Gabriele
Carlotti – missionario diocesano in Amazzonia
Quando abbiamo fatto il calendario delle celebrazioni
mensili dell’Eucaristia, nelle 25 Comunità del rio Içà, ci siamo preoccupati
che fossero in una data vicina alla festa dei patroni, proprio per valorizzare
la festa della Comunità. In rarissimi casi siamo riusciti a far coincidere il
giorno della festa del Santo con il giorno mensile della Messa, appena per 5
Comunità i giorni coincidono, tutte le altre dovranno accontentarsi di avere il
prete per la Messa e i battesimi una sera della novena di preparazione.
Chiaramente, le prime due Comunità sono state favorite: São João de
Japuacuà il giorno 24, il patrono è
Giovanni il Battista (24 di giugno) e Nossa Senhora de Nazaré il giorno 25, la
festa della Madonna di Nazaret è proprio il 25 ottobre.
Così, passando nello scorso 25 settembre avviso le
famiglie che abitano a Nazaré, che ci rivedremo il giorno della festa. Tutti mi
guardano seri e si scambiano sguardi fra di loro, fino al momento in cui la signora
più anziana, dona Maria – è lei che invita tutti per la festa della sua
devozione – si alza e mi chiede: non potrebbe venire il giorno 24... facciamo
uno scambio con l’altra Comunità vicina... solo per questa volta. La guardo
stupito e ribatto: ma non è più bello il giorno stesso della festa della
Madonna? Tutti sorridono e un signore di mezza età, la butta lì: venga pure il
25, ma non ci saranno le condizioni per celebrare la Messa, saremo tutti
“porre”, alticci, ubriachi.... Bene, dico io, vedo con l’altra Comunità, ma
credo non ci siano problemi, ci vediamo il 24 pomeriggio verso le cinque.
Così il 24, senza molto entusiasmo partiamo da Santo
Antonio alle 12:30 e arriviamo a Nazaré verso le 5 e mezza del
pomeriggio, il fiume si è ulteriormente abbassato e in diversi punti sono
apparse altre spiagge, bisogna stare attenti a non insabbiarsi e a non prendere
qualche ramo o radice, che sono pericolosi perché capaci di bucare il fondo
della barca. C’è molta gente, saranno state un centinaio di persone, molti
bambini, anche lattanti, tanti giovani e giovani coppie, oltre, chiaro ai
veterani. Sentono il motore della barca da lontano e, incuriositi, tutti sono
sulla riva ad aspettarci. “Padre è la prima volta che c’è la messa proprio il
giorno della festa, non era mai sucesso, seja bem vindo!”. Così dopo
alcune chiacchiere in libertà, entro convinto di celebrare subito, ci sono anche
due battesimi, “filhos do boto”, di ragazze madri. Ma la sala è deserta,
solo una candela accesa davanti all’immagine della Santa. Mi guardo attorno e
comincio a girare... chi sta prendendo il latte dalla mamma, chi sta
furtivamente mangiando in cucina, una sala senza porte e senza pareti, aperta a
tutti, chi sta morosando e si è appartato un poco, chi si beve una birra in
compagnia e scoppia mortaretti. Finalmente vedo dona Maria, è lei che organizza
la festa della Madonna, viene sorridendo, con i capelli sciolti, una simpatica
vecchietta quasi ottantenne. Le chiedo: “quando celebriamo la Messa?” La
risposta è pronta: “pazienza padre, alle 8 saranno tutti pronti, li lasci
“tomar bagno (fare la doccia)”, di fatto tutti sono scesi al fiume ed è una
festa di bimbi saltando in acqua, le donne sono più riservate e fanno il bagno
vestite, gli uomini più spartani. Chiaro, tutto a suon di musica a balla!
Comincio a preoccuparmi di come sarà la celebrazione... ci penserà Dio!
