21° viaggio missionario. 24-30 giugno 2021
Don Gabriele
Burani , 1 luglio 2021
Questa volta é don Gabriele Burani in visita alle
comunità del Rio Içá. Arrivando nella
parrocchia di Santo Antonio ci siamo divisi i compiti: io maggiormente nelle
comunità della città e le 3 del Rio Solimões e don Gabriele Carlotti nelle
comunità del Rio Içà. Ma desideravo conoscere le comunità sul fiume, cosí con
il fedele Mosé e suo figlio Moacir, partiamo il giorno 24 arrivando al
pomeriggio a Nossa Senhora de Nazaré, nella casa della signora Maria. Una piccola comunità
di 5 famiglie, le case sono vicine ed è ancora tutto allagato; lasciamo le 5
cisterne per la raccolta dell’acqua piovana.
I ragazzi sono andati in cittá perché sono iniziate le lezioni
scolastiche. Ci sono 15 persone per la
messa, riconosco due ragazzine che frequentano una comunità della città, giunte
con la famiglia per una visita ai nonni.
Chiedo se si incontrano la domenica per la liturgia e mi rispondono che la
signora che era responsabile ora è in città con i figli e non hanno chi possa
dirigere il culto; li invito ugualmente a ritrovarsi e pregare, e se hanno
difficoltà nella lettura, si può pregare ugualmente. Oggi è una giornata splendida di sole, e la
luce pomeridiana del periodo invernale è di un caldo giallo intenso che
impreziosisce la meravigliosa natura che ci circonda.
Alle 18 partiamo per la comunità di S.Jõao de Japuacuá, proprio nel giorno della Natività di S. Giovanni battista, festa della comunità. Nel villaggio ci sono 17 famiglie, indigeni tikuna ma parlano portoghese; in maggioranza cattolici ma qualcuno ‘evangelico’. Il nuovo cacique, Osmerindo, ci tiene alla vita della comunità e sembra si dia da fare per lo sviluppo del villaggio. Verso le 20,30, risolto il problema della illuminazione, celebriamo nella scuola, ovvero una grande stanza costruita in legno, come le altre case. Durante la messa celebriamo anche il battesimo di tre bambini. Qui ci sono alcune ragazze che animano il canto e due che proclamano lettura e salmo ( con qualche fatica!); la stanza è piena, con 55 persone, di cui la metà bambini. Giovani e adulti fanno tutti la comunione; una messa un po' caotica ma bella e alla fine i bambini si mettono in fila per ricevere il dono dei colori e album per disegnare; sono molto contenti di questo dono e sorridenti; anche al mattino, quando stiamo partendo, arriva qualche bambino che non era presente la sera chiedendoci timidamente i colori. Con gli adulti parliamo della intenzione di costruire una cappella, e il cacique è determinato in senso positivo. Chiedo se incontrano alla domenica per celebrare: qualche volta, non sempre. Io sempre lascio un sussidio che don G Carlotti prepara per le celebrazioni domenicali. Vedendo che ci sono molti bambini, chiedo se qualcuno della comunità, aiutato da materiale che potremmo dare, può assumere il servizio della catechesi. Li invito a pensare, io non li conosco ancora.
Un punto negativo: alla notte si avvera la profezia fatta da G Carlotti: è notte di festa e quindi danza e musica a tutto volume, tutta la notte. Pazienza! Di notte non possiamo viaggiare per altri approdi; i mei due compagni di viaggio riescono a dormire, io non molto….
Venerdì 25-06, al mattino si riparte, alle 12,30 siamo a Vista Alegre per
scaricare i serbatoi per l’acqua piovana. Al pomeriggio arriviamo alla comunità
di S.Sebastiano che
è in realtà una famiglia: due anziani, un loro figlio con il suo figlio e la
sorella di lei con il marito; le case sono ancora tutte allagate. Chiedono una
altra ‘caixa d’água’; due sono già state consegnate ma ne mancherebbe una.
