lunedì 25 novembre 2024

PRIMA VISITA ALLE COMUNITA' DELLA CITTA'

 




Paolo Bizzocchi

Con molta docilità, preso per mano come un bambino, ho iniziato a girare il paese e le comunità con d. Gabriele Burani. Intanto è anche tornato Carlotti dal suo viaggio sul fiume, ed oro il nostro gruppo è al completo. Siamo in tre, ma per poco (troppo poco…), perché il 6 dicembre Burani partirà ed a quel punto dovrò mettermi in gioco io, con il poco che avrò. Il fatto di iniziare a celebrare domenica 8, nel giorno dell’Immacolata, è comunque di sollievo, perché sarò in buona compagnia con Maria. 

Ormai uno sguardo, anche molto rapido, l’ho dato a tutte le cappelle che compongono la parte cittadina della parrocchia (a differenza delle nostre Unità Pastorali, fatte da alcune parrocchie, qui è un’unica parrocchia con diverse cappelle). Non posso negare che un fascino particolare lo ha la nuova chiesa dedicata alla Madonna di Guadalupe: in un villaggio ormai fuori città, nell’inizio della foresta, circondata da un abbraccio di alberi e semplici abitazioni. La strada che porta al villaggio è bloccata dalla mancanza di un ponte che ora stanno costruendo; poi la strada continua per un altro villaggio ancora più nella foresta, ma da quanto ho capito lì al momento non abbiamo contatto con famiglie cattoliche e quindi non andiamo; poi, se il Signore aprirà una strada, vedremo di percorrerla. 



Arrivati alla cappella, la responsabile di comunità mi ha riservato una calorosa accoglienza, condita da un comprensibile orgoglio per la nuova cappella che in buona parte hanno costruito con le proprie forze (notate il Cristo amazzonico, che bello!). Nella cappella d. Gabriele ha iniziato la preparazione di due battesimi: una giovane coppia (21 e 26 anni) con il bambino ed un papà ben più attempato, venuto senza la moglie ed il bambino. I contenuti sono semplici ed essenziali (come anche nelle nostre preparazioni…) ed è bello vedere che è la stessa fede che si trasmette in ogni luogo.

Tornando per il sentiero fangoso, ma solido, mi colpisce vedere un bambino ed una bambina (7-8 anni) che camminando scalzi e molto più agevolmente di noi, portando sulla schiena alcune piccole assi di legno, con una certa fatica… poi li vedo tornare indietro sorridenti, correndo verso la madre che stavano aiutando a recuperare questo materiale di costruzione, forse per fare alcuni lavori sulla loro casa. È giusto che due bambini di questa età lavorino?... Ed è giusto che bambini della stessa età da noi siano sottoposti a ritmi di allenamenti e pressioni di prestazioni in vari ambiti che li fanno diventare nervosi e stanchi?... 



Intanto guardiamo e lasciamo che le cose “riposino” dentro, poi forse capiremo.


P.S. Sto leggendo l’ultima enciclica di papa Francesco, sul Cuore di Gesù: Dilexit nos. Stupenda, semplice e poetica: ve la consiglio!


sabato 23 novembre 2024

QUALI OCCHIALI INDOSSARE? RIFLESSIONI DI DON PAOLO BIZZOCCHI

 



Arrivato e sistemato. Devo dire che almeno per ora il 90% dei miei timori si sono rivelati infondati. Il cibo mi piace ed il clima in questo momento dell’anno lo trovo gradevole; probabilmente nei mesi più caldi, gennaio e febbraio, la percezione sarà diversa, ma al momento non posso dire che bene: visto che mi arrivano notizie che a Reggio si è arrivati vicino ad 1-2 gradi, non soffro certamente nostalgia per l’aria di casa…

Davanti a me ho tante cose, tantissime: una cittadina con volti molto diversi, alcune comunità cristiane con una loro identità, molte altre “chiese” più o meno identificate, molte persone per strada, molti bambini e ragazzi, un buon numero di poveri, case molto semplici ed a volte fatiscenti (almeno secondo i nostri criteri), vicino ad altre che a noi apparirebbero comunque semplici, ma qui sono segno di una certa ricchezza, tanti cani che fanno i cani (con me uno si è impegnato anche troppo, ma niente di problematico…) e comandano sulla strada (dormono tranquilli al centro della corsia), poche macchine e tante tante tante moto con i più svariati occupanti, pochissime biciclette (io sto invece pensando che per me qui sarebbe un ottimo mezzo di locomozione, tornando così ad un antico amore), coloratissimi ed a volte rumorosissimi negozi, alberi nuovi ed affascinanti, come le altissime palme con il tronco liscio, frutta più desiderabile della mela di paradisiaca memoria…



Una domanda mi si pone: quali occhi indossare davanti a tutto questo? Con che sguardo guardare questa complessa realtà? Forse è troppo presto per dirlo. 

