Finalmente, dopo diverse difficoltà, il 31 luglio la barca della
parrocchia, una lancia in alluminnio di 10,5 metri, con un motore di 400
cavalli, arriva al porto di Santo Antonio do Içà trainata da una chiatta comerciale. Compriamo in
fretta tutto il necessario per “abitare” in barca, piatti, pentole, posate e
bicchieri, contenitori vari per il cibo, materiale di pulizia e insetticidi
vari per difenderci dagli attacchi violenti di questi indesiderati ospiti, il
pieno di carburante e le amache per la notte. Tutto é pronto, ora basta
preparare gli effetti personali, alcune magliette, roba intima per il cambio,
il necessario per il bagno, un secondo paio di braghe, una coperta, gli stivali
e l’ombrello. Manca solo l’occorrente per celebrare nelle comunità, e ci
affrettiamo a prepararlo. Pane e vino per l’Eucaristia, la bottiglia del vino é
preziosa e non può assolutamente rompersi, il posto più sicuro è infilarla
negli stivali di gomma, così anche se cade non si rompe. Un sacchetto di
caramelle per ogni comunità: anche i bimbi piccoli devono poter vivere la
condivisione nella celebrazione... e i grandi ne aprofitteranno rubando qualche
caramella che i piccoli volentieri offrono. In questo primo viaggio abbiamo
pensato di portare alcuni sussidi per la preghiera della Comunità, come ci
avevano chiesto nel viaggio compiuto a dicembre con frate Gino che salutava la
sua gente, pronto, come soldati, diceva lui, per la prossima missione che gli
sarà affidata. Abbiamo comprato alcuni libretti di canti per aiutare a
celebrare cantando, abbiamo scelto un libro con canti del cammino delle
Comunità Ecclesiali di Base, escludendo i canti carismatici così in voga oggi,
ma vuoti di contenuto bíblico e di impegno sociale per il Regno di Dio. Con
gioia abbiamo costatatato che alcuni canti erano conosciuti, altri li
impareremo ad ogni viaggio in cui ci incontreremo. Il nostro vescovo Adolfo ci
aveva inviato un sussidio con 30 racconti della vita di Gesù, dall’annuncio
dell’angelo fino alla sua morte e risurrezione. Catechesi per i bambini, ma
molto utile per gli adulti che non conoscono il Vangelo. Abbiamo aggiunto il testo
biblico di ogni racconto perché la Parola del Vangelo sia accolta e conosciuta.
Visto che il rosario é ancora la preghiera popolare più conosciuta, abbiamo
proposto che la comunità e anche le famiglie preghino il rosario e a ogni dieci
ave marie leggano un racconto della vita di Gesù, così i misteri del rosario
sono diventati trenta, che ricchezza! Chiaramente in questo viaggio abbiamo
portato un regalo. 10, 15, 20 rosari che saranno distribuiti fra le famiglie e
che, prontamente sono messi al collo come collana che protege... ma che
dovranno servire per la preghiera comunitaria, vedremo al prossimo viaggio se
la nostra proposta avrà avuto sucesso. Un ultimo sussidio lo abbiamo preparato
noi stessi, sette celebrazioni della Parola, una per ogni giorno della
settimana, ma che saranno usate una per ogni domenica. Sette Vangeli da
ricordare e custodire nel cuore: la risurrezione di Gesù e i discepoli di
Emmaus, la vite e i tralci e il comandamento dell’amore, le parabole del Regno,
la seconda moltiplicazione dei pani e la professione di fede di Pietro, la parabola
dei talenti, il perdono fraterno e la parabola dell’uomo perdonato e incapace
di perdonare al fratello, la risurrezione di Lazzaro. La proposta è che dopo
sette domeniche si ricominci affinché questa Parola scenda nel cuore e diventi
vita. Lo schema della celebrazione é semplice e repetitivo: il ringraziamento
per la vita e i doni di Dio, la richiesta umile di perdono, l’ascolto e la
condivisione della Parola aiutati da alcune domande e una breve riflessione, la
preghiera comunitaria, le preghiere cristiane del Padre Nostro, dell’Ave maria
e per la Pace, la benedizione finale per tutta la Comunità. Ogni sei mesi
possiamo preparare un nuovo sussidio e così offrire la bellezza e la ricchezza
del Vangelo di Gesù per la vita del popolo di Dio e di tutta l’Umanità.
L’Eucaristia, con la condivisione del pane e del vino, del corpo e del sangue
del Signore Gesù é oferta a tutti coloro che credono: non é per chi é a posto e
se lo merita (nessuno!), ma per chi é umile e ha bisogno dell’aiuto e del
sostegno del Signore (tutti!).
Non sto a fare il resoconto di tutto il viaggio, appena alcune
pennellate di colore per assaporare la bellezza e la fatica della Missione.
Siamo riusciti a visitare e celebrare in 10 Comunità, alcune numerose con più
di ottanta persone, chiaramente non tutte presenti, altre di poche famiglie che
sono resilienti e non vogliono abbandonare il fiume e la loro terra. Molti si
trasferiscono in città, é inevitabile per la scuola superiore dei loro figli,
ma in città non possono portare il pesce del fiume né la terra fertile che
produce alimento, così alcuni scelgono di affidare i ragazzi a dei parenti e di
rimanere sulla loro terra, eredità della loro famiglia. Non c’é modo di
avvisare, così arriviamo di sorpresa e a volte non troviamo nessuno, solo due
bambini che ci dicono che i genitori sono a lavorare in campagna e torneranno
presto, dopo alcune ore. Così la Missione é anche attesa, encontro desiderato e
a volte festa: “abbiamo visto uma barca nuova, sconosciuta, pensavamo che fosse
la polizia federale e ci siamo nascosti perché non lasciano tagliare gli alberi
che servono per fare le nostre case... ma poi abbiamo visto che era il frate
(ancora mi chiamano frate per l’abitudine, non hanno mai incontrato um prete,
solo il saio di San francesco... ma é bello così), quello che venne com frei
Gino... che bello che é qui com noi, l’aspettavamo da molto tempo, abbiamo
bambini da battezzare...”. Così, visto l’orario, dormiamo legando bene la barca
ad alcuni pali conficcati nel terreno sabbioso e allo spuntar del sole ci
incontriamo per celebrare l’Eucaristia e battezzare tre bimbi ancora piccoli.