Celebriamo la messa, poi verso Moinho. Anche qui tutto
allagato, ma è un villaggio maggiore; con la nostra barca ‘parcheggiamo’ di
fronte alla casa del cacique per celebrare l’eucaristia, ma lui e la moglie
sono a Santo Antonio per risolvere alcune cose relative al villaggio; malgrando
l’acqua alta qualche famiglia sta ritornando e celebriamo, con una decina di
persone. Arriva un giovane professore con la famiglie, si rende disponibile per
la lettura della messa; non è cattolico ma della chiesa ‘ Deus è amor’,
comunque partecipa alla celebrazione della eucaristia. In questa comunità
avevano iniziato a ritrovarsi per la celebrazione domenicale; da quando il
villaggio è allagato non si sono incontrati, sono andati ad abitare in altre
case, in città o all’interno dove il fiume non ha invaso la terra, ma ora
cominciano a rincontrarsi; stanno anche pensando alla costruzione di una
cappella.
Sto vedendo come la scelta di passare tutti
i mesi nelle comunità del Rio Içá sta dando frutti, qualche
comunità si sta muovendo, si ritrovano di più…. Certo, sono tutte piccole
comunità ma li possiamo accompagnare perché siano sempre più ‘chiesa’ e
raggiungano una certa autonomia.
Alle 8 di sabato 26 ripartiamo e arriviamo a S.Jõao de lago grande,
anche qui ancora tutto allagato. Con qualche difficoltà a causa dei fili
della elettricitá Mosé posiziona la barca vicino alla casa che ci ospita per la
messa; abitano 9 famiglie nella comunità, non hanno cappella. Arriviamo nel
pomeriggio quando un gruppetto di bambini gioca nuotando, e anche io ne
approfitto per una nuotata, visto che siamo in una zona non pericolosa per la
corrente. Alle 19 la messa e quando ci prepariamo per celebrare mi avvisano:
padre, manca l’energia elettrica, il carburante per il generatore è finito. Noi
chiediamo al sindaco una quantità maggiore ma non ne arriva a
sufficienza…. Celebriamo con qualche
candela; mi colpisce sempre come qui, e anche in Africa dove sono stato, la
notte è notte, è buio completo, non con il chiarore diffuso delle nostre città
europee. Il simbolo evangelico di luce/tenebra si sperimenta con forte
evidenza. Nel buio si avvicina qualche
canoa con le famiglie che vengono per la eucaristia: celebriamo con dieci
adulti e venti e più bambini, molto contenti di ricevere album e colori per
disegnare. La signora anziana mi dice che la domenica si incontrano per
pregare; mi pare di capire che non ci sono ancora persone adatte per assumere
il ruolo de “leader” di comunità, mi sembra che siano proprio agli inizi di una
vita cristiana. ma data la situazione
non ho avuto la possibilità di un dialogo più ampio, è solo una impressione
iniziale.
Domenica 27,
ripartiamo al mattino e alle 9 arriviamo a Boa
União ; sono tre
famiglie, ma una era in cittá; ci fermiamo in una casa e Francisco va a
chiamare l’altra famiglie che si trova esattamente di fronte, dall’altra sponda
del fiume, non il corso maggiore del Rio Içá ma uno dei tanti “igarapé” che attraversano la foresta. Due coppie di
giovani sposi con 5 figli ciascuna, i maggiori di 11 e 8 anni, il piú piccolo 1
anno. Sono molto cordiali e sereni, lontani da tutto, una vita non facile,
penso. Elettricitá l’hanno, quando arriva il carburante per il generatore; in
questi giorni nulla! Vedo bombole di gas, vicino a una cucina appoggiata sul
pavimento, e dall’aspetto sono mesi che nessuno la pulisce: mi dicono che non
hanno nemmeno il gas ora, per cucinare usano la legna, questa la si trova in
abbondanza qui! Ancora non si trovano per la liturgia domenicale tra loro,
lascio comunque le fotocopie con la guida per le prossime domeniche. Persone
semplici, povere, e comunicano un senso di serenità. Dopo la messa la condivisione delle caramelle
e doni ai bambini e ripartiamo.
Arriviamo a S.João da liberdade alle 16:30, la messa è
alle 19:30. Abitano qui 9 famiglie.