Una cosa è certa: quelli che mi sono portato da casa non vanno bene. Pensare di poter capire a valutare una realtà così lontana, sarebbe un’operazione ingenua e superba. Quindi per prima cosa occorre un saggio silenzio interiore: guardare, ascoltare, zittire le facili valutazioni e godere – o soffrire - di quello che capita sotto gli occhi e nelle orecchie.

Avvicinandosi l’Avvento, l’unico riferimento che mi viene in mente sono gli occhi di Gesù una volta uscito dal grembo di Maria. Occhi che portavano nelle profondità l’incrocio con lo sguardo amorevole del Padre e che per prima cosa hanno visto una mamma ed un papà contenti e preoccupati, la paglia ed il tetto di una stalla, le grandi narici di un bue ed un asino, alcuni uomini con miseri vestiti ed un forte odor di pecora… Di certo questi occhi avranno fatto molto silenzio e guardato tutto tenendo fisso lo sguardo nel Padre. Potrei provare a fare una cosa simile: tenere uno sguardo sulla realtà dove sono ed uno sul cuore di Gesù e del Padre. Vediamo cosa ne viene fuori…


Don Paolo Bizzocchi


sabato 16 novembre 2024

SFATANDO LUOGHI COMUNI

 




Paolo Bizzocchi


Con oggi concludo la primissima fase della mia vita amazzonica; domattina con la Lancha, la barca veloce, io ed il Vescovo andremo a S. Antonio do Ica, che dovrebbe essere la mia casa per alcuni anni: qui potrò finalmente vuotare le valigie e cominciare a "far casa" in mezzo a questo pezzo di popolo di Dio. Ad aspettarmi ci sarà ancora d. Burani, perché Carlotti è partito per il viaggio sul fiume di questo mese (il prossimo invece mi pare che salterà, per aiutarmi ad entrare nella nuova realtà ed evitare che mi trovi in difficoltà, essendo il mio portoghese ancora iniziale - sono buono con me stesso, in realtà non ci capisco nulla… -). Non so se d. Alberto lo troverò in casa o se è ancora a zonzo con d. Carlotti sul fiume…



Devo sfatare un luogo comune: mi avevano detto che in Brasile tutto è lento, lentissimo… e la burocrazia più di ogni cosa. Però in meno di una settimana mi trovo in tasca un documento di identità provvisorio ed il "codice fiscale", che qui è il documento fondamentale per ogni cosa. Sempre in questi giorni il vescovo Alfonso ha preparato il decreto e domenica verrò presentato come nuovo parroco (in questo ruolo dovrò essere molto bravo, perché si dice che dove non arrivano le parole arrivano i fatti… ed io le parole ancora proprio non le ho…). Quindi, sempre grazie ai famosi Angeli custodi, quello che per altri confratelli è durato mesi, per me si è risolto in pochi giorni; evidentemente qualcuno (non certamente io…) aveva premura che arrivassi ed ha aperto le strade. Posso prenderlo come un segno che essere in Amazzonia non è frutto di una mia idea, o di qualcosa che mi piaceva fare? 



Ieri sera siamo andati a celebrare nella cappella di S. Francesco di Assisi, bella e colorata. Molto bello anche il dipinto sul fondo, con Gesù che porta l'Eucaristia nel cuore, circondato dagli angeli. Però la differenza fra il volto di Gesù e quello dei presenti mi ha colpito: non potevano fare lui e gli angeli un po' più indigeni e con la pelle olivastra? E' vero che Gesù non era un indigeno dell'Amazzonia (gli angeli non sappiamo…), ma di certo non era nemmeno un europeo bianco latte come viene sempre raffigurato… Nella Messa ho chiesto al Signore di imparare ad amare questo popolo al quale mi ha affidato… il resto se c'é c'é, ma questo non può mancare!



Questa mattina mi sono avventurato per la strada a fare una passeggiata; visto che oggi è festa nazionale il traffico di moto, motorini, tricicli ed altro era molto più limitato. Un po' di timore c'era, anche se il Vescovo sapeva che ero uscito sulla strada, perché è stata la prima volta che mi mettevo sulla strada da solo. Poi una vecchietta che ho incrociato mi ha detto "bom dia" (si legge "bom gia e si usa la mattina, fino a mezzogiorno) ed anche altri mi hanno salutato (sono un diverso, un po' di curiosità ci sta…) ed un ragazzo che pareva avere qualche deficit mi ha salutato mettendomi una mano sulla spalla: che bello, mi sono sentito anche io parte di questa realtà. Un saluto è importantissimo, forse dovremmo ricordarcene quando incontriamo persone arrivate da noi (mi dicevano che i cattolici africani più volte si sono allontanati dalle nostre parrocchie perché quando hanno provato a venire nessuno li ha salutati…)



Ok. Domattina battesimo del fiume (spero senza bagnarmi…) e rinascita a S. Antonio. Affidiamo tutto al Signore!



venerdì 15 novembre 2024

PRIME IMPRESSIONI DI DON PAOLO BIZZOCCHI NELLA MISSIONE IN AMAZZONIA

 


Si parte!



