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domenica 30 marzo 2025

La tentazione della torre di Babele

 




Paolo Bizzocchi


Ciao a tutti e tutte, 
eccomi ancora da voi da Brasilia. Sinceramente è una città con la quale fatico a fraternizzare… non per un pregiudizio, né perché manchino cose belle, ma perché le poche volte che esco respiro molta solitudine. Domenica scorsa, a metà – fine mattina, ho percorso circa 8 km a piedi, buona parte su piste pedonali ed alberate, ma le persone che ho incontrato erano veramente poche; unico assembramento davanti all’Università, ove c’era una festa con un po’ di gente. Martedì sera invece sono uscito con un amico per un gelato, verso le 20: siamo rimasti impressionati dalle giovani prostitute appostate sulla strada centrale, ragazze dall’aspetto molto normale, ma dall’abbigliamento e dall’atteggiamento inequivocabile. Se questo è quello che appare in modo aperto, viene da chiedersi quale può essere il sommerso… Insomma, l’impressione è quella di una città con tanta solitudine. Mi sono chiesto se la missione è più urgente qui o nel centro dell’Amazzonia.



Domenica scorsa ho visitato un luogo che penso sia unico e molto “brasiliano”: il “Templo da Boa Vontade”. È un insieme di costruzioni sorte negli anni ’80 per opera di Paiva Netto, un cristiano che seguendo le orme di Alziro Zazul iniziò un’opera avente l’obiettivo di far incontrare le diverse religioni in un’unica ispirazione di origine cristiana, la “religione di Dio”. I due erano entrambi scrittori e giornalisti e per i loro discepoli sono profeti guidati dallo Spirito Santo. L’ispirazione cristiana è evidente, ma vi sono molti ma… Ho iniziato la visita dal vero “tempio” una piramide nella quale si percorre una doppia spirale, nera all’ingresso, bianca all’uscita, che porta sotto la cuspide, nella quale è incastonata la più grande pietra di cristallo puro del mondo (circa 20x20x30 cm…). Alla fine della spirale bianca si arriva ad un “altare di Dio”, ove un’opera moderna raffigura i quattro elementi base: aria, acqua, fuoco e terra. 
Poi vi sono altri ambienti, più o meno di buon gusto… Molto interessante la galleria di arte moderna, ove ho scattato un paio di foto (il cartello di divieto l’ho visto solo alla fine, e comunque la custode non ha detto nulla…). Da ultimo sono arrivato al “sacrario” che custodisce una pseudo sepoltura (che in effetti è vuota) del fondatore. Qui ho parlato un po’ con la guida, che si è dichiarata cattolica e mi ha espresso il loro ideale di un’unica religione, con un’unica guida… e qui “casca l’asino”… Una religione, una guida, tutti gli uomini riuniti in un unico ideale… la tentazione della Torre di Babele è sempre presente! Va sempre ricordato come Dio risponde a questo ideale unificante: “inventa” le diverse lingue, i diversi popoli, le diverse culture, tradizioni, religioni… Dio ci ha fatti per incontrarci nell’amore, per accoglierci nelle differenze, non per farci tutti uguali: per questo ha “spaccato” l’umanità in due ed ha fatto il maschio e la femmina. Alla gentile signora non dico tutto questo (anche perché in portoghese mi sarebbe un po’ difficile), ma le rispondo che no, la cosa non mi piace, e che le differenze sono belle. Mi guarda un po’ stupita… 



Di fatto ho notato una cosa. Nell’edificio vi sono diverse raffigurazioni di Gesù: Risorto, trionfante, buon pastore, bello… ma in nessuna di queste compare la Croce, né tantomeno il Cristo Crocifisso. L’unificazione è il sogno di una fede senza croce, di un amore senza croce, di una risurrezione senza morte: un sogno che sembra realizzare la nostra umanità, ma in realtà la impoverisce di ciò che ha di più bello e profondo: “amatevi come io vi ho amato… nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici… amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori…”. Con tutta la “boa vontade” del mondo questo non è possibile: senza croce non c’è risurrezione, senza morte non c’è vita.

