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sabato 10 giugno 2023

Viaggio Missionario Rio Içá. 2-6 giugno 2023. Cronaca


 

Sabato2 giugno partiamo alle 12,30di un caldo pomeriggio. Arriviamo alle 16,45 alla comunità di N.S di Nazaré; celebriamo in una casa. Alla messa 2 sposi adulti, 2 figli giovani e una signora con una figlia piccola. Si uniscono ai canti che io e Moises scegliamo, loro hanno ancora difficoltà nella scelta dei canti. La zona è allagata, non si vede terra; abbiamo molti delfini di fronte a noi.  

Alle 18 ripartiamo, arrivando a S.João de Japoacuá alle 19; un piccolo villaggio, arriviamo al tramonto con alcune persone sulla riva; si nota la cappella recente, con la croce sulla facciata. Entriamo nella nuova cappella di legno per la messa, alle 19:30 e la cappella è vuota; ancora non è entrato nessuno, non c’é tavolo e non ci sono sedie.  Aspettiamo e pian piano qualcuno arriva; mi dicono che la tavola-altare é stata portata nella scuola; alcuni ragazzi portano due panche. Io mi metto in terra per la celebrazione e li invito a mettersi in cerchio; con Moises scegliamo i canti ( normalmente hanno una animatrice del canto, ma oggi non é presente); ci sono 27 persone, qualche adulto e la maggior parte bambini e ragazzi di 10-13 anni. Tutti fanno la comunione. La professoressa della scuola é anche catechista e ha fatto catechesi eucaristica per questo gruppetto (anche se nel mese di maggio non si sono incontrati); il ragazzo che era un buon animatore della liturgia ora sta studiando a Tonantins quindi dovranno organizzarsi per le celebrazioni della comunità. La notte è fresca e silenziosa, si ascoltano le voci di vari uccelli, senza altri rumori; una esperienza che in altri luoghi è difficile per rumori di fondo continui, ed è molto bello rendersi conto della vivacità e varietà degli uccelli attorno a noi.



Domenica  3 giugno, Solennitá dela SS Trinitá.  Partiamo alle 8,20 e arriviamo alle 16,20 alla comunità di S.Sebastiano I, allagata; si arriva alla casa in cui si celebra camminando sui tronchi di legno galleggianti. Ci aspettavano, la grande stanza con pavimento di legno è ben pulita e al centro la tavola con la tovaglia, per la eucaristia. Solo 5 persone, una coppia di sposi anziani e tre uomini della famiglia. Si chiacchiera un po’, poi la celebrazione: in pochi, ma con fede e attenzione. I due anziani andranno a S.Antonio nella casa di un loro figlio, nei prossimi giorni.  In questi mesi con la comunità allagata la vita non è semplice; non lo è mai, ma ora che ci si può spostare solo con la canoa, senza  un pezzetto di terra-ferma, specialmente per due anziani è complicato.



Arriviamo poi a MOINHO, un centro maggiore, che raggiungiamo in pochi minuti. É tutto allagato (ma l’acqua non arriva al pavimento delle abitazioni), ci sono persone davanti alle case, altri che si spostano in canoa. La messa dovrebbe essere nella scuola; con la nostra barca non è possibile attraccare accanto alla scuola perché davanti ci sono i fili della corrente elettrica; quindi ‘parcheggiamo’ vicino ad un albero, aspettando che qualcuno venga a aprire la scuola e a darci un passaggio in canoa. Aspettiamo ma non arriva nessuno; non c’è terraferma, quindi non possiamo arrivare alle case. Le persone ci vedono, qualcuno passa acanto con la canoa, ma nessuno ci chiede qualcosa, nessuno apre la scuola; Moises mi disse che sono quasi tutti protestanti, forse i pochi cattolici sono in città. Una casa viene chiusa, con assi di legno inchiodate a porte e finestre: probabilmente vanno a S.Antonio, ritornando qui quando il livello del fiume si abbassa.  Rimaniamo fermi anche la notte, e al mattino alle 7 ripartiamo, passiamo davanti alla comunità di S.Sebastiano II,  e qui vediamo tutte le case chiuse. In effetti ieri avevamo incontrato una barca piena di persone di questa comunità, diretti a S.Antonio,  che ci avevano avvisato : non avremmo trovato persone in questi giorni.



