domenica 9 febbraio 2025

IN PARTENZA PER BRASILIA

 

Le foto sono del novenario nella cappella di san Lazzaro


Paolo Bizzocchi

Ciao a tutti e tutte!

Gli Esercizi Spirituali sono finiti, ma continuano ad accompagnarmi: domani (oggi per voi che ricevete…) c’è proprio il Vangelo che mi ha accompagnato a casa: AVANCE PARA AGUAS MAIS PROFUNDAS… getta le reti in acque più profonde… Si, bisogna entrare in acque profonde, perché la realtà qui è davvero complessa e da quanto sento lì da voi non lo è di meno (le notizie su quanto sta accadendo in Italia e nel mondo mi preoccupano non poco…). 

Ma per andare in acque profonde occorre saper nuotare, per non affogare. Ora il mio “nuoto” nella realtà brasiliana è la conoscenza della lingua, ed il Signore che chiama alle acque profonde mi è venuto incontro: agli Esercizi ho imparato dell’esistenza di un corso trimestrale di lingua, storia e cultura brasiliana che si tiene a Brasilia, la capitale del grande paese. Ne ho accennato a d. Gabriele e d. Luigi e senza che io lo chiedessi loro hanno convenuto che è bene che io vada. 

È un dono grande, che chiede un investimento sostanzioso di tempo e di denaro (20-22.000 reais, 3.500€), ma ne vale la pena: ringrazio molto d. Gabriele, che ha cambiato tanti suoi programmi per permettermi di fare questa formazione, e ringrazio il Signore, perché se ne sono venuto a conoscenza è perché lui ci ha messo lo zampino! 

Tre mesi non sono molti ed al contempo sono tanti: di certo sufficienti per tornare a S. Antonio con gli strumenti per iniziare ad interagire in modo diverso con la popolazione e la realtà.

Ma ora il portoghese non né più allo zero assoluto e vi racconto alcuni piccoli episodi che mi hanno dato sollievo ed al contempo mi hanno fatto sentire la necessità di un serio impegno di studio della lingua.



La maggior parte si riassumono in una passeggiata serale, quando esco a camminare e prego con il Rosario. In una sola serata ho avuto tre incontri che mi hanno toccato.

- Il primo è stato con “il vecchietto”, uno dei mendicanti che vivono sulla piazza e spesso viene a dormire sulle panchine davanti alla nostra porta. Una sera ha iniziato a parlarmi e visto che lui parla molto lentamente e con un vocabolario minimo, sono riuscito a capirlo. Ho imparato che ha 65 anni, faceva il motorista e poi, dice lui, gli hanno rubato tutto ed è andato in rovina. Probabilmente beve, come tanti altri. In quella occasione lo avevo invitato a partecipare alla “Pastoral da Sobriedade”, un gruppo parrocchiale che si occupa soprattutto di persone con dipendenze ed attiva un primo percorso di aiuto. Avevamo fissato un appuntamento, ma non si era fatto vedere. La sera della passeggiata mi ha visto e con un sorriso a piena bocca sdentata mi ha comunicato che era andato e voleva impegnarsi per aiutare se stesso, come gli avevano suggerito. Poco portoghese, ma il cuore del vecchietto aveva capito il bisogno di lasciarsi aiutare!

- Proseguendo il cammino ed il Rosario, mentre ero vicino alla cappella di S. Francisco mi ha visto e fermato un giovane (16-18 anni), di aspetto bello e curato. Ho riconosciuto che era lo stesso che settimane prima mi aveva fermato per chiedermi il Rosario che stavo usando perché gli piaceva e se lo era messo al collo. Poco portoghese, ma con due chiacchiere che sono arrivate al cuore (almeno al mio…): “come stai?” “alti e bassi…” “guarda agli alti ed affida al Signore i bassi…” (penso che mi abbia capito…) “E tu cosa fai? Segui questa chiesa?” “Le seguo tutte… e tu come ti chiami” “Wresli (o qualcosa di simile)” e ci siamo salutati con simpatia. Magari ci ritroveremo e ripartiremo da dove siamo arrivati.



- Sulla via del ritorno altri giovani erano sulla strada ed evidentemente stavano pasteggiando a cocaina o simili, sempre più diffusa (qui costa poco, siamo nella zona di transito). Ad un incrocio mi ha fermato un altro giovane che non è uno che si droga, ma un drogato pesante: si riconoscono per la magrezza, gli occhi persi, i vestiti ridotti a stracci e perché a volte raccolgono le lattine per vendere l’alluminio. Appena uscito dal carcere (per un furto) era arrivato in canonica da noi e per alcuni giorni era tornato, poi era nuovamente sparito, inghiottito dal vortice. “Hai bevuto?”, “no padre, non bevo”, “ma ti droghi ancora? (domanda inutile…)” “si…”. “Hai cenato? (altra domanda inutile)” “no…, mi offri qualcosa?” e gli ho preso un churrasco, che è carne fatta alla brace, qui molto popolare. Poi ci siamo salutati e mi ha ringraziato. Poca roba, ma davanti ad una solitudine così immensa nulla è poco.