Approfitto di questa riflessione per aprire un altro doloroso capitolo (oggi non ho molte cose consolanti, siamo in Quaresima). Mi riferisco alla chiesa brasiliana. La mia conoscenza è ancora molto limitata: vedo molte cose su internet – che amplifica i conflitti -, ma ho iniziato anche a confrontarmi. Ciò che inizia ad emergere è l’immagine di una chiesa divisa in modo lacerante, con una lotta interna al confronto della quale il problema delle molte chiese pentecostali passa quasi in secondo piano. La divisione è fra la parte che potremmo dire “progressista” e quella fortemente e rigidamente “conservatrice”, con una forte implicazione anche a livello politico con la “sinistra” attualmente al governo e la “destra” (piuttosto estrema) che è all’opposizione. 
In internet (frequentatissimo, indubbiamente è il principale formatore di mentalità) i toni sono molto accesi, particolarmente nella parte conservatrice, che ha una capacità di utilizzo di questo strumento più elevata. Sono rimasto impressionato vedendo i toni usati da importanti comunicatori, tra cui diversi preti: tutti quelli che non sono conservatori sono semplicemente “comunisti”, i vescovi brasiliani sono idolatri e “bolscevichi” e la teologia della liberazione (ormai inesistente…) è “l’opera del demonio per distruggere la chiesa”, ovviamente capitanata da papa Francesco… 
Altro che accoglienza delle differenze!
Tornerò sull’argomento. Al momento voglio solo dire che quello che sto vedendo mi sta facendo riflettere molto. Io sono un prete italiano, provvisoriamente “importato” in Brasile: qual è il mio compito a servizio di questa chiesa così sofferente?

Il Signore ci guidi con il suo Spirito, buona quaresima!
d. Paolo

sabato 16 novembre 2024

SFATANDO LUOGHI COMUNI

 




Paolo Bizzocchi


Con oggi concludo la primissima fase della mia vita amazzonica; domattina con la Lancha, la barca veloce, io ed il Vescovo andremo a S. Antonio do Ica, che dovrebbe essere la mia casa per alcuni anni: qui potrò finalmente vuotare le valigie e cominciare a "far casa" in mezzo a questo pezzo di popolo di Dio. Ad aspettarmi ci sarà ancora d. Burani, perché Carlotti è partito per il viaggio sul fiume di questo mese (il prossimo invece mi pare che salterà, per aiutarmi ad entrare nella nuova realtà ed evitare che mi trovi in difficoltà, essendo il mio portoghese ancora iniziale - sono buono con me stesso, in realtà non ci capisco nulla… -). Non so se d. Alberto lo troverò in casa o se è ancora a zonzo con d. Carlotti sul fiume…



Devo sfatare un luogo comune: mi avevano detto che in Brasile tutto è lento, lentissimo… e la burocrazia più di ogni cosa. Però in meno di una settimana mi trovo in tasca un documento di identità provvisorio ed il "codice fiscale", che qui è il documento fondamentale per ogni cosa. Sempre in questi giorni il vescovo Alfonso ha preparato il decreto e domenica verrò presentato come nuovo parroco (in questo ruolo dovrò essere molto bravo, perché si dice che dove non arrivano le parole arrivano i fatti… ed io le parole ancora proprio non le ho…). Quindi, sempre grazie ai famosi Angeli custodi, quello che per altri confratelli è durato mesi, per me si è risolto in pochi giorni; evidentemente qualcuno (non certamente io…) aveva premura che arrivassi ed ha aperto le strade. Posso prenderlo come un segno che essere in Amazzonia non è frutto di una mia idea, o di qualcosa che mi piaceva fare? 



Ieri sera siamo andati a celebrare nella cappella di S. Francesco di Assisi, bella e colorata. Molto bello anche il dipinto sul fondo, con Gesù che porta l'Eucaristia nel cuore, circondato dagli angeli. Però la differenza fra il volto di Gesù e quello dei presenti mi ha colpito: non potevano fare lui e gli angeli un po' più indigeni e con la pelle olivastra? E' vero che Gesù non era un indigeno dell'Amazzonia (gli angeli non sappiamo…), ma di certo non era nemmeno un europeo bianco latte come viene sempre raffigurato… Nella Messa ho chiesto al Signore di imparare ad amare questo popolo al quale mi ha affidato… il resto se c'é c'é, ma questo non può mancare!



Questa mattina mi sono avventurato per la strada a fare una passeggiata; visto che oggi è festa nazionale il traffico di moto, motorini, tricicli ed altro era molto più limitato. Un po' di timore c'era, anche se il Vescovo sapeva che ero uscito sulla strada, perché è stata la prima volta che mi mettevo sulla strada da solo. Poi una vecchietta che ho incrociato mi ha detto "bom dia" (si legge "bom gia e si usa la mattina, fino a mezzogiorno) ed anche altri mi hanno salutato (sono un diverso, un po' di curiosità ci sta…) ed un ragazzo che pareva avere qualche deficit mi ha salutato mettendomi una mano sulla spalla: che bello, mi sono sentito anche io parte di questa realtà. Un saluto è importantissimo, forse dovremmo ricordarcene quando incontriamo persone arrivate da noi (mi dicevano che i cattolici africani più volte si sono allontanati dalle nostre parrocchie perché quando hanno provato a venire nessuno li ha salutati…)



Ok. Domattina battesimo del fiume (spero senza bagnarmi…) e rinascita a S. Antonio. Affidiamo tutto al Signore!



La tentazione della torre di Babele

  Paolo Bizzocchi Ciao a tutti e tutte,  eccomi ancora da voi da Brasilia. Sinceramente è una città con la quale fatico a fraternizzare… non...