Continuiamo il nostro viaggio e arriviamo nel pomeriggio alle 15 a S.João do Lago Grande.  Dato che è tutto allagato, i bambini davanti alle case si stanno divertendo nuotando, tuffandosi; una mamma (che è anche professoressa della piccola scuola) vigila dalla finestra; sulla piattaforma galleggiante a cui attracchiamo sono appesi due pirarucu (i pesci più pregiati) a seccare. Dalla piattaforma chiacchieriamo un po’ con la professoressa alla finestra; ci dice che sta cercando un terreno in Santo Antonio per farsi una casa, anche per il disagio di vivere in un luogo che é allagato alcuni mesi all’anno. Le case sono costruite su palafitte ma, a volte, l’acqua arriva fino al piano di abitazione e oltre.

Ieri il marito ha ucciso una grande anaconda che stava mangiando le loro galline e oggi é uscito a pescare, ma quando il fiume è in piena non si pesca molto.
Celebriamo la messa alle 19:30 in casa della cacique; è notte, non hanno la corrente elettrica (il generatore si è rotto, un tecnico lo ha preso per aggiustarlo e non restituito) da due mesi; un ragazzo ci viene a prendere in canoa e ci accompagna nella casa della signora. Buio, un buio quasi totale perché ci sono le nuvole e la luna è oscurata; mi impressiona sempre la esperienza del buio vero, quando esci e non vedi nemmeno i tuoi piedi, la tua mano... una esperienza che nelle nostre città italiane non abbiamo più; qui capisco meglio la simbologia luce/tenebre, e che il buio é veramente situazione di pericolo e di non-conoscenza. La messa é con due anziani ( la cacique e il marito), altri tre adulti e una decina di bambini, alla fioca luce di alcune candele; non hanno preparato la liturgia, noi proponiamo qualche canto e facciamo le letture. Noto in un angolo un altare, con la croce tipica della religione della ‘cruzada’; poi Moises mi disse che questa cacique è in conflitto con altri della comunità perché vorrebbe che tutti entrassero nella ‘cruzada’.



Martedì 5 giugno 2023. Arriviamo verso le 10 a Boa União; non riusciamo a posizionare la nostra barca vicino alla casa per non rimanere incagliati, ma ci vengono a prendere in canoa.  Stanno costruendo una cappella della comunità, ma ancora non è ultimata, e ci fermiamo in una casa. Ci sono 7 adulti e 7 bambini, famiglie giovani; chiacchieriamo e celebriamo la messa. Non hanno molta formazione ma sono molto accoglienti, con lo spirito allegro, una compagnia piacevole. Speriamo che finiscano la cappella, così avranno un incentivo per riunirsi tutte le settimane per la celebrazione.
Alle 16:30 siamo a S. Cristovão II; andiamo nella piccola scuola (costruita con il contributo dei nostri amici di Reggio); qui, per ora, non si celebra la messa. Al nostro incontro ci sono 8 bambini piccoli e tre giovani donne (2 della religione della ‘cruzada’ e una protestante della chiesa ‘Deus è amor’); leggo un brano del vangelo, facciamo qualche preghiera insieme e la immancabile distribuzione di biscotti.  Un incontro ecumenico sereno.

Alle 18 siamo a S.João da Liberdade. Da questa parte del fiume la terra sale quindi la comunità non si allaga; facciamo un giro sulla collinetta su cui stanno costruendo nuove case. Celebriamo nella scuola, con circa 20 persone, in maggioranza bambini. Una animatrice sceglie i canti e organizza per le letture. La comunità è vivace, penso che si possa fare un certo lavoro con la catechesi.

Mercoledì 6 giugno si riparte per S. Antonio, arrivando intorno alle 13. Per fortuna senza rotture alla nostra nuova barca. 

Don Gabriele Burani 

mercoledì 7 ottobre 2020

MARTA O MARIA? Diario del quarto viaggio

 



 Gabriele Carlotti – missionario diocesano in Amazzonia

 

 

Il Vangelo di ieri ci presentava due sorelle, Marta e Maria, una conformata nel suo ruolo di donna di casa, il ruolo che la società di allora ha dato alle donne, l’altra con atteggiamento rivoluzionario, sfida la tradizione e rivendica il diritto di essere discepola. Certamente è più facile essere la chiesa di Marta, ma Gesù sembra appoggiare la scelta di Maria: una Chiesa discepola-missionaria. “Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”, un appoggio incondizionato! L’ottobre missionario ci invita a fare questa scelta, è il cammino del discepolato: faticoso, liberante, carico di gioia. 

