lunedì 24 ottobre 2022

MUSICA IN AMAZZONIA

 



Chiesa di Reggio Emilia -  Missione in Amazzonia

Santo Antonio do Içá.
Don Gabriele Burani.  Lettera 21. 


Un caro saluto a tutti gli amici che in Italia stanno accompagnando la nostra missione. Nella nostra proposta di attività extra-scolastica per i ragazzi, che abbiamo chiamato “Kurumim e kunhatã içaenses” – ragazzi e ragazze di S.Antonio do Içá-  oltre allo sport ( la maggior parte delle richieste sono in ambito sportivo) abbiamo anche lezioni di musica: tastiera e chitarra, per ora a livello di base, molto semplice. Anche anni fa, quando inizio questo progetto parrocchiale con i cappuccini, decine di ragazzi hanno frequentato le lezioni di musica; ho però fatto notare che non abbiamo quasi nessuno che suona nelle nostre liturgie... come mai questi ragazzi non sono stati inseriti nella animazione delle celebrazioni nelle comunitá?



La risposta é stata: il 99% suona nelle chiese protestanti, neopentecostali!
Niente di male, mi sono detto, il nostro progetto per i ragazzi è aperto a tutti: cattolici, protestanti, fraternità della Croce ecc...  Eppure, in quanto Chiesa cattolica, dobbiamo preoccuparci di fare buone celebrazioni, di animare bene le nostre messe, e il canto e gli strumenti sono molto importanti.  La musica e il canto contribuiscono immensamente per la bellezza di una celebrazione, e come ben sappiamo coinvolgono parti di noi che il linguaggio solo parlato non coinvolge. Grazie al canto, il nostro corpo, con la nostra emotività, partecipa alla celebrazione ad un livello e con una profondità assolutamente non possibili per la sola lingua parlata.  Il canto comunitario unisce la assemblea più che una preghiera recitata; e la musica muove in noi qualcosa che non può essere espresso a parole, ma che lascia un segno profondo nella nostra memoria, più che i concetti.  Ho pensato che si dovesse fare qualcosa per formare qualcuno alla animazione musicale delle nostre liturgie cattoliche; insegnare a suonare e cantare per poi dare vita a buone celebrazioni. Ne ho parlato diverse volte con i pochi suonatori che abbiamo: perché non proporre una scuola di musica finalizzata al servizio nelle nostre comunità cattoliche? Fare una proposta ben chiara, con una finalità esplicita: un servizio alla liturgia cattolica. Passano i mesi, le nostre forze sono limitate e non si fa nulla, finché Elvis si prende l’impegno di progettare una proposta. 



La difficoltà maggiore per noi é che a Santo Antonio mancano professori di musica; viene contattato un musicista di Manaus; é disponibile a lavorare tre mesi da noi, per un insegnamento iniziale di teoria musicale e canto corale; altri avrebbero dato lezioni di chitarra, tastiera, percussioni.  Così é stato; ragazzi e qualche adulto hanno iniziato questo percorso musicale, con una prima parte – faticosa per loro, ma utile- sulla teoria musicale.  Grazie a un aiuto dall’Italia siamo riusciti a pagare il professore e a comprare qualche strumento.  Non siamo riusciti ad accogliere tutte le richieste (non è stato possibile raggiungere le varie comunità ma ci siamo limitati al centro città) e ora dovremmo continuare con i pochi strumentisti che abbiamo a Santo Antonio; ci stiamo organizzando per capire se e come dare continuità. Il mio desiderio é di rimanere fedeli al nostro progetto iniziale, sia sul piano musicale che liturgico. Se arriverà qualche aiuto, oltre alle lezioni, potremo comprare anche alcuni strumenti (chitarre e tastiere) per i ragazzi più dotati e più disponibili nel servizio.  Per ora siamo ancora ad un livello iniziale, estremamente semplice, di base, ma speriamo poter continuare, offrendo una possibilità ai ragazzi di imparare a suonare e celebrare.



 Lascio il link di un video di circa 10 minuti che sintetizza il lavoro che è stato fatto.

  Grazie a tutti.
https://www.transfernow.net/dl/20221021fmD8QvkU

Don Gabriele Burani, Santo Antonio do Içá, 23-10-2022 

sabato 27 agosto 2022

PARTECIPATE DELLA MIA GIOIA

 



Gabriel - missionario dell'Amazzonia.

