mercoledì 18 ottobre 2023

ANCORA UN OTTOBRE MISSIONARIO

 



 Gabriel Carlotti

Un saluto a tutti dalla Missione in Amazzonia. Sapete che Burani è in Italia per un breve periodo in famiglia, così io e le Missionarie Mariana (argentina) e Virginia (uruguaiana), ci alterniamo tra fiume e città. Sabato 7 ottobre le abbiamo accompagnate alla Comunità di Moinho e ritorneranno domenica 15, dopo aver visitato cinque Comunità. Le abbiamo portate con la barca, ma ritorneranno in canoa, accompagnate dai Tikuna per circa 6 ore di navigazione. Lunedì 16 partirò io per Ipiranga e passeremo in tutte le 26 Comunità per il nostro appuntamento mensile. Le Missionarie rimangono uno o due giorni, una o due notti nelle piccole Comunità sul fiume. Portano con loro le amache per dormire nelle case della gente, un poco di cibo per collaborare alle spese domestiche, qualche litro di benzina per aiutare nel trasporto di canoa da una comunità all’altra e un secchio, perché non ci sono bagni, ci si lava al fiume e per il resto si fa come si può. Vi confesso che io farei fatica, sulla nostra barca ci sono due bagni, grazie al cielo e a voi!



Allora quando parliamo di Missione dobbiamo tenere insieme questi due aspetti complementari: i mezzi aiutano e spesso risolvono tante situazioni precarie, ma le persone sono indispensabili. Pregate il Signore della messe, che mandi operai per la sua messe, ci ricorda il Vangelo. La Missione è sempre opera dello Spirito che muove i nostri cuori e i nostri passi. Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale vuol dire anche condividere perché non manchino i mezzi, ma principalmente metterci in gioco perché ad ognuno di noi è rivolto l’invito e il comando del Signore: andate e annunciate che il Regno di Dio è in mezzo a noi. Preghiamo allora perché la nostra Chiesa di Reggio – Guastalla sia capace di inviare preti e laici, giovani e famiglie per condividere la Missione. Preghiamo perché ognuno di noi, anche se non parte per terre lontane, viva il servizio e la testimonianza: perché sappiamo annunciare il Regno di Dio nell’accoglienza del povero e dello straniero (come ci insegna l’Antico Testamento), ma anche nella tessitura di relazioni belle e di misericordia, relazioni di fraternità e di Comunità guidate dall’amore (come ci ha insegnato il Signore Gesù). Grazie davvero per tutto quello che ci unisce. Coraggio, non abbiate paura di vivere ciò che siete: tutti fratelli e sorelle in Cristo Gesù, che da ricco che era si fece povero per amore nostro. Proprio sulla povertà della Chiesa, sulla sua fiduciosa testimonianza nel Signore che veste i gigli del campo e nutre gli uccelli del cielo, si gioca il futuro della fede.



Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale, per noi Chiesa italiana, vuol dire fare una scelta di povertà: rinunciare a privilegi amministrativi come l’esenzione delle tasse sugli immobili, all’uso non sempre chiaro di sovvenzioni statali e comunali o ripartizione degli otto millesimi sulle tasse dei cittadini, ma farci carico delle nostre Comunità come parte viva delle nostre famiglie, con libertà di cuore, di spirito e anche di interessi. Mettendo la condivisione al primo posto, secondo le necessità di ognuno. Lottando contro le spese militari e di armamenti dei nostri governi, e richiedendo con forza il diritto alla vita e alla cittadinanza di tutti coloro che effettivamente vivono e lavorano in terra italiana. Solo così ci sarà pace! Molte organizzazioni internazionali compiono un servizio alla vita e alla pace, e come cristiani possiamo parteciparvi attivamente e devolvere a loro le nostre deducibilità.



La Missione invece ci insegna la libertà e la responsabilità di farci carico dei fratelli bisognosi. Così fece l’apostolo Paolo chiedendo la libera condivisione delle Comunità da lui fondate, per i poveri di Gerusalemme, ancora oggi martoriata dall’imperialismo americano e dall’allineamento europeo. Quando il recipiente è colmo, allora non serve più piangere per l’acqua versata, che fa sempre male, ma bisogna prendersi cura del diritto dei popoli palestinesi, armeni, congolesi, ucraini, sarawi e di molti popoli africani e del medio oriente dove ancora i cristiani sono macchiati dal sangue dei martiri. Le Chiese giovani della Missione, che sempre ringraziano per tutto l’affetto e gli aiuti che ricevono, ci insegnano però che possiamo essere una Chiesa povera per i poveri. Solo così saremo credibili e felici. Il Concilio Vaticano II ha fatto tante riforme nella Chiesa, ma ha lasciato in sospeso questa scelta di povertà che Dossetti e il cardinale Lercaro di Bologna avevano promosso. Solo alcuni vescovi si impegnarono per questa scelta coraggiosa ed evangelica, una notte nelle Catacombe romane. È la scelta di Francesco di Assisi che ha riformato la Chiesa del suo tempo, la scelta di Francesco vescovo di Roma che ci offre ancora questa possibilità: devolvere quello che è di Cesare a Cesare, per essere liberi e capaci di amare con la vita, come Lui ci ha amato. Dall’amore che avrete per tutti, riconosceranno che siete miei discepoli, perché il Mondo ha bisogno di testimoni, più che di maestri; il nostro tempo ha ancora bisogno di profeti. Allora Buona Giornata Missionaria Mondiale. Un grande abbraccio a tutti di cuore!


Santo Antonio do Içá, 11 ottobre 2023 – memoria di San Giovanni XXIII

sabato 7 ottobre 2023

Tempo di secca!

