Ciao
a tutti, anche quest’anno la Pasqua illumina i nostri giorni. Sto viaggiando
sul grande fiume, quando siamo partiti, il 10 marzo, la luna era appena un filo
nel cielo stellato, ora è già più della metà e sarà luna piena il 31, giorno
della Pasqua di Risurrezione del Signore Gesù.
Sappiamo
che il giorno del Natale, 25 dicembre, è stato scelto per sostituire,
battezzare si dice qui da noi, la festa pagana del Sole. È la nascita del
Figlio di Dio che ha portato la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Così
la Pasqua, festa della primavera, della vita che rinasce dopo il lungo inverno,
coincide con la luna piena che rischiara la notte e vince le tenebre. Navigare
lungo il fiume di notte non è facile, si può perdere la rotta, mi è già
capitato alcune volte di credere di star risalendo il fiume, e invece stavamo
scendendo, ritornando al punto di partenza. Quando c’è la luna piena invece è
molto bello viaggiare anche durante la notte, tutto è chiaro di una luce che
non abbaglia, ma ti permette di trovare la rotta giusta, e la notte non ha
potere di ingannarti e farti perdere la direzione. Così credo sia la Pasqua di
Risurrezione. Una presenza che non ferisce e non obbliga, ma ti da
l’opportunità di navigare nel mare della vita, nonostante la notte e le
burrasche a volte con onde alte, è la possibilità reale di non perdere la
direzione, di non tornare indietro sui propri passi, di non rinnegare la
speranza che ci chiede sempre di guardare avanti. In questo viaggio missionario
abbiamo riflettuto sul Perdono, come possibilità reale di ricostruire la vita.
Perdonare non è dimenticare, nessuno
dimentica! Perdonare è riconcedere fiducia a sé stessi e all’altro. Perdonare
sempre, settanta volte sette, senza stancarsi, nella consapevolezza che tutti
noi abbiamo ricevuto gratuitamente la vita dalla bontà di Dio e siamo sempre
accolti e perdonati da Lui. Così Gesù sulla croce si rivolge al Padre: “Perdona
a loro perché non sanno quello che fanno”, perdona a tutti, anche se
soprattutto a chi non lo merita. E ancora al ladrone che condivide la sua morte
ingiusta dice: “Oggi sarai con me nel paradiso”. Non sanno quello che
fanno, come tanti nel mondo di oggi che provocano guerre e morti ingiuste, che
non sanno o non vogliono accogliere i fratelli e le sorelle che cercano vita;
non sanno quello che fanno, ma che, se aprono gli occhi e si rendono conto
dell’obbrobrio, di aver rubato tante vite umane, allora sono inondati
dall’amore del Signore che salva.
Ho
augurato Buona Pasqua alla mia gente, alle famiglie che sto incontrando in
questo viaggio; ho augurato fraternità, perdono, pace, accoglienza. E una mamma
mi ha risposto: “Sì padre, che sia una Pasqua con molto pesce, molto assaì (una
bevanda fatta con frutti di palma), molta macaxeira e farina perché tutti
possiamo mangiare e bere con abbondanza. Mi sono reso conto di come io ero
ancora astratto e concettuale, mentre loro sono concreti: quando c’è cibo per
tutti ed è condiviso, quando nessuno è malato o escluso, allora c’è pace e
prosperità. Chiediamo al Signore della Vita che anche nelle nostre case e fra
le nostre nazioni ci sia questa coerenza, che papa Francesco ci ha ricordato
con quella bellissima affermazione: “A Pasqua mangiate quello che vi pare,
ma vogliatevi bene!”. Buona Pasqua di vero cuore. Grazie a ognuno e ognuna
di voi. Il Signore ci guardi e ci doni la sua Pace. Un grande abbraccio a
tutti.
Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia
Santo Antonio do Içá, 24 marzo 2024 –
memoria del martirio di Oscar Romero