domenica 24 aprile 2022

Impressioni dopo il ritorno in diocesi durante il mese di marzo 2022

 



RITROVANDO REGGIO EMILIA


Ho passato il mese di marzo a Scandiano, con la mia famiglia, ma continuando un ‘vagabondaggio’ missionario, visitando molte parrocchie della diocesi, incontrando diverse persone.  È bello rivedere la famiglia e riunirsi dopo molto tempo, è bello ritrovare molti volti amici e comunità conosciute (e qualcuna nuova). Ho avuto modo di dialogare con il vescovo Giacomo, il vicario don Alberto, con don Pietro e la equipe del Centro Missionario: è importante mantenere un confronto aperto e costante per noi che viviamo così lontani.

Dopo pochi giorni dal mio arrivo sono giunte tante richieste: celebrazione delle messe, incontri sulla missione, visita ad alcune famiglie, incontri con alcune persone…. Questo per tutti i giorni della mia permanenza nel mese di marzo, tempo di quaresima, in particolare dedicato alle nostre missioni diocesane. (E non sono nemmeno riuscito ad arrivare in tutte le comunità e a incontrare tutte le persone che mi avevano contattato.)
Cosa pensare? Evidentemente una sensibilità missionaria nella nostra diocesi non è morta, forse solo affievolita rispetto agli anni passati.  Ho pensato che - malgrado tendenze mondiali a proteggere con la forza i propri spazi, a enfatizzare la propria identità nazionale anche contro gli altri, a costruire muri per difendere i propri privilegi, a non avere scrupoli nello sfruttamento degli altri-  ci sia nel cuore delle persone un grande desiderio di pace, di comunione, di giustizia, di fratellanza, che si manifesta anche in una necessaria apertura alla mondialità ( fraternità universale).  
 - Sono stato piacevolmente sorpreso dalle tante richieste ricevute per dare testimonianza della nostra presenza in Amazzonia;  credo ci sia anche la curiosità nei confronti di questa nuova esperienza missionaria, situata in un luogo di periferia da tanti punti di vista; un luogo di richiamo per le sue particolarità geografiche ma piuttosto sconosciuto riguardo la vita ecclesiale.



Ho notato interesse per le nostre attività e una sincera partecipazione, una disponibilità ad accompagnare e aiutare e questo è molto nobile e bello da parte della chiesa reggiana, e veramente tante persone hanno manifestato la loro vicinanza e amicizia. Un segno dello Spirito Santo, che tende a unire anche ció che sembra lontano, che crea comunione, e che spinge alla evangelizzazione.   Si, un segno dell’incontro con il Cristo Risorto e della presenza dello Spirito è la spinta alla evangelizzazione, il desiderio di annunciare la Parola di salvezza a tutti, senza confini, e che il Regno di Dio sia visibile già su questa terra.

Mi sono interrogato: come è possibile che con tutti i problemi che abbiamo in diocesi, che abbiamo in Italia e in Europa, ci sia una attenzione ad una povera missione nel cuore della Amazzonia? Probabilmente alcune comunità reggiane hanno maturato la consapevolezza che le missioni diocesane sono parte della pastorale ordinaria e che quindi tutti siamo partecipi della vocazione evangelizzatrice anche in terre che non corrispondono al territorio della provincia di Reggio.  A servizio della diocesi di Alto Solimões siamo per ora in due preti, non a titolo individuale, ma a nome di tutti voi! E in attesa di altri fratelli e sorelle disponibili a spendersi in questa terra per un periodo della propria vita.



Nelle mie visite nel reggiano ho incontrato comunità messe a prova dalla pandemia ( sinceramente ho provato fastidio per le liturgie ancora irrigidite dalle norme anti-Covid: la distanza, alcool di continuo, il green-pass, le maschere, vietati i contatti, non ci sono processioni alla presentazione dei doni e alla comunione: una liturgia innaturale, e spero si possa arrivare presto a cambiare e a umanizzare le celebrazioni - però non sono un medico e forse queste norme sono necessarie, anche se mi sembrano eccessive!-).
Ma credo che le comunità siano in difficoltà anche per altri motivi, e un sintomo tra i più evidenti è che gli adolescenti e i giovani sono poco presenti, sembra che la Chiesa non offra nulla di significativo per loro; certo, in qualche luogo i giovani ci  sono, forse dove si dà spazio all’ascolto dei loro vissuti e sensibilità e si fanno proposte chiare e evangeliche. Credo sia forte il desiderio di Dio nei giovani, e il Vangelo di Gesù è parola di salvezza per tutti ma dobbiamo imparare ad annunciarlo in modo significativo nella situazione storica attuale, lasciandoci guidare dallo Spirito e amando le persone così come sono, anche con gli errori e contraddizioni che ci caratterizzano. Mi chiedo: siamo una chiesa che sa accogliere gli adolescenti e giovani, che sa comunicare, che è appassionata e trasmette speranza?

