La parrocchia di Santo Antonio di Lisbona si trova nel comune di Santo
Antonio do Içá, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana. Appartiene alla Diocesi
dell’Alto Solimões il cui vasto territorio, 131.000 kmq, è molto ricco e
interessante dal punto di vista naturalistico, anche se spesso è sfruttato da
potenze economiche straniere e anche locali. Nella nostra terra vivono diversi
popoli indigeni, il più numeroso dei quali è il popolo Tikuna, ma abbiamo la
presenza anche di Kocama e Caixana, oltre alla popolazione discendente di
europei e proveniente da altri stati del Brasile.
Nella parrocchia abbiamo 8 comunità nei quartieri cittadini, 3 comunità sul
fiume Solimões (Rio delle Amazzoni) e 25 comunità sul fiume Içá (il Rio
Putumaio che entra in Brasile dalla Colombia). Oltre a queste comunità
cattoliche, ci sono lungo il fiume Içá altre 26 comunità delle quali 6
evangeliche e 21 della chiesa della croce (nata nel secolo scorso dal missionario
irmão José). Cercheremo di accompagnarle tutte per la difesa e promozione della
vita, perché l’acqua è un bene e un diritto fondamentale di tutti. Il nostro
Dio, il Dio della Vita, non fa differenze di religione!
Il Comune ha il 47,1% della sua popolazione lungo i fiumi, secondo i dati
dell’ultimo censimento del 2010.
Secondo un articolo pubblicato nella “Revista Políticas Públicas &
Cidades”, nel dicembre del 2017, la microregione dell’Alto Solimões ha il
peggiore Indice di Sviluppo Umano (IDH) non solo dello stato dell’Amazzonia, ma
del Brasile stesso.
Município |
Ranking
Nacional |
IDH-M |
IDH-M
Renda |
IDH-M
Longevidade |
IDH-M
Educação |
Atalaia
do Norte |
5563º |
0,450 |
0,481 |
0,733 |
0,259 |
Sto. Antônio do Içá |
5541º |
0,490 |
0,438 |
0,759 |
0,353 |
São
Paulo de Olivença |
5453º |
0,521 |
0,471 |
0,780 |
0,386 |
Tonantins |
5225º |
0,548 |
0,508 |
0,779 |
0,416 |
Benjamin
Constant |
4764º |
0,574 |
0,526 |
0,763 |
0,471 |
Tabatinga |
3771º |
0,616 |
0,602 |
0,769 |
0,505 |
Amaturá |
5049º |
0,560 |
0,499 |
0,773 |
0,455 |
Jutaí |
5477º |
0,516 |
0,528 |
0,766 |
0,340 |
Fonte
Boa |
5394º |
0,530 |
0,518 |
0,719 |
0,400 |
Índice de Desenvolvimento
Humano Municipal (IDH-M),
Microrregião do Alto Solimões.
Nonostante la
ricchezza di acqua della foresta amazzonica, non è garantita la possibilità di
acqua potabile e di qualità in tutte le nostre comunità, dovuta ai continui
cambiamenti del livello dei fiumi nelle stagioni di piena e di grandi secche,
come pure al fatto che la maggioranza della popolazione beve dell’acqua del
fiume o dei ruscelli e dei pozzi, senza nessun trattamento.
L’alternativa a
questa acqua inquinata, è la raccolta dell’acqua piovana.
Per questo, con
l’intento di aiutare ad avere la disponibilità di un’acqua pulita e potabile,
la nostra parrocchia, attraverso la solidarietà di amici e comunità italiane,
offre ad ogni famiglia una cassa di 500 litri per raccogliere l’acqua della
pioggia, usando il tetto di lamiera della propria casa. Siamo coscienti che questo
non risolve tutti i problemi, perché è necessaria una educazione alla raccolta
e al trattamento e conservazione dell’acqua piovana, affinché non sia
contaminata. Sappiamo che governo municipale, statale e federale avrebbero la
possibilità di risolvere il problema della mancanza di acqua potabile,
purtroppo manca la volontà politica di farlo! E nel Brasile attuale, con il
governo che abbiamo, una politica che difenda e promuova la vita è davvero
lontana dalla realtà. È aumentato il disboscamento della foresta e il commercio
illegale del legname pregiato, sono sostenuti i grandi allevamenti di bestiame
che hanno bisogno di molti ettari di pascolo, come anche l’agro-negozio che
favorisce la monocultura in larga scala. Anche l’industria della minerazione
dell’oro e dei diamanti è cresciuta molto, pur nell’illegalità, visto che gli
Organi di controllo del governo non funzionano o sono stati bloccati da una
politica che favorisce i grandi investimenti a scapito della piccola proprietà
e delle terre indigene, già riconosciute dalla costituzione federale. Sperando tempi migliori, la nostra gente si ammala e muore!