 

Carissimi amici, vi scrivo da Ipiranga, domani riprenderemo il nostro viaggio di ritorno verso casa, passeremo ancora in due comunità per celebrare con fede la nostra vita, abbiamo alcuni bambini che aspettano per essere battezzati e alcune famiglie per chiedere un aiuto per aggiustare il tetto delle loro case. Il 30 saremo a casa e Burani potrà viaggiare per Manaus ed accogliere i sette giovani che rimarranno con noi fino al 20 settembre. In questo viaggio portiamo con noi due donne: Maniana, una consacrata e Virginnia, una giovane missionaria; la prima argentina e la seconda uruguaiana. Lungo il viaggio siamo riusciti a farle mangiare un pesce speciale, il "jaraquí", perché, come dice la nostra gente, "mangiando jaraquí, non vadano via di qui". Speriamo davvero che queste religiose missionarie della risurrezione scelgano la nostra parrocchia per iniziare la loro presenza in diocesi. Sentiamo davvero il bisogno di donne che possano condividere la quotidianità delle giovani mamme, delle ragazze e della vita di comunità, specialmente delle aldeie lungo il grande fiume. Affidiamo la nostra speranza al Signore!

Abbiamo incontrato scuole senza il professore, altre senza il materiale didattico, altre ancora senza la merenda del governo: scuole chiuse. Questo ci preoccupa, l'educazione, assieme alla salute, sono i diritti fondamentali alla vita, troppo spesso disattesi. Cercheremo di incontrare e dialogare con i responsabili della segreteria comunale. Una comunità era in lutto: Otto giorni fa un bambino di quattro anni è morto a causa della polmonite e anche del virus del covid che lo ha trovato fragile e indifeso. La tragedia è che il virus è stato portato in comunità dal papà del bimbo che, ora, non riesce a perdonarsi. Hanno anche letteralmente smontato la casa dove abitavano e la ricostruiranno in altro posto, per provare a iniziare una vita nuova. Così è la fede: non ci toglie la croce, ma ci permette di risorgere sempre a vita nuova. Nel viaggio di ritorno speriamo di poter incontrare la famiglia che si trova nel paese di Juí-Vila Alterosa, dove il bimbo è stato sepolto.

Nella comunità di Itu abbiamo potuto verificare la parabola del buon pastore. Nella casa del colombiano c'era solo Salomone, il figlio piú piccolo e la sorella maggiore. Tutti si trovavano sull'isola, sull'altra sponda del fiume perché una mucca, piuttosto magra e fragile che stava allattando il vitellino, era scomparsa. Abbiamo aspettato un po', preso un buonissimo succo di limone che ci ha ristorato dal caldo torrido di questi giorni, e, già pronti a ripartire, avvistiamo la famiglia di ritorno a casa. Hanno legato la canoa alla zattera nel porto e a testa bassa sono rientrati.

 " Padre, che bello vederti, purtroppo non abbiamo trovato la nostra mucca, dev'essere caduta nel fiume e la corrente deve averla trascinata... sai era molto magra e debilitata".

 La moglie del colombiano aveva anche perso il papà a inizio mese, così li invito alla Messa che avremmo celebrato nel primo pomeriggio, nella casa di donna Elena, che ha una figlia di 32 anni deficiente grave e un mucchio di nipoti che le figlie, non avendo marito, lasciano con lei. Mangiamo qualcosa e ci diamo appuntamento per la Messa. Si avvicina una imbarcazione di pescatori e avvisano di aver visto una mucca incagliata ai margini del fiume, alcune centinaia di metri più in basso. Il colombiano prende il fucile e, con tutta la famiglia, di canoa, parte... chissà che si possa recuperare la carne e venderla al mercato!



Noi partiamo per celebrare a casa di donna Elena. Non celebriamo l'eucaristia perché sono molti bambini e le missionarie li intrattengono colorando disegni del vangelo. Preghiamo il Padre Nostro e l'Ave Maria e ci prepariamo per riprendere il viaggio, alle cinque ci aspettano nella comunità di Mamuniá dove passeremo la notte. Mentre usciamo di casa vediamo arrivare il colombiano con tutta la famiglia, la moglie e cinque figli, il maggiore era dalla nonna per farle compagnia dopo la morte del marito. "Padre, abbiamo ritrovato la nostra mucca, era viva e senza ferite gravi, l'abbiamo caricata sulla canoa e ora è a casa sana e salva, vicino al suo vitellino. Siamo venuti per ringraziare il Signore.

