| Il porto di santo Antonio do Iça, la città dove don Marco è arrivato per la missione in Amazzonia |
Prima di partire sono
rimasto d’accordo di scrivere una lettera al mese. Mi piacerebbe indirizzarle
tutte. Non nel senso di scriverle solo per alcuni, ma a tutti, ma mentre
scrivo, pensare specialmente a qualcuno. A volte lo potrei esplicitare e altre
no.
La prima lettera non
posso non scriverla ai giovani di Castelnovo, pensando alla cena di Natale che
faranno in oratorio venerdì 19 dicembre. Ho letto nei messaggi che sarete
tantissimi e questo mi fa molto piacere, non per il numero, ma per la
continuità.
In questa prima lettera
chiedo scusa se non sarò all’altezza dei predecessori, se da quel che scrivo
non ci sarà da trarre molto, se … e me ne dispiaccio se leggerle potesse esser
solo tempo perso. Sappiate che nulla è fatto con coscienza di cattiveria. Da
parte mia accetterò suggerimenti di qualsiasi tipo e, se potrò e se sarà nelle
mie possibilità, farò volentieri.
Mi piacerebbe restar
fedele a questo scriverci, a questo scambio.
E se scambio è, prima
di tutto vi chiedo: come state? Non è una domanda di rito! Chiedo a chiunque di
voi: come stai? Chi vorrà potrà rispondermi personalmente; mi interessa. Molto.
Grazie a tutti.
Continuo dicendo che
mettermi davanti a questo computer per scrivervi mi fa nuovamente scendere
lacrime; la vostra immagine è ancora molto viva nel mio cuore.
Pensando che questa
lettera possa esser letta all’inizio della suddetta serata e ricordandomi che
coi giovani, come con tutti, bisognerebbe essere brevi, allora scelgo di
condividere soltanto una cosa, anche perché sono appena arrivato e vorrei
tacere ed ascoltare, prima di parlare. Ripeto, bisognerebbe star zitti e fare
una media un po’ più lunga rispetto a qualche oretta passata qui, senza saper
nemmeno dire “prego” (non so ancora come si dica, ma so dire “grazie”, con
tutta la pazienza che la gente, per primo don Paolo, ha con me: obrigado).
La piazza con la Chiesa di santo Antonio
E l’unica cosa che
condivido è questa: mi pare di vedere che in tutto questo, tutto quello che sta
accadendo, il Signore sia fedele. Il Signore passa e chiama. Come? Non si sa. A
fare cosa? Non è chiaro. Ma non mi interessa molto, onestamente. Invece, mi
pare di scorgere quel filo rosso che tante cose lega, che unisce e che permette
di vedere … alcuni direbbero “un senso”. Io non voglio spingermi troppo avanti,
semplicemente perché i conti nella propria vita li può fare solo il diretto
interessato. Nessuno può farli per te, al tuo posto. É la tua vita. E in questa
vita mi pare di vedere che Dio sia fedele (si scrive “fiel”, si legge “fieu”).
Non so dove sono, ma
non mi sento “gettato” a caso nel mondo. Non so fare e dire nulla, ma non mi
sento “inutile”, di esser qui a buttare la mia vita (come se le vite si
misurassero con quello che facciamo e coi successi che possiamo avere … un po’
da sorridere mi viene, perché il mondo la pensa così, invece). A voi dico,
incrociando le dita e chiedendo anche a voi di farlo insieme con me … sto bene;
mi sento bene. Questa è la cosa più grande che io possa dirvi. Ecco perché
dicevo “il Signore è fedele”. Non so cosa chieda, ma non fa sentire soli,
gettati, inutili. Invece accompagna, accoglie, sostiene. Soprattutto, legandomi
anche al fatto che venerdì scorso voi giovani di Castelnovo avete avuto le
confessioni, dico che è misericordioso. Vedete, la Bibbia inizia, subito dopo
la creazione, con il peccato. Ma che peccato è? É l’uomo che, stando bene,
prova a fare a meno di Dio. E io cosa ho detto prima? Che mi pare di … stare
bene. Allora significa che è già iniziata la danza: io che pecco e Lui che
rincorre; io che lo cerco e Lui che si cela, Lui che mi accoglie ed io che
guardo altrove, Lui che ama ed io che ci provo.
Quindi due parole: Dio
è fedele alle sue promesse (non so dirvi né quali sono, né come faccia) e Dio è
misericordia (il più bel nome dell’amore).
Vi lascio con due
citazioni da approfondire se volete:
-la prima dagli atti
degli apostoli: Pietro allora prese la parola e disse: “In verità sto
rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie
chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa
è la Parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, annunciando la pace per
mezzo di Gesù Cristo: questo è il Signore di tutti.”
-la seconda è dal più
bel libro che io abbia mai letto, “Diario” di Etty Hillesum: “Tutto avviene
secondo un ritmo più profondo … che si dovrebbe insegnare ad ascoltare: è la
cosa più importante che si può imparare in questa vita”. (É quel filo rosso di cui
parlavo prima)
Voleva essere una
lettera di buon Natale e credo lo sia, perché questo auguro a me e a voi per
tutta la nostra vita, auguro quello che è scritto nel salmo (22) che metto
sotto, alla fine, di poterci veramente godere la vita, la fedeltà del Signore.
Un saluto ed un
abbraccio a tutti, con grande cuore verso i nostri don, fra cui don Giovanni,
don Alcide (un applauso e una preghiera!) e don Angelo; ai nostri super diaconi
e alle super pazienti e coinvolte mogli (altro applausissimo a Ivo e la
Fede!!!); ai nostri educatori, da paura (applauso senza fine), a cui con tutto
il cuore auguro ogni bene per tutta la loro vita; ed, il top è sempre alla
fine, a tutti voi (potete far venir giù l’oratorio … scherzavo! C’è il mutuo!),
con uno speciale ricordo a chi non sta bene. Poi voi farete l’ultimo applauso
ai cuochi alla fine della cena, perché, come al solito, sarà super!!!
Vi
abbraccio e vi bacio. Col sorriso.
Buon
Natale, di cuore, a tutti! Portate i miei auguri a chi non ho raggiunto,
grazie! (P.s.: auguri speciali a Emma Zanet ed Annachiara, preghiamo per
loro!!!)
Il
Signore è il mio pastore:
non
manco di nulla;
su
pascoli erbosi mi fa riposare,
ad
acque tranquille mi conduce.
Mi
rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per
amore del suo nome.
Se
dovessi camminare in una valle oscura,
non
temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il
tuo bastone e il tuo vincastro
mi
danno sicurezza.
Davanti
a me tu prepari una mensa
sotto
gli occhi dei miei nemici;
cospargi
di olio il mio capo.
Il
mio calice trabocca.
Felicità
e grazia mi saranno compagne
tutti
i giorni della mia vita,
e
abiterò nella casa del Signore
per
lunghissimi anni.










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