martedì 6 luglio 2021

Beviamo l’acqua della pioggia

 

 

don Gabriele Carlotti

La parrocchia di Santo Antonio di Lisbona si trova nel comune di Santo Antonio do Içá, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana. Appartiene alla Diocesi dell’Alto Solimões il cui vasto territorio, 131.000 kmq, è molto ricco e interessante dal punto di vista naturalistico, anche se spesso è sfruttato da potenze economiche straniere e anche locali. Nella nostra terra vivono diversi popoli indigeni, il più numeroso dei quali è il popolo Tikuna, ma abbiamo la presenza anche di Kocama e Caixana, oltre alla popolazione discendente di europei e proveniente da altri stati del Brasile.





Nella parrocchia abbiamo 8 comunità nei quartieri cittadini, 3 comunità sul fiume Solimões (Rio delle Amazzoni) e 25 comunità sul fiume Içá (il Rio Putumaio che entra in Brasile dalla Colombia). Oltre a queste comunità cattoliche, ci sono lungo il fiume Içá altre 26 comunità delle quali 6 evangeliche e 21 della chiesa della croce (nata nel secolo scorso dal missionario irmão José). Cercheremo di accompagnarle tutte per la difesa e promozione della vita, perché l’acqua è un bene e un diritto fondamentale di tutti. Il nostro Dio, il Dio della Vita, non fa differenze di religione!

Il Comune ha il 47,1% della sua popolazione lungo i fiumi, secondo i dati dell’ultimo censimento del 2010.

Secondo un articolo pubblicato nella “Revista Políticas Públicas & Cidades”, nel dicembre del 2017, la microregione dell’Alto Solimões ha il peggiore Indice di Sviluppo Umano (IDH) non solo dello stato dell’Amazzonia, ma del Brasile stesso.

Município

Ranking Nacional

IDH-M

IDH-M Renda

IDH-M Longevidade

IDH-M Educação

Atalaia do Norte

5563º

0,450

0,481

0,733

0,259

Sto. Antônio do Içá

5541º

0,490

0,438

0,759

0,353

São Paulo de Olivença

5453º

0,521

0,471

0,780

0,386

Tonantins

5225º

0,548

0,508

0,779

0,416

Benjamin Constant

4764º

0,574

0,526

0,763

0,471

Tabatinga

3771º

0,616

0,602

0,769

0,505

Amaturá

5049º

0,560

0,499

0,773

0,455

Jutaí

5477º

0,516

0,528

0,766

0,340

Fonte Boa

5394º

0,530

0,518

0,719

0,400

Índice de Desenvolvimento Humano Municipal (IDH-M), Microrregião do Alto Solimões.

 

Nonostante la ricchezza di acqua della foresta amazzonica, non è garantita la possibilità di acqua potabile e di qualità in tutte le nostre comunità, dovuta ai continui cambiamenti del livello dei fiumi nelle stagioni di piena e di grandi secche, come pure al fatto che la maggioranza della popolazione beve dell’acqua del fiume o dei ruscelli e dei pozzi, senza nessun trattamento.

L’alternativa a questa acqua inquinata, è la raccolta dell’acqua piovana.



Per questo, con l’intento di aiutare ad avere la disponibilità di un’acqua pulita e potabile, la nostra parrocchia, attraverso la solidarietà di amici e comunità italiane, offre ad ogni famiglia una cassa di 500 litri per raccogliere l’acqua della pioggia, usando il tetto di lamiera della propria casa. Siamo coscienti che questo non risolve tutti i problemi, perché è necessaria una educazione alla raccolta e al trattamento e conservazione dell’acqua piovana, affinché non sia contaminata. Sappiamo che governo municipale, statale e federale avrebbero la possibilità di risolvere il problema della mancanza di acqua potabile, purtroppo manca la volontà politica di farlo! E nel Brasile attuale, con il governo che abbiamo, una politica che difenda e promuova la vita è davvero lontana dalla realtà. È aumentato il disboscamento della foresta e il commercio illegale del legname pregiato, sono sostenuti i grandi allevamenti di bestiame che hanno bisogno di molti ettari di pascolo, come anche l’agro-negozio che favorisce la monocultura in larga scala. Anche l’industria della minerazione dell’oro e dei diamanti è cresciuta molto, pur nell’illegalità, visto che gli Organi di controllo del governo non funzionano o sono stati bloccati da una politica che favorisce i grandi investimenti a scapito della piccola proprietà e delle terre indigene, già riconosciute dalla costituzione federale. Sperando tempi migliori, la nostra gente si ammala e muore!