Celebrando l’Eucaristia, che ci rende discepoli-missionari, capaci di scegliere la rivoluzione dell’amore, di donare la vita, pensavo agli incontri e alle situazioni di quest’ultimo viaggio, il primo della nuova programmazione di visitare una volta al mese tutte le Comunità lungo il fiume Içà: due viaggi di dieci giorni l’uno, abitando su una barca, come Gesù passando di villaggio in villaggio per annunciare il Regno di Dio.




A São João do Japuacuà hanno iniziato a riunirsi la domenica, ancora sono le donne e i bambini la forza della Comunità, ma la lideranza degli uomini li appoggia e li accompagna. Tutto lascia sperare bene per il cammino. Già a Nazaré, che pure ci accolgono sempre con semplicità e gioia, sembra tutto fermo. È un gruppo anziano, mancano i giovani e i bambini che si sono già trasferiti in città per la scuola. Il prossimo mese ci sarà la festa della patrona... “padre, venga il 24 per la Messa, perché il 25 saremo tutti ubriachi dopo una notte di festa, non ci saranno le condizioni per pregare...”. Viva la festa popolare, dove la gente più umile esprime la sua voglia di vivere, ma dovremo imparare a “vivere con fede” anche tutti gli altri giorni, a lasciare che la fede ci guidi alla difesa della vita e alla conquista dei diritti fondamentali di ogni persona! Anche a São Pedro ci sarà molto cammino da fare. Arriviamo la domenica pomeriggio, dopo sei ore di viaggio sul fiume. 

È domenica, un giorno privilegiato perché non si va a pescare, non si lavora. Arriviamo e ascoltiamo una musica a tutto volume, mi avvicino, scendo dalla barca e vedo gli uomini intenti ad aggiustare una rete da pesca. Il Cassique (líder) si avvicina e mi dice: “padre dobbiamo andare a pescare per avere i soldi per comprare la benzina per il generatore... poi le donne sono impegnate a fare dei dolci per il compleanno di una bambina.... non possiamo lasciare la Messa per il prossimo mese?”. Converso un po’ con gli uomini, poi vado ad incontrare le donne che confermano le parole del Cassique, ma sorridono e si guardano l’un l’altra con imbarazzo. Anch’io sorrido: “non c’è problema, solo provate a riunirvi almeno alla domenica per leggere il Vangelo che vi ho lasciato e pregare il padre nostro e l’ave Maria insieme”. Così ripartiamo, sapendo che la verità è un’altra: tutto era pronto per fare festa quella sera, e non ci stava la Messa perché la predicazione degli uomini di chiesa ha sempre condannato le feste e il ballare. Ci vorrà tempo!  

 


Mi hanno detto che in Italia ci sono temporali come non si erano mai visti, anche la Natura quando provocata reagisce, ma anche qui non scherziamo. Ci siamo trovati, improvvisamente, in mezzo alla tempesta, tuoni e fulmini, un vento impetuoso e onde molto alte. È stato um momento di prova, andare contro vento per evitare di essere sbalzati e senza poter attraversare il fiume perché era meglio rimanere vicino alla riva. Moises, mio fedele compagno, mi disse che comunque è meglio navigare e lasciare che il vento porti la barca di qua e di la, fermarsi come io avevo proposto, sarebbe più pericoloso perché il vento può rovesciare l’imbarcazione che non è pesante e offre resistenza per essere coperta e chiusa. Mi disse che devo abituarmi perché i temporali improvvisi sono normali sui fiumi dell’Amazzonia, dovuto al clima caldo e umido. Di fatto una notte abbiamo dovuto aprire tutte le finestre e le porte della barca per lasciare passare il vento e la pioggia, visto che la forza improvvisa aveva già staccato le funi che legano la barca a terra quando ci fermiamo. Mi venivano in mente i discepoli di Gesù sballottati dalle onde... e la Parola rassicurante: “non abbiate paura”. Anche questo fa parte della Missione!




In Vista Alegre, Comunità indigena Tikuna, una novità imprevista: la chiesetta è già in piedi e coperta di zinco, mancano ancora le pareti, ma possiamo già usarla. Il mese passato mi avevano mostrato i soldi delle offerte che sarebbero serviti per la chiesa, e così è stato. Ho promesso loro di portare l’immagine di san Francesco di assisi, loro patrono, e anche il colore per pitturare la facciata assieme alle due grandi croci da mettere una sul tetto della chiesa e l’altra nella parete del fondo. Ci sono solo quattro chiesette lungo il fiume, ora cinque, abbiamo pensato di riaggiustarle un po’ e di pitturarle di giallo canarino, il colore della luce della Risurrezione. Di caratterizzarle con una croce sulla facciata sempre gialla con la scritta nera, JESUS RESSUSCITOU, sui bracci della croce. Un modo per visibilizzare la presenza della Comunità. Cercheremo di incentivare tutte le comunità ad avere un luogo per incontrarsi, non solo per la preghiera. Due chiesette già oggi servono anche da scuola, visto che non c’è nel villaggio; come molte scuole servono anche come luogo di preghiera dove non c’è la chiesa. Noi aiuteremo dando lo zinco per il tetto e il colore, visto che il legno possono procurarlo in foresta.

A São João da Liberdade abbiamo celebrato in casa, non nella scuola, perché la famiglia aveva due bimbi da battezzare. Il ragazzino mi raccontava che ha molti fratelli e sorelle, ognuno con un papà diverso. E di questi casi ce ne sono molti! Lui e la sorellina sono stati allevati dai nonni, la mamma abita a Manaus. Così la sera sono arrivati, di canoa, i padrini dalla Comunità vicina, una Comunità della Cruzada. Poi sono arrivate altre persone, una mamma con diversi figli, gli ultimi due hanno stampato in volto la faccia del papà, un ragazzo molto più giovane di lei che ha una lunga storia; altri fratelli e sorelle sono venuti per la preghiera, sono dell’Assemblea di Dio, ma Dio è uno solo! Ho chiesto ai padrini se avevano ricevuto il battesimo cattolico, mi hanno detto di no, sono battezzati nella chiesa della Croce, ma hanno molta fede e sono molto prossimi dei due bimbi che saranno battezzati. Anzi mi hanno pregato di non passare, sul fiume, davanti alla loro Comunità, sono loro e i tre figli, le nuore e molti nipoti, di non passare senza fermarmi per celebrare e pregare con loro, perché la loro chiesa è molto lontana, a sei ore di fiume, ed é importante ascoltare la Parola di Dio. Dio, che ci riunisce e ci fa sentire tutti fratelli e sorelle, anche se con cammini diversi. Così, con molta fede nell’unico Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo abbiamo celebrato la Cena e il Battesimo nello Spirito Santo. Era notte e buio, ma la famiglia aveva una batteria in casa, alcuni vicini avevano pezzi di filo elettrico e io avevo una lampada sulla barca con un piccolo trasformatore da 12 a 120 volts. E la luce fu! 


A Mamurià siamo arrivati verso sera, la Comunità ci aspettava dal primo pomeriggio, ma avevamo calcolato male le distanze... è molto lontana! Appena arrivati un canto dei bimbi ci accoglie festoso, poi tutti, di corsa, per alzare il grande palo, il “Mastro” di San Francesco per dare inizio ai nove giorni di preghiera in preparazione alla festa del patrono. Scoppiati molti mortaletti, con molta gioia tutti entriamo nella chiesetta che diventa stretta per l’occasione, celebriamo l’Eucaristia. Moses, pescatore e padre di quattro figli, marinaio che mi accompagna nei viaggi, che è anche ministro della Parola, guida la liturgia fino all’offertorio, io continuo con la parte eucaristica. Il pesce e la farina di mandioca sono già sulla tavola e, per l’occasione, anche la porchetta... così tra una porzione e l’altra ci raccontiamo la vita che scorre lungo il fiume. È tempo di politica, in novembre ci saranno le elezioni per il sindaco e i consiglieri comunali. Ci sono due candidati forti, uno che è già stato sindaco per dodici anni e é di quelli che comprano il voto e poi si fanno i loro interessi; l’altro, un commerciante, che non promette, ma dice di voler amministrare i soldi pubblici per il bene di tutti. Conversiamo e scambiamo opinioni, per arrivare ad un consenso: è meglio rinunciare ad un aiuto immediato e individuale, per scommettere su una amministrazione che sia per il bene di tutti e per migliorare i servizi basici di salute ed educazione alle Comunità. Così la Chiesa fa politica, imparando da Maria che non accetta di essere segregata in sagrestia, ma, nell’ascolto del Maestro si fa discepola-missionaria del Regno di giustizia e di pace. Venerdì 9 ripartiamo per incontrare le altre undici Comunità fino ad Ipiranga, sul confine con la Colombia, torneremo il 18 dopo un lungo silenzio di cellulare e internet, ascoltando solo la foresta, il fiume e quanti incontreremo lungo il viaggio.

 

La Madonna del rosario, 7 ottobre 2020 

 

 


 

Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...