Così mi risuonano le parole del Vangelo: il pastore buono chiamò i suoi vicini e disse loro: venite facciamo festa, perché ho ritrovato la mia pecora che si era perduta... Così é il cuore di Dio quando ci perdiamo nelle nostre fragilità!

Purtroppo abbiamo incontrato ancora due "draghe", proprio lungo il fiume... la febbre dell'oro continua a fare le sue vittime. Un giovane ritornato dal garimpo, insoddisfatto di tutto quello che ha visto, ci diceva che da Juí partono barche piene di ragazzine minorenni che vengono portate al garimpo, dove gli uomini rimangono per molto tempo senza ritornare a casa, e spesso le proprie famiglie sono conniventi. Chiediamo perdono a Dio per tutto il male di cui, ancora, l'essere umano é capace. La droga, la prostituzione infantile, il garimpo illegale, l'alcool ... continuano a mietere vittime tra i giovani e le popolazioni indigene, durante un governo federale che non fa niente se non favorire il disboscamento della foresta, l'inquinamento delle acque dolci e l'illegalità a favore delle grandi imprese. Davvero dobbiamo crescere in una coscienza politica che ci permetta di agire come cittadini responsabili.

Così, al termine delle nostre Messe, facciamo un poco di "propaganda elettorale" a favore di Lula e di quanti dovranno governare nei prossimi anni. Lasciamo anche alcuni foglietti con la foto e il numero dei candidati, per evitare che, spesso per ignoranza politica, molti si lascino comprare.



Oggi giochiamo con i bambini qui a Ipiranga, e questa sera celebriamo la vita, nella fede del Cristo risorto. Domani alle 6, prima che sorga il sole, saremo già in viaggio, lasciandoci aiutare e portare dalla corrente del fiume, ora che ritorniamo verso casa.

Un grande abbraccio a tutti e un arrivederci a presto. Torno con i giovani campisti per visitare la mia famiglia e incontrare tutti voi, se Dio lo vorrà! Grazie.

 

27 agosto 2022, memoria di Santa Monica, mamma di Sant"Agostino.

giovedì 25 agosto 2022

Nostra Signora di Guadalupe: lavori in corso

 






Lettera dalla missione in Amazzonia, n.20. (25 Agosto 2022)

La comunità di NS di Guadalupe è una delle comunità cittadine, ma un po’ fuori dal centro, e già tra la vegetazione della foresta; la visione della natura affascina. Abbiamo due comunità vicine, San Salvador e San Gabriel; san Gabriel è quasi interamente abitata da famiglie della religione della Croce-Cruzada ( un misto tra cattolicesimo, evangelismo, ebraismo ma che si propone come la ultima e definitiva rivelazione di Dio); in San Salvador  ci sono protestanti e cattolici e la comunità è stata dedicata a Maria, NS di Guadalupe. Una ventina di famiglie, con le case in mezzo agli alberi ma anche vicine al fiume e non distanti dal paese. Una comunità di etnia indigena Kokama; poche famiglie ma che partecipano con fedeltà: circa 25-30 persone alla messa domenicale e una decina il venerdì quando facciamo la Lectio Divina. Per passare dalla città alla comunità bisogna attraversare due ponti di legno che erano malmessi, con le assi rotte o mancanti e pericolo soprattutto per i bambini.

Dopo sollecitazioni al sindaco da parte di don Gabriele Carlotti, un ponte è stato riparato (anche se ha già ceduto in un punto); per l’altro il responsabile della comunità (cacique) ha tentato di parlare con il sindaco ma non è stato ricevuto. Così, abbiamo deciso di aiutare la comunità a ricostruirsi il ponte, pagando il legname che serviva. E così, in gruppo hanno ricostruito la parte rovinata e pericolosa del ponte.


Inoltre, da tempo si parlava di rinnovare la cappella, che in effetti aveva bisogno di una sistemazione: il tetto doveva essere rifatto in toto; le travi di legno erano tutte piene di buchi; la cappella era aperta, con la impossibilità di lasciare dentro qualcosa perché ci sono sempre molti ladri in giro!  La facciata non aveva proprio l’aspetto di una cappella; abbiamo inoltre visto che si poteva ampliare un poco, cioè allungare di 3 metri, costruire una piccola sacristia- deposito, e una copertura a lato della cappella per eventuali incontri.  Abbiamo parlato con la comunità e fatto un progetto tentando di limitare le spese, ma in corso di opera appaiono nuove necessità: si scopre che non era state fatte fondamenta, i muri cioè poggiavano semplicemente sulla terra. E dunque bisogna rifare tutto, scavare le fondamenta, mettere il cemento e rifare tutti i muri… di fatto la costruzione di una nuova chiesa al posto della vecchia, e di uno spazio per incontri. 



