martedì 29 settembre 2020

LA SACRA SCRITTURA EMARGINATA - RIFLESSIONE DI DON GABRIELE BURANI DALL'AMAZZONIA

 


Santo Antonio do Içá – Amazonas

  29-09-2020  Festa degli Arcangeli e viglia di san Girolamo, dottore della Chiesa

Don Gabriele Burani


In Brasile il mese di settembre é dedicato alla bibbia, con la proposta di studiare, ogni anno, un libro biblico ( Deuteronomio per il 2020); mese scelto ricordando san Girolamo, studioso e traduttore delle Scritture.   Questa occasione mi ha fatto pensare alla presenza della Bibbia nella vita di Chiesa, oggi. 

Uno sguardo alla vita delle comunità di cui ora sono parroco, pensando alla Dei Verbum, al fatto che la vita cristiana deve essere “ nutrita e regolata dalla Sacra Scrittura” ( DV 21), e che la parola di Dio è “ nutrimento dell’anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale” ( DV 21).  Una domanda che mi faccio: come la Sacra Scrittura è presente nella vita delle nostre comunità? È fonte della nostra vita spirituale? La grande maggioranza delle persone si dice cristiana ( cattolica o di altre chiese cristiane) e come viene accolta la Sacra Scrittura?

- Il libro della Bibbia è presente in molte famiglie; nei gruppi di catechesi il testo che i ragazzi usano principalmente è la Bibbia e tutti, o quasi, ne possiedono una. Nelle liturgie sempre si proclama la Scrittura.

- Nella catechesi si usa ampiamente la Bibbia….  Si “usa” nel senso che vengono preparati i temi, e si ricerca nella Scrittura un testo utile per dare forma al contenuto che si desidera trasmettere.  Possiamo dire che chi fa tutto il percorso catechetico arriva a conoscere molti testi della Scrittura.

 Abbiamo anche ( per ora sospesa a causa del Covid-19) una esperienza, in parallelo, di studio biblico con i bambini di 6-10 anni  che è  positiva.   



 

Eppure la mia impressione è che dai tempi del Vaticano II, non siamo andati avanti molto, o forse si assiste a una regressione.

A livello giovanile e di adulti l’accoglienza della parola di Dio è ancora, a mio vedere, insufficiente nella quantitá e non pienamente corretta nelle modalitá. Cerco di motivare la mia valutazione.

  Sono diffuse, nel nostro piccolo paese amazzonico,  varie devozioni particolari, dove il centro è un santo, una idea, una esperienza, un aspetto della spiritualità ( il rosario, il Cuore di Gesù, la croce di Gesù, San Sebastiano, Santo Antonio…..) e non il rapporto attuale, docile  e libero con Dio che si rivela nella Sacra Scrittura.  Vedo nella nostra realtà, ad esempio,  una preoccupazione per la festa del patrono, per organizzare gli intrattenimenti vari, per la ricerca di donazioni, per il Bingo, anche per le messe….  Insomma una buona organizzazione (con un occhio particolare  per il guadagno economico finale) e  non la prevalente preoccupazione di mettersi, come comunità, in ascolto del Signore.

A volte le persone sono litigiose, ci sono contese, ( come è normale)  e ognuno cerca di imporre la propria visione di parrocchia, di liturgia ecc… ma non mettendosi prima, con disponibilità e purezza di cuore, in ascolto della Parola di Dio per poi decidere le cose di conseguenza. 

Ciò che prevale è una difesa delle proprie abitudini, interessi, ideali…. Non di ciò che il Signore rivela. Non si sta avverando ciò che vorrebbe la Dei Verbum: la Scrittura come fonte della spiritualità. Mi pare che la spiritualità si sviluppi in modo indipendente e che la Scrittura non sia la fonte ma un appoggio posticcio.

Nella prassi di vita dei battezzati ( me compreso)  normalmente la Scrittura è semplicemente ignorata; riconosco che mi è più facile incontrare persone, leggere un libro che mi interessi, assistere al notiziario televisivo che meditare con attenzione la Scrittura. Mi impongo di leggere ogni giorno la Bibbia,  ma fatico a vedere gli effetti di conversione nella mia vita. E ammetto che ho molto difficoltà nel fare esperienza di ascolto, obbedienza, discernimento comunitario della Parola; le povere esperienze che abbiamo iniziato,  per il momento si risolvono in una conoscenza un pó più approfondita della liturgia della Parola della messa.

Non vedo ( forse perché sono miope) la centralità della Parola e dei Sacramenti nella nostra parrocchia. Il desiderio che lo diventi, questo si.

Noi ci muoviamo, pensiamo, decidiamo, mossi da altro; la ‘ybris’ , l’orgoglio, la autosufficienza,  le idee personali, le abitudini ancora prevalgono.

