RITROVANDO
REGGIO EMILIA
Ho passato il mese di marzo a Scandiano, con la mia
famiglia, ma continuando un ‘vagabondaggio’ missionario, visitando molte
parrocchie della diocesi, incontrando diverse persone. È bello rivedere la famiglia e riunirsi dopo
molto tempo, è bello ritrovare molti volti amici e comunità conosciute (e
qualcuna nuova). Ho avuto modo di dialogare con il vescovo Giacomo, il vicario
don Alberto, con don Pietro e la equipe del Centro Missionario: è importante
mantenere un confronto aperto e costante per noi che viviamo così lontani.
Dopo
pochi giorni dal mio arrivo sono giunte tante richieste: celebrazione delle messe,
incontri sulla missione, visita ad alcune famiglie, incontri con alcune persone….
Questo per tutti i giorni della mia permanenza nel mese di marzo, tempo di
quaresima, in particolare dedicato alle nostre missioni diocesane. (E non sono
nemmeno riuscito ad arrivare in tutte le comunità e a incontrare tutte le
persone che mi avevano contattato.)
Cosa pensare? Evidentemente una sensibilità missionaria nella nostra diocesi
non è morta, forse solo affievolita rispetto agli anni passati. Ho pensato che - malgrado tendenze mondiali a
proteggere con la forza i propri spazi, a enfatizzare la propria identità
nazionale anche contro gli altri, a costruire muri per difendere i propri
privilegi, a non avere scrupoli nello sfruttamento degli altri- ci sia nel cuore delle persone un grande
desiderio di pace, di comunione, di giustizia, di fratellanza, che si manifesta
anche in una necessaria apertura alla mondialità ( fraternità universale).
- Sono stato piacevolmente sorpreso dalle
tante richieste ricevute per dare testimonianza della nostra presenza in
Amazzonia; credo ci sia anche la
curiosità nei confronti di questa nuova esperienza missionaria, situata in un
luogo di periferia da tanti punti di vista; un luogo di richiamo per le sue
particolarità geografiche ma piuttosto sconosciuto riguardo la vita ecclesiale.
Ho
notato interesse per le nostre attività e una sincera partecipazione, una
disponibilità ad accompagnare e aiutare e questo è molto nobile e bello da
parte della chiesa reggiana, e veramente tante persone hanno manifestato la
loro vicinanza e amicizia. Un segno dello Spirito Santo, che tende a unire
anche ció che sembra lontano, che crea comunione, e che spinge alla
evangelizzazione. Si, un segno dell’incontro con il Cristo
Risorto e della presenza dello Spirito è la spinta alla evangelizzazione, il
desiderio di annunciare la Parola di salvezza a tutti, senza confini, e che il
Regno di Dio sia visibile già su questa terra.
Mi
sono interrogato: come è possibile che con tutti i problemi che abbiamo in
diocesi, che abbiamo in Italia e in Europa, ci sia una attenzione ad una povera
missione nel cuore della Amazzonia? Probabilmente alcune comunità reggiane
hanno maturato la consapevolezza che le missioni diocesane sono parte della pastorale
ordinaria e che quindi tutti siamo partecipi della vocazione evangelizzatrice
anche in terre che non corrispondono al territorio della provincia di
Reggio. A servizio della diocesi di Alto
Solimões siamo per ora in due preti, non a titolo individuale, ma a nome di
tutti voi! E in attesa di altri fratelli e sorelle disponibili a spendersi in
questa terra per un periodo della propria vita.
Nelle
mie visite nel reggiano ho incontrato comunità messe a prova dalla pandemia (
sinceramente ho provato fastidio per le liturgie ancora irrigidite dalle norme anti-Covid:
la distanza, alcool di continuo, il green-pass, le maschere, vietati i
contatti, non ci sono processioni alla presentazione dei doni e alla comunione:
una liturgia innaturale, e spero si possa arrivare presto a cambiare e a
umanizzare le celebrazioni - però non sono un medico e forse queste norme sono
necessarie, anche se mi sembrano eccessive!-).
Ma credo che le comunità siano in difficoltà anche per altri motivi, e un
sintomo tra i più evidenti è che gli adolescenti e i giovani sono poco
presenti, sembra che la Chiesa non offra nulla di significativo per loro; certo,
in qualche luogo i giovani ci sono,
forse dove si dà spazio all’ascolto dei loro vissuti e sensibilità e si fanno
proposte chiare e evangeliche. Credo sia forte il desiderio di Dio nei giovani,
e il Vangelo di Gesù è parola di salvezza per tutti ma dobbiamo imparare ad
annunciarlo in modo significativo nella situazione storica attuale, lasciandoci
guidare dallo Spirito e amando le persone così come sono, anche con gli errori
e contraddizioni che ci caratterizzano. Mi chiedo: siamo una chiesa che sa
accogliere gli adolescenti e giovani, che sa comunicare, che è appassionata e
trasmette speranza?
-
Ho incontrato vari preti e diaconi, molto
impegnati, perseveranti anche se denunciando stanchezze e qualche delusione.
Qualcuno ammalato, molti anziani. Il nuovo vescovo Giacomo è stato accolto
bene, e il suo stile amichevole, sereno e comunicativo sta aiutando il nostro
clero a ritrovare uno spirito di comunione, la libertà di manifestarsi, di aiutare
e essere aiutati dai confratelli. La presenza paterna e disponibile del vescovo
è sempre desiderata dai preti e diaconi, che sono i primi collaboratori.
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Incontrando il gruppo dei preti giovani, e
in seguito i seminaristi, ho dato la mia testimonianza missionaria, desiderando
anche suscitare nuove disponibilità per le missioni; e mi fa piacere che ci sia
la libertà di interrogarsi riguardo questo tipo di chiamata.
-
Ho incontrato diverse persone desiderose
di parlare, di confrontarsi, di sfogarsi, di chiedere consiglio; ciò conferma che
la disponibilità dei preti e altri ministri ad incontrare le persone, a
visitare le famiglie, ad ascoltare senza pregiudizi, è sempre un dato
essenziale per il futuro della evangelizzazione.
-
Dovremmo però essere più liberi dagli
eccessi burocratici- istituzionali per avere la calma e apertura per ascoltare
con il cuore le persone.
Ringrazio
tutti per gli incontri fatti in questo mese, per la partecipazione,
l’interesse, l’amicizia e per gli aiuti che continuate ad offrirci per la
missione amazzonica! Noi continueremo a comunicare con le nostre lettere e a
leggere quelle che vorrete inviarci.
La animazione del Centro Missionario aiuterà a mantenere vivi i rapporti e a
realizzare un nuovo modo di essere Chiesa nel nostro tempo, per una
evangelizzazione efficace.
Rimane aperto un interrogativo, la cui risposta dipende dal contributo di tutti:
quanto la Chiesa reggiana vuole continuare a impegnarsi per la missione in
Amazzonia e per le missioni in generale?
Don
Gabriele Burani, Santo Antonio do Içà, 21 aprile 2022