La scelta di agire per migliorare la qualità dell’acqua per consumo umano e domestico, nasce da un incontro con la comunità di São Pedro che si trova a metà del fiume Içá, a circa 180 km dalla città di Santo Antonio. Riporto quanto avevo raccontato nella lettera dell’8° viaggio:

....“Si, padre, il cassique ha avvisato per la Messa, ma ci sono molti ammalati, con febbre alta e diarrea”. Chiedo se sia malaria... no, perché non hanno i brividi e sudano molto. Chiedo che acqua bevono. Quella del fiume, mi risponde. Qui non ci sono igarapé (piccole sorgenti). Ma la trattate con il cloro...? no, è finito e qui non abbiamo nessuno della salute pubblica. Sono già stato a Juì (paese a cinque ore di canoa motorizzata), ma dicono che non possono darlo senza una richiesta del responsabile della salute... Mi ricordo, in questo momento di una frase ironica di fr. Gino, mio predecessore: “Bevete l’acqua del fiume, è così inquinata che anche i microbi e i batteri muoiono!”. Ricordandomi della mia Bahia chiedo: “Ma non potete usare l’acqua piovana? Qui piove spesso, quasi tutti i giorni...”. “Sarebbe bello, mi risponde, ma qui nessuno ha una cassa di plastica per raccogliere l’acqua, solo qualche pentola, ma finisce subito...“Incredibile, ma vero”, nel più grande bacino acquifero del mondo, l’Amazzonia, non c’è acqua pulita da bere! Il Vangelo di questa ultima domenica dell’anno liturgico ci coinvolge: “Avevo sete e mi avete dato da bere”. Così lascio alcune medicine per la febbre e la diarrea e chiedo quante case ci sono, mi rispondono cinque, bene proverò a cercare cinque casse da 500 litri ciascuna; voi pensate a come fare una specie di grondaia e al prossimo viaggio, il 12 dicembre 2020, ve le porto. Così, durante la notte, ripenso a quante famiglie devono affrontare questa situazione... Ripenso alle cisterne fatte nella secca Bahia e mi ripropongo di vedere, nei prossimi viaggi, la necessità concreta di acqua potabile, in questa Amazzonia dove piove tutti i giorni e i fiumi sono una ricchezza enorme di acqua dolce. Incredibile, ma vero!”.



Da questo incontro con la realtà nuda e cruda, ci siamo mossi per cercare aiuti per poter offrire a tutte le famiglie una cassa di 500 litri per raccogliere l’acqua della pioggia. Da quel momento abbiamo cominciato a preoccuparci con l’acqua da bere per le persone delle comunità lungo il fiume. Ad oggi abbiamo già distribuito circa 150 casse per raccogliere l’acqua piovana e continueremo, piano piano, tutti i mesi nei due viaggi missionari, a portare questo regalo alla nostra gente, fino a quando potremo farlo. 

Così la parola del Vangelo sarà accompagnata dall’acqua della vita. Solo nella comunità di Ipiranga, sul confine colombiano, abbiamo optato per fare tre riservatori comunitari di 4.000 litri ognuno. Per portare il materiale è stato fatto questo viaggio straordinario di quattro giorni, andata e ritorno sui 357 km che separano la città da Ipiranga. Abbiamo fatto questa scelta per completare un progetto già iniziato dai militari che avevano preparato alcuni riservatori comunitari per l’acqua piovana allo scopo di aiutare le famiglie. In questo modo il paese dovrebbe essere tutto servito da questi punti di raccolta e distribuzione dell’acqua da bere. Come ci ha insegnato Madre Teresa di Calcutta: “il mare e fatto di tante gocce, non facciamo mancare la nostra!”

Infine, la parrocchia ha preparato una piccola dispensa per aiutare le persone a conoscere come trattare l’acqua affinché sia potabile e di buona qualità, e come difendersi da eventuali malattie provenienti da un’acqua contaminata. Ringrazio Otilia che ha preparato il testo e Andrea che ha fatto i disegni, così importanti per comunicare con persone semi-analfabete. Questo ci darà l’occasione di dialogare su questo tema e rispondere ad eventuali dubbi o incertezze che possano sorgere. 

Le famiglie dovranno provvedere all’installazione delle grondaie in plastica e al supporto in legno per la cassa che raccoglie la pioggia. Sappiamo che non tutti lo faranno, ma preferiamo correre questo rischio per incentivare la responsabilità di ogni famiglia, proprio chiedendo questa loro minima collaborazione, coscienti che “è meglio insegnare a pescare, piuttosto che dare solo il pesce”.

Abbiamo anche la speranza che tutto questo movimento, che ha già fatto parlare nel Consiglio comunale della città, possa promuovere un maggiore impegno degli amministratori locali riguardo alla salute pubblica dei cittadini e al trattamento dell’acqua destinata all’uso domestico. Come diceva Francesco di Assisi: “Coraggio, andiamo a lavorare, perché ancora non abbiamo fatto niente...”. 

 

Gabriele Carlotti – missionario diocesano in Amazzonia

 

Santo Antônio do Içá, festa degli apostoli Pietro e Paolo, domenica 04 luglio 2021


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