Gabriel Carlotti
Un
saluto a tutti dalla Missione in Amazzonia. Sapete che Burani è in Italia per
un breve periodo in famiglia, così io e le Missionarie Mariana (argentina) e
Virginia (uruguaiana), ci alterniamo tra fiume e città. Sabato 7 ottobre le
abbiamo accompagnate alla Comunità di Moinho e ritorneranno domenica 15, dopo
aver visitato cinque Comunità. Le abbiamo portate con la barca, ma ritorneranno
in canoa, accompagnate dai Tikuna per circa 6 ore di navigazione. Lunedì 16
partirò io per Ipiranga e passeremo in tutte le 26 Comunità per il nostro
appuntamento mensile. Le Missionarie rimangono uno o due giorni, una o due notti
nelle piccole Comunità sul fiume. Portano con loro le amache per dormire nelle
case della gente, un poco di cibo per collaborare alle spese domestiche,
qualche litro di benzina per aiutare nel trasporto di canoa da una comunità
all’altra e un secchio, perché non ci sono bagni, ci si lava al fiume e per il
resto si fa come si può. Vi confesso che io farei fatica, sulla nostra barca ci
sono due bagni, grazie al cielo e a voi!
Allora
quando parliamo di Missione dobbiamo tenere insieme questi due aspetti complementari:
i mezzi aiutano e spesso risolvono tante situazioni precarie, ma le persone
sono indispensabili. Pregate il Signore della messe, che mandi operai per la
sua messe, ci ricorda il Vangelo. La Missione è sempre opera dello Spirito che
muove i nostri cuori e i nostri passi. Celebrare la Giornata Missionaria
Mondiale vuol dire anche condividere perché non manchino i mezzi, ma
principalmente metterci in gioco perché ad ognuno di noi è rivolto l’invito e
il comando del Signore: andate e annunciate che il Regno di Dio è in mezzo a
noi. Preghiamo allora perché la nostra Chiesa di Reggio – Guastalla sia capace
di inviare preti e laici, giovani e famiglie per condividere la Missione.
Preghiamo perché ognuno di noi, anche se non parte per terre lontane, viva il
servizio e la testimonianza: perché sappiamo annunciare il Regno di Dio
nell’accoglienza del povero e dello straniero (come ci insegna l’Antico
Testamento), ma anche nella tessitura di relazioni belle e di misericordia,
relazioni di fraternità e di Comunità guidate dall’amore (come ci ha insegnato
il Signore Gesù). Grazie davvero per tutto quello che ci unisce. Coraggio, non
abbiate paura di vivere ciò che siete: tutti fratelli e sorelle in Cristo Gesù,
che da ricco che era si fece povero per amore nostro. Proprio sulla povertà
della Chiesa, sulla sua fiduciosa testimonianza nel Signore che veste i gigli
del campo e nutre gli uccelli del cielo, si gioca il futuro della fede.
Celebrare
la Giornata Missionaria Mondiale, per noi Chiesa italiana, vuol dire fare una
scelta di povertà: rinunciare a privilegi amministrativi come l’esenzione delle
tasse sugli immobili, all’uso non sempre chiaro di sovvenzioni statali e
comunali o ripartizione degli otto millesimi sulle tasse dei cittadini, ma
farci carico delle nostre Comunità come parte viva delle nostre famiglie, con
libertà di cuore, di spirito e anche di interessi. Mettendo la condivisione al
primo posto, secondo le necessità di ognuno. Lottando contro le spese militari
e di armamenti dei nostri governi, e richiedendo con forza il diritto alla vita
e alla cittadinanza di tutti coloro che effettivamente vivono e lavorano in
terra italiana. Solo così ci sarà pace! Molte organizzazioni internazionali
compiono un servizio alla vita e alla pace, e come cristiani possiamo
parteciparvi attivamente e devolvere a loro le nostre deducibilità.
La
Missione invece ci insegna la libertà e la responsabilità di farci carico dei
fratelli bisognosi. Così fece l’apostolo Paolo chiedendo la libera condivisione
delle Comunità da lui fondate, per i poveri di Gerusalemme, ancora oggi
martoriata dall’imperialismo americano e dall’allineamento europeo. Quando il
recipiente è colmo, allora non serve più piangere per l’acqua versata, che fa
sempre male, ma bisogna prendersi cura del diritto dei popoli palestinesi,
armeni, congolesi, ucraini, sarawi e di molti popoli africani e del medio
oriente dove ancora i cristiani sono macchiati dal sangue dei martiri. Le
Chiese giovani della Missione, che sempre ringraziano per tutto l’affetto e gli
aiuti che ricevono, ci insegnano però che possiamo essere una Chiesa povera per
i poveri. Solo così saremo credibili e felici. Il Concilio Vaticano II ha fatto
tante riforme nella Chiesa, ma ha lasciato in sospeso questa scelta di povertà
che Dossetti e il cardinale Lercaro di Bologna avevano promosso. Solo alcuni
vescovi si impegnarono per questa scelta coraggiosa ed evangelica, una notte
nelle Catacombe romane. È la scelta di Francesco di Assisi che ha riformato la
Chiesa del suo tempo, la scelta di Francesco vescovo di Roma che ci offre
ancora questa possibilità: devolvere quello che è di Cesare a Cesare, per
essere liberi e capaci di amare con la vita, come Lui ci ha amato. Dall’amore
che avrete per tutti, riconosceranno che siete miei discepoli, perché il Mondo
ha bisogno di testimoni, più che di maestri; il nostro tempo ha ancora bisogno
di profeti. Allora Buona Giornata Missionaria Mondiale. Un grande abbraccio a
tutti di cuore!
Santo Antonio
do Içá, 11 ottobre 2023 – memoria di San Giovanni XXIII