Un lavoro necessario è stata la rimozione della terra addossata al retro della cappella per spostarla di fianco e costruire lo spazio per incontri.
In realtà, non sono grandi cose, ma siamo sul limitare della foresta, e la ruspa, la bitumiera, i camion non possono arrivare qui. Il trasporto per attraversare i ponti viene fatto a mano o con un piccolo automezzo a 3 ruote; scavare e trasportare la terra: tutto a mano, col badile. Nelle prime settimane la necessità di molti operai per questi lavori di base per poi continuare con qualche muratore più esperto e molti aiutanti.  Abbiamo dato lavoro a 30 persone della comunità (in maggioranza giovani); la comunità vive di pesca e qualche coltivazione per la sopravvivenza della famiglia, non hanno soldi, così stiamo costruendo con le offerte che ci arrivano dall’Italia tramite il Centro Missionario.



Cerco di far fare alla comunità anche qualche giorno di lavoro volontario, anche se non è molto facile perché il servizio gratuito non è un dato spontaneo…. Ma insisto nel proporlo. Ora che i muri sono stati innalzati, aspettiamo che arrivino da Manaus, via nave, le parti di ferro e alluminio per la copertura.  Per ora abbiamo speso 20.000reais per materiali (mattoni, cemento, sabbia, legname.) e 25.000 per i muratori e operai vari, circa 9.500 euro.  Dovrà arrivare tutto il materiale per il tetto (altri 20.000 reais) e il lavoro per la pavimentazione, la facciata con la torre per la campana, intonacare, imbiancare, mettere le porte e finestre e pensare alla sistemazione interna della cappella. Ci teniamo a portare avanti questo lavoro per dare comunque un riferimento a questa comunità piccola ma tra le più fedeli nella nostra parrocchia.  Gli spazi per la vita della comunità, come ben sapete, sono importanti, per questo ci stiamo dedicando alla costruzione di varie cappelle, anche per essere un segno visibile nei vari quartieri, accanto a innumerevoli cappelle dei gruppi evangelici neo-pentecostali.



Un caro saluto riconoscente, don Gabriele Burani, Santo Antonio do Içá – Amazonia

Brasile, 25 agosto 2022 

sabato 6 agosto 2022

CENTOQUARANTAQUATTROMILA

 



Pe. Gabriel - missionario dell'Amazzonia

 

Non sono i 44 gatti in fila per tre col resto di due..., ma è un numero che si trova nell'ultimo libro della bibbia: Apocalisse.

 Il 31 luglio 2022, dopo nove ore di navigazione, arriviamo alla comunità Tikuna di Vista Alegre. Naturalmente, purtroppo, la luce elettrica non funziona, basta un temporale, un albero caduto e il filo si rompe. Sono più i giorni che non funziona, delle notti illuminate. Così lasciamo per fare il nostro incontro sulla bibbia per il mattino seguente. Mentre salgo verso la chiesetta, che si trova ben in cima alla collina, osservo le case e su tutte le porte vedo scritto in grande: 144.000. Cominciamo il nostro incontro per conoscere meglio la bibbia e la Parola di Dio. Chiedo: "Che cosa avete scritto sulla vostra porta di casa?" Silenzio assoluto. Continuo: "Ho letto un numero importante, 144.000; perché lo avete scritto, cosa vuol dire?" Dopo alcuni minuti di imbarazzo, Santiago, il kassique, dice: "Vedi padre, è passato un pastore evangelico e ci ha detto che se vogliamo essere salvi, dobbiamo far parte di questi 144.000. Solo loro si salveranno". Dispiaciuto ribatto: "E voi gli avete creduto? É forse questo il Vangelo che ascoltiamo ogni domenica alla Celebrazione della Parola, e anche nella Messa che celebriamo insieme? Credete davvero che Dio sia così cattivo e ingiusto, che in mezzo a molti milioni di persone, vostri ancestrali, e a quanti verranno dopo di noi, Dio vorrà salvare solo 144.000? Questo non è il Dio che Gesù chiamava di papà! Questo non è il mio Dio, che ho conosciuto nel cammino della chiesa di Gesù! Poi riprendiamo la nostra condivisione sulla bibbia: "Il Creatore del mondo e dell'umanità ha scelto un popolo per portare la sua Parola di amore a tutti i popoli. Questo popolo, Israele, era formato da 12 tribù. Purtroppo questo popolo si è chiuso in se stesso e nel suo privilegio di essere il 'popolo di Dio', perdendo così la sua missione di portare la salvezza a tutti i popoli. Dio, che è padre e madre, non si arrende, e decide di camminare con noi, si fa uomo in Gesù di Nazareth e sceglie 12 apostoli, testimoni del suo amore, per portare la sua Parola fino agli estremi confini della terra, perché tutti accolgano la salvezza di Dio, attraverso della fede in Gesù, che ha vissuto un amore così grande da vincere la morte e aprire un nuovo cammino di vita piena".



