Sabato2 giugno partiamo alle 12,30di un caldo pomeriggio.
Arriviamo alle 16,45 alla comunità di N.S di Nazaré; celebriamo in una casa.
Alla messa 2 sposi adulti, 2 figli giovani e una signora con una figlia
piccola. Si uniscono ai canti che io e Moises scegliamo, loro hanno ancora difficoltà
nella scelta dei canti. La zona è allagata, non si vede terra; abbiamo molti
delfini di fronte a noi.
Alle 18 ripartiamo, arrivando a S.João de Japoacuá alle
19; un piccolo villaggio, arriviamo al tramonto con alcune persone sulla riva;
si nota la cappella recente, con la croce sulla facciata. Entriamo nella nuova
cappella di legno per la messa, alle 19:30 e la cappella è vuota; ancora non è
entrato nessuno, non c’é tavolo e non ci sono sedie. Aspettiamo e pian piano qualcuno arriva; mi
dicono che la tavola-altare é stata portata nella scuola; alcuni ragazzi
portano due panche. Io mi metto in terra per la celebrazione e li invito a
mettersi in cerchio; con Moises scegliamo i canti ( normalmente hanno una animatrice
del canto, ma oggi non é presente); ci sono 27 persone, qualche adulto e la
maggior parte bambini e ragazzi di 10-13 anni. Tutti fanno la comunione. La
professoressa della scuola é anche catechista e ha fatto catechesi eucaristica
per questo gruppetto (anche se nel mese di maggio non si sono incontrati); il
ragazzo che era un buon animatore della liturgia ora sta studiando a Tonantins
quindi dovranno organizzarsi per le celebrazioni della comunità. La notte è
fresca e silenziosa, si ascoltano le voci di vari uccelli, senza altri rumori;
una esperienza che in altri luoghi è difficile per rumori di fondo continui, ed
è molto bello rendersi conto della vivacità e varietà degli uccelli attorno a
noi.
Domenica 3 giugno,
Solennitá dela SS Trinitá. Partiamo alle
8,20 e arriviamo alle 16,20 alla comunità di S.Sebastiano I, allagata; si
arriva alla casa in cui si celebra camminando sui tronchi di legno
galleggianti. Ci aspettavano, la grande stanza con pavimento di legno è ben
pulita e al centro la tavola con la tovaglia, per la eucaristia. Solo 5
persone, una coppia di sposi anziani e tre uomini della famiglia. Si chiacchiera
un po’, poi la celebrazione: in pochi, ma con fede e attenzione. I due anziani
andranno a S.Antonio nella casa di un loro figlio, nei prossimi giorni. In questi mesi con la comunità allagata la
vita non è semplice; non lo è mai, ma ora che ci si può spostare solo con la
canoa, senza un pezzetto di terra-ferma,
specialmente per due anziani è complicato.
Arriviamo poi a MOINHO, un centro maggiore, che
raggiungiamo in pochi minuti. É tutto allagato (ma l’acqua non arriva al pavimento
delle abitazioni), ci sono persone davanti alle case, altri che si spostano in
canoa. La messa dovrebbe essere nella scuola; con la nostra barca non è
possibile attraccare accanto alla scuola perché davanti ci sono i fili della
corrente elettrica; quindi ‘parcheggiamo’ vicino ad un albero, aspettando che
qualcuno venga a aprire la scuola e a darci un passaggio in canoa. Aspettiamo
ma non arriva nessuno; non c’è terraferma, quindi non possiamo arrivare alle
case. Le persone ci vedono, qualcuno passa acanto con la canoa, ma nessuno ci
chiede qualcosa, nessuno apre la scuola; Moises mi disse che sono quasi tutti
protestanti, forse i pochi cattolici sono in città. Una casa viene chiusa, con
assi di legno inchiodate a porte e finestre: probabilmente vanno a S.Antonio, ritornando
qui quando il livello del fiume si abbassa. Rimaniamo fermi anche la notte, e al mattino
alle 7 ripartiamo, passiamo davanti alla comunità di S.Sebastiano II, e qui vediamo tutte le case chiuse. In effetti
ieri avevamo incontrato una barca piena di persone di questa comunità, diretti
a S.Antonio, che ci avevano avvisato :
non avremmo trovato persone in questi giorni.
