Ciao a tutti e tutte,
oggi vi scrivo dalla casa
di Ana e Gilberto, la coppia che ci aveva ospitato a Pasqua: ho presieduto la
Messa nella loro comunità e loro hanno cantato "Resta qui con noi"
facendo l' ultimo ritornello in italiano. L'ospitalità brasiliana è veramente
da manuale...
Vengo da una settimana
molto intensa e la prossima sarà uguale: scuola ed incontri mattina e
pomeriggio, con relatori che danno per buono che ormai il portoghese scorra
nelle nostre orecchie come acqua di un torrente... Un po' scorre, ma sul
percorso ci sono ancora diverse dighe!
Vi racconto due cose, che
portano ad un medesimo obiettivo.
Abbiamo fatto due
giornate con una religiosa psicologa, che penso ci abbia riassunto in una
dozzina di ore il contenuto dei suoi corsi universitari. La quantità di
contenuti è stata notevolissima ed anche un po' pesante da digerire, perché ci
siamo trovati davanti tutti i problemi e le perversità affettive e sessuali
possibili sintetizzate in alcune slides: un esame di coscienza fatto a
martellate che non poteva lasciarci indifferenti. Tra l'altro ci ha anche
ammonito di stare attentissimi nella relazione con le situazioni LGBTQUA+,
perché la legislazione brasiliana ha portato la tutela a livelli quasi estremi
ed è molto facile ricevere una denuncia per discriminazione (e visto che la
chiesa ha soldi la tentazione di chiedere risarcimenti è molto forte...); la
cosa significativa è però che anche una legislazione così non ha aiutato una
vera integrazione. La legge non cambia i cuori, serve l'amore: in ogni campo ed
in ogni situazione.
La cosa più rilevante dei
due giorni è però stata il messaggio centrale che la relatrice ci ha voluto
lasciare e che ha guidato tutta l' esposizione: la missione siete voi ed il
vostro stile di relazioni . Non le opere che faremo, le chiese che potremo costruire,
la sontuosità delle nostre liturgie, ma la nostra umanità e la capacità di
intessere relazioni vere e mature. Da Gesù in poi, il Vangelo passa da lì. Lo
abbiamo appena ascoltato: "questo è il mio comandamento, che vi amiate
come io vi ho amato", il resto (opere, chiese, liturgie...) è in funzione
di questo. Da qui la necessità, per tutti e per noi missionari in particolare,
di curare la nostra umanità nella relazione con Dio e nell'impegno per una
maturazione personale.
L' altro momento molto
rilevante è stato la visita al Congresso Nazionale (la nostra Camera) ed al
Senato del Brasile, nello stupendo edificio che è uno dei capolavori
dell'architetto Oscar Niemeyer (quello con le due cupole, una verso il basso ed
una verso l'alto). Tutto molto rigoroso, con ineccepibile formalità e davvero
bello. Abbiamo dovuto visitare un po' in fretta il Senato (nella cupola verso
il basso): alle 10 iniziava un plenaria non deliberativa e mancavano pochi
minuti. Quando siamo arrivati, un senatore ci ha cordialmente salutato, poi è
arrivato il presidente ed alle 10.03 ha dichiarato l'inizio della seduta
plenaria... alla presenza del solo senatore che ci aveva omaggiato. Uno su
ottantuno, il relatore.
Anche la democrazia, come
la missione, si fa con la maturità e la serietà delle persone; anche la
democrazia e la libertà si fa con l'amore. Se non c'è quello, tanto le grandi
cattedrali come gli i bellissimi edifici statali non servono molto.
Una cosa bella é che
nell'aula i posti dei senatori, che sono tre per ognuno dei 27 stati della
federazione, sono divisi per stato e non per appartenenza politica: quindi il
senatore della sinistra si trova seduto al fianco del senatore della destra
dello stesso stato. Forse questo può aiutare ad un dialogo più civile, perché
il "diverso" é al mio fianco, non dall'altra parte dell'emiciclo.
Infine, siamo passati
dalla Piazza dei tre Poteri, con il palazzo del Presidente, quello del
Congresso e Senato, quello del Tribunale Supremo della Federazione. La trovate
sotto in una foto panoramica ove i tre edifici appaiono affiancati, ma in
realtà sono su tre fronti della piazza; nel quarto c'è la bandiera ed il
Monumento ai Caduti.
Passando da qui é
inevitabile ricordare l'ultimo tentativo di Colpo di Stato del 8 gennaio 2023,
quando dopo l'elezione del Presidente Lula una folla assalì i palazzi
provocando molti danni (avevano preso esempio dagli Stati Uniti...). É un
ferita che qui ancora sanguina, anche perché i processi sono tutt'ora in corso
e con molti fronti aperti. Il Brasile è una democrazia debole, uno stato nato
dalla colonizzazione con élite civili e militari che non hanno mai veramente
accettato la democrazia e detengono un forte potere mediatico ed economico.
Mi fermo qui. La sintesi
è che é inutile cercare di nasconderci dietro ad infrastrutture: il Vangelo e
la libertà passano inevitabilmente per la nostra umanità e la nostra
conversione e maturità è il primo compito. Del resto è la strada che ha scelto
Dio: non si è fatto Superman, né supermacchina, né superpotenza. Si è fatto
uomo debole e mortale, in tutto come noi, e così ci ha salvati.
Il Signore ci accompagni
sempre!
d. paolo