Mentre racconto la storia dell'amore di Dio per l'Umanità, vedo brillare gli occhi dei più giovani che, ad ogni parola tradotta dal portoghese al tikuna, sembrano accogliere la Buona Notizia. Allora dico loro: "Vedete, 12 erano le tribù del popolo di d'Israele; 12 sono gli apostoli scelti da Gesù per formare il nuovo popolo di Dio; e 1.000 nella bibbia è un numero simbolico che indica la pienezza, il completamento di un tempo. Così: 12 x 12 x 1.000 = 144.000, che dice la volontà di Dio perché molti, tutti i chiamati alla vita, con fede in Gesù (l'agnello) possano entrare nella pienezza della vita, nell'amore grande di Dio".

Anche i più anziani, a questo punto, cominciano a guardarsi in faccia e dire, con cenni del capo, che sono d'accordo e hanno capito. Possiamo lasciare questo numero sulle porte delle nostre case, importante che non sia per escludere gli altri, ma per includere tutti coloro che accolgono con amore la vita.

Dal 31 luglio all'11 agosto passeremo in tutte le 28 comunità cattoliche lungo il fiume. Porteremo la bibbia a chi sa leggere e non ne ha una in casa. Cercheremo di capire come usare il libro della Parola di Dio e prendere l'impegno concreto di leggere tutto il Vangelo di Matteo, due capitoli alla settimana, nei mesi di settembre - ottobre - novembre, preparandoci così all'Avvento del nuovo anno. Settembre e ottobre saranno due mesi senza la celebrazione dell'eucaristia perché io sarò in visita alla mia famiglia in Italia, ma saranno una opportunità per conoscere il Signore, leggendo in Comunità il Vangelo dall'inizio alla fine. Matteo sarà il Vangelo del prossimo Anno Liturgico e ci accompagnerà nelle celebrazioni della Parola della domenica, per questo lo abbiamo scelto come inizio di approccio alla Parola di Dio contenuta nelle Scritture.



 Risalendo il fiume, arriviamo al 'paranà' (una specie di scorciatoia sul fiume) detto Gamboa, vicino al paese chiamato Juí e, senza voler credere a ciò che i nostri occhi vedevano, incontriamo una "draga" (imbarcazione per estrarre l'oro dal letto del fiume), dove c'è una spiaggia dovuta al diminuire dell'acqua in questa stagione. Di fianco alla draga, una barca grande di legno del paese di Juí. Così mi ricordo di aver già incontrato delle draghe anche all'entrata del 'Lago Grande' e dopo la comunità di São Pedro all'entrata di un altro lago. Anche nei pressi della comunità di São Lazaro hanno provato a garimpare, ma la gente della comunità lo ha impedito, grazie a Dio. Mi hanno raccontato, ma io non l'ho visto con i miei occhi, che vogliono entrare con draghe per garimpare nei ruscelli e nelle sorgenti dopo Juí fino alla comunità della vecchia Ipiranga, perché poi c'è il posto militare e non è possibile. Questa situazione è davvero preoccupante. Non bastasse il garimpo illegale nel fiume Puretê, affluente del fiume Içá, dove ci troviamo, ma in questo modo inquineranno l'acqua e provocheranno la morte dei pesci e della vita anche del grande fiume. "Villa Alterosa", nome originale di Juí, sta diventando il centro operativo dell'illegalità: là si costruiscono le draghe e di lá passa molta droga, specialmente cocaina proveniente dalla Colombia, sempre là viene venduto l'oro estratto illegalmente nel garimpo.

