Cari
amici, in questi giorni nell’Europa e anche nel nord Italia sono riprese
inondazioni importanti, che chiedono l’impegno e la solidarietà di tutti. Purtroppo,
qualcuno ancora specula sul dolore di tante famiglie e sull’impegno delle
amministrazioni comunali per futili motivi di interesse elettorale, questo
abbruttisce ancora di più la situazione già molto difficile. All’inizio di
questo anno, anche qui da noi, a Rio Grande del Sud, ultimo Stato brasiliano ai
confini con l’Uruguay, come anche in altre zone del grande Brasile, siamo
passati per questa emergenza di mal tempo e grandi alluvioni che hanno
provocato frane in molti terreni scoscesi abitati, specie nelle “favelas” delle
grandi metropoli.
Ora,
qui in Amazzonia, è la seccità che sta castigando la nostra gente. Molti fiumi
sono al collasso, la navigazione è difficile e pericolosa per l’emergere di
rocce e spiagge che provocano naufragi. Molte Comunità sono isolate e sta
scarseggiando l’acqua da bere. E per peggiorare la situazione, tutto il Brasile
è in fiamme, specialmente nella parte centrale dove si concentrano i latifondi
a scopo di grandi allevamenti e agro negozio. Le temperature, che ancora sono
sui 40°, non aiutano e i venti alimentano le fiamme. È triste constatare che
90% dei fuochi sono opera dell’uomo e nascondono interessi economici. Qui è una
certezza, lì in Portogallo non posso affermarlo, ma solo pensarlo.
Si
è parlato tanto negli anni passati di questo pericolo del surriscaldamento del
pianeta Terra, anche nelle importanti riunioni dei grandi del mondo, ma non
abbiamo visto impegni significativi congiunti per dare una risposta
responsabile a questa realtà. Anche il papa ha scritto una lettera come parola
profetica sulla necessità di scelte responsabili per una ecologia integrale. Gli
interessi di una parte o dell’altra hanno sempre prevalso, e il temporeggiare
lascia tutto nel vago, quasi che non fosse un problema nostro. Forse per questo
la madre Terra cerca di avvisarci quando ancora è tempo, ma per quanto tempo?
E
se non bastasse lo spettro di una guerra totale minaccia l’Umanità. Il tessuto
sociale è sempre più debole e, come in una stoffa usata senza riguardo per
troppo tempo, potrebbe cedere e strapparsi, senza più possibilità di rammendo.
Così gli interessi corporativi, le alleanze atlantiche, i nazionalismi e il
potere delle armi contribuiscono ad accendere fuochi di odio, come se Caino non
riuscisse più a riconoscere che Abele è suo fratello, figli della stessa Madre.
E molti fratelli e sorelle spaventati e affamati scappano dalla miseria
provocata e dall’esclusione sociale voluta indiscriminatamente. La chiusura
delle frontiere e dei cuori in Europa come negli Stati Uniti d’America sembra
essere l’unica risposta infantile e fallimentare, che una Umanità sazia e cieca
riesce a dare. Diventa così urgente il pensare in un modo nuovo e globale
perché, anche se non tutti concordano e molti oppongono resistenza, viviamo in
una realtà di ‘vasi comunicanti’ dove le scelte politiche di alcuni ricadono
sulla vita di tutti.
Forse
è una nuova mentalità che diventa sempre più necessaria. Martini già diceva che
lo spartitraffico non è più tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non
pensanti. Possiamo riprendere a pensare. Possiamo agire, ci ha insegnato Paulo
Freire. Ritrovare un pensiero fraterno e
corresponsabile sulla vita delle persone e il diritto di esistere dei popoli.
Il nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, non ci eviterà di
essere impallinati nella grande vulnerabilità che rimane sempre visibile.
Anche
la Chiesa non può più continuare nei solchi di quello che è sempre stato, senza
essere risposta a due grandi sfide che da tempo ci interpellano. Oggi
ricordiamo il teologo Gustavo Gutierrez, padre della Teologia della
Liberazione, che ha vissuto la sua pasqua di ritorno al Padre. Alla domanda:
che cosa è rimasto della Teologia della Liberazione? La risposta è chiara: sono
rimasti i Poveri e l’amore di predilezione che Dio ha per loro. È la sfida che
il Concilio non è riuscito ad accogliere e che papa Francesco ci ripropone
costantemente: Voglio una Chiesa povera e per i poveri, una Chiesa
misericordiosa, ospedale de campo per curare le ferite, nave che solca i mari
per salvare persone.
Allora,
dopo l’estate, buona ripresa dell’anno scolastico e pastorale, che tutto sia
vissuto nella corresponsabilità per la gioia e il bene comune. Grazie!
Gabriel Carlotti – missionario
dell’Amazzonia
Santo Antonio do Içà, 20 settembre 2024 – giorno natale del teologo padre Gustavo
Gutierrez
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