Nelle ultime lettere che padre Gabriele Carlotti ha inviato, è emerso il problema del rapporto tra la chiesa cattolica e le altre chiese evangeliche, compresa la così detta chiesa della cruzada, nata proprio nel territorio in cui operano i missionari reggiani. Siccome molte persone si sono chieste il senso di una tale conflitto, padre Carlotti ha gentilmente inviato una sua riflessione
La questione delle chiese evangeliche,
compreso la Cruzada presente solo qui nel nostro territorio, è piuttosto
complicata. I seguaci della Cruzada dicono che fratel José non essendo stato
accolto dai preti e neanche dai pastori è stato costretto a fondare la sua
propria chiesa. E si presentano così: chiesa cattolica apostolica evangelica;
dicono di essere la propria chiesa cattolica nella sua ultima riforma...
Quanto alle chiese evangeliche degli ultimi
cinquant'anni, la loro predicazione e il loro affermarsi è sempre in
contrapposizione alla chiesa cattolica, vivono ancora "contro" e per
questo non c'è dialogo.
Devo averlo citato nel secondo viaggio, un uomo
ha chiesto durante la condivisione dell'omilia: perché noi cattolici
partecipiamo al culto delle altre chiese e loro non vengono mai ai nostri
incontri di preghiera?
Ad aggravare la situazione c'è poi il fatto
della mancanza di appartenenza dei cattolici. Per loro va bene tutto e così
piano piano si lasciano convincere a "convertirsi". Così mi ha detto
gentilmente un dirigente dell'Assemblea di Dio col quale abbiamo dialogato un
pomeriggio: si, padre, possiamo fare la messa alla sera nella scuola perché ci
sono ancora alcune famiglie che non si sono convertite e sono cattoliche,
partecipiamo tutti insieme alla preghiera perché Dio è lo stesso, è uno solo.
Ma poi alla sera lui non c'era e nessuna famiglia dell'Assemblea di Dio è
venuta. C'erano alcuni di altre chiese, come la chiesa Dio è Amore che
hanno partecipato e condiviso e ai quali ho dato la comunione senza problemi
perché effettivamente Dio uno solo.
Il dialogo è davvero difficile tra i
responsabili.
Noi manteniamo un certo rispetto, le comunità
che sono evangeliche: battista, assemblea di Dio, cruzada; le riconosciamo e
evitiamo proselitismi. Cosa che loro non fanno, ma se possono cercano di
convincere le persone, spesso con discorsi fondamentalisti basati sulla paura o
sul merito, a passare e convertirsi.
Le pecore deboli sono ancora sfruttate e le
grasse trascurate da falsi pastori!
Credo che valga ancora la pena aiutare affinché
cresca la coscienza di essere chiesa, quindi l'auto-stima di una fede che sa
dare ragione della sua speranza. Solo così il dialogo può essere autentico e
non scadere nella coercizione.
Dall'altra parte, almeno oggi, cosa che non è
sempre stata nel passato, vale la pena offrire il messaggio di liberazione
integrale che il Vangelo ci porta, liberazione anche dalle coercizioni
religiose. Solo così sarà davvero Buona Notizia per tutti. Non è quindi guerra
di religioni, ma mantenere aperta la porta sulla libertà del Vangelo. Soffro
molto quando vedo che alle persone piace essere schiave e anche sfruttate in
cambio di un sogno o una illusione ....
Per questo credo che comunque con rispetto e apertura verso tutti e tutte le forme religiose, anche ancestrali, sia importante annunciare la bellezza e la libertà del Vangelo del Signore Gesù.
Grazie! Se avete idee o suggerimenti saranno
sempre ben accetti e potranno aiutarmi.
Padre Gabriel Carlotti
I poveri hanno bisogno di appartenenza perché troppo deboli
RispondiEliminaMi pare che Gabriele stia agendo molto bene: va, cerca di condividere, e viene fuori il Vangelo nello stile di Cristo Gesù; ciò renderà poi liberi dal bisogno delle appartenenze. Eugenio