Continuiamo il nostro viaggio e arriviamo nel pomeriggio
alle 15 a S.João do Lago Grande. Dato che è tutto allagato, i bambini davanti
alle case si stanno divertendo nuotando, tuffandosi; una mamma (che è anche
professoressa della piccola scuola) vigila dalla finestra; sulla piattaforma
galleggiante a cui attracchiamo sono appesi due pirarucu (i pesci più pregiati)
a seccare. Dalla piattaforma chiacchieriamo un po’ con la professoressa alla
finestra; ci dice che sta cercando un terreno in Santo Antonio per farsi una
casa, anche per il disagio di vivere in un luogo che é allagato alcuni mesi
all’anno. Le case sono costruite su palafitte ma, a volte, l’acqua arriva fino
al piano di abitazione e oltre.
Ieri il marito ha ucciso una grande anaconda che stava
mangiando le loro galline e oggi é uscito a pescare, ma quando il fiume è in
piena non si pesca molto.
Celebriamo la messa alle 19:30 in casa della cacique; è notte, non hanno la
corrente elettrica (il generatore si è rotto, un tecnico lo ha preso per
aggiustarlo e non restituito) da due mesi; un ragazzo ci viene a prendere in
canoa e ci accompagna nella casa della signora. Buio, un buio quasi totale
perché ci sono le nuvole e la luna è oscurata; mi impressiona sempre la
esperienza del buio vero, quando esci e non vedi nemmeno i tuoi piedi, la tua
mano... una esperienza che nelle nostre città italiane non abbiamo più; qui
capisco meglio la simbologia luce/tenebre, e che il buio é veramente situazione
di pericolo e di non-conoscenza. La messa é con due anziani ( la cacique e il
marito), altri tre adulti e una decina di bambini, alla fioca luce di alcune
candele; non hanno preparato la liturgia, noi proponiamo qualche canto e
facciamo le letture. Noto in un angolo un altare, con la croce tipica della
religione della ‘cruzada’; poi Moises mi disse che questa cacique è in conflitto
con altri della comunità perché vorrebbe che tutti entrassero nella ‘cruzada’.
Martedì 5 giugno 2023. Arriviamo verso le 10 a Boa
União; non riusciamo a posizionare la nostra barca vicino alla casa per non
rimanere incagliati, ma ci vengono a prendere in canoa. Stanno costruendo una cappella della comunità,
ma ancora non è ultimata, e ci fermiamo in una casa. Ci sono 7 adulti e 7
bambini, famiglie giovani; chiacchieriamo e celebriamo la messa. Non hanno
molta formazione ma sono molto accoglienti, con lo spirito allegro, una
compagnia piacevole. Speriamo che finiscano la cappella, così avranno un
incentivo per riunirsi tutte le settimane per la celebrazione.
Alle 16:30 siamo a S. Cristovão II; andiamo nella piccola scuola (costruita con
il contributo dei nostri amici di Reggio); qui, per ora, non si celebra la
messa. Al nostro incontro ci sono 8 bambini piccoli e tre giovani donne (2
della religione della ‘cruzada’ e una protestante della chiesa ‘Deus è amor’);
leggo un brano del vangelo, facciamo qualche preghiera insieme e la immancabile
distribuzione di biscotti. Un incontro ecumenico
sereno.
Alle 18 siamo a S.João da Liberdade. Da questa
parte del fiume la terra sale quindi la comunità non si allaga; facciamo un
giro sulla collinetta su cui stanno costruendo nuove case. Celebriamo nella
scuola, con circa 20 persone, in maggioranza bambini. Una animatrice sceglie i
canti e organizza per le letture. La comunità è vivace, penso che si possa fare
un certo lavoro con la catechesi.
Mercoledì 6 giugno si riparte per S. Antonio, arrivando
intorno alle 13. Per fortuna senza rotture alla nostra nuova barca.
Don Gabriele Burani