 La "rota" (cammino) del fiume Puretê, purtroppo è conosciuta come la "rota della cocaina". Certamente il garimpo e il traffico di droga sono strettamente legati. Tutto questo ci preoccupa e ci fa soffrire, pensando al futuro della nostra gente. Si illudono i giovani, portati a lavorare nel garimpo; giovani delle comunità che là conosceranno la violenza, la prostituzione e l'illegalità. Illusi con un guadagno facile, che non ha mai portato benessere a nessuno. La febbre dell'oro è una vera disgrazia per il popolo e i suoi figli. E mi chiedo: dove sono le autorità politiche del nostro Comune di Santo Antônio do Içá? Cosa fa la Polizia Federale presente nella nostra città? E l'esercito che dovrebbe difendere la vita di tutti? Nessuno s'importa e vigila in difesa dei nostri fiumi, del pesce e dei nostri popoli!?

 Da quattro anni ad oggi tutto è peggiorato, tutto è più difficile per chi dovrebbe difendere la foresta, i fiumi, la vita degli indigeni e le loro riserve territoriali... Tutto è stato disattivato e non c'è più nessun tipo di appoggio federale necessario per difendere la costituzione e il diritto alla vita. Il nostro Stato dell'Amazzonia è ormai l'ultima frontiera per salvaguardare l'esistenza e la dignità del vivere. Il nord dello Stato del Mato Grosso e più della metà dello Stato del Pará sono stati distrutti dall'agro-negozio della soia, dal latifondo per l'allevamento bovino, del garimpo dell'oro e dei diamanti e dalle grandi centrali idroelettriche che danneggiano il corso dei fiumi. La nostra Amazzonia deve essere difesa, oggi più che mai, perché i nostri figli hanno il diritto di vivere anche dopo la nostra generazione. Lavoro per tutti, casa per tutti, luce per tutti, salute per tutti, educazione e scuola per tutti e anche il giusto divertimento e sport per tutti! Speriamo davvero che il popolo e i politici, servitori del Bene Comune, ritornino ad una politica che difenda la creazione, a una giustizia che riconosce il diritto alla vita per tutti. Che il prossimo presidente, i senatori e i deputati, ma anche l'ultimo bambino nato nelle nostre aldeie, perché i genitori non hanno avuto la possibilità economica di raggiungere l'ospedale in città, che tutti si sentano impegnati per una nuova ecologia integrale del creato e dell'umanità. Buona festa della Trasfigurazione e che la nostra vita sia davvero trasformata per una fede impegnata.


IPIRANGA, 6 agosto 2022 - festa della Trasfigurazione del Signore.

giovedì 14 luglio 2022

PIRATI, NARCOTRAFFICO E SPERANZA NELLO SPIRITO

 



Si, i pirati ci sono ancora e assaltano le barche nel Rio delle Amazzoni, nella regione dove abitiamo.  

Negli ultimi giorni, nel nostro ‘pezzetto’ del Rio delle Amazzoni (o Rio Solimões) stiamo assistendo ad una serie di tragici eventi: la morte di diverse persone, uccise in modo brutale. Ieri un pirata ucciso a Tonantins, lunedì scorso 5 trovati morti sulla riva del fiume, a pochi chilometri dal centro di Santo Antonio, sabato scorso altri 5 trovati uccisi; domenica una sparatoria con morti davanti alla chiesa di S. Francesco, qualche giorno fa nel corso di una sparatoria 10 sono stati uccisi, alcuni di Santo Antonio, altri di Tonantins, altri ancora nella zona di Jutaí….  Tonantins e Amaturá sono i paesi nostri vicini, a 20-30 km di distanza.  A Tonantins ora hanno il coprifuoco, vietato uscire alla sera dalle 21.

È anche arrivato una grossa squadra di polizia speciale. Cosa sta succedendo?  I pirati sono, per la maggior parte, giovani dei nostri paesi che con barche abbastanza veloci- di solito rubate- bloccano le imbarcazioni che stanno viaggiando sul Rio delle Amazzoni per rubare merci, soldi, benzina… tutto quello che riescono a trovare. E spesso non si limitano a rubare, ma terrorizzano le persone, usano violenza e anche uccidono.  La polizia locale a volte cerca di intercettarli, ci sono scontri con armi da fuoco e, potete ben intuire, feriti e morti.  Quando capita che qualche pirata venga catturato, la popolazione, stanca di tanti soprusi, sfoga la propria rabbia: a Tonantins due sono stati presi e bruciati, a volte si trovano i corpi squartati.   La situazione diventa sempre più tragica a causa della droga. Come sapete noi siamo nella zona di confine con Perù e Colombia e dalla Colombia arrivano in Brasile, tonnellate di cocaina via fiume. I trafficanti – spesso i più ricchi e ‘rispettabili’ dei nostri paesi- hanno dei guadagni incredibili; organizzano le spedizioni di cocaina che arriva a Manaus via fiume, poi verso Europa, Stati Uniti, Asia. 

