Si parte! |
Ciao a tutti e tutte. Eccomi partito (su un aereo così stretto che sembra un tubetto di dentifricio...). Ringrazio il Signore di essere qui, in volo per Madrid, poi Bogotà, poi Leticia... e da qui entrare a piedi in Brasile, a Tabatinga, la città ove abbiamo la sede del Vescovo. Qui mi fermerò un giorno o due per conoscere il vescovo Adolfo e fare le necessarie procedure di ingresso, poi prenderò il battello per S.Antonio ove raggiungerò i nostri "mitici" due d. Gabriele ed anche d. Alberto, che, come spesso fa lo Spirito Santo, mi ha preceduto sulla via.
Sono partito accompagnato da innumerevoli preghiere, abbracci e baci ed altri segni di affetto che certamente non meritavo. Ne ringrazio il Signore e tutti voi. Quando l'aereo si è staccato da Bologna (vola... meno male...) è stato un momento forte Noi - tanti di noi - non siamo più abituati all'esperienza del partire, se non per breve tempo. Eppure, il nomadismo è un'esperienza originaria e fondamentale dell'umanità: grazie ad esso il mondo si popolato di uomini, c'è stato spazio per tutti, saperi e culture di sono contagiate e si sono moltiplicate ed arricchite. Vivere sempre nello stesso luogo è una comodità ed una ricchezza, ma anche una perdita per la nostra umanità. Infine, penso a chi parte senza tanti saluti e baci, ma scappando o cercando una vita migliore. Penso all'amico egiziano che a 19 anni è partito da casa fra le lacrime della madre e la disperazione del padre, che ora lui aiuta mandando soldi perché possa curarsi. Credo che anche all'arrivo io troverò tanto affetto. Loro quando arrivano, se arrivano, dopo viaggi lunghi e carichi di sofferenze, cosa trovano da noi? Forse è tempo che anche noi riscopriamo un sano nomadismo, ci renderebbe meno legati a ciò che riteniamo nostro, ma in realtà è solo di Dio e dell'umanità che lui ha creato per amore, e più umani.
Arrivo a Tabatinga.
Il momento dell'inizio è unico ed irripetibile, quindi ve ne rendo volentieri partecipi. Inoltre, oggi sono in giornata di fermo e riposo in attesa di un documento che dovrebbe essere pronto domani, quindi ho tempo. Fra i tanti interventi dell'Angelo custode ci metto anche questa giornata "vuota", della quale avevo molto bisogno. Se tutto va bene, venerdì partirò con il Vescovo per S. Antonio do Iça ed inizierò a conoscere le nuove comunità.
Oggi desidero condividere una prima sensazione avuta dall' atterraggio in terra amazzonica: qui sono in una terra dalle tinte forti. Sono forti i colori, sempre molto intensi sia nella natura che negli abiti, è forte il caldo - però al momento meno umido ed invasivo del nostro inimitabile caldo padano -, è forte la pioggia. Questa notte abbiamo avuto un temporale che mi pareva cadesse il mondo, da ieri sera a stamattina a più riprese: quando ne ho parlato col Vescovo mi ha detto che rispetto ad altre volte è stato poca cosa... Vedremo. Però mi ha confermato che già così alcune case vengono allagate. Io nella notte pensavo alle casette in legno e lamiera che si vedono nella foto che vi ho mandato, che certamente una qualche perdita nel tetto di lamiera lo avranno. Sono case di immigrati dal Perù. Qui l’immigrazione da Colombia e Perù è forte, come più a nord dal Venezuela, perché il Brasile ha comunque qualche forma di assistenza sociale assente negli stati confinanti. Del resto, il confine stradale con la Colombia è totalmente aperto e dal Perù si arriva tranquillamente via fiume.
Ultimo tono forte è quello della musica: ieri sera abbiamo partecipato alla Messa della Madonna del Perpetuo Soccorso in Cattedrale, ed il volume della chitarra e della guida dei canti non dava certamente l'opportunità di addormentarsi durante la Messa. Toni forti, che paiono quasi contrastare con l'atteggiamento della popolazione (qui per la gran parte indigena), che ad un primo sguardo appare dimesso e cordiale. Forse è un popolo che ha cose da dire e non trovando vie adatte per farlo le tramette coi suoni e colori. Vedremo...
Il Signore ci accompagni tutti e tutte
D. Paolo
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