Intanto faccio conoscenza del professore che da 32 anni insegna qui e del del cacique ( che è protestante); hanno appena
finito una riunione, con persone della zona. Riguardo il professore non ho
capito se sia cattolico o protestante, comunque prepara la stanza della scuola
per la messa, partecipa a tutto, e mi da il microfono per avvisare le famiglie
che ci sarà la messa. I bambini giocano in riva al fiume, poi alle 17:30 i
giovani salgono al campo da calcio in alto (quello in basso è invaso dal fiume
per ora) per una partita. Alle messa partecipano 42 persone, molti bambini. Mi
dicono che il mese scorso non hanno avuto la messa perché erano quasi tutti fuori
dal villaggio. Una signora mi dice che
si incontrano la domenica per la liturgia.
Con tanti bambini, nei prossimi mesi si potrebbe parlare
del tema della catechesi; anche sarebbe bello, col tempo, migliorare la
liturgia imparando canti… ma siamo solo
agli inizi, tentando formare una vita di comunità; occorre pazienza e sperare
che ci siano persone adatte per animare e dirigere la comunità. Mi pongono una
questione: uno dei figli del professore abita con la sposa a Villa Alterosa,
paese della religione della “ Cruzada”; sono battezzati in questa chiesa che
non è in comunione con la cattolica. Lui era stato con un'altra donna, ma ora
da tempo è con questa, hanno due figlie e vorrebbero battezzarle qui nella
comunità cattolica e mi chiedono se è
possibile. Dico che dovrebbero prima essere battezzati loro, come genitori,
nella chiesa cattolica e poi battezzare i figli o che ci sia un garante-padrino
cattolico di riferimento. Loro vorrebbero anche celebrare il matrimonio: se è
matrimonio nella chiesa cattolica devono essere battezzati come cattolici. Li invito a pensarci, deve essere una libera
decisione loro, non abbiamo fretta.
Nel prossimo viaggio missionario dovrebbero comunque esserci anche altri
battesimi.
Lunedí 28 giugno arriviamo a S.Cristovão I, messa alle 10. Non hanno cappella, si celebra nella casa di una coppia, lui lavora come agente sanitario. Comunità di 6 famiglie, ma in pratica è la stessa grande famiglia: gli altri sono i figli sposati; una loro figlia è insegnante del villaggio, ha due figli e non ha marito, è ragazza-madre. Ci sono altre famiglie vicine, protestanti.
A messa 18 persone, adulti e bambini. Conoscono qualche canto, si riuniscono la domenica per celebrare. 9 bambini, tutti ancora molto piccoli; al prossima viaggio ci saranno 2 bambini per il battesimo. Stanno aspettando la barca della UBS ( Unidade basica de Saúde) con medico, infermieri che sta visitando le comunitá del fiume proprio in questi giorni.
Manacapuru Arriviamo alle 12:30 e alle 15 entriamo nella scuola dove ci aspettano per la celebrazione. Ci sono 5 case. Facciamo una piccola prova di canto, ancora non conoscono i canti della messa; la scuola è frequentata da una decina di bambini, il professore è presente alla messa, e circa 20 persone partecipano, adulti giovani e bambini. Sempre contenti i bambini nel ricevere caramelle e colori e album per disegnare. Un neonato con la mamma: alla prossima messa intendono celebrare il battesimo. Una signora mi dice che si ritrovano la domenica per la liturgia, una volta alla sponda destra del fiume, una volta alla sinistra. La maggioranza dei presenti sono battezzati, ma non hanno fatto la prima comunione e dico loro che si può organizzare una catechesi e celebrare poi la eucaristia; dopo la piena, quando riapparirà la terra, sarà più facile organizzare le cose.
La signora mi dice che vorrebbe anche costruire una cappella e il patrono della comunità sarebbe S.Francesco.
Nova Esperança Arriviamo
alle 17:30, il luogo è molto bello. C’è la cappella, dedicata allo Spirito
Santo. Qui abitano 9 famiglie. Il signor Galileo si prende cura della cappella;
mi invita anche nella sua casa, ha 5 figli, di cui 2 in S.Antonio per la
scuola. Manca la energia elettrica,
cerchiamo di anticipare la messa ma il sole qui tramonta molto presto;
celebriamo alla luce delle candele, con 15 persone. Alla domenica si ritrovano
per pregare, ma non sempre. Durante la notte si alza il vento, e al mattino ci
alziamo col cielo nuvoloso, vento e pioggia.
