Buona festa della Trinità a tutti e tutte!
Rieccomi a S. Antonio, in un “secondo arrivo” non meno significativo del primo.
Il cambiamento da Brasilia è grande. È passare da una città con le persone che passeggiano con cani da compagnia, ad un’altra con cani sulle strade assieme a persone di compagnia; da una città piena di automobili con una o due persone a bordo, ad un'altra piena di moto con tre, quattro, cinque persone a bordo; da una città con strade senza buche ad un’altra con buche a volte senza strada; da una città ove un’apparente ordine nasconde situazioni di grande caos morale e civile, ad un’altra ove un reale disordine custodisce vite dure ed a volte un po’ selvagge, ma custodi di una grande umanità.
È indubbio che preferisco la seconda alla prima…
Un secondo arrivo, con una conoscenza iniziale della lingua che mi sta permettendo primi e timidi contatti con la popolazione ed una diversa relazione con la vita pastorale delle comunità. Del resto d. Gabriele stamattina è partito sul fiume e, dopo un giro a casa domani, martedì ripartirà per il giro completo. Ed io mi ritroverò, per la prima volta, a fare il parroco “brasiliano”. Di certo un po’ di ansia non manca, ma la gioia di poter iniziare è maggiore.
Il primo compito sarà quello di continuare a studiare la lingua (ma ora mi sono tutti un po’ maestri: ascoltandoli imparo), il secondo quello di ascoltare molto, il terzo quello di iniziare a fare programmazioni ed avvisi… per i quali d. Gabriele mi ha “ceduto” tutto il materiale necessario. Vediamo come andrà, ma di certo andrà bene perché la chiesa è nelle mani del Signore.
I primi giorni del ritorno sono stati caratterizzati da ascolto, celebrazioni e festa.
Ascolto, perché sembra che le persone abbiamo capito subito che adesso un po’ li capisco ed hanno iniziato a parlare. L’incontro più interessante è stato al porto, dove un gruppetto di uomini mi ha riconosciuto e salutato. Il primo era un pescatore, di notevole tonnellaggio, che voleva illustrarmi un suo progetto: sinceramente non ci ho capito molto, ma forse nemmeno lui si è capito, perché era indubbiamente un po’ bevuto; poi un altro uomo, che dopo avermi raccontato l’educazione al bene ricevuta dalla nonna mi ha spiegato che lavorava in un garimpo illegale (quelli che cercano l’oro nel fiume), che aveva costruito il garimpo con grande cura, ma che ora lui ed il suo amico sono senza lavoro, perché è arrivato l’esercito facendo fuoco e sono dovuti scappare… La manovalanza di un crimine condotto da chi non rischia e guadagna.
È stato interessante che sia il pescatore che il garimpero, probabilmente legati ad una chiesa evangelica, mi abbiano interrogato sul culto alle immagini e sul fatto che io non abbia moglie, mentre i pastori hanno famiglia. È interessante cogliere che gli evangelici riescono ad intercettare questa fascia della popolazione, mentre noi cattolici facciamo molta più fatica: non è certo perché gli evangelici siano più poveri o “evangelici”, ci sono chiese evangeliche che sono imperi economici, ma pare che il loro messaggio riesca a suscitare un interesse che noi facciamo fatica ad intercettare. Vedremo, intanto ascoltiamo.
Poi c’è stata la grande celebrazione di S. Antonio, davanti alla quale non c’è Natale o Pasqua che tenga. Tredici giorni di preparazione, poi la processione per il paese con la statua del Santo e la Messa con la chiesa stracolma di persone. La devozione è molto forte (ed in questo caso forse anche qualche evangelico non resiste alla tentazione di chiedere un aiutino al Santo…) ed aiuta a cogliere il modo di credere di questo popolo: una fede concreta, che non si stacca mai dalle problematiche quotidiane della vita, che chiede e cerca e vuole ottenere, che si affida e spera, che desidera un contatto concreto che si rende possibile in Maria, in Antonio ed in tutti i Santi.
Una fede con mille “buchi”, ma che Gesù ha sempre accolto e benedetto, lasciando che le folle lo cercassero per vederlo, toccarlo, cercare una guarigione o un risanamento interiore… come la donna emorroissa: “se riuscirò a toccare la sua veste sarò guarita… Donna, la tua fede ti ha salvato”.
Una fede da accogliere ed accompagnare, sapendo che quando si passa al “piano superiore” del dono di sé e della Croce e Risurrezione non tutti salgono la scala.
Ed infine la festa, in questi giorni abbondantissima e rumorosissima. La comunità cattolica era contenta perché la Prefettura aveva chiamato per un concerto anche un gruppo musicale cattolico. Anche questo per noi può essere difficile da capire, ma in un panorama dominato dalle chiese evangeliche e dai loro gruppi musicali, nel quale i cattolici spesso si sentono un po’ disprezzati, avere un concerto cattolico è stato un motivo di gioia ed anche un po’ di orgoglio. Il concerto è stato bello, vedere giovani ed adulti della parrocchia che cantavano e ballavano sereni è stato consolante. Il programma avrebbe previsto anche un momento finale di Adorazione Eucaristica… ma visto il contesto rumoroso e per nulla adatto della piazza sono riuscito a convincere il gruppo a desistere.
Mi ha fatto soffrire quando il cantante centrale del concerto ha iniziato la filippica dicendo che noi siamo “cattolici-apostolici-romani” e che siamo i “veri credenti” e che “nessuno è meglio di noi” e che “siamo quelli che crediamo di più in Maria” (falsissimo, gli orientali hanno una devozione molto più radicata…) e via dicendo…
Purtroppo questi gruppi musicali sono spesso legati alla corrente del tradizionalismo – pentecostalismo cattolico, che anziché percorrere le vie evangeliche del dialogo e della valorizzazione promosse dal Concilio Vaticano II e da tutti papi successivi, si schierano in posizioni di orgogliosa contrapposizione, che hanno ben poco di evangelico.
Anche questo è un aspetto importante della storia attuale della chiesa brasiliana, sul quale ci sarà da lavorare tanto. Di guerre ce ne sono già abbastanza, se aggiungiamo anche la guerra fra cristiani cattolici e cristiani evangelici le cose non possono che peggiorare.
La Santa Trinità, comunità d’amore nella differenza delle tre Persone Divine, ci aiuti ad essere uomini e donne di comunione!
Il Signore ci accompagni!
d. Paolo