Vi scrivo ancora in questo 4° Natale che, per grazia di
Dio, vivo qui in Amazzonia, nella grande foresta, immerso nell’umiltà dei
popoli che la abitano.
Da voi inizia il freddo inverno, qui da noi ormai il
grande caldo e le forti piogge dell’estate stanno arrivando. Prospettive
diverse dell’unico sguardo sulla vita che scorre speranzosa e inesorabile, come
l’acqua del grande fiume. È l’ultimo viaggio che facciamo con la nostra piccola
barca “Mani Unite”, che ci ha accompagnato e servito in questi due anni e
mezzo, subito dopo la grande pandemia. Il 1° gennaio 2023 segna l’inizio di un
nuovo governo, Lula, il presidente eletto, potrà governare a tutti gli effetti
e speriamo davvero che le cose cambino in meglio anche per la nostra Amazzonia.
Risalendo il fiume, ancora secco e pieno di spiagge auree che emergono
dall’acqua, abbuiamo incontrato più di venti piccole draghe cercando oro e
inquinando le acque e i pesci. Ora la febbre dell’oro è senza controllo, e solo
una nuova politica federale potrà arginare questa distruzione delle risorse
naturali, che ancora garantiscono la vita dei popoli indigeni. Il dolore più
grande è quando questa febbre prende gli stessi abitanti del fiume, che si
illudono di una ricchezza apparentemente facile, ma che non dà vita, anzi che
produce morte per tutto il Creato: natura, animali e persone.
In questi due anni e mezzo di navigazione con “Mani
Unite” abbiamo molto sofferto a causa dell’insicurezza: in quasi tutti i viaggi
qualcosa si è rotto nella struttura della barca e principalmente nel motore.
Anno nuovo, vita nuova, il 1° gennaio andremo a Manaus, io e Moises, perché la
nuova barca della parrocchia è ormai pronta: 15 mt di lunghezza per 3,5 mt di
larghezza e un motore nuovo di 320 cv (quello attuale è di 52 cv). Un dono
dell’organizzazione “La Chiesa che Soffre”. Anche il nome è nuovo: “Sempre
Incontrando”, per essere una Chiesa in uscita, protesa verso un ascolto e un
dialogo nuovi con le persone, una Chiesa sinodale. Il 6 gennaio, festa
missionaria dell’Epifania inizieremo il nostro viaggio di 1.200 km, risalendo
il Rio delle Amazzoni, fino alla città di Santo Antonio do Içá. Che Dio ce la
mandi buona!
In questo tempo nuovo, ancora una buona notizia: le
Missionarie di Cristo Risorto hanno fatto discernimento e scelto la nostra
parrocchia per iniziare il loro servizio in Amazzonia. Siamo molto contenti
della loro decisione che, da marzo 2023, sarà effettiva e porterà una presenza
femminile inserita nella vita delle Comunità Ecclesiali Missionarie. Stiamo già
costruendo una piccola casa, vicino alla nostra, ‘campo base’ per riposarsi,
programmare e condividere la vita delle famiglie e delle Comunità lungo il
fiume e anche nei quartieri periferici della città.
Arrivando a Ipiranga, troviamo la chiesa chiusa e
trascurata, cerchiamo la chiave e scopriamo che dalla partenza dei due militari
che animavano le celebrazioni e la catechesi, la Comunità non si è più riunita.
Solo il doposcuola ha funzionato fino alla chiusura dell’anno scolastico. Così
ci rimbocchiamo le maniche, scopa alla mano, stracci, secchio e acqua… una
pulizia generale lasciando un profumo nuovo. Poi passiamo per il paese,
visitiamo alcune famiglie, invitiamo per la celebrazione della terza domenica
di avvento. La sera suoniamo più volte la campana, fiduciosi che qualcuno
risponderà alla chiamata del Signore. Verso le 8, ora della celebrazione,
arrivano alcuni bambini, quelli del catechismo; poi alcune mamme che li
accompagnano, due o tre uomini e una famiglia al completo con un bimbo in
braccio alla figlia più giovane, un bimbo di pochi mesi. Il Signore ci darà un
segno: la giovane partorirà e il nome del bambino sarà Emmanuele, Dio con noi.
Così celebriamo l’Eucaristia con semplicità di cuore, animata da canti conosciuti
e accompagnati dal battito delle mani, perché tutti possano partecipare. Alla
fine, distribuiamo i biscotti, che non possono mancare per la condivisione
fraterna, quella che una volta si chiamava ‘Agape’. Prima del canto finale
chiedo la parola e dico: “Per due anni abbiamo avuto la fortuna di aver con noi
la Tenente Correia e il Sergente Alysson che ci hanno aiutato molto a celebrare
la nostra fede e anche a costruire la nostra cappella di Santo Espedito e Nossa
Senhora Aparecida. Ora loro sono stati trasferiti per un altro servizio, ma noi
abitiamo qui e la nostra vita continua. Qualcuno è disposto a ricevere la
chiave della chiesa, a organizzare la pulizia e aprire la domenica sera per la
preghiera?” Silenzio. Lunghi, interminabili minuti di silenzio. Poi dico:
“Bene, se nessuno si offre, allora porto con me la chiave e verrò una volta al
mese per invitarvi alla preghiera. La chiesa evangelica (protestante) è già
chiusa da alcuni mesi perché il pastore se n’è andato… ma, almeno fino a
Pasqua, noi continueremo a venire, fiduciosi nella misericordia di Dio per
tutti i suoi figli, anche per voi di Ipiranga”. Ancora silenzio. Poi, due
signore, una più anziana che abita a fianco della cappella, e una più giovane
che sempre viene con i suoi molti bambini, dicono: “Padre, noi possiamo tenere
la chiave, garantiamo di pulire e aprire la chiesa ogni domenica, solo non
sappiamo fare la celebrazione”. Un nuovo inizio, un bambino è nato per noi, non
è più qualcuno di fuori che aiuta, ma è l’Emmanuele: uno-di-noi. Ho molta
fiducia che piano piano la Comunità potrà rivivere. Il giorno dopo, anche un
giovane si offre di suonare la chitarra, lui che ha imparato con il Sergente
Alysson, ora può aiutare la Comunità. Con gioia e pieni di speranza riprendiamo
il nostro viaggio. Come Giuseppe che, svegliatosi dal sonno, prese Maria a
vivere con lui, nell’attesa che nascesse colui che salverà il suo popolo dai
suoi peccati: Gesù.
Allora vi auguro un Buon Natale, che sia sempre un nuovo
inizio, una nuova possibilità di vita. Il Signore ha messo la sua tenda in
mezzo al suo popolo, a questa Chiesa – Popolo di Dio. Il Signore ha rinnovato
la sua fiducia e non abbandona la nostra Storia. Una nuova Umanità sorgerà.
Ancora le spade e le bombe saranno fuse in aratri e non ci saranno più le
guerre. Nessuno sarà più abbandonato in mezzo al Mediterraneo, e riceveremo un
nome nuovo che il Signore pronuncerà: “Fratelli e Sorelle, tutti”.
L’accoglienza e la fraternità saranno il volto di coloro che resteranno Umani.
L’agnello e il lupo pascoleranno insieme, e un bambino li guiderà.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo di Pace!
Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia
Santo
Antonio do Içà, 21 dicembre 2022 – inizio estate brasiliano e inverno europeo
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