- Ultimo episodio sono i bambini: sono quelli che più mi fanno sentire l’esigenza della lingua, perché a loro le parole lette e corrette che ora uso nell’omelia non dicono nulla. Hanno bisogno di un saluto, di una parola semplice, spontanea e chiara: ma le cose semplici sono quelle che chiedono maggior competenza e preparazione… 

Stavo lavorando all’impianto elettrico nel nostro “palazzetto”, mentre bambini e ragazzi giocavano a pallone; mentre ero perso tra fili e viti sento una voce che viene dal campo: “ciao padri!”, mi guardo intorno e la voce si ripete due o tre volte. Era la bambina che stava facendo da portiere che mi guardava lavorare, mi sorrideva e mi salutava. Le ho risposto con un sorriso ed un saluto, ma che tristezza non riuscire a dirle una parola, a chiederle chi sono la mamma ed il papà (se c’è…), se va a scuola, se si stava divertendo… 

Ok: ALLORA C’É PROPRIO BISOGNO CHE PARTA PER BRASILIA, il 8 marzo vado e fino al 9 giugno non torno!!!


Buona domenica, 

il Signore ci accompagni verso acque profonde (e non provate a galleggiare, andate giù senza paura…)!


d. Paolo


sabato 1 febbraio 2025

AVANZARE IN ACQUE PIU’ PROFONDE

 




Riflessioni dagli esercizi spirituali del clero


Paolo Bizzocchi

Ciao a tutti e tutte.

Finisco ora gli Esercizi Spirituali e fra poco partirò per S. Antonio, ove arriverò domani in mattinata. 

Ho visto e conosciuto un pezzo di Amazzonia diversa, che mi fa cogliere che quando racconto di S. Antonio sto parlando di un luogo ben specifico, non dell'intera Amazzonia né del Brasile, un paese grande 27 volte l'Italia. Quando parlo di S. Antonio parlo di una periferia dell'Amazzonia,  che è una periferia del Brasile, che l'occidente vede un pó come una periferia. Questo mi fa dire che quello che vedo a S. Antonio è importante,  perché le periferie rivelano ciò che i centri più importanti tendono a nascondere. Nelle periferie, anche nelle nostre "periferie" personali ed esistenziali, veniamo rivelati nella nostra verità più semplice, che spesso tendiamo a nascondere. Quindi,  quando racconto di S. Antonio parlo di un pezzetto di terra Amazzonica, che però rivela tante realtà nascoste. Insomma,  sono in un osservatorio privilegiato. 

La casa in mezzo alla foresta dove si sono tenuti gli esercizi spirituali


La prima bella esperienza degli esercizi è stato l'incontro con i preti delle tre diocesi partecipanti.  Alto Solimoes,  che siamo noi, Tefé o medio Solimoes, Coarí o basso Solimoes. Noi eravamo il numero più piccolo, 8 vescovo compreso, su una quarantina di presenti; la nostra diocesi è però anche quella con meno clero, 17 preti in tutto. Siamo periferia anche in questo.

I presenti erano un clero multietnico.  Oltre i Brasiliani di diversa estrazione ho potuto identificare e conoscere i miei "vicini di casa", entrambi colombiani, un vescovo ed un prete polacchi, il nostro vescovo spagnolo ed infine molti missionari africani, di diverse nazioni: Congo,  Nigeria, Madagascar, Namibia... La terra di missione africana è ora anche una grande chiesa missionaria, dalla quale provengono buona parte dei religiosi degli istituti missionari nati in Europa. Italiani eravamo in due: io ed il padre predicatore,  missionario comboniano di Brescia da 20 anni in Brasile,  p. Siro Stocchetti. Io, ultimo arrivato, sono stato trattato con molto affetto, un pó come la mascotte del gruppo...



Cosa porto a casa dagli Esercizi? Due testi biblici, che vi riporto in portoghese come li ho letti (la Bibbia italiana l'ho lasciata Praticello).


AVANCE PARA AGUAS MAIS PROFUNDAS...

Gesù invita gli apostoli a gettate le reti in acque più profonde. Il mio secondo arrivo a S. Antonio mi chiede un salto di qualità, innanzitutto nello studio della lingua. Anche perché il 7 marzo d. Gabriele partirà per due settimane sul fiume e sarò solo...


TU NÃO VAIS LAVAR OS MEUS PÉS, NUNCA!

SE EU NÃO O LAVAR, VOCÊ NÃO TERÁ PARTE COMIGO

La resistenza di Pietro a farsi lavare i piedi da Gesù e la risposta di Gesù.  Ho visto le mie resistenze a lasciarmi aiutare da chi è in Italia ed anche da chi è qui, perché amo molto la mia autonomia. Ho colto che chi mi aiuta e mi sta vicino è Gesù che mi lava i piedi, e devo lasciarlo fare...

Sul battello veloce di ritorno dagli esercizi spirituali



Il Signore ci accompagni!


P.S. del P.S Un grande grazie a tutte le persone che in tanti modi si fanno per me Gesù che mi lava i piedi! Il Signore vi ricompensi


IN PARTENZA PER BRASILIA

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