Ciao
a tutti e tutte in questo Natale di Gesù che tutti insieme stiamo celebrando!
State
facendo un buon Natale? La Parola fatta Carne vi sta parlando un poco?
Immagino
che in molti sapendo che sono prete penseranno che per me questi sono giorni
molto impegnativi ed oberati di impegni… ma non è così. Qui il Natale, come la
domenica, è diverso ed anche per noi è un giorno molto sereno ed anche di
riposo. La domenica abbiamo le Messe (da due a quattro, dipende da quanti siamo
qui), ma per il resto è difficile ci siano attività: le persone vivono la
domenica in casa o dai parenti, le strade sono quasi vuote ed è difficile che
accettino di fare attività oltre la liturgia. La prossima domenica ho proposto
un incontro dei giovani con i nostri Seminaristi, che in questo periodo sono a
casa: avevo pensato alle 18, concludendo con la Messa alle 19.30, ma mi è stato
risposto che “è troppo presto”, quindi lo faremo partendo dalla Messa delle
19.30 e poi la serata, quando “la domenica” è finita.
La
stessa cosa vale a Natale: abbiamo avuto una celebrazione bella e partecipata
nella palestra la sera del 24 alle 21, poi il 25 soltanto alle 17.30 nella
comunità del “Menino Jesus” (Bambino Gesù), che concludeva il suo novenario, ed
alle 19.30 nella chiesa Matrice, con un’assemblea abbastanza ridotta. Di
celebrare al mattino o a metà pomeriggio non se ne parla, si sta in casa (forse
anche a smaltire la mangiata e relativa bevuta della notte del 24…).
Questo
non significa che non ci tengano al Natale: diverse comunità hanno vissuto
l’Avvento organizzando incontri nelle famiglie, preparandosi con molta serietà
(tutto in piena autonomia, noi preti lo abbiamo imparato dalle foto).
Tutto
ciò non ha tolto bellezza al Natale, gli ha anzi restituito una dimensione più
“umana”, familiare e semplice, meno legata all’ansia di disparate celebrazioni:
c’è stato il tempo per stare in casa, per pranzare con le nostre missionarie,
anche per pregare un po’…
È
stato anche un tempo che mi ha aiutato a intravedere alcuni indirizzi per la
mia presenza qui, per iniziare a delineare che cristiano e che prete voglio
essere qui. La cosa che mi si sta aprendo davanti in modo più chiaro è la
priorità da dare all’ascolto ed al dialogo.
In
questo discernimento fino ad ora mi hanno aiutato alcune esperienze.
Innanzitutto
le Confessioni, nelle quali ho iniziato a raccogliere bisogni di accoglienza e
riconciliazione enormi.
Poi
la visita al carcere, con le due celle strapiene di giovani ed adulti, quasi
tutti persone del paese: 19 stipati in due alte stanze, con amache su diversi
livelli. Cosa è possibile fare per loro? La prima cosa che mi è venuta da dire
è stato: dare uno spazio periodico di dialogo e se vogliono di Confessione. Ne
sto parlando con un amico poliziotto, pare che la cosa sia possibile. Ci preghiamo sopra.
Poi
il trovarmi più spesso con i giovani, soprattutto con i “coroinas” che fanno
servizio nella liturgia, e che mostrano un grande desiderio di sentirsi
accettati, ascoltati ed accolti.
Poi
le (poche) occasioni di approccio con le chiese evangeliche: in particolare con
la chiesa Battista Tradizionale, che ha usato le nostre strutture per
presentare uno spettacolo natalizio, e con l’Assemblea di Dio Tradizionale.
Sono le chiese un po’ più vicine al protestantesimo e pentecostalismo classico,
che hanno una struttura di vita e di fede un po’ più simile alla nostra e che
paiono meno aggressive verso il cattolicesimo.
Con
l’Assemblea di Dio mi ero fatto un proposito, che stamattina grazie a Dio si è
realizzato. Alla “Marcha Jesus” il pastore di questa chiesa si era fermato a
salutarmi ed io mi ero proposto di ripassare da lui per farli gli auguri di
Natale.
Questa
mattina sono casualmente passato davanti alla sua chiesa e c’era il culto. Ho
provato a fermarmi e visto che stava dando gli “avvisi” ho potuto aspettare che
finisse la celebrazione per andare a salutarlo.
Mi
ha fatto festa, raccontando del viaggio appena fatto con la moglie nel
ventennale del matrimonio e della rappresentazione natalizia che hanno fatto
nella loro chiesa. Mi ha anche presentato l’altro pastore di questa comunità e
chiesto di fare una foto insieme. Visto che gli ho chiesto di guardare la
Bibbia che avevano in mano mi ha raccontato che ha anche una Bibbia cattolica,
regalatagli da una zia che era Ministra della Comunione.
È
poca cosa, ma credo che ora per loro sarà più difficile parlare male dei
cattolici e per me parlare male degli evangelici… Speriamo che si possano avere
ulteriori sviluppi, sarebbe un bene per tutti e per l’annuncio del Vangelo,
nostro e loro!
Il
Signore ci accompagni e ci aiuti ad Incarnare ancora la sua Parola in mezzo a
noi!
Pe.
Paolo




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