sabato 21 dicembre 2024

PREPARANDO IL NATALE

 



Venerdì 20\12\24

Ciao a tutti e tutte!

Da una settimana sono tornato dal primo viaggio sul Rio Iça e tante cose sono cambiate (anche se da fuori non appare molto…): cambiate semplicemente perché… ho ricominciato a fare il parroco! Di fatto non faccio quasi nulla, perché non capisco e non riesco a comunicare e perché d. Gabriele generosamente provvede a tutto, ma le cose da parroco-appena-arrivato arrivano tutte: arriva l’ufficio da sistemare, arrivano i documenti di cui prendere visione, arriva l’appuntamento in prefeitura (municipio) per una proprietà da sistemare, arriva che c’è da andare in banca per mettere a posto le firme… In sé nonostante i tempi lunghi è tutto più semplice che in Italia, ma anche qui queste cose ci sono. 



Anche qui ci stiamo preparando al Natale… o meglio “ai natali”. Si, perché se in Italia di Natali ce ne sono sostanzialmente tre (quello dei cattolici o simili, quello degli atei o simili, quello della minoranza che appartiene ad altre religioni), qui le cose sono più molteplici e complesse. Per tutti la radice è quella ebraico – cristiana, l’Islam non c’è e l’ateismo diffuso non esiste (esiste a livello pratico, ma non è sostenuto da un movimento di idee), ma la molteplicità dei culti è notevolissima e ben difficile da inquadrare. I più vicini a noi cattolici sono gli evangelici (o “protestanti”), che qui sono presenti soprattutto con la chiesa Battista e che di certo sono cristiani; poi ci sono le chiese pentecostali ufficiali, come la “Assemblea di Dio”, con diffusione nazionale ed internazionale, che hanno un loro modo di vivere il cristianesimo; poi c’è la selva di “chiese” pentecostali locali che nascono come funghi anche una vicina all’altra, che è ben difficile capire cosa pensino e credano; poi ci sono quelli della “cruzada”, con una rigidissima morale; poi se vedi per strada una che sembra una suora o uno che sembra Mosé redivivo sono gli “Israeliti” (o “Ismaeliti”, non mi è chiaro); poi ci sono gli Avventisti, che celebrano il sabato anziché la domenica; poi ci sono i Testimoni di Geova; poi... 



Quale Natale celebrano questi credenti, che in qualche modo rapportano la loro fede a Gesù? Cosa credono o cosa non credono? Viene il sospetto (un po’ anche per i cattolici…) che a volte non lo sappiano nemmeno loro…

Di certo “i natali” qui rendono ben presente che in questo popolo la fede è qualcosa di radicato ed in qualche modo “naturale”, tanto che pur con una miriade di chiese su meno di 25.000 abitanti qui ci sono abbastanza credenti per tenerle tutte più o meno vive. Poi è chiaro che la fede cristiana si presenta con una divisione dolorosa, ma che forse loro non sempre colgono come tale (ce n’è per tutti…). 



Infine, non è facile capire cosa motivi tutta questa divisione che genera molte chiese e molti pastori. Di certo in tutte queste chiese ci sono pastori e credenti sinceri e motivati, ma un sospetto (più che un sospetto…) viene: che c’entrino molto i soldi ed il potere, o almeno l’illusione dei soldi e del potere. Perché qui in Brasile ci sono pastori ricchissimi, che sono vere star nazionali (poco tempo fa uno ha avuto un tentativo di rapina sulla sua macchina blindata seguita dalla scorta privata…): allora il tentativo di provarci viene. Magari non diventerò come quel pastore o come quell’altro, ma il mio gruzzoletto posso raccoglierlo anche qui... Di fatto la chiesa pentecostale più forte di S. Antonio esige livelli di offerte tali che la gente arriva ad indebitarsi per pagare il pastore e non essere esclusa. 

Poi c’è il potere. Qui è eclatante il caso della Cruzada: il paese ove è sepolto il fondatore (3-4.000 abitanti, su un affluente isolato del fiume) è retto dal proprio pastore con una sorta di ierocrazia dispotica, che si avvale anche di una “polizia privata” che ha una funzione simile alla polizia morale di stati guidati dall’Islam radicale. Tutto illegale, ma difficilmente perseguibile. 

Poi ci saranno anche i ben intenzionati…



Il nostro primo compito, come cattolici, è indubbiamente quello di non entrare nel gioco della competizione, perché finiremmo anche noi per agire in funzione della nostra fetta di soldi e potere. Fra tanti “natali”, celebriamo invece il “nostro” Natale fermandoci davanti alla culla del Dio così onnipotente da essersi fatto totalmente impotente, così Padre da essersi fatto figlio affidato alle cure di una madre (scelta bene…) e di un padre in tutto umani… Celebriamo il Natale guidato dall’umiltà del Dio-fatto-figlio-piccolo per noi e con lui usciamo dalle dinamiche competitive che guidano e distruggono il mondo, qualsiasi esse siano e qualunque fine esse presentino. Noi abbiamo il dono di poter annunciare che Dio è piena Misericordia, manifestata nel volto umano di Gesù: questo ci basta ed avanza. Poi le persone faranno il proprio cammino, forse andranno altrove e forse torneranno… Dio vede e conosce con Amore, non possiamo farci carico noi della libertà che il Signore ha donato all’uomo.



Un Natale di Pace a tutti e tutte!

Il Signore ci benedica!


d. paolo bizzocchi

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