Ciao a tutti e tutte.  Eccomi partito (su un aereo così stretto che sembra un tubetto di dentifricio...). Ringrazio il Signore di essere qui, in volo per Madrid, poi Bogotà, poi Leticia... e da qui entrare a piedi in Brasile, a Tabatinga, la città ove abbiamo la sede del Vescovo. Qui mi fermerò un giorno o due per conoscere il vescovo Adolfo e fare le necessarie procedure di ingresso, poi prenderò il battello per S.Antonio ove raggiungerò i nostri "mitici" due d. Gabriele ed anche d. Alberto, che, come spesso fa lo Spirito Santo, mi ha preceduto sulla via.

Sono partito accompagnato da innumerevoli preghiere, abbracci e baci ed altri segni di affetto che certamente non meritavo. Ne ringrazio il Signore e tutti voi.  Quando l'aereo si è staccato da Bologna (vola... meno male...) è stato un momento forte Noi - tanti di noi - non siamo più abituati all'esperienza del partire, se non per breve tempo. Eppure, il nomadismo è un'esperienza originaria e fondamentale dell'umanità: grazie ad esso il mondo si popolato di uomini, c'è stato spazio per tutti, saperi e culture di sono contagiate e si sono moltiplicate ed arricchite. Vivere sempre nello stesso luogo è una comodità ed una ricchezza, ma anche una perdita per la nostra umanità. Infine, penso a chi parte senza tanti saluti e baci, ma scappando o cercando una vita migliore. Penso all'amico egiziano che a 19 anni è partito da casa fra le lacrime della madre e la disperazione del padre, che ora lui aiuta mandando soldi perché possa curarsi. Credo che anche all'arrivo io troverò tanto affetto. Loro quando arrivano, se arrivano, dopo viaggi lunghi e carichi di sofferenze, cosa trovano da noi? Forse è tempo che anche noi riscopriamo un sano nomadismo, ci renderebbe meno legati a ciò che riteniamo nostro, ma in realtà è solo di Dio e dell'umanità che lui ha creato per amore, e più umani.




Arrivo a Tabatinga.

Il momento dell'inizio è unico ed irripetibile, quindi ve ne rendo volentieri partecipi. Inoltre, oggi sono in giornata di fermo e riposo in attesa di un documento che dovrebbe essere pronto domani, quindi ho tempo. Fra i tanti interventi dell'Angelo custode ci metto anche questa giornata "vuota", della quale avevo molto bisogno. Se tutto va bene, venerdì partirò con il Vescovo per S. Antonio do Iça ed inizierò a conoscere le nuove comunità.

Oggi desidero condividere una prima sensazione avuta dall' atterraggio in terra amazzonica: qui sono in una terra dalle tinte forti. Sono forti i colori, sempre molto intensi sia nella natura che negli abiti, è forte il caldo - però al momento meno umido ed invasivo del nostro inimitabile caldo padano -, è forte la pioggia. Questa notte abbiamo avuto un temporale che mi pareva cadesse il mondo, da ieri sera a stamattina a più riprese: quando ne ho parlato col Vescovo mi ha detto che rispetto ad altre volte è stato poca cosa... Vedremo. Però mi ha confermato che già così alcune case vengono allagate. Io nella notte pensavo alle casette in legno e lamiera che si vedono nella foto che vi ho mandato, che certamente una qualche perdita nel tetto di lamiera lo avranno. Sono case di immigrati dal Perù. Qui l’immigrazione da Colombia e Perù è forte, come più a nord dal Venezuela, perché il Brasile ha comunque qualche forma di assistenza sociale assente negli stati confinanti. Del resto, il confine stradale con la Colombia è totalmente aperto e dal Perù si arriva tranquillamente via fiume. 

Ultimo tono forte è quello della musica: ieri sera abbiamo partecipato alla Messa della Madonna del Perpetuo Soccorso in Cattedrale, ed il volume della chitarra e della guida dei canti non dava certamente l'opportunità di addormentarsi durante la Messa. Toni forti, che paiono quasi contrastare con l'atteggiamento della popolazione (qui per la gran parte indigena), che ad un primo sguardo appare dimesso e cordiale. Forse è un popolo che ha cose da dire e non trovando vie adatte per farlo le tramette coi suoni e colori. Vedremo...

Il Signore ci accompagni tutti e tutte

D. Paolo


Qualcosa di Brasilia

  Cattedrale di Brasilia, capitale del Brasile Ciao a tutti ed a tutte! La vita di Brasilia non è certamente quella di S. Antonio: lezioni, ...