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venerdì 20 settembre 2024

NON SOLO CAMBIAMENTI CLIMATICI

 




 

Cari amici, in questi giorni nell’Europa e anche nel nord Italia sono riprese inondazioni importanti, che chiedono l’impegno e la solidarietà di tutti. Purtroppo, qualcuno ancora specula sul dolore di tante famiglie e sull’impegno delle amministrazioni comunali per futili motivi di interesse elettorale, questo abbruttisce ancora di più la situazione già molto difficile. All’inizio di questo anno, anche qui da noi, a Rio Grande del Sud, ultimo Stato brasiliano ai confini con l’Uruguay, come anche in altre zone del grande Brasile, siamo passati per questa emergenza di mal tempo e grandi alluvioni che hanno provocato frane in molti terreni scoscesi abitati, specie nelle “favelas” delle grandi metropoli.

Ora, qui in Amazzonia, è la seccità che sta castigando la nostra gente. Molti fiumi sono al collasso, la navigazione è difficile e pericolosa per l’emergere di rocce e spiagge che provocano naufragi. Molte Comunità sono isolate e sta scarseggiando l’acqua da bere. E per peggiorare la situazione, tutto il Brasile è in fiamme, specialmente nella parte centrale dove si concentrano i latifondi a scopo di grandi allevamenti e agro negozio. Le temperature, che ancora sono sui 40°, non aiutano e i venti alimentano le fiamme. È triste constatare che 90% dei fuochi sono opera dell’uomo e nascondono interessi economici. Qui è una certezza, lì in Portogallo non posso affermarlo, ma solo pensarlo.



Si è parlato tanto negli anni passati di questo pericolo del surriscaldamento del pianeta Terra, anche nelle importanti riunioni dei grandi del mondo, ma non abbiamo visto impegni significativi congiunti per dare una risposta responsabile a questa realtà. Anche il papa ha scritto una lettera come parola profetica sulla necessità di scelte responsabili per una ecologia integrale. Gli interessi di una parte o dell’altra hanno sempre prevalso, e il temporeggiare lascia tutto nel vago, quasi che non fosse un problema nostro. Forse per questo la madre Terra cerca di avvisarci quando ancora è tempo, ma per quanto tempo?

E se non bastasse lo spettro di una guerra totale minaccia l’Umanità. Il tessuto sociale è sempre più debole e, come in una stoffa usata senza riguardo per troppo tempo, potrebbe cedere e strapparsi, senza più possibilità di rammendo. Così gli interessi corporativi, le alleanze atlantiche, i nazionalismi e il potere delle armi contribuiscono ad accendere fuochi di odio, come se Caino non riuscisse più a riconoscere che Abele è suo fratello, figli della stessa Madre. E molti fratelli e sorelle spaventati e affamati scappano dalla miseria provocata e dall’esclusione sociale voluta indiscriminatamente. La chiusura delle frontiere e dei cuori in Europa come negli Stati Uniti d’America sembra essere l’unica risposta infantile e fallimentare, che una Umanità sazia e cieca riesce a dare. Diventa così urgente il pensare in un modo nuovo e globale perché, anche se non tutti concordano e molti oppongono resistenza, viviamo in una realtà di ‘vasi comunicanti’ dove le scelte politiche di alcuni ricadono sulla vita di tutti.



Forse è una nuova mentalità che diventa sempre più necessaria. Martini già diceva che lo spartitraffico non è più tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti. Possiamo riprendere a pensare. Possiamo agire, ci ha insegnato Paulo Freire.  Ritrovare un pensiero fraterno e corresponsabile sulla vita delle persone e il diritto di esistere dei popoli. Il nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, non ci eviterà di essere impallinati nella grande vulnerabilità che rimane sempre visibile.

Anche la Chiesa non può più continuare nei solchi di quello che è sempre stato, senza essere risposta a due grandi sfide che da tempo ci interpellano. Oggi ricordiamo il teologo Gustavo Gutierrez, padre della Teologia della Liberazione, che ha vissuto la sua pasqua di ritorno al Padre. Alla domanda: che cosa è rimasto della Teologia della Liberazione? La risposta è chiara: sono rimasti i Poveri e l’amore di predilezione che Dio ha per loro. È la sfida che il Concilio non è riuscito ad accogliere e che papa Francesco ci ripropone costantemente: Voglio una Chiesa povera e per i poveri, una Chiesa misericordiosa, ospedale de campo per curare le ferite, nave che solca i mari per salvare persone.

Allora, dopo l’estate, buona ripresa dell’anno scolastico e pastorale, che tutto sia vissuto nella corresponsabilità per la gioia e il bene comune. Grazie!

 

Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia

Santo Antonio do Içà, 20 settembre 2024 – giorno natale del teologo padre Gustavo Gutierrez


sabato 7 ottobre 2023

Tempo di secca!

 




 

Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia

 

Davvero i cambiamenti climatici si fanno sentire, che uniti al fenomeno di “El Ninho” che surriscalda l’acqua dell’oceano Pacifico, hanno favorito un grande secca nel nostro “estate amazzonico”, così chiamato perché piove poco e per questo il caldo si fa sentire più intenso. Anche in Europa il caldo è stato davvero eccezionale, e continua ad esserlo. Il papa scrive una lettera per preparare la prossima Conferenza Mondiale sul Clima che si terrà a Dubai, nella speranza che non sia solo un bla bla bla, ma un atto di responsabilità collettiva ed effettiva, per essere anche efficace. Tutti siamo coinvolti e toccati dagli eventi che ci sovrastano. L’Amazzonia non poteva restarne fuori, nonostante il fatto di essere il più grande bacino acquifero del pianeta Terra.



