giovedì 16 maggio 2024

Lettera dalla missione amazzonica: DROGA

 





Santo Antonio do Içá      15-05-2024

La nostra è la regione della cosiddetta ‘triplice frontiera’, dove Brasile, Colombia e Perù si incontrano; e la nostra parrocchia, seguendo il fiume Içá- Putumayo giunge al confine con Colombia e Perù.   Il consumo di cocaina sta nel mondo sta crescendo, una notevole crescita negli ultimi anni, Italia compresa.   E la produzione è ovviamente in  aumento; Colombia e Perù producono più del 80% di coca a livello mondiale.
Erano stimati 204.000 ettari di terreno coltivato per la  produzione di coca nel 2021 in Colombia; navigando sul nostro fiume Içá e sul Rio delle Amazzoni ( o Solimões) la droga arriva a Manaus o altre città brasiliane, poi  per il mercato europeo e asiatico.
La zona in cui abitiamo  ( Alto Solimões) è diventata una delle maggiori al mondo  per il traffico  di cocaina; la città di Santo Antonio si affaccia proprio nel punto di incontro dei due grandi fiumi, passaggio di grandi quantità di cocaina. La Polizia Federale a volte sequestra carichi di coca, ma ci sono solo 4 agenti su un territorio vasto, e una ricca ragnatela di fiumi grandi e piccoli e canali nascosti dalla esuberante foresta equatoriale.
A Tabatinga, la città maggiore e sede del vescovo, operano da anni gruppi criminali che si dividono il territorio, spesso con scontri tra loro e parecchi omicidi.  Da noi a Santo Antonio sembra più tranquilla la situazione, forse meno appariscente la criminalità, anche se si dice che chi è ricco in città è per il traffico di droga. Non ci sono molti omicidi come in altre zone del Brasile, ma ci sono punti di vendita di sostanze in molti posti della città; tante persone, di tutte le età ma soprattutto giovani, consumano hashish e quella che chiamano ‘pasta base’ della cocaina.  Moltissime le persone con problemi di alcool, considerando che gli Indios, anche con un consumo moderato, facilmente si ubriacano; in ogni caso la moderazione non è il loro forte: quando si incontrano possono bere 15- 20 lattine di birre ciascuno, più volte la settimana, perdendo dignità, perdendo il rispetto per se stessi e per gli altri.

Qui da noi, come in Italia e tante altre parti del mondo, coca e alcool distruggono le famiglie, inducono a comportamenti violenti e distruttivi, causano grandi sofferenze.
Non si nota una volontà seria di combattere il traffico; anzi, molti ci dicono che la Polizia riceve soldi dai piccoli trafficanti diffusi in tutta la città. CHE FARE?

Difficile contrastare questa tendenza, ma stiamo cercando di fare qualcosa, da due punti di vista:

1: La vita parrocchiale, con l’annuncio del vangelo, la liturgia, le relazioni comunitarie...  la vita di fede dà un senso alla vita; la sequela di Gesù Cristo non è alienazione ma, al contrario, è un grande antidoto alla alienazione, è un lottare con tutto se stessi per la realizzazione del Regno di Dio qui sulla terra; la vita Cristiana educa al rispetto di se stessi e degli altri e ad accogliere con gioia la propria dignità di persona amata da Dio; è un dato molto importante per la nostra gente. 

2. In città abbiamo attivato tre gruppi di incontro per chi vive situazioni di dipendenza e per i famigliari; si possono definire gruppi di auto-aiuto, tutti con una dimensione spirituale Cristiana.  Un gruppo si ritrova nei locali del Comune, nella sede dei Servizi Sociali; altri due in parrocchia, uno è accompagnato dalla ‘Pastorale della sobrietà, un altro è più specifico per chi decide di entrare nella comunità terapeutica (Fazenda della speranza) e accetta un periodo di preparazione necessario.

Per ora gruppi di poche persone rispetto al grande numero di famiglie con problemi di dipendenza ma era per noi importante iniziare, soprattutto per dare una possibilità per affrontare questo male a tante persone che comunicano la loro sofferenza e disperazione.
   Interessante il fatto che questo é uno dei pochi luoghi ecumenici; è nata una bella collaborazione tra cattolici e fedeli di altre chiese protestanti (cosa assai rara!), inoltre proprio le persone che erano schiave della droga si dedicano con grande impegno a servizio degli altri.

Non dobbiamo rassegnarci alla impotenza di fronte alla distruzione; é sempre possibile aprire percorsi di vita e speranza collaborando con altri rafforzando gli   aspetti positivi della nostra umanità.

Don Gabriele Burani, Santo Antônio do Içá – Amazonas 

 

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