita, del legame tra Natura e Umanità, perché
sentano sulla loro pelle le ferite di un mondo diviso tra Nord e Sud, tra
ricchi e poveri, tra bianchi e tutti gli altri…, sentano l’odore della morte
provocata dall’ingiustizia di un sistema economico e politico preoccupato di
accumulare ricchezza e capitale. Ma specialmente perché respirino a pieni polmoni
la forza della vita che si fa resistente e sempre risorge. Ancora una volta
chiediamo al Signore, come il giovane re Salomone, che ci insegni ad ascoltare
per saper discernere tra il bene e il male, e usare del dono di una mente
sapiente e intelligente. Al Signore che continua a chiederci: “Ma voi avete
capito tutto questo?”, vogliamo rispondere “Si”, e tirar fuori dal nostro cuore
cose nuove di pace, di giustizia, di perdono, di gratuità nell’amore, e cose
vecchie di fedeltà e di perseveranza, per essere, anche oggi, suoi discepoli.
Gabriel Carlotti, missionario dell’Amazzonia
Santo Antonio do Içá, 31 luglio 2023 – 60° della mia
nascita