União de boa fé. In
pochi minuti arriviamo. Ci sono 8 famiglie e due cappelle, una nella isola
vicina dove anche hanno la scuola e abita la insegnante; chiedono aiuto per
rinnovare la chiesa di N.S. Aparecida e chiedono che si possa celebrare la
messa in ottobre lí, nel giorno della sua festa liturgica. Celebriamo nella cappella del Divino Spirito
Santo; hanno la campana, e la croce che dovranno sistemare sulla facciata della
cappella. La cappella è pulita, in ordine, con la nuova bibbia
sull’altare. A messa 12 adulti- giovani
e 20 bambini. Alcune giovani donne animano i canti; alla domenica si ritrovano
per celebrare, manca oggi la persona che normalmente dirige la liturgia. Di
fatto sono tutti della stessa famiglia, fratelli che vivono con le loro
famiglie. Il padre li ha educati nella fede cattolica; ricevono la comunione in
ginocchio e non nella mano, perché così è stato loro insegnato.
probabilmente ci sarà un battesimo quando si celebrerà la prossima messa.
Rimaniamo tutta la mattina con loro a chiacchierare e a mezzogiorno in una casa
si pranza tutti insieme; si respira un bel clima familiare di unione. Due fratelli lavorano con falegnameria. ( Qui
si potrebbe anche pensare a una mattinata di formazione, oltre alla messa).
S.Maria . Celebriamo al pomeriggio, in una stanza di una casa che
fa anche da scuola; la professoressa è protestante, e essendo fine mese è
andata in cittá per ricevere lo stipendio. Le famiglie sono contente di lei
perché si impegna ed è presente nella scuola; altre rimanevano 2 giorni nella
comunitá e poi andavano in cittá e non si facevano vedere! Solo volevano lo
stipendio. A messa sono in 15, 6 adulti
e il resto bambini. Qui mi pare che non
abbiano ancora molta coscienza/conoscenza della eucaristia; non sanno
rispondere, ma sono contenti che ci sia la messa. Mi dicono che la domenica si
ritrovano per la liturgia, e hanno intenzione di costruire una cappella, vicino
alla casa dove celebriamo. Anche qui, ci sarà un battesimo la prossima visita.
Continuiamo il viaggio fermandoci a N.S. das dores; villaggio ancora tutto allagato,
sono rimaste solo 2 famiglie cattoliche ma che oggi non sono in casa. Gli altri
sono protestanti della Assemblea di Dio; ci informiamo se loro vorrebbero i serbatoi
per l’acqua che stiamo donando alle comunità e una persona ci raggiunge con la
canoa dicendo che sarebbero felici di riceverle e ne servirebbero 8 per loro.
Questa sarebbe l’ultima comunità, potremmo tornare direttamente a casa ma non è
consigliabile viaggiare di sera; inoltre è una giornata di vento e
pioggia. Mosé dice che sarebbe meglio
andare fino a S.Vincente e dormire nell’igarapé, luogo piú tranquillo, senza la
corrente forte del fiume. Così arriviamo
e abbiamo tempo per una visita alla cappella in legno che stanno costruendo. Alla
mattina viene alla barca una bambina e ci chiede di andare alla loro casa;
parla con noi una donna malata, quasi cieca, Rosinei. Ha figli e nipoti in
casa, e ci chiede un aiuto perché nelle sue condizioni quasi non riesce a
lavorare; il marito è pescatore, con reddito incerto. Ci chiede un tanque (
piccola lavatrice) per lavare perché si trova in difficoltà, e eventualmente
alimenti.
Vedo in
generale come la scelta di una visita costante ogni mese sta dando frutti, sta
lentamente aiutando la formazione di comunità. Certo, sono in genere comunità
di poche famiglie che si riuniscono, molte volte di una sola famiglia, ma vale
la pena continuare a evangelizzare.
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