Verso le 7:30 cominciano ad arrivare, così ne approfitto per chiedere di dove sono. La maggioranza viene dalla città, da Santo Antonio, tutti amici e parenti. Chiedo se partecipano di qualche comunità, la maggioranza no. Qualcuno a volte va in qualche chiesa evangelica. Una coppia giovane viene da São Paulo de Olivença, sul rio delle Amazzoni, hanno fatto 16 ore di canoa, con i loro genitori e altri della famiglia, per arrivare e partecipare alla festa della bisnonna! Bene, ho scelto alcuni canti tra i più semplici e conosciuti, il fedele Mosè mi aiuterà a cantare, perché una Messa senza canto è molto triste. All’improvviso tutti escono, c’è una canoa in arrivo. È il cantante con il suo compagno che suona la tastiera e, naturalmente, due casse acustiche stratosferiche, con tanto di luci laser... Con un po’ di pazienza cominciamo... La celebrazione dura circa una ora e mezza, con i due battesimi, e per mio grande stupore la partecipazione è delle più belle che abbia già vissuto. Il silenzio, l’ascolto della Parola, la riflessione dialogata con qualcuno che nella semplicità interviene. Anche le preghiere dei fedeli sono spontanee, quasi un miracolo! Poi la devozione di chi partecipa alla Messa in ginocchio e stringendo l’immagine di Maria di Nazaret, per ‘pagare’ una promessa fatta in tempo di malattia. Il musicista è proprio bravo e riesce ad improvvisare un accompagnamento dei canti religiosi. Tutti sono presenti, corpo e anima, lo si percepisce nell’aria, tutti stanno pregando davvero, giovani, adulti e bambini. Una delle mamme che battezza il suo bambino ha un nuovo compagno, molto giovane, lui mi chiede se ho un piccolo crocifisso da mettere al collo di quel bimbo che da oggi sarà già suo figlio, guardo nel mio zaino e trovo un Tau di Assisi... è la gioia di questo novello papà che come Giuseppe accoglie la sua donna col suo bambino. Vedo una coppia giovane, quella venuta da lontano, da sedici ore di canoa, che mi guarda come se volesse dirmi qualcosa, la celebrazione va avanti, verso la fine. Molti fanno la comunione, loro no.
Alla
fine, quando inizia la festa e la musica diventa assordante, si avvicinano.
Possiamo parlare? Dite pure. Stiamo insieme da sei mesi, viviamo a Tabatinga
perché frequentiamo la stessa università, non siamo sposati... possiamo fare la
comunione? Ci manca molto questo momento di incontro con il Signore...
Rispondo: c’è una legge e c’è la vostra coscienza. Per la legge non potreste, e
spiego loro i motivi. Ma dovete decidere in coscienza, qual è il vostro
progetto di vita? Noi vogliamo sposarci, essere una famiglia, ma adesso non
possiamo, ci mancano troppe cose... ma è il nostro sogno. Ascoltate il vostro
cuore, non si fa la comunione perché si è in regola..., ci nutriamo del
Signore Gesù, della sua Parola e del suo corpo e sangue per avere la forza di
camminare e realizzare il bene, per conservare la fede e non mollarci nelle
sfide della vita. Pregate il Signore insieme, ogni sera e ogni mattina,
e ascoltate il vostro cuore, la vostra coscienza che vi indicherà la strada
migliore, con umiltà e con gioia. Se no il prossimo prete che incontrerete
potrebbe dirvi il contrario... Grazie padre, le vogliamo bene. Vogliatevi bene
l’un l’altra e siate sereni, il Signore vi ama!
Così, ormai sono le undici di sera e decidiamo
di ritirarci sulla barca, prepariamo le amache e proviamo a dormire. La musica
ci accompagna la notte intera. Alle 6 ci alziamo, prepariamo un caffè in fretta
perché alle 8 ci aspetta un’altra comunità, quella di São João.
L’alba ormai rischiara il giorno, usciamo dalla barca e, sorpresi, ci
accorgiamo che sono tutti svegli. O meglio, non hanno dormito e si vede dalle
facce! Mamme con i bambini, giovani e ragazze, gli uomini riuniti a discutere
di politica e delle elezioni amministrative ormai imminenti. Salutiamo, per
riprendere il viaggio, ma dona Maria ci chiama: “non potete andare senza
provare il latte e cioccolato, nescau, che sempre viene offerto nella festa dei
Santi. Così, scendiamo e ci prepariamo per una seconda colazione in compagnia
di tutti i presenti. Padre, possiamo chiederle un favore? Certo, se posso.
Lasci guidare il suo compagno di viaggio, Mosè, e dia una volta sul lago
venendo verso la nostra Comunità, e ci benedica rimanendo in piedi sulla
barca... come fa il papa. E così fu, papa per 15 minuti. In un silenzio
profondamente carico di fede, all’aurora di un nuovo giorno, scende la
benedizione del Signore su coloro che hanno fatto festa alla Madonna di
Nazaret, e con applausi e mortaretti riprendiamo il viaggio. “Padre, non era
mai successo di avere la Messa il giorno della festa. L’aspettiamo il prossimo
anno, ci saremo tutti”. È la fede semplice della nostra gente, la
religiosità popolare. Che bella!
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