Nel tratto di fiume della nostra regione agiscono i pirati, assaltano le navi che trasportano droga e rubano il carico prezioso, scatenando- ovviamente- le ire dei trafficanti, uomini senza scrupoli e crudeli quando i loro piani trovano ostacoli. Il narcotraffico, con i loro soldati, sta ora cercando di intercettare e possibilmente ammazzare i pirati. Tonnellate di cocaina sono state rubate in questi mesi e quindi la rabbia è grande, e la violenza si scatena. Gli scontri che avvengono in questi giorni sono quindi principalmente tra trafficanti di droga e pirati e qualche volta la polizia quando individua gli uni o gli altri. La tendenza è quella di ammazzare i rivali, senza pietà.



Ho ascoltato su WhatsApp un audio di uno dei capi del traffico di droga, con parole violente e offensive, minacciando di morte i pirati e tutti coloro che si mettono contro i loro interessi; minacciava di morte i sindaci dei nostri paesi e le loro famiglie. La nostra gente è impaurita e disorientata, in certe zone uscire con la barca è diventato pericoloso, più che a Santo Antonio, nel comune confinante di Tonantins.  La speranza è che questo nuovo contingente di polizia possa frenare la ondata di violenza.  Ma sappiamo che ci sono molte persone coinvolte, e molti problemi alla base della violenza, degli omicidi…  i pirati e i corrieri della droga sono le persone più povere, spesso disperate, consapevoli che stanno rischiando la prigione e la vita, e pronti a tutto, ormai senza timore di nulla e senza rispetto per nessuno. E ci sono i medi e grandi trafficanti: rispettabili benestanti o autorità delle nostre città; e insieme a poliziotti di valore, ce ne sono alcuni coinvolti nel narcotraffico, sequestrano la droga per poi rivenderla… insomma, una vecchia storia, che si ripete in tante zone del mondo!
 In città stiamo constatando che cresce l’uso di varie droghe tra gli adolescenti…. E ci chiediamo: quanto la società vuole veramente combattere questa cultura di morte? Abbiamo la volontà di arrivare a colpire chi sta ai vertici del narcotraffico – e non sono i poveracci che accettano di fare il trasporto della droga? Si deve lavorare a livello della offerta di droga, bloccare il narcotraffico, ma anche sul versante della domanda: perché tanti cercano le droghe? Senza la domanda, il traffico di droga verrebbe bloccato in modo naturale.  Come formare una cultura diversa?  Il tema riguarda il mondo intero, non solo i nostri piccoli paesi. Sono convinto che alla base ci sia sempre una questione spirituale: la ricerca di droga è una ricerca spirituale, una ricerca di salvezza, una ricerca di felicità, una ricerca di vita…… però in questo caso l’esito della ricerca è la morte.  La violenza grave che si scatena riguarda un ristretto numero di persone, ma alcool e altre droghe invadono le nostre strade, le nostre case e stanno distruggendo le nostre famiglie. Stiamo tentando di ripartire con 2 gruppi di auto-aiuto, uno dei cosiddetti ‘narcotici anonimi’ e un altro legato alla Chiesa cattolica, cercando persone adatte e disponibili a seguire questa realtà complessa.  Una goccia nel mare ma almeno si potrebbe costituire un riferimento per chi cerca aiuto.



La scuola organizza le settimane di prevenzione alle droghe, e abbiamo concluso con una mattinata di incontro nella palestra della parrocchia, ascoltando anche le proposte dei ragazzi (loro hanno chiesto alle autorità di essere rigidi e multare chi vende alcoolici ai minori, fino a chiudere il locale se continua nella infrazione. Chiedono anche più vigilanza nelle strade, specialmente la notte dei fine-settimana). Non sono dei semplici incontri che risolvono la situazione se non abbiamo una forte volontà politica e una maturazione anche spirituale. Sono troppi gli interessi in gioco, e molti in città sono cresciuti e crescono grazie alla droga.



