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sabato 20 dicembre 2025

CIAO A TUTTI! PRIMA LETTERA DI DON MARCO DALL'AMAZZONIA

 

Il porto di santo Antonio do Iça, la città dove don Marco è arrivato per la missione in Amazzonia



Prima di partire sono rimasto d’accordo di scrivere una lettera al mese. Mi piacerebbe indirizzarle tutte. Non nel senso di scriverle solo per alcuni, ma a tutti, ma mentre scrivo, pensare specialmente a qualcuno. A volte lo potrei esplicitare e altre no.

La prima lettera non posso non scriverla ai giovani di Castelnovo, pensando alla cena di Natale che faranno in oratorio venerdì 19 dicembre. Ho letto nei messaggi che sarete tantissimi e questo mi fa molto piacere, non per il numero, ma per la continuità.

In questa prima lettera chiedo scusa se non sarò all’altezza dei predecessori, se da quel che scrivo non ci sarà da trarre molto, se … e me ne dispiaccio se leggerle potesse esser solo tempo perso. Sappiate che nulla è fatto con coscienza di cattiveria. Da parte mia accetterò suggerimenti di qualsiasi tipo e, se potrò e se sarà nelle mie possibilità, farò volentieri.

Mi piacerebbe restar fedele a questo scriverci, a questo scambio.

E se scambio è, prima di tutto vi chiedo: come state? Non è una domanda di rito! Chiedo a chiunque di voi: come stai? Chi vorrà potrà rispondermi personalmente; mi interessa. Molto. Grazie a tutti.

Continuo dicendo che mettermi davanti a questo computer per scrivervi mi fa nuovamente scendere lacrime; la vostra immagine è ancora molto viva nel mio cuore.

Pensando che questa lettera possa esser letta all’inizio della suddetta serata e ricordandomi che coi giovani, come con tutti, bisognerebbe essere brevi, allora scelgo di condividere soltanto una cosa, anche perché sono appena arrivato e vorrei tacere ed ascoltare, prima di parlare. Ripeto, bisognerebbe star zitti e fare una media un po’ più lunga rispetto a qualche oretta passata qui, senza saper nemmeno dire “prego” (non so ancora come si dica, ma so dire “grazie”, con tutta la pazienza che la gente, per primo don Paolo, ha con me: obrigado).

La piazza con la Chiesa di santo Antonio


E l’unica cosa che condivido è questa: mi pare di vedere che in tutto questo, tutto quello che sta accadendo, il Signore sia fedele. Il Signore passa e chiama. Come? Non si sa. A fare cosa? Non è chiaro. Ma non mi interessa molto, onestamente. Invece, mi pare di scorgere quel filo rosso che tante cose lega, che unisce e che permette di vedere … alcuni direbbero “un senso”. Io non voglio spingermi troppo avanti, semplicemente perché i conti nella propria vita li può fare solo il diretto interessato. Nessuno può farli per te, al tuo posto. É la tua vita. E in questa vita mi pare di vedere che Dio sia fedele (si scrive “fiel”, si legge “fieu”).

Non so dove sono, ma non mi sento “gettato” a caso nel mondo. Non so fare e dire nulla, ma non mi sento “inutile”, di esser qui a buttare la mia vita (come se le vite si misurassero con quello che facciamo e coi successi che possiamo avere … un po’ da sorridere mi viene, perché il mondo la pensa così, invece). A voi dico, incrociando le dita e chiedendo anche a voi di farlo insieme con me … sto bene; mi sento bene. Questa è la cosa più grande che io possa dirvi. Ecco perché dicevo “il Signore è fedele”. Non so cosa chieda, ma non fa sentire soli, gettati, inutili. Invece accompagna, accoglie, sostiene. Soprattutto, legandomi anche al fatto che venerdì scorso voi giovani di Castelnovo avete avuto le confessioni, dico che è misericordioso. Vedete, la Bibbia inizia, subito dopo la creazione, con il peccato. Ma che peccato è? É l’uomo che, stando bene, prova a fare a meno di Dio. E io cosa ho detto prima? Che mi pare di … stare bene. Allora significa che è già iniziata la danza: io che pecco e Lui che rincorre; io che lo cerco e Lui che si cela, Lui che mi accoglie ed io che guardo altrove, Lui che ama ed io che ci provo.

Un pò di Amazzonia


Quindi due parole: Dio è fedele alle sue promesse (non so dirvi né quali sono, né come faccia) e Dio è misericordia (il più bel nome dell’amore).

Vi lascio con due citazioni da approfondire se volete:

-la prima dagli atti degli apostoli: Pietro allora prese la parola e disse: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questo è il Signore di tutti.”

-la seconda è dal più bel libro che io abbia mai letto, “Diario” di Etty Hillesum: “Tutto avviene secondo un ritmo più profondo … che si dovrebbe insegnare ad ascoltare: è la cosa più importante che si può imparare in questa vita”. (É quel filo rosso di cui parlavo prima)

Voleva essere una lettera di buon Natale e credo lo sia, perché questo auguro a me e a voi per tutta la nostra vita, auguro quello che è scritto nel salmo (22) che metto sotto, alla fine, di poterci veramente godere la vita, la fedeltà del Signore.

Un saluto ed un abbraccio a tutti, con grande cuore verso i nostri don, fra cui don Giovanni, don Alcide (un applauso e una preghiera!) e don Angelo; ai nostri super diaconi e alle super pazienti e coinvolte mogli (altro applausissimo a Ivo e la Fede!!!); ai nostri educatori, da paura (applauso senza fine), a cui con tutto il cuore auguro ogni bene per tutta la loro vita; ed, il top è sempre alla fine, a tutti voi (potete far venir giù l’oratorio … scherzavo! C’è il mutuo!), con uno speciale ricordo a chi non sta bene. Poi voi farete l’ultimo applauso ai cuochi alla fine della cena, perché, come al solito, sarà super!!!

 

Vi abbraccio e vi bacio. Col sorriso.

Buon Natale, di cuore, a tutti! Portate i miei auguri a chi non ho raggiunto, grazie! (P.s.: auguri speciali a Emma Zanet ed Annachiara, preghiamo per loro!!!)

 

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,

per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,

non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro

mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa

sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni.

 

CIAO A TUTTI! PRIMA LETTERA DI DON MARCO DALL'AMAZZONIA

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