 




 

Gabriel Carlotti – missionario dell’Amazzonia

 

Davvero i cambiamenti climatici si fanno sentire, che uniti al fenomeno di “El Ninho” che surriscalda l’acqua dell’oceano Pacifico, hanno favorito un grande secca nel nostro “estate amazzonico”, così chiamato perché piove poco e per questo il caldo si fa sentire più intenso. Anche in Europa il caldo è stato davvero eccezionale, e continua ad esserlo. Il papa scrive una lettera per preparare la prossima Conferenza Mondiale sul Clima che si terrà a Dubai, nella speranza che non sia solo un bla bla bla, ma un atto di responsabilità collettiva ed effettiva, per essere anche efficace. Tutti siamo coinvolti e toccati dagli eventi che ci sovrastano. L’Amazzonia non poteva restarne fuori, nonostante il fatto di essere il più grande bacino acquifero del pianeta Terra.



Ma cosa sta succedendo? Come sapete il nostro grande fiume è anche molto tortuoso e la forza dell’acqua spesso rompe gli argini aprendo varchi e scorciatoie che tagliano le curve, qui chiamati “paranà”. Nel viaggio di settembre siamo dovuti rientrare prima del previsto perché passando per il “paranà Matintin”, già abbastanza secco e con punti di soli due metri di acqua, abbiamo toccato il fondo e spezzata in due l’elica in un grosso tronco giacente nel letto del fiume. Così, piano piano siamo rientrati lasciando la visita di alcune Comunità per il viaggio seguente. L’acqua alta copre tutto, anche i pericoli, ma in tempo di secca anche un vecchio tronco diventa pericoloso e occorre molta attenzione.



Anche nella Chiesa molti pericoli sono emersi, molte fragilità e incomprensioni, non c’è più l’acqua alta della cristianità che purtroppo ha coperto molte lacune e favorito molta corruzione. Il grido di papa Francesco all’Angelus: “Peccatori si, corrotti no!” ancora risuona nella piazza San Pietro simbolo di tutte le piazze. Così il tempo di secca può essere anche un tempo opportuno per ritrovare l’essenziale e ricostruire la “sua” casa. Benedetto Sinodo che possa aprire nuovi orizzonti e nuove opportunità di dialogo e di ricerca evangelica.



Tornati a casa abbiamo cambiato l’elica, verificato il motore e ci siamo preparati per il secondo viaggio, più lungo e più faticoso. Non si possono più prendere scorciatoie, bisogna percorrere tutto il lungo fiume e aggirare le grandi spiagge che sono emerse, dobbiamo stare attenti alla profondità, perché la superficialità, in questo tempo di secca, diventa un pericolo reale. Ritornare alle origini, al corso originario del fiume. Con Francesco ritornare alla semplicità e radicalità del Vangelo. Ci hanno insegnato che la Chiesa o è missionaria o non è Chiesa. La Missione è ancora la luce per il nostro tempo, non una missione generica, ma la Missione del Signore: inviati per annunciare la Buona Notizia ai poveri. Non c’è missione senza povertà. Una povertà scelta per amore: amatevi come io ho amato voi. Dove la dignità di ogni persona è il traguardo, senza distinzione di razza, de genere o di cittadinanza.



Pensavo in questi giorni alla fragilità del nostro servizio. Le Comunità cattoliche sono le più piccole dove ancora non c’è una vita di fraternità, spesso segnate da conflitti inter-familiari e da numerosi problemi legati alla sopravvivenza. A volte mi chiedo se valga la pena investire tante energie umane ed economiche. Ma ogni volta che incontro il volto di una mamma, di un bambino, del suo papà o di quel giovane che ancora non sa leggere e scrivere, che mi salutano perché ormai mi conosco: “cosa è successo che non sei arrivato, ti abbiamo aspettato, stai bene è tutto a posto…. Si, tutto a posto, abbiamo solo rotto l’elica, ma ora l’abbiamo sostituita e siamo qui, è questo che conta”.

Sono arrivati in città alcuni pescatori: “padre, anche gli emissari dei laghi sono seccati e i pesci sono in trappola, siamo riusciti a liberare alcuni pesci grandi, presi con le reti e gettati nel fiume, ma i piccoli stanno morendo, molti sono già morti per la temperatura elevata dell’acqua e la mancanza di ossigeno”.

 Li ascolto con attenzione, pensando al viaggio della prossima settimana. Se il pesce muore, anche la pesca dei prossimi anni sarà pregiudicata, tutto è interligato (tutto è in relazione): la vita degli uni dipende dalla vita degli altri. Anche nella Chiesa e nella Società, quando c’è stagnazione alcuni grandi si salvano, ma molti piccoli muoiono. Così nelle guerre, nelle grandi migrazioni, nelle relazioni internazionali e nel cammino della fede. In alcune Comunità la nostra ‘grande’ barca non potrà entrare, c’è solo un rigagnolo d’acqua, dovremo chiedere aiuto alle piccole canoe della gente, loro ci porteranno fino a casa loro, con gioia. Il passare per la porta stretta, ora si fa molto concreto, dobbiamo spogliarci del superfluo ed essere piccoli e poveri come bambini, perché di loro è il Regno dei Cieli. Quando non possiamo cambiare il Mondo, anche se lo vorremmo, possiamo cambiare noi stessi e farci fratelli e sorelle. Gli amici si scelgono, i fratelli no; questa è la grande rivoluzione del Vangelo: siamo tutti fratelli!

Un grande abbraccio e un saluto a tutti, con l’affetto di sempre.

 

 

   Santo Antonio do Içá, 7 ottobre 2023 – memoria della Beata Vergine del Rosario

NON SOLO CAMBIAMENTI CLIMATICI

    Cari amici, in questi giorni nell’Europa e anche nel nord Italia sono riprese inondazioni importanti, che chiedono l’impegno e la so...