Ma cosa sta succedendo? Come sapete il nostro grande fiume è anche molto tortuoso e la forza dell’acqua spesso rompe gli argini aprendo varchi e scorciatoie che tagliano le curve, qui chiamati “paranà”. Nel viaggio di settembre siamo dovuti rientrare prima del previsto perché passando per il “paranà Matintin”, già abbastanza secco e con punti di soli due metri di acqua, abbiamo toccato il fondo e spezzata in due l’elica in un grosso tronco giacente nel letto del fiume. Così, piano piano siamo rientrati lasciando la visita di alcune Comunità per il viaggio seguente. L’acqua alta copre tutto, anche i pericoli, ma in tempo di secca anche un vecchio tronco diventa pericoloso e occorre molta attenzione.



Anche nella Chiesa molti pericoli sono emersi, molte fragilità e incomprensioni, non c’è più l’acqua alta della cristianità che purtroppo ha coperto molte lacune e favorito molta corruzione. Il grido di papa Francesco all’Angelus: “Peccatori si, corrotti no!” ancora risuona nella piazza San Pietro simbolo di tutte le piazze. Così il tempo di secca può essere anche un tempo opportuno per ritrovare l’essenziale e ricostruire la “sua” casa. Benedetto Sinodo che possa aprire nuovi orizzonti e nuove opportunità di dialogo e di ricerca evangelica.



Tornati a casa abbiamo cambiato l’elica, verificato il motore e ci siamo preparati per il secondo viaggio, più lungo e più faticoso. Non si possono più prendere scorciatoie, bisogna percorrere tutto il lungo fiume e aggirare le grandi spiagge che sono emerse, dobbiamo stare attenti alla profondità, perché la superficialità, in questo tempo di secca, diventa un pericolo reale. Ritornare alle origini, al corso originario del fiume. Con Francesco ritornare alla semplicità e radicalità del Vangelo. Ci hanno insegnato che la Chiesa o è missionaria o non è Chiesa. La Missione è ancora la luce per il nostro tempo, non una missione generica, ma la Missione del Signore: inviati per annunciare la Buona Notizia ai poveri. Non c’è missione senza povertà. Una povertà scelta per amore: amatevi come io ho amato voi. Dove la dignità di ogni persona è il traguardo, senza distinzione di razza, de genere o di cittadinanza.



Pensavo in questi giorni alla fragilità del nostro servizio. Le Comunità cattoliche sono le più piccole dove ancora non c’è una vita di fraternità, spesso segnate da conflitti inter-familiari e da numerosi problemi legati alla sopravvivenza. A volte mi chiedo se valga la pena investire tante energie umane ed economiche. Ma ogni volta che incontro il volto di una mamma, di un bambino, del suo papà o di quel giovane che ancora non sa leggere e scrivere, che mi salutano perché ormai mi conosco: “cosa è successo che non sei arrivato, ti abbiamo aspettato, stai bene è tutto a posto…. Si, tutto a posto, abbiamo solo rotto l’elica, ma ora l’abbiamo sostituita e siamo qui, è questo che conta”.

Sono arrivati in città alcuni pescatori: “padre, anche gli emissari dei laghi sono seccati e i pesci sono in trappola, siamo riusciti a liberare alcuni pesci grandi, presi con le reti e gettati nel fiume, ma i piccoli stanno morendo, molti sono già morti per la temperatura elevata dell’acqua e la mancanza di ossigeno”.

 Li ascolto con attenzione, pensando al viaggio della prossima settimana. Se il pesce muore, anche la pesca dei prossimi anni sarà pregiudicata, tutto è interligato (tutto è in relazione): la vita degli uni dipende dalla vita degli altri. Anche nella Chiesa e nella Società, quando c’è stagnazione alcuni grandi si salvano, ma molti piccoli muoiono. Così nelle guerre, nelle grandi migrazioni, nelle relazioni internazionali e nel cammino della fede. In alcune Comunità la nostra ‘grande’ barca non potrà entrare, c’è solo un rigagnolo d’acqua, dovremo chiedere aiuto alle piccole canoe della gente, loro ci porteranno fino a casa loro, con gioia. Il passare per la porta stretta, ora si fa molto concreto, dobbiamo spogliarci del superfluo ed essere piccoli e poveri come bambini, perché di loro è il Regno dei Cieli. Quando non possiamo cambiare il Mondo, anche se lo vorremmo, possiamo cambiare noi stessi e farci fratelli e sorelle. Gli amici si scelgono, i fratelli no; questa è la grande rivoluzione del Vangelo: siamo tutti fratelli!

Un grande abbraccio e un saluto a tutti, con l’affetto di sempre.

 

 

   Santo Antonio do Içá, 7 ottobre 2023 – memoria della Beata Vergine del Rosario

La tentazione della torre di Babele

  Paolo Bizzocchi Ciao a tutti e tutte,  eccomi ancora da voi da Brasilia. Sinceramente è una città con la quale fatico a fraternizzare… non...