-         Ho incontrato vari preti e diaconi, molto impegnati, perseveranti anche se denunciando stanchezze e qualche delusione. Qualcuno ammalato, molti anziani. Il nuovo vescovo Giacomo è stato accolto bene, e il suo stile amichevole, sereno e comunicativo sta aiutando il nostro clero a ritrovare uno spirito di comunione, la libertà di manifestarsi, di aiutare e essere aiutati dai confratelli. La presenza paterna e disponibile del vescovo è sempre desiderata dai preti e diaconi, che sono i primi collaboratori.

-         Incontrando il gruppo dei preti giovani, e in seguito i seminaristi, ho dato la mia testimonianza missionaria, desiderando anche suscitare nuove disponibilità per le missioni; e mi fa piacere che ci sia la libertà di interrogarsi riguardo questo tipo di chiamata.



-         Ho incontrato diverse persone desiderose di parlare, di confrontarsi, di sfogarsi, di chiedere consiglio; ciò conferma che la disponibilità dei preti e altri ministri ad incontrare le persone, a visitare le famiglie, ad ascoltare senza pregiudizi, è sempre un dato essenziale per il futuro della evangelizzazione.

-         Dovremmo però essere più liberi dagli eccessi burocratici- istituzionali per avere la calma e apertura per ascoltare con il cuore le persone.

Ringrazio tutti per gli incontri fatti in questo mese, per la partecipazione, l’interesse, l’amicizia e per gli aiuti che continuate ad offrirci per la missione amazzonica! Noi continueremo a comunicare con le nostre lettere e a leggere quelle che vorrete inviarci.
La animazione del Centro Missionario aiuterà a mantenere vivi i rapporti e a realizzare un nuovo modo di essere Chiesa nel nostro tempo, per una evangelizzazione efficace.
Rimane aperto un interrogativo, la cui risposta dipende dal contributo di tutti: quanto la Chiesa reggiana vuole continuare a impegnarsi per la missione in Amazzonia e per le missioni in generale? 

Don Gabriele Burani, Santo Antonio do Içà, 21 aprile 2022

 

 

venerdì 15 aprile 2022

AUGURI DI PASQUA DALL'AMAZZONIA

 




Sono a Ipiranga, sul confine con la Colombia per celebrare la Pasqua. Sono arrivato il Venerdì Santo verso sera, rimango il sabato e Domenica inizio il ritorno verso casa. Passando in tutte le Comunità per celebrare la Risurrezione, ultima e definitiva Parola di Dio sulla storia umana.

Abbiamo iniziato il nostro viaggio dalla Comunità Tikuna di Vista Alegre. Arrivando incontro il cassique Santiago, un uomo giovane, sui 35 anni, padre di cinque figli. Lo saluto:

"Che bello incontrarti! In febbraio non ci eravamo visti, stavi viaggiando".

"Si, padre, ero a Tonantins, ho accompagnato mia moglie perché mio suocero stava male, così siamo rimasti là per aiutare la sua famiglia. Siamo ritornati la settimana scorsa, ora mio suocero sta bene, e noi siamo potuti ritornare a casa".



"Meno male, che tutto si è risolto bene... ora il papà di tua moglie è guarito, grazie a Dio!" Gli dico, e lui mi risponde:

"Si, padre, ora sta bene, è morto e non soffre più, ora è nelle mani di Dio, e noi siamo contenti per lui, non ha più bisogno del nostro aiuto. Oggi sono sette giorni dalla sua partenza, nella messa possiamo ringraziare il Signore che è stato buono con lui".



Santiago mi ha spiazzato... lo guardo, sorrido, vedo la sua serenità e penso: davvero sono i poveri che ci evangelizzano! Vi auguro una buona Pasqua di Risurrezione. Restiamo vicini come Maria e Giovanni sotto la croce, sentiamoci tutti fratelli, figli e madri gli uni per gli altri, fino al giorno senza fine, quando anche la morte verrà eliminata per sempre, anche il dolore e le guerre, anche l'egoismo e l'ingiustizia, le paure dei nostri fantasmi, che ci impediscono ancora di volerci bene.

Buona Pasqua. Gabriel

Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...