Per quel che noi possiamo fare, penso che la pastorale ordinaria della parrocchia, con la celebrazione dei sacramenti, la catechesi, il servizio, la evangelizzazione a diversi livelli, la condivisione comunitaria è una grande forza di vita che potrà contrastare la cultura di morte del narcotraffico.

Don Gabriele Burani, Santo Antônio do Içà, 14-07-2022

mercoledì 13 luglio 2022

ECOLOGIA INTEGRALE

 



 

Vi scrivo da Ipiranga, oggi 13 luglio, sperando che porti bene e nel prossimo ottobre LULA 13 possa vincere le elezioni presidenziali al primo turno. Davvero la situazione sociale del Brasile è ogni giorno più disastrosa sotto il 'regime fascista' dell'attuale presidente. Dopo le ultime due morti nella valle del fiume Javarí, estremo sud della nostra Diocesi dell'Alto Solimões, tutto tace e chi opera pastoralmente e nella difesa dei diritti umanitari e della foresta (ecologia integrale), continua ad essere minacciato di morte da chi adora il dio-denaro e vuole impossessarsi delle ricchezze di legname, di pesce e di minerali di una terra che non gli appartiene, ma che il Creatore ha dato in usufrutto per la vita di molti. Riconoscere la terra indigena é riconoscere il diritto alla vita che viene da Dio.

Abbiamo ormai terminato la distribuzione delle casse per raccogliere l’acqua della pioggia, mancano solo 4 comunità del fiume Puretê, dove   c'è il garimpo illegale dell'oro. É una rotta un poco fuori mano perché là non ci sono comunità cattoliche, solo della chiesa della croce, purtroppo una forma di setta fondamentalista, che si è formata 60/70 anni fa. Ma le comunità hanno saputo di questa opportunità e stanno venendo in città a prendere le casse per l'acqua, in parrocchia, così è una buona occasione per conoscerci.

Nel prossimo viaggio, dal 31 luglio all'11 agosto, iniziamo ad offrire la Bibbia a tutti coloro che la desiderano, a 5 reais (1 euro), mentre il costo effettivo è di 30 reais (6 euro), un modo di chiedere una piccola partecipazione anche a loro, perché diano più valore al dono della Parola di Dio. In agosto approfitteremo dell'incontro di comunità per aiutare a conoscere la Bibbia e come usarla. Nei mesi di settembre, ottobre e novembre, fino al nuovo Avvento, incentiveremo a fare una lettura continuata di tutto il Vangelo di Matteo, che ci accompagnerà nel prossimo Anno Liturgico. Due capitoli alla settimana, una piccola introduzione per ogni incontro e alcune domande per condividere: una forma semplice di lettura orante della Parola. Speriamo davvero che questo sforzo di offrire "acqua viva" avvicini la fede popolare alla fede biblica, e possa così sostenere il cammino delle comunità nella storia di oggi. Il sogno è che la Parola di Dio ci indichi il cammino della Vita: farci prossimi nel bisogno dei fratelli come luogo di fede per amare il Signore con tutto il cuore e tutta la mente.

Questa settimana stiamo aggiustando un ponte che è pericoloso per i bambini e anche per quanti devono passare. Noi diamo il materiale, legno e chiodi, e invitiamo la comunità a lavorare insieme, gli uomini nella parte di costruzione e le donne preparando il pranzo comunitario. Se il sindaco non fa per questioni politiche partitarie, la gente può e deve preoccuparsi della sicurezza dei piccoli e di tutti.

Nella comunità di San Cristovão II, che appartiene alla chiesa della croce, non c'é la scuola e, per questioni politiche partitarie, il sindaco non la farà.

"Padre come facciamo?"

"Siete disposti a lavorare per tagliare le assi e anche a costruire insieme la scula?"

 "Si padre, siamo quattro fratelli con le nostre famiglie, siamo capaci di lavorare e ben disposti, ma non abbiamo le condizioni economiche per completare l'opera."

 "Cosa vi manca?"

"Benzina e olio per il motosega, chiodi e specialmente lo zinco per la copertura."

"Bene, possiamo aiutarvi come comunità cristiana e, se un giorno faranno una scuola nuova, useremo questa sala grande per riunirci e anche per la preghiera comune..."

 Così ora c'è la scuola e i bambini hanno uno spazio decente per studiare. La fede al servizio della vita.

Oggi 13 luglio siamo arrivati qui ad Ipiranga, dopo cinque giorni di navigazione del rio Içá, molte case chiuse, quasi un paese fantasma. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo e scopriamo che l'attuale comando militