giovedì 14 luglio 2022

PIRATI, NARCOTRAFFICO E SPERANZA NELLO SPIRITO

 



Si, i pirati ci sono ancora e assaltano le barche nel Rio delle Amazzoni, nella regione dove abitiamo.  

Negli ultimi giorni, nel nostro ‘pezzetto’ del Rio delle Amazzoni (o Rio Solimões) stiamo assistendo ad una serie di tragici eventi: la morte di diverse persone, uccise in modo brutale. Ieri un pirata ucciso a Tonantins, lunedì scorso 5 trovati morti sulla riva del fiume, a pochi chilometri dal centro di Santo Antonio, sabato scorso altri 5 trovati uccisi; domenica una sparatoria con morti davanti alla chiesa di S. Francesco, qualche giorno fa nel corso di una sparatoria 10 sono stati uccisi, alcuni di Santo Antonio, altri di Tonantins, altri ancora nella zona di Jutaí….  Tonantins e Amaturá sono i paesi nostri vicini, a 20-30 km di distanza.  A Tonantins ora hanno il coprifuoco, vietato uscire alla sera dalle 21.

È anche arrivato una grossa squadra di polizia speciale. Cosa sta succedendo?  I pirati sono, per la maggior parte, giovani dei nostri paesi che con barche abbastanza veloci- di solito rubate- bloccano le imbarcazioni che stanno viaggiando sul Rio delle Amazzoni per rubare merci, soldi, benzina… tutto quello che riescono a trovare. E spesso non si limitano a rubare, ma terrorizzano le persone, usano violenza e anche uccidono.  La polizia locale a volte cerca di intercettarli, ci sono scontri con armi da fuoco e, potete ben intuire, feriti e morti.  Quando capita che qualche pirata venga catturato, la popolazione, stanca di tanti soprusi, sfoga la propria rabbia: a Tonantins due sono stati presi e bruciati, a volte si trovano i corpi squartati.   La situazione diventa sempre più tragica a causa della droga. Come sapete noi siamo nella zona di confine con Perù e Colombia e dalla Colombia arrivano in Brasile, tonnellate di cocaina via fiume. I trafficanti – spesso i più ricchi e ‘rispettabili’ dei nostri paesi- hanno dei guadagni incredibili; organizzano le spedizioni di cocaina che arriva a Manaus via fiume, poi verso Europa, Stati Uniti, Asia. 

Nel tratto di fiume della nostra regione agiscono i pirati, assaltano le navi che trasportano droga e rubano il carico prezioso, scatenando- ovviamente- le ire dei trafficanti, uomini senza scrupoli e crudeli quando i loro piani trovano ostacoli. Il narcotraffico, con i loro soldati, sta ora cercando di intercettare e possibilmente ammazzare i pirati. Tonnellate di cocaina sono state rubate in questi mesi e quindi la rabbia è grande, e la violenza si scatena. Gli scontri che avvengono in questi giorni sono quindi principalmente tra trafficanti di droga e pirati e qualche volta la polizia quando individua gli uni o gli altri. La tendenza è quella di ammazzare i rivali, senza pietà.



Ho ascoltato su WhatsApp un audio di uno dei capi del traffico di droga, con parole violente e offensive, minacciando di morte i pirati e tutti coloro che si mettono contro i loro interessi; minacciava di morte i sindaci dei nostri paesi e le loro famiglie. La nostra gente è impaurita e disorientata, in certe zone uscire con la barca è diventato pericoloso, più che a Santo Antonio, nel comune confinante di Tonantins.  La speranza è che questo nuovo contingente di polizia possa frenare la ondata di violenza.  Ma sappiamo che ci sono molte persone coinvolte, e molti problemi alla base della violenza, degli omicidi…  i pirati e i corrieri della droga sono le persone più povere, spesso disperate, consapevoli che stanno rischiando la prigione e la vita, e pronti a tutto, ormai senza timore di nulla e senza rispetto per nessuno. E ci sono i medi e grandi trafficanti: rispettabili benestanti o autorità delle nostre città; e insieme a poliziotti di valore, ce ne sono alcuni coinvolti nel narcotraffico, sequestrano la droga per poi rivenderla… insomma, una vecchia storia, che si ripete in tante zone del mondo!
 In città stiamo constatando che cresce l’uso di varie droghe tra gli adolescenti…. E ci chiediamo: quanto la società vuole veramente combattere questa cultura di morte? Abbiamo la volontà di arrivare a colpire chi sta ai vertici del narcotraffico – e non sono i poveracci che accettano di fare il trasporto della droga? Si deve lavorare a livello della offerta di droga, bloccare il narcotraffico, ma anche sul versante della domanda: perché tanti cercano le droghe? Senza la domanda, il traffico di droga verrebbe bloccato in modo naturale.  Come formare una cultura diversa?  Il tema riguarda il mondo intero, non solo i nostri piccoli paesi. Sono convinto che alla base ci sia sempre una questione spirituale: la ricerca di droga è una ricerca spirituale, una ricerca di salvezza, una ricerca di felicità, una ricerca di vita…… però in questo caso l’esito della ricerca è la morte.  La violenza grave che si scatena riguarda un ristretto numero di persone, ma alcool e altre droghe invadono le nostre strade, le nostre case e stanno distruggendo le nostre famiglie. Stiamo tentando di ripartire con 2 gruppi di auto-aiuto, uno dei cosiddetti ‘narcotici anonimi’ e un altro legato alla Chiesa cattolica, cercando persone adatte e disponibili a seguire questa realtà complessa.  Una goccia nel mare ma almeno si potrebbe costituire un riferimento per chi cerca aiuto.



La scuola organizza le settimane di prevenzione alle droghe, e abbiamo concluso con una mattinata di incontro nella palestra della parrocchia, ascoltando anche le proposte dei ragazzi (loro hanno chiesto alle autorità di essere rigidi e multare chi vende alcoolici ai minori, fino a chiudere il locale se continua nella infrazione. Chiedono anche più vigilanza nelle strade, specialmente la notte dei fine-settimana). Non sono dei semplici incontri che risolvono la situazione se non abbiamo una forte volontà politica e una maturazione anche spirituale. Sono troppi gli interessi in gioco, e molti in città sono cresciuti e crescono grazie alla droga.



Per quel che noi possiamo fare, penso che la pastorale ordinaria della parrocchia, con la celebrazione dei sacramenti, la catechesi, il servizio, la evangelizzazione a diversi livelli, la condivisione comunitaria è una grande forza di vita che potrà contrastare la cultura di morte del narcotraffico.

Don Gabriele Burani, Santo Antônio do Içà, 14-07-2022

mercoledì 13 luglio 2022

ECOLOGIA INTEGRALE

 



 

Vi scrivo da Ipiranga, oggi 13 luglio, sperando che porti bene e nel prossimo ottobre LULA 13 possa vincere le elezioni presidenziali al primo turno. Davvero la situazione sociale del Brasile è ogni giorno più disastrosa sotto il 'regime fascista' dell'attuale presidente. Dopo le ultime due morti nella valle del fiume Javarí, estremo sud della nostra Diocesi dell'Alto Solimões, tutto tace e chi opera pastoralmente e nella difesa dei diritti umanitari e della foresta (ecologia integrale), continua ad essere minacciato di morte da chi adora il dio-denaro e vuole impossessarsi delle ricchezze di legname, di pesce e di minerali di una terra che non gli appartiene, ma che il Creatore ha dato in usufrutto per la vita di molti. Riconoscere la terra indigena é riconoscere il diritto alla vita che viene da Dio.

Abbiamo ormai terminato la distribuzione delle casse per raccogliere l’acqua della pioggia, mancano solo 4 comunità del fiume Puretê, dove   c'è il garimpo illegale dell'oro. É una rotta un poco fuori mano perché là non ci sono comunità cattoliche, solo della chiesa della croce, purtroppo una forma di setta fondamentalista, che si è formata 60/70 anni fa. Ma le comunità hanno saputo di questa opportunità e stanno venendo in città a prendere le casse per l'acqua, in parrocchia, così è una buona occasione per conoscerci.

Nel prossimo viaggio, dal 31 luglio all'11 agosto, iniziamo ad offrire la Bibbia a tutti coloro che la desiderano, a 5 reais (1 euro), mentre il costo effettivo è di 30 reais (6 euro), un modo di chiedere una piccola partecipazione anche a loro, perché diano più valore al dono della Parola di Dio. In agosto approfitteremo dell'incontro di comunità per aiutare a conoscere la Bibbia e come usarla. Nei mesi di settembre, ottobre e novembre, fino al nuovo Avvento, incentiveremo a fare una lettura continuata di tutto il Vangelo di Matteo, che ci accompagnerà nel prossimo Anno Liturgico. Due capitoli alla settimana, una piccola introduzione per ogni incontro e alcune domande per condividere: una forma semplice di lettura orante della Parola. Speriamo davvero che questo sforzo di offrire "acqua viva" avvicini la fede popolare alla fede biblica, e possa così sostenere il cammino delle comunità nella storia di oggi. Il sogno è che la Parola di Dio ci indichi il cammino della Vita: farci prossimi nel bisogno dei fratelli come luogo di fede per amare il Signore con tutto il cuore e tutta la mente.

Questa settimana stiamo aggiustando un ponte che è pericoloso per i bambini e anche per quanti devono passare. Noi diamo il materiale, legno e chiodi, e invitiamo la comunità a lavorare insieme, gli uomini nella parte di costruzione e le donne preparando il pranzo comunitario. Se il sindaco non fa per questioni politiche partitarie, la gente può e deve preoccuparsi della sicurezza dei piccoli e di tutti.

Nella comunità di San Cristovão II, che appartiene alla chiesa della croce, non c'é la scuola e, per questioni politiche partitarie, il sindaco non la farà.

"Padre come facciamo?"

"Siete disposti a lavorare per tagliare le assi e anche a costruire insieme la scula?"

 "Si padre, siamo quattro fratelli con le nostre famiglie, siamo capaci di lavorare e ben disposti, ma non abbiamo le condizioni economiche per completare l'opera."

 "Cosa vi manca?"

"Benzina e olio per il motosega, chiodi e specialmente lo zinco per la copertura."

"Bene, possiamo aiutarvi come comunità cristiana e, se un giorno faranno una scuola nuova, useremo questa sala grande per riunirci e anche per la preghiera comune..."

 Così ora c'è la scuola e i bambini hanno uno spazio decente per studiare. La fede al servizio della vita.

Oggi 13 luglio siamo arrivati qui ad Ipiranga, dopo cinque giorni di navigazione del rio Içá, molte case chiuse, quasi un paese fantasma. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo e scopriamo che l'attuale comando militare è avverso alla popolazione e sta mettendo molte regole di controllo dei civili. Molti se ne sono già andati e altri stanno pensando di lasciare il paese. Vedremo cosa fare, questa sera alla Messa cercheremo di capire se c'è uno spazio di mediazione tra le poche famiglie rimaste, il comando militare e il potere pubblico che qui é molto poco presente, solo di quattro in quattro anni per chiedere voti.

É arrivato un piccolo aiuto di 300 reais per le famiglie che hanno vissuto nella difficoltà dell'acqua alta che ha distrutto le coltivazioni, oltre ad aver allagato le case. Ma bisogna andare in città per firmare, tutti senza eccezione, entro venerdì!

"Padre per andare e tornare di canoa servono due latte di benzina (40 litri), 320 reais, per riceverne 300 quando tutto funziona nelle lunghe code davanti alla banca...".

Anche questo è il nostro Brasile, patria amata, dove si continua a dare le briciole, mantenendo il popolo di Dio in una condizione di dipendenza e sottomissione. Forse anche per questo sono state espulse le suore di Madre Teresa... forse per questo in India è proibito alla Chiesa impegnarsi nell'ambito dell'educazione dei giovani.

Oggi alle 9:30 tutti i ragazzi sono ritornati a casa, la scuola finisce perché non c'è la merenda che lo Stato non ha inviato. Così non si mangia e così non si studia, perpetuando l'analfabetismo personale, sociale e politico.

Davvero il Vangelo è un messaggio pericoloso: ci invita alla libertà e ci aiuta ad organizzarci perché la vita sia rispettata nei suoi diritti e doveri fondamentali. Ringraziamo il Padre perché ha voluto rivelare queste cose ai piccoli. E lo preghiamo perché ci liberi dai pesi che ci opprimono e ci aiuti a scegliere la croce come cammino esigente  dell’amore che ci libera da ogni tipo di oppressione.

Un grande abbraccio e arrivederci a presto.

 

Gabriel Carlotti - missionario dell'Amazzonia.

 

Ipiranga, 13 luglio 2022

domenica 24 aprile 2022

Impressioni dopo il ritorno in diocesi durante il mese di marzo 2022

 



RITROVANDO REGGIO EMILIA


Ho passato il mese di marzo a Scandiano, con la mia famiglia, ma continuando un ‘vagabondaggio’ missionario, visitando molte parrocchie della diocesi, incontrando diverse persone.  È bello rivedere la famiglia e riunirsi dopo molto tempo, è bello ritrovare molti volti amici e comunità conosciute (e qualcuna nuova). Ho avuto modo di dialogare con il vescovo Giacomo, il vicario don Alberto, con don Pietro e la equipe del Centro Missionario: è importante mantenere un confronto aperto e costante per noi che viviamo così lontani.

Dopo pochi giorni dal mio arrivo sono giunte tante richieste: celebrazione delle messe, incontri sulla missione, visita ad alcune famiglie, incontri con alcune persone…. Questo per tutti i giorni della mia permanenza nel mese di marzo, tempo di quaresima, in particolare dedicato alle nostre missioni diocesane. (E non sono nemmeno riuscito ad arrivare in tutte le comunità e a incontrare tutte le persone che mi avevano contattato.)
Cosa pensare? Evidentemente una sensibilità missionaria nella nostra diocesi non è morta, forse solo affievolita rispetto agli anni passati.  Ho pensato che - malgrado tendenze mondiali a proteggere con la forza i propri spazi, a enfatizzare la propria identità nazionale anche contro gli altri, a costruire muri per difendere i propri privilegi, a non avere scrupoli nello sfruttamento degli altri-  ci sia nel cuore delle persone un grande desiderio di pace, di comunione, di giustizia, di fratellanza, che si manifesta anche in una necessaria apertura alla mondialità ( fraternità universale).  
 - Sono stato piacevolmente sorpreso dalle tante richieste ricevute per dare testimonianza della nostra presenza in Amazzonia;  credo ci sia anche la curiosità nei confronti di questa nuova esperienza missionaria, situata in un luogo di periferia da tanti punti di vista; un luogo di richiamo per le sue particolarità geografiche ma piuttosto sconosciuto riguardo la vita ecclesiale.



Ho notato interesse per le nostre attività e una sincera partecipazione, una disponibilità ad accompagnare e aiutare e questo è molto nobile e bello da parte della chiesa reggiana, e veramente tante persone hanno manifestato la loro vicinanza e amicizia. Un segno dello Spirito Santo, che tende a unire anche ció che sembra lontano, che crea comunione, e che spinge alla evangelizzazione.   Si, un segno dell’incontro con il Cristo Risorto e della presenza dello Spirito è la spinta alla evangelizzazione, il desiderio di annunciare la Parola di salvezza a tutti, senza confini, e che il Regno di Dio sia visibile già su questa terra.

Mi sono interrogato: come è possibile che con tutti i problemi che abbiamo in diocesi, che abbiamo in Italia e in Europa, ci sia una attenzione ad una povera missione nel cuore della Amazzonia? Probabilmente alcune comunità reggiane hanno maturato la consapevolezza che le missioni diocesane sono parte della pastorale ordinaria e che quindi tutti siamo partecipi della vocazione evangelizzatrice anche in terre che non corrispondono al territorio della provincia di Reggio.  A servizio della diocesi di Alto Solimões siamo per ora in due preti, non a titolo individuale, ma a nome di tutti voi! E in attesa di altri fratelli e sorelle disponibili a spendersi in questa terra per un periodo della propria vita.



Nelle mie visite nel reggiano ho incontrato comunità messe a prova dalla pandemia ( sinceramente ho provato fastidio per le liturgie ancora irrigidite dalle norme anti-Covid: la distanza, alcool di continuo, il green-pass, le maschere, vietati i contatti, non ci sono processioni alla presentazione dei doni e alla comunione: una liturgia innaturale, e spero si possa arrivare presto a cambiare e a umanizzare le celebrazioni - però non sono un medico e forse queste norme sono necessarie, anche se mi sembrano eccessive!-).
Ma credo che le comunità siano in difficoltà anche per altri motivi, e un sintomo tra i più evidenti è che gli adolescenti e i giovani sono poco presenti, sembra che la Chiesa non offra nulla di significativo per loro; certo, in qualche luogo i giovani ci  sono, forse dove si dà spazio all’ascolto dei loro vissuti e sensibilità e si fanno proposte chiare e evangeliche. Credo sia forte il desiderio di Dio nei giovani, e il Vangelo di Gesù è parola di salvezza per tutti ma dobbiamo imparare ad annunciarlo in modo significativo nella situazione storica attuale, lasciandoci guidare dallo Spirito e amando le persone così come sono, anche con gli errori e contraddizioni che ci caratterizzano. Mi chiedo: siamo una chiesa che sa accogliere gli adolescenti e giovani, che sa comunicare, che è appassionata e trasmette speranza?

-         Ho incontrato vari preti e diaconi, molto impegnati, perseveranti anche se denunciando stanchezze e qualche delusione. Qualcuno ammalato, molti anziani. Il nuovo vescovo Giacomo è stato accolto bene, e il suo stile amichevole, sereno e comunicativo sta aiutando il nostro clero a ritrovare uno spirito di comunione, la libertà di manifestarsi, di aiutare e essere aiutati dai confratelli. La presenza paterna e disponibile del vescovo è sempre desiderata dai preti e diaconi, che sono i primi collaboratori.

-         Incontrando il gruppo dei preti giovani, e in seguito i seminaristi, ho dato la mia testimonianza missionaria, desiderando anche suscitare nuove disponibilità per le missioni; e mi fa piacere che ci sia la libertà di interrogarsi riguardo questo tipo di chiamata.



-         Ho incontrato diverse persone desiderose di parlare, di confrontarsi, di sfogarsi, di chiedere consiglio; ciò conferma che la disponibilità dei preti e altri ministri ad incontrare le persone, a visitare le famiglie, ad ascoltare senza pregiudizi, è sempre un dato essenziale per il futuro della evangelizzazione.

-         Dovremmo però essere più liberi dagli eccessi burocratici- istituzionali per avere la calma e apertura per ascoltare con il cuore le persone.

Ringrazio tutti per gli incontri fatti in questo mese, per la partecipazione, l’interesse, l’amicizia e per gli aiuti che continuate ad offrirci per la missione amazzonica! Noi continueremo a comunicare con le nostre lettere e a leggere quelle che vorrete inviarci.
La animazione del Centro Missionario aiuterà a mantenere vivi i rapporti e a realizzare un nuovo modo di essere Chiesa nel nostro tempo, per una evangelizzazione efficace.
Rimane aperto un interrogativo, la cui risposta dipende dal contributo di tutti: quanto la Chiesa reggiana vuole continuare a impegnarsi per la missione in Amazzonia e per le missioni in generale? 

Don Gabriele Burani, Santo Antonio do Içà, 21 aprile 2022

 

 

venerdì 15 aprile 2022

AUGURI DI PASQUA DALL'AMAZZONIA

 




Sono a Ipiranga, sul confine con la Colombia per celebrare la Pasqua. Sono arrivato il Venerdì Santo verso sera, rimango il sabato e Domenica inizio il ritorno verso casa. Passando in tutte le Comunità per celebrare la Risurrezione, ultima e definitiva Parola di Dio sulla storia umana.

Abbiamo iniziato il nostro viaggio dalla Comunità Tikuna di Vista Alegre. Arrivando incontro il cassique Santiago, un uomo giovane, sui 35 anni, padre di cinque figli. Lo saluto:

"Che bello incontrarti! In febbraio non ci eravamo visti, stavi viaggiando".

"Si, padre, ero a Tonantins, ho accompagnato mia moglie perché mio suocero stava male, così siamo rimasti là per aiutare la sua famiglia. Siamo ritornati la settimana scorsa, ora mio suocero sta bene, e noi siamo potuti ritornare a casa".



"Meno male, che tutto si è risolto bene... ora il papà di tua moglie è guarito, grazie a Dio!" Gli dico, e lui mi risponde:

"Si, padre, ora sta bene, è morto e non soffre più, ora è nelle mani di Dio, e noi siamo contenti per lui, non ha più bisogno del nostro aiuto. Oggi sono sette giorni dalla sua partenza, nella messa possiamo ringraziare il Signore che è stato buono con lui".



Santiago mi ha spiazzato... lo guardo, sorrido, vedo la sua serenità e penso: davvero sono i poveri che ci evangelizzano! Vi auguro una buona Pasqua di Risurrezione. Restiamo vicini come Maria e Giovanni sotto la croce, sentiamoci tutti fratelli, figli e madri gli uni per gli altri, fino al giorno senza fine, quando anche la morte verrà eliminata per sempre, anche il dolore e le guerre, anche l'egoismo e l'ingiustizia, le paure dei nostri fantasmi, che ci impediscono ancora di volerci bene.

Buona Pasqua. Gabriel

venerdì 11 marzo 2022

Auguri di cuore!

 




 

    Mi scrive un’amica di Montecchio Emilia: “Qui ci prepariamo all’accoglienza di tanti profughi... É una situazione surreale, si fa fatica a crederci...”. E per me che vivo in un altro Continente, completamente diverso per la sua natura, la sua antropologia e la sua storia, davvero è faticoso pensare che a “casa” ci sia una guerra. Credevamo che dopo la devastazione della 2°guerra mondiale, almeno nei nostri territori, non ci fosse più questo pericolo. E invece no! Ancora l’Europa è segnata dall’assurdo dolore di una guerra voluta e praticata, una guerra ingiusta come tutte le guerre, perché la violenza non è mai giustificabile, ma sembra deve essere abolita e non alimentata con assurde ingerenze strategiche e invio di armi che solo serviranno a far crescere il conflitto tra i popoli, e il portafoglio di chi le produce. Davvero é una situazione surreale e si fa fatica a credere che stia davvero accadendo.

Domenica 13 marzo è l’anniversario dell’emancipazione della nostra Città di Santo Antonio do Içá, alle 5 del mattino ci saranno i fuochi d’artificio e alle 6 tutta la popolazione é invitata nel piazzale della chiesa per un “caffè comunitario”, per fare colazione insieme. Mi hanno invitato per benedire la mensa, cosa che farò con grande piacere, chiedendo a Dio che quel banchetto non rimanga solo un segno, ma diventi la quotidianità di una vita fraterna e condivisa. Canteremo “Tanti auguri...” e chiederemo questa benedizione al Signore. Poi alle 8 celebriamo l’Eucaristia dove il pane e il vino sono segno efficace che produce in noi una vita buona, di gratuità e di accoglienza.

Qui ci prepariamo all’accoglienza di tanti profughi...”, queste parole sono risuonate nel mio cuore, con tutta la loro forza. Dopo anni difficili, di contrapposizioni e spaccature politiche e anche ecclesiali sull’accoglienza dei profughi dell’est e del sud del mondo; dopo una pandemia che ha smascherato la fragilità e il vuoto di valori creato da una dilagante superficialità e autoreferenzialità, nella società come nella chiesa, ora “ci prepariamo all’accoglienza di tanti profughi...”. Certo, era meglio non fosse mai iniziata questa guerra fratricida, ma purtroppo oggi è una realtà. Carpe diem, cogliamo l’attimo e il richiamo dell’accoglienza gratuita e condivisa, per tutte le persone di buona volontà, da chi ancora crede nell’Umanità. Non è solo un richiamo verbale, neanche una ‘bella predica’, è la Storia che viene prima delle idee e delle ideologie, e ci chiede di essere accolta e vissuta con fede, con amore e con gioia. La gioia di chi sa donare.

Con questo spirito vorrei cantare “Tanti auguri...” anche per il nostro vescovo Giacomo che inizia il suo servizio pastorale alla nostra Chiesa locale. Che il suo ministero sia segnato dall’accoglienza ai poveri e dalla gratuità della fede. Che la nostra Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla ritrovi la gioia della povertà evangelica e della fraternità incondizionata, la gioia dell’essere e del sentirsi amati. Auguri fratello Giacomo, ben venuto sulla nostra barca e buon cammino lungo le nostre strade; aiutaci a remare per prendere il largo, senza paura dei venti contrari, senza lasciare indietro nessuno, per gettare ancora la rete sulla “Sua” Parola!   

 

 

  Gabriel Carlotti, missionario in Amazzonia.

 

 

 

 

Santo Antonio do Içá, 13 marzo 2022 – accoglienza del nuovo vescovo di Reggio Emilia - Guastalla

  

domenica 27 febbraio 2022

Resoconto 1° Assemblea delle Comunità del fiume/indigene

 



Parrocchia Sant'Antonio di Lisbona

28-29-30 gennaio 2022

Centro comunitario di Santo Antônio do Içá

 

         Venerdì 28 gennaio 2022, si sono riunite 14 comunità che si trovano lungo il fiume, su un totale di 28, presso il Centro delle Comunità; c’è stata la partecipazione del 50% delle comunità:

03 Cebs sul fiume Solimões: Patiá II, N.S. Nazaré e São Francisco (tutte)

11 Cebs del fiume Içá: Santa Maria, União da Boa Fé, Nova Esperança I, Vista Alegre, São João da Liberdade, São Sebastião I, Boa União, São João do Lago Grande, Mamuriá III, Nova Esperança II e Ipiranga ( mancavano 14 comunità).

 

VEDERE

 

Ciascuna comunità presente, rappresentata da tre animatori/leader, ha presentato la propria realtà:

 

CHIESA - positivo:

==> la chiesa siamo tutti noi

==> importante è avere unità e fede

==> molto importante è l'interesse di ciascuno per la vita di fede e la partecipazione alla comunità

==> nelle nostre comunità abbiamo messe, battesimi, celebrazioni/culto, catechesi, cresima, decima, prima eucaristia

==> è importante insegnare ai bambini a pregare e cantare

==> è molto importante celebrare il giorno del Signore ogni domenica

 

CHIESA - negativo:

==> mancanza di unità tra le persone e le comunità

==> manca la visita dei Coordinatori pastorali (le Pastorali, in Parrocchia, si stanno ancora organizzando e non hanno ancora un coordinamento)

==> mancanza di sostegno da parte dei genitori affinché i bambini partecipino alla catechesi e alle celebrazioni

==> mancata partecipazione alle celebrazioni

==> mancanza di leadership e catechisti per guidare le celebrazioni e fare catechesi

==> alcune chiese mancano nelle comunità e alcune mancano delle rifiniture.

 

Dopo questo relatorio, evidenziamo tre parole chiave:

• ORGANIZZAZIONE - VISITA - AIUTO FAMIGLIE

e abbiamo concluso che il nostro lavoro è come quello delle formiche, solo attraverso l'unità possiamo andare avanti. Sottolineiamo anche che non possiamo aspettare solo gli altri, ma che ciascuno deve fare la sua parte e sentirsi impegnato nella propria comunità e nel cammino di fede del proprio popolo.

Infine, riaffermiamo l'importanza di “PIANTARE”; Sappiamo che a volte il campo può allagarsi e perdere la produzione, ma è anche vero che chi non pianta non raccoglierà mai.

 

AMBITO SOCIALE- positivo:

==> è migliorata l'istruzione  scolastica e la presenza permanente degli insegnanti  che fanno scuola

==> Arrivano regolarmente anche i materiali didattici e le merende per gli studenti

==> l'aiuto della chiesa è stato molto buono nel distribuire cisterne da 500 litri per raccogliere e conservare l'acqua piovana, acqua pulita e incontaminata come quella di fiume. Le cisterne sono andate a tutte le comunità cattoliche, evangeliche e della cruzada.

 

AMBITO SOCIALE - negativo:

==> mancanza di supporto sanitario (Ipiranga)

==> conflitto tra SESAI e Sanità Comunale

==> mancanza di sostegno da parte delle autorità comunali

==> il trasporto è una sfida

==> mancanza di benzina per il trasporto sanitario di emergenza

==> Manca il personale  sanitario (Santa Maria, São Sebastião I, São Vicente; a São João do lago grande c'è un infermiere volontario)

==> mancanza di materiale sanitario e medicine

==> la USB del fiume passa velocemente e non si ferma, il servizio è frettoloso (qualcuno diceva che sul fiume UBS ha fatto delle cose poco morali come: uso di bevande alcoliche, uso del “fumo” (droghe leggere), feste molto promiscue anche con ragazze molto giovani .. .)

==> mancanza di case (São João da Liberdade)

==> mancanza di comprensione della nostra gente.

Di fatto, le comunità riberinhe del nostro Comune di Santo Antônio do Içá hanno MOLTE NECESSITA’ e a VOLTE SONO DIMENTICATE dalle Autorità Pubbliche del Comune. Le autorità (sindaco, vicesindaco, segretari e consiglieri) non visitano quasi mai le Comunità per ascoltare la gente e migliorare il servizio ai diritti fondamentali della popolazione del Comune. Anche in città, quando le persone che vivono lungo il fiume arrivano nonostante le tante difficoltà nei trasporti, è difficile trovare le autorità che le ascoltano e gli danno attenzione sulle necessità che espongono.

 

METTIAMO IN EVIDENZA:

• l'importanza che le autorità comunali visitino le Comunità per trovare i residenti che li elessero al fine di sviluppare un buon servizio

• nonché una maggiore e migliore comprensione della GENTE che non solo devono aspettare, ma anche fare la loro parte:

• sostegno delle famiglie  ai insegnanti e la partecipazione dei bambini alla scuola

• nell'uso dei rimedi tradizionali che vengono dalla saggezza dei nostri popoli e della natura stessa

• nei servizi igienico-sanitari di base, mantenendo puliti i corsi d'acqua, il territorio del paese e la convivenza, nonché nella costruzione di bagni  semplici con fossa biologica e la cura con i rifiuti per non inquinare con la plastica o diffondere malattie come la  verminosi, dengue, malaria e covid-19.

• nella cura dell'acqua per bere e per cucinare, mantenendo pulite le cisterne

• nel denunciare illegalità come quella mineraria che sta comparendo anche lungo il corso del fiume Içá, oltre alla grande presenza nel fiume Purité e nel fiume  Juí-Vila Alterosa.

• rispettare i mesi in cui la pesca commerciale è vietata a causa della deposizione delle uova dei pesci; mesi in cui i pescatori ricevono un'assicurazione di difesa; denunciare gli intermediari che comprano pesce a buon mercato da rivendere a Letícia e Tabatinga

• non vendere illegalmente cuccioli di sulamba ai colombiani, per evitare l'impoverimento dei nostri fiumi

• rispettare e non uccidere animali selvatici a fini di commercio, come bichos de casco , uccelli e altro

• non trafficare, trasportare, vendere droga, tabacco e base  di cocaina.

 

Nel pomeriggio di questa prima giornata della nostra Assemblea, si è lavorato in gruppo per rispondere ad alcune domande della nostra Diocesi di Alto Solimões su “Ascolto delle comunità indigene e fluviali per una CHIESA SINODALE”. Di seguito le conclusioni del nostro lavoro da inviare al coordinamento della nostra Diocesi.

 

            È stato svolto un lavoro di gruppo, tra i leader delle Comunità del fiume e le comunità indigene. Proprio all'inizio, prima di formare i gruppi, leggiamo il racconto della Creazione che si trova in Gen 1,1-31

E poi c'era la lettura di At 4,32-35

            Condividiamo la Parola e ci rallegriamo della fiducia che Dio manifesta nelle sue creature che Egli riconosce come “molto buone”. A loro, uomo e donna, Dio affida la sua creazione e la generazione della vita. Gesù, con la sua Parola e i suoi atteggiamenti, crea comunità fraterne dove il bene comune e il vivere bene diventano la legge più grande. Con la condivisione nessuno era nel bisogno e con la fede nella risurrezione, tutti erano un cuore e un'anima.

Poi ci siamo divisi in gruppi più piccoli tra le popolazioni fluviali e diversi popoli indigeni, principalmente Tikuna e Kocama. Abbiamo avuto una bella condivisione guidata da alcune domande della nostra Diocesi:

            1. Come abbiamo vissuto i tempi delle piogge, delle inondazioni e della siccità?

            2. Come abbiamo vissuto e nutrito la nostra fede nella sequela di Gesù nella nostra Comunità? Ci             sentiamo Chiesa?

            3. Quali sono le maggiori difficoltà che incontriamo nel camminare insieme come Comunità?

            4. Come continuare la missione della Chiesa nella nostra Comunità, camminando insieme come             fratelli e sorelle, di fronte alle sfide di queste realtà?

 

Ecco la nostra CONDIVISIONE:

La siccità e le inondazioni hanno sempre i loro lati positivi e negativi. Nella stagione secca possiamo coltivare la terra e raccoglierne i prodotti, ma rende difficoltoso il trasporto verso la città.

Le piogge e le inondazioni portano molte difficoltà alle nostre abitazioni e talvolta siamo costretti a lasciare le nostre case quando vengono allagate.

Manca unità tra le persone, non solo nella comunità ecclesiale, ma anche tra le persone e le famiglie nello stesso villaggio. La mancanza di unione e partecipazione a incontri e riunioni è la difficoltà più grande, spesso manca l’interesse.

Mancano ancora cure migliori nell'area sanitaria, in alcune comunità non abbiamo un Agente sanitario, spesso non abbiamo medicine di base e benzina per il trasporto di emergenza dei malati. Mancano i servizi igienico-sanitari di base come bagni e fognature.

Nell'ambito ecclesiale mancano guide e formazione per celebrare il culto domenicale o fare catechesi ai bambini, o anche animare un gruppo di giovani.

Ma ci sentiamo Chiesa quando la domenica celebriamo la Parola di Dio, quando facciamo catechesi e incontri di formazione, quando ci riuniamo per preparare la liturgia e imparare i canti e quando vediamo partecipare i nostri giovani.

Crediamo che la perseveranza nel partecipare alle celebrazioni, cercando più unione e condivisione, sia la via da seguire per continuare e rafforzare il nostro cammino comunitario. supereremo così tante sfide solo se rimarremo uniti.

La presenza mensile del parroco è molto buona e ci aiuta a rimanere uniti a Dio.

Ma sarebbe importante che il sacerdote restasse due o tre giorni in comunità per la formazione, per chiarire i nostri dubbi e per una confessione che aiuti ad 'alleggerire il peso delle nostre anime'.

Organizzare incontri di una giornata tra comunità vicine per la formazione, la condivisione e la conoscenza, il tempo libero e la celebrazione della fede e della vita.

Molto importante è stata la distribuzione delle cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, che la nostra Chiesa cattolica ha realizzato in tutte le comunità, comprese le comunità evangeliche e della cruzada.

Ma dobbiamo continuare e migliorare la corresponsabilità per una migliore cura con la pulizia, con la difesa della pesca e del pesce, nonché una ferma opposizione alla presenza dell'estrazione illegale nel fiume Purité, che inquina le nostre acque, contamina i nostri pesci e provoca malattie al nostro popolo.

 

Ora sentiamo le 5 domande per i popoli indigeni:

            5. Come vivi la tua spiritualità indigena in relazione alla terra e all'esperienza collettiva e             all'identità culturale?

            6. Quali sono le maggiori difficoltà che incontri oggi?

            7. Ti senti parte della Chiesa cattolica? in quale modo?

            8. La nostra Chiesa cammina insieme ai suoi popoli? Come?

            9. Cosa dobbiamo fare per crescere nel nostro “camminare insieme”?

 

Ecco la nostra CONDIVISIONE:

La nostra spiritualità è la fede, cercare sempre di più la Parola di Dio; nella Festa da Moça Nova (Ticuna) e nella pittura del corpo (Ticuna e Kocama), oltre che nell'uso delle collane;

I nostri sciamani sono molto importanti per la consulenza e la medicina.

Feste dei Santi e delle Sante Patroni,   e Patroni tradizionali nelle nostre comunità.

Viviamo la nostra spiritualità nelle piantagioni e nel lavoro di comunità: piantiamo i campi e poi raccogliamo insieme per tutta la gente del nostro villaggio. Piantiamo banane, papaia, manioca, goiaba, cacao, pupunha, açaí, cocco.

Ci prendiamo cura dei boschi, delle acque e dei ruscelli, degli animali e degli uccelli.

Le difficoltà maggiori sono i problemi di salute. Se non usiamo la medicina indigena, non possiamo sopravvivere, aspettando solo i medici del Comune.

Altre difficoltà sono: subiamo minacce, discriminazioni e abbiamo anche difficoltà a trovare le persone giuste per assumere posizioni importanti e responsabili nella comunità.

Manca l’Agente di  Salute (Infermiere) (São Sebastião I, Santa Maria, São Vicente).

Non ci sono trasporti pubblici organizzati sul fiume Içá, fatta eccezione per le nostre piccole canoe.

Ci sentiamo parte della Chiesa cattolica, sì, quando partecipiamo a celebrazioni, messe, incontri e anche catechizzando i nostri figli.

La presenza del sacerdote di mese in mese è molto importante e ci aiuta a sentire la presenza della Chiesa che non ci abbandona, ma cammina con noi.

Abbiamo bisogno di più fede e più amore. Abbiamo bisogno di più unione tra le famiglie e anche di unirci al sacerdote per camminare insieme.

 

 

            Nel secondo giorno della nostra Assemblea, sabato 29 gennaio 2022, abbiamo chiesto la luce della Parola di Dio e le linee guida della nostra Chiesa in Brasile, così come della nostra Diocesi di Alto Solimões.

 

GIUDICARE

 

            Ricordiamo che le Linee guida della nostra Chiesa in Brasile, in Amazzonia e in Alto Solimões, hanno solo una grande Obbiettivo:

FORMA COMUNITÀ MISSIONARIE ECCLESIALI

 

Per questo la Chiesa indica 4 pilastri che sostengono le nostre Comunità:

 

PAROLA – PANE – CARITÀ – AZIONE MISSIONARIA

 

Nessuno di questi pilastri può mancare perché le nostre piccole comunità siano Chiesa, cioè: “Comunità Missionarie Ecclesiali”.

 

            Ci siamo divisi in quattro gruppi e ogni gruppo aveva il compito di presentare all'Assemblea uno di questi pilastri, sulla base di un testo biblico:

1. PAROLA - Mt 13,1-9

2. PANE – Mc 6,30-44

3. LA CARITÀ - Lc 10,25-37

4. MISSIONE - Lc 10,1-20

 

IL GRUPPO 1, condividendo la Parola del seminatore, ha evidenziato l'importanza della catechesi, dell'iniziazione alla vita cristiana, dell'avere ministri della Parola per studiare, conoscere e celebrare la Parola di Dio. L'importanza di celebrare il giorno del Signore, la domenica, come giorno di libertà e dignità, giorno di riposo, giorno di festa e condivisione, giorno di risurrezione e di speranza, giorno delle famiglie e delle persone.

 

IL GRUPPO 2, condividendo la Parola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha evidenziato l'importanza della liturgia per celebrare la presenza del Dio vivente e di Gesù risorto dai morti. È nella liturgia, celebrando la nostra fede, che riconosciamo il valore della creazione e della cultura di ogni popolo. In Gesù Dio si è fatto carne, Dio è entrato nella storia e nella cultura del suo popolo, come di tutti i popoli. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è una grande liturgia di condivisione che porta le folle a lodare e ringraziare. Così, anche la musica e il canto nelle nostre culture e chiese riveste un importanza molto grande. È stata richiamata la necessità di avere ministri dell'Eucaristia affinché la Messa mensile sia prolungata nelle nostre celebrazioni della Parola o nel culto. Ministri che possono portare la comunione anche ai malati e pregare insieme a loro e alla comunità di fede per la loro salute fisica e spirituale.

 

IL GRUPPO 3, condividendo la Parola del Buon Samaritano, ha evidenziato l'importanza della condivisione e della decima per aiutare i più poveri; così come l'importanza di visitare le persone e le famiglie. La comunità deve conoscere la situazione familiare di ciascuno dei suoi membri, affinché l'amore sia vero e risponda ai bisogni di ciascuno. È anche vera carità accogliere le persone, senza pregiudizi e opposizioni, ma promuovendo un dialogo che consenta una migliore comprensione e accettazione della diversità.

 

IL GRUPPO 4, condividendo il testo biblico dell'invio dei discepoli in missione, ha evidenziato l'importanza del “primo annuncio”, della Buona Novella, perché molti non conoscono Gesù, ignorano il Vangelo e talvolta hanno molta confusione nella testa a causa delle numerose predicazioni di molte chiese evangeliche. In modo particolare, la gioventù si perde e manca di fermezza nella fede, molti non riescono a collegare fede e vita, diventando così il bersaglio della cultura mediatica, spesso lontana da una visione della vita che si ispira alla fede in colui che ha vinto morte, rinunciando alla propria vita per amore e risuscitando dai morti. Molti hanno solo una visione momentanea della realtà, mancano la speranza di una vita nuova, la speranza di entrare nella vita di Dio, che è per sempre. Senza questa visione più profonda e completa, la vita di fede perde il suo significato. Per questo è urgente annunziare la speranza nella risurrezione e nella vita eterna; annunciare il cammino fraterno delle Comunità, come cammino di salvezza attraverso la presenza del Risorto.

 

In questo secondo giorno della nostra Assemblea, dopo il pranzo, che è sempre una gioia nella festa della condivisione, abbiamo riflettuto sull'importanza di prepararsi bene alle nostre celebrazioni: leggere la Parola, preparare le preghiere dei fedeli, scegliere i canti, prendere tenere conto della realtà che la comunità sta vivendo, predisporre il luogo da celebrare ed evidenziare un impegno di vita che è per tutti e tutte nella comunità.

 

Abbiamo concluso la nostra riflessione preparando insieme la liturgia eucaristica della domenica, per animare la messa nella chiesa parrocchiale di Santo Antônio de Lisboa. Qui sottolineiamo che abbiamo modificato anche la disposizione dello spazio della celebrazione liturgica: abbiamo posizionato l'altare al centro della chiesa e le panche su tre lati in modo che la celebrazione sia più accogliente. Nella parte più alta del presbiterio, dietro la mensa dell'altare, al centro, abbiamo collocato il luogo dell'annuncio della Parola, sotto una pianta di açaí, ricchezza della nostra terra. La domenica la celebrazione è stata bellissima, con la partecipazione della gente della città e dei partecipanti all'assemblea. I cittadini sono rimasti stupiti e si sono rallegrati della nostra presenza.

 

            Il terzo giorno, domenica 30 gennaio 2022, dopo la festosa celebrazione del Giorno del Signore e il caffè condiviso, siamo tornati al nostro lavoro per concludere con alcune proposte e linee di azione concrete.

 

AGIRE

 

Abbiamo ripreso il lavoro di gruppo per indicare alcune linee di azione e proposte di vita. Di seguito il discorso dei 4 gruppi:

cine

 

GRUPPO 1:

==> Interagire con altre comunità vicine, visite missionarie e incontri di gruppi comunitari

==> Avere più formazione per crescere nella conoscenza

 

 

GRUPPO 2:

==> Forma equipe di servizio nelle comunità (ognuno fa qualcosa...)

==> Più presenza dei sacerdoti e anche dei giovani della città per animare i giovani

==> Dialogo tra i leader della comunità e le persone, in particolare con le famiglie.

 

 

GRUPPO 3:

==> Dare priorità alla formazione dei catechisti, e ministri dell'Eucaristia (adulti) e anche alla formazione dei responsabili delle comunità

 

 

GRUPPO 4:

==> Presenza del sacerdote più a lungo nelle comunità, un giorno, per chiarire dubbi

==> Risvegliare  gli animatori, i responsabili e catechisti

==> Avere nelle comunità un mezzo di comunicazione comunitaria. Altoparlante, per chiamare le persone e comunicare cose importanti  e di interesse a tutta la comunità

==> Aiutare e incoraggiare la costruzione di cappelle e case nelle comunità.

 

Ecco la domanda che fu posta a Giovanni Battista quando battezzava chiamando il popolo alla conversione: "Quindi noi, cosa dovremmo fare?"

 

Quali sono le luci e le linee d'azione della nostra prima Assemblea delle comunità indigene e fluviali dei fiumi Solimões e Içá? Quale conversione pastorale diventa urgente e necessaria?

 

CONCLUSIONI

 

1. Continuare, per ora, la visita del sacerdote e la celebrazione delle messe ogni mese in tutte le Comunità, per rafforzare l'unione del nostro essere Chiesa.

 

2. Che la celebrazione della Parola si svolga in tutte le Comunità la domenica, giorno del Signore.

 

3. Che la catechesi dei bambini si svolga in tutte le Comunità.

 

4. Vedere come formare una formazione per i Ministri della Parola e per i Catechisti, pensando alla presenza del sacerdote per due o tre giorni nella Comunità.

 

5. Vedere la possibilità di fare incontri, di svolgere la formazione con la presenza del sacerdote, tra gruppi di Comunità, più o meno vicine quali:

• Ipiranga, Nova Esperança II, Mamuriá III e Itú

• Nova Canaã, Novo Pendão e Santa Clara, São João do Lago Grande, São Pedro e Apaparí

• Boa União, São Lázaro, Sebastião I, Moinho, São Cristóvão II, São João da Liberdade e Vista Alegre

• São Cristóvão I, Nova Esperança I, União da Boa Fé e Manacapuru

• Santa Maria, São João do Japuacuá, Nossa Senhora de Nazaré e São Vicente

• São Francisco, Nazaré e Patiá II (sul fiume Solimões)

 

6. Che ogni Comunità abbia il suo posto dove riunirsi, celebrare, fare catechesi e realizzare altri incontri con i giovani e le famiglie. La parrocchia continua ad aiutare nella costruzione delle cappelle delle Comunità.

 

7. Pensare alla possibilità che una Comunità faccia una visita missionaria, di animazione e di preghiera, in un'altra Comunità.

 

8. Crescere in una coscienza di cittadini responsabili: adempiere ai nostri doveri e rivendicare i nostri diritti. Combattere per il benessere dei nostri popoli in armonia con la natura, nel rispetto delle nostre culture. Acquisire una visione politica (bene comune/democrazia) e anche una visione propria, priva di particolari favori (acquisto e negoziazione di voti), ma finalizzata ad avere una maggiore uguaglianza e rispetto per tutte le persone, per una vita dignitosa.

 

Evidenziamo 8 luci, poiché 8 sono le Beatitudini di Gesù per il Regno di Dio. Abbiamo concluso la nostra Assemblea nella preghiera e nella gioia dell'incontro e non potevamo non ricordare le parole di una nostra donna di camminata che ha detto: “Ora, dopo la nostra Messa in parrocchia, nella chiesa centrale, la gente della città sa che  anche noi ci siamo ed esitiamo e abbiamo dignità. ; ora ci hanno visto e sentito!”

 

GRAZIE DIO

Santo Antônio do Içá, domenica 13 febbraio 2022 – giorno dell'Assemblea delle comunità cittadine

martedì 22 febbraio 2022

Sinodo: la chiesa in cammino a Santo Antonio do Içá-Amazonas

 





Zoppicando e “gattonando”: le Assemblee Parrocchiali

 

Sinodo è camminare insieme nella fede, ascoltare la Parola di Dio e ascoltarci, imparare a decidere insieme nel discernimento della volontà di Dio. I Consigli e le Assemblee parrocchiali sono parte di questo cammino; non per portare avanti strutture organizzative inutili (vive solo formalmente), ma per ascoltare, vivere in comunione, e fare la volontà di Dio.   Abbiamo avuto la gioia di riunire le comunità dei fiumi Içá e Solimões, nella loro prima assemblea (28-30 gennaio 2022) della quale ha mandato un resoconto don Gabriele Carlotti.  E le comunità della città?    Ci siamo riuniti in assemblea pastorale il 12 dicembre 2021 e il 13 febbraio 2022. Comunico alcune delle cose principale di cui abbiamo parlato. Lo scorso anno ci siamo dati 4 priorità per il lavoro pastorale:

1.      Formare una Caritas parrocchiale dal momento che non c’è mai stata in questa parrocchia.  

2.      Proporre una formazione per ministri della Comunione e della Parola.

3.     Continuare la pratica della Lectio Divina nelle comunità.

4.      Formare gruppi di adolescenti/giovani in tutte le comunità.

Nel mese di dicembre ci siamo incontrati per la assemblea di valutazione del cammino dell’anno; ogni comunità ha comunicato se è riuscita a realizzare le 4 priorità o no, quali ‘successi’ e quali difficoltà.  Una consolazione per me é che dopo assemblee caotiche, critiche, e con poco spirito di comunione, qualcosa si sta muovendo in positivo.  Non tutte le comunità hanno realizzato le priorità proposte (abbiamo in effetti situazioni difficili) ma tutte si sono impegnate su questa strada e hanno comunicato con libertà anche i loro limiti. Ora continuiamo nel futuro confermando le priorità e con una nuova generale per il prossimo anno, la missionarietà.  Ecco le nostre prospettive su alcuni ambiti centrali per noi oggi.   

- Un iniziale coordinamento della Caritas parrocchiale é stato formato e abbiamo aperto un centro di ascolto Caritas, due giorni la settimana. Alcuni volontari si sono resi disponibili per fare visita alle famiglie che vengono a chiedere aiuto, perché è importante visitare le loro case e conoscere da vicino la situazione.  Per ora non molti si sono coinvolti, cinque persone vengono in modo abbastanza regolare ed è già una vittoria: dal nulla a una piccola manifestazione del Dio che è Carità, un segno stimolante per la parrocchia.  Desideriamo un maggiore coinvolgimento nelle singole comunità, ma il nostro è un contesto di comunità povere, con poche persone attive, la maggioranza bisognose e siamo comunque solo agli inizi.  In ogni caso cerchiamo di animare sempre più questa dimensione caritativa, pur con tanta indifferenza e resistenze da parte di chi più partecipa alla vita della comunità cattolica.

-  Per quanto riguarda i Ministri della Comunione e della Parola, qualcuno ha partecipato agli incontri di formazione, qualcuno ha lasciato durante il cammino; un signore in gamba e molto disponibile è morto di Covid. Alla fine tre sono stati nominati ministri della parola e comunione. In molte comunità non abbiamo ministri, per questo le abbiamo invitate ad un discernimento e animazione perché ci siano persone disponibili ad assumere questo servizio.

- La Lectio Divina, lettura spirituale della Parola di Dio della liturgia domenicale: una proposta che abbiamo fatto quando siamo arrivati a Santo Antonio; abbiamo pensato di invitare tutte le comunità ad un incontro settimanale sullo stile della Lectio Divina ( anche semplificato) ed è ancora una cosa difficile, erano abituati solo alla celebrazione della messa e con la cultura tradizionalista che abbiamo, un cambiamento non é immediatamente accolto: ad esempio,  qui nella comunità del Centro solo da poche settimane qualcuno si è interessato; dopo essermi trovato da solo varie serate ad aspettare qualche fedele....ostacolati dalla pandemia del Covid, siamo infine riusciti a fare 4-5 incontri con un gruppetto. In genere si sono incontrati – nelle altre comunità – non sempre e con poche persone ma qualcuno ha perseverato negli incontri settimanali, e certamente porterà frutto.   Infatti per chi partecipa è una ricchezza, un grande aiuto per la vita di fede, quindi continuiamo ad insistere anche per il prossimo anno.

- Gruppo di Giovani. Una soddisfazione il formarsi di gruppi di giovani negli ultimi mesi; non avevamo quasi nulla, solo un gruppo coordinato dal Centro, e che si é quasi completamente dissolto....  ora ci stiamo muovendo in quasi tutte le comunità. Sabato 5 febbraio abbiamo fatto il primo incontro di un coordinamento della Pastorale Giovanile; una realtà semplice, ma sono già molto contento dei piccoli passi che abbiamo fatto.
Certo, gli adolescenti non partecipano in modo stabile; quelli che incontriamo non hanno un vissuto ecclesiale nella loro storia, vengono a qualche attività fatta per loro e non alla messa della comunità, si prendono un impegno e poi non si fanno vedere... insomma, come in Italia!         

Nella assemblea parrocchiale del 13 febbraio abbiamo deciso una priorità generale, continuando ad assumere le linee di evangelizzazione della Conferenza Episcopale Brasiliana: “Formare Comunità Ecclesiali Missionarie”.


La missionarietà dovrà essere un nostro maggior impegno per l’anno 2022; i nostri cattolici tendono ad essere chiusi, a vivere in una dimensione liturgica ma a muoversi poco verso altri: ci siamo presi l’impegno di fare, durante l’anno, almeno una visita a TUTTE le famiglie; ad esempio prima della festa del santo patrono della comunità o in altre occasioni ( in questo caso io ho consegnato questo impegno ai presenti: i nostri parrocchiani non hanno mai manifestato la volontà di visitare  tutte le famiglie, non ho mai colto un grande slancio missionario! Siamo noi due preti che li invitiamo a muoversi, finora con poco successo, ma la speranza non manca!)

Prima della assemblea, confrontandomi con Gabriele Carlotti, abbiamo pensato alla geografia della città; molti bairros(quartieri) non hanno cappella e nessun punto di incontro per i cattolici, ma sono pieni di luoghi di culto delle varie chiese neopentecostali.  Forse anche per questo molte sono le persone che entrano nelle altre chiese o sette: sono presenti in ogni via e alcune portano avanti una attività missionaria.
Ho manifestato alla assemblea il desiderio di formare iniziali comunità, o punti di incontro cattolici nei quartieri dove non abbiamo nulla. Con realismo, sappiamo che non ci possiamo muovere su tutti i fronti, così hanno indicato due luoghi come prioritari: uno abbastanza lontano dal centro e con pochissimi cattolici, e un quartiere vicino al centro città ma con una tipologia da periferia: le case sono baracche di legno, quasi nessuno ha un lavoro fisso, é luogo di commercio di droga, la notte dominato da giovani sbandati.     Molte delle famiglie che vengono a chiedere aiuto alla Caritas sono di questo bairro (Taracuá) e quindi vedremo se si trova un terreno per una costruzione che sia di riferimento alla comunitá cattolica.

- Una proposta che abbiamo fatto é quella di riunire, il lunedí sera,i responsabili delle comunitá per la Lectio Divina cosí che loro possano poi portare avanti  gli incontri per  ‘pregare la Parola’ nelle loro comunitá. Hanno accettato. Ma nella realtá siamo ancora lontani da un vero e consapevole impegno; ieri abbiamo fatto il primo incontro ed erano presenti poche persone, solo da 4 comunitá. La realtá a volte ci delude, e la delusione ci insegna a non pretendere ma anche a non abbandonare ció che é importante,  e nello stesso tempo a discernere: in quali modi, con quali tempi evangelizzare, in questo luogo, oggi.

Insomma andiamo avanti, zoppicando,  o forse meglio dire “gattonando” visto che per molti aspetti siamo solo ai primi passi.

Don Gabriele Burani,  Santo Antonio do Içá – Amazonas, 22-02-2022

 

Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...