La scelta di
agire per migliorare la qualità dell’acqua per consumo umano e domestico, nasce
da un incontro con la comunità di São Pedro che si trova a metà del fiume Içá,
a circa 180 km dalla città di Santo Antonio. Riporto quanto avevo raccontato
nella lettera dell’8° viaggio:
....“Si, padre, il cassique ha avvisato per la Messa, ma ci sono molti
ammalati, con febbre alta e diarrea”. Chiedo se sia malaria... no, perché non hanno
i brividi e sudano molto. Chiedo che acqua bevono. Quella del fiume, mi
risponde. Qui non ci sono igarapé (piccole sorgenti). Ma la trattate con il
cloro...? no, è finito e qui non abbiamo nessuno della salute pubblica. Sono
già stato a Juì (paese a cinque ore di canoa motorizzata), ma dicono che non
possono darlo senza una richiesta del responsabile della salute... Mi
ricordo, in questo momento di una frase ironica di fr. Gino, mio predecessore: “Bevete l’acqua del fiume, è così inquinata che
anche i microbi e i batteri muoiono!”. Ricordandomi della mia Bahia chiedo: “Ma
non potete usare l’acqua piovana? Qui piove spesso, quasi tutti i giorni...”.
“Sarebbe bello, mi risponde, ma qui nessuno ha una cassa di plastica per
raccogliere l’acqua, solo qualche pentola, ma finisce subito...“Incredibile, ma
vero”, nel più grande bacino acquifero del mondo, l’Amazzonia, non c’è acqua
pulita da bere! Il Vangelo di questa ultima domenica dell’anno liturgico ci
coinvolge: “Avevo sete e mi avete dato da bere”. Così lascio alcune medicine
per la febbre e la diarrea e chiedo quante case ci sono, mi rispondono cinque,
bene proverò a cercare cinque casse da 500 litri ciascuna; voi pensate a come
fare una specie di grondaia e al prossimo viaggio, il 12 dicembre 2020, ve le
porto. Così, durante la notte, ripenso a quante famiglie devono affrontare
questa situazione... Ripenso alle cisterne fatte nella secca
Bahia e mi ripropongo di vedere, nei prossimi viaggi, la necessità concreta di
acqua potabile, in questa Amazzonia dove piove tutti i giorni e i fiumi sono
una ricchezza enorme di acqua dolce. Incredibile, ma
vero!”.
Da questo incontro con la realtà nuda e cruda, ci siamo mossi per cercare aiuti per poter offrire a tutte le famiglie una cassa di 500 litri per raccogliere l’acqua della pioggia. Da quel momento abbiamo cominciato a preoccuparci con l’acqua da bere per le persone delle comunità lungo il fiume. Ad oggi abbiamo già distribuito circa 150 casse per raccogliere l’acqua piovana e continueremo, piano piano, tutti i mesi nei due viaggi missionari, a portare questo regalo alla nostra gente, fino a quando potremo farlo.
Così la
parola del Vangelo sarà accompagnata dall’acqua della vita. Solo nella comunità
di Ipiranga, sul confine colombiano, abbiamo optato per fare tre riservatori
comunitari di 4.000 litri ognuno. Per portare il materiale è stato fatto
questo viaggio straordinario di quattro giorni, andata e ritorno sui 357 km che separano
la città da Ipiranga. Abbiamo fatto questa scelta per completare un progetto
già iniziato dai militari che avevano preparato alcuni riservatori comunitari
per l’acqua piovana allo scopo di aiutare le famiglie. In questo modo il paese
dovrebbe essere tutto servito da questi punti di raccolta e distribuzione
dell’acqua da bere. Come ci ha insegnato Madre Teresa di Calcutta: “il mare e
fatto di tante gocce, non facciamo mancare la nostra!”
Infine, la parrocchia ha preparato una piccola dispensa per aiutare le persone a conoscere come trattare l’acqua affinché sia potabile e di buona qualità, e come difendersi da eventuali malattie provenienti da un’acqua contaminata. Ringrazio Otilia che ha preparato il testo e Andrea che ha fatto i disegni, così importanti per comunicare con persone semi-analfabete. Questo ci darà l’occasione di dialogare su questo tema e rispondere ad eventuali dubbi o incertezze che possano sorgere.
Le famiglie
dovranno provvedere all’installazione delle grondaie in plastica e al supporto in legno per la cassa che raccoglie la pioggia. Sappiamo che non tutti lo
faranno, ma preferiamo correre questo rischio per incentivare la responsabilità
di ogni famiglia, proprio chiedendo questa loro minima collaborazione,
coscienti che “è meglio insegnare a pescare, piuttosto che dare solo il pesce”.
Abbiamo anche la speranza che tutto questo
movimento, che ha già fatto parlare nel Consiglio comunale della città, possa
promuovere un maggiore impegno degli amministratori locali riguardo alla salute
pubblica dei cittadini e al trattamento dell’acqua destinata all’uso domestico.
Come diceva Francesco di Assisi: “Coraggio, andiamo a lavorare, perché ancora
non abbiamo fatto niente...”.
Gabriele Carlotti – missionario diocesano in Amazzonia
Santo Antônio do Içá, festa degli apostoli Pietro e Paolo, domenica 04
luglio 2021
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