Bisogna entrare nell’atteggiamento di Maria: eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me la tua parola, oggi!



Quando passeremo dall’usare la Scrittura scegliendo i testi che danno appoggio ai nostri piani, ad una autentica e libera ricerca di Dio, lasciando che Dio ci converta grazie all’ascolto della Scrittura? Invece delle politiche ecclesiali animate da gruppi di potere, la lettura libera,  umile e comunitaria della Scrittura per capire e vivere la volontà di Dio, oggi e non per imporre agli altri la mia volontà, la mia visione, i miei valori,  le mie tradizioni?

Solo chi si fa povero  ascolta la Parola di Dio.  Si, è necessario il riconoscimento della nostra povertà, e la volontà di mantenersi vuoti, bisognosi, vergini per non imporre a Dio il nostro pensiero, la nostra volontà. La ascesi è un percorso di povertà, di liberazione dai pensieri inquinanti e dai sentimenti distruttivi, di disponibilità a lasciarsi distruggere e ri-costruire dal Signore.  Siamo pieni delle nostre idee, ideologie, piani di azione, invidie, desideri avidi, volontà di potenza e la Parola di Dio rimane ai margini, presente ma assente: presente come un oggetto decorativo che non incide nella sostanza del nostro essere profondo.  Presente per essere usata come un’arma quando ci serve per imporci, elevarci sugli altri, farci notare.

Anche se conosciuta maggiormente rispetto al passato, la Sacra Scrittura viene messa ai margini perché non accettiamo di lasciarci rigenerare. Quando non è ignorata, è usata, scegliendo in essa ciò che corrisponde all’interesse personale.

Che cosa stiamo facendo nella nostra parrocchia amazzonica? Ho proposto in tutte le comunità della città un incontro settimanale come formazione biblica, leggendo e meditando insieme le letture della messa domenicale,  col metodo della Lectio Divina ma ancora rudimentale. I gruppi sono di poche persone: 3, 4, anche 8, 15, a seconda delle comunità. Per ora è difficile coinvolgere le persone ma la proposta va avanti con continuità, nella speranza di comprendere sempre piú che la vita cristiana non è autogestione e che è essenziale l’ascolto di Dio. Col tempo spero anche che qualche persona, partecipando con costanza,  apprenda a guidare i gruppi biblici e che le comunità abbiano una relativa autonomia ( cioè non dipendano sempre dalla presenza del parroco).   Il percorso è complesso, anche perché non si tratta solo di conoscere un pó la Bibbia, ma lasciarci guidare, formare, convertire dal volere di Dio che si rivela ( anche) nelle Sacre Scritture.

    Un caro saluto, affidando al Signore le nostre Chiese, affinché si lascino costantemente rigenerare dalla Parola del Signore, Parola di salvezza. 

( Qui a santo Antonio do Içá giá da molti giorni la energie elettrica é razionata, arriva per un pó poi se ne va....  e i mezzi di comunicazione, già precari, peggiorano ulteriormente.  Spero che in qualche modo la lettera arrivi).

1 commento:

  1. Caro Gabriele, innanzitutto un caro saluto. Ricordi quando, ormai un'era fa, mi permettesti, da rettore, di fare la mostra di ritratti di poveri in Seminario? I preti, non tutti, passando dicevano che quello non era un luogo dove esporre i volti di persone povere - che peraltro avevano acconsentito a farsi ritrarre da me - perchè era un luogo di rispetto. Ebbene, il Seminario di Reggio Emilia dopo qualche anno fu venduto dalla stessa Curia e tanti saluti al luogo di rispetto: occorreva fare cassa. Le cose cambiano, nonostante chi è dentro le cose spesso crede che, o desidererebbe che, non cambino mai. Tu avesti il coraggio di farmi esporre, ed avesti ragione a farlo perchè avevi cercato, anche se con una piccola iniziativa di un perfetto sconosciuto come io sono, di dare a quel luogo una veste diversa. Ma i tuoi "capi" (passami il termine laico) hanno deciso, anni dopo, diversamente: di quel luogo si poteva fare a meno. Ebbene io penso che quello che stai facendo, leggere, sia importantissimo perchè leggere vuol dire ascoltare chi legge ma soprattutto ascoltare colui (o colei) che ha scritto ciò che si sta leggendo. Il lettore è il trasduttore dello scrittore per conto di chi ascolta. Spesso è difficile ascoltare, saper ascoltare, ciò che lo scrittore ha voluto dire, ma se il lettore è bravo nelle pause, nelle parole, nel riportare il senso di esse, chi ascolta resterà affascinato e ne vorrà di più. Un caro saluto, Domenico, Reggio Emilia.

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