La comunità di
Manacapurù é formata da 6 case, uma sull’isola in mezzo al fiume e le altre
sulla terra ferma. Così ci fermiamo sull’isola, carichiamo de due mamme con i
loro sei figli e li trasportiamo all’altra riva, qui ci offrono un café con
alcuni dolci fatti in casa, il tempo di avvisare le altre famiglie e celebrare la
nostra fede e la mostra vita. “Frei, avevamo proprio bisogno della preghiera e
della Parola di Dio, molte cose sono successe, poi questa malattia del corona-virus,
abbiamo bisogno di ritrovare pace per lavorare e prenderci cura della vita dei
nostri figli... grazie di essere venuto!”. Poi si riparte, si cosegnano le
donne e i bambini alla loro casa all’altra sponda del fiume e si prosegue il
viaggio. Mentre andiamo avvistiamo un grupo di case, con molta gente, molti
bambini, indigeni Tikuna. Parlo con Mosé che mi accompagna ed era presente
anche nel viaggio di dicembre e gli chiedo se si ricorda di questo luogo, mi
responde di no, che non c’era nessuno su quella sponda del fiume. Allora tiro
imediatamente il freno, o meglio tolgo l’acceleratore perché le barche non
hanno il freno, usano l’attrito dell’acqua per rallentare e fermarsi. Andiamo a
conoscere questa nuova Comunità! Appena attracchiamo una folla di bambini ci
corre encontro, gli adulti sono più diffidenti e cercano di scoprire chi siamo,
un po’ di caramelle ed è la felicita di tutti! Ci presentiamo, siamo missionari
della chiesa cattolica, ci accolgono bene e con rispetto. Chiedo loro da dove
vengono e da quanto tempo sono arrivati. Cinque mesi, appena prima della
pandemia, vengono da san Domingo di Tabatinga, sono ritornati sulle loro terre
di origine. Mosé mi dice che non é vero perché quella terra apparteneva a una
famiglia di sua conoscenza, ma non importa, la terra é per chi la lavora e per
chi ci vive: loro hanno scelto di vivere lì, sul fiume, secondo i loro costumi
indigeni... hanno scelto la parte migliore che non gli sarà tolta! Chiedo a
quale chiesa appartengono e mi dicono che sono evangelici, di una chiesa mai
sentita nominare, e che il pastore verà in dicembre per visitarli e fare il
culto. Rispettiamo, offriamo la nostra disponibilità e promettiamo di ripassare
per visitarli quando navigheremo ancora il fiume. Ci salutiamo e riprendiamo il
nostro viaggio. Visitiamo altre famiglie e celebriamo in alcune Comunità. É
triste costatare che tranne poche persone anziane, i giovani papà e mamme e i
bambini non conoscono il Padre Nostro e l’Ave Maria... immaginate le risposte
della Messa... così con una buona dose di fantasia liturgica adattiamo il rito
alla situazione: l’uso del corpo nella preghiera, l’intimità di alcuni momenti
di silenzio, il ripetere tutti insieme la preghiera fatta dal missionario, la
memoria dei nostri ancestrali tra i quali il Signore Gesù, la bellezza e la
forza della foresta e dell’acqua del fiume, fonte di vita che offre il pesce
quotidiano. Celebrare la vita donata del Signore Gesù diventa così l’impegno a
donare la nostra vita e la speranza che la gratuità sarà più forte della morte,
che l’amore freterno sarà fonte di risurrezione. Le Comunità incontrate sono: São
Vicente, Nossa Senhora de Nazaré, São Joao do Japacuà, Santa Maria, Manacapurù,
Uniao da Boa Fé, Nova Esperança, São Cristovao, Boa Vista e Vista Alegre.
Non sono poi mancati momenti speciali: la pompa dell’acqua che non
funzione e l’unico secchio a bordo per riempire il serbatoio é crepato... ma
serve lo stesso e ci si fa la doccia caricandolo sulle braccia. Il motore che
decide di fermarsi proprio all’ultimo viaggio e funziona solo molto lentamente:
così dovevamo arrivare alle 18:30, al tramonto, e siamo arrivati alle 21:30, una
notte senza luna. Il buon Mosé ha preso il volante e io illuminavo, con la
lampada di prua, le sponde del fiume cercando di evitare i banchi di sabbia
pericolosi per la navigazione. Improvvisamente vediamo davanti a noi le luci della
Comunità e, risollevati, ci dirigiamo verso il porto sicuro per passare la
notte e prepararci, dopo il ringraziamento eucaristico con la Comunità
indígena, al ritorno verso casa: sette ore per raggiungere Santo Antonio e sentire
la gioia di riabbracciare chi ci stava aspettando, don Burani e Caio (un
giovane accolto), che vivono in casa con noi. Ora aggiusteremo la barca e
programmiamo il prossimo viaggio per visitare la parte centrale del rio Içà con
le sue Comunità e la sua vita ribeirinha.
Gabriele Carlotti – missionário diocesano in Amazzonia
Festa dell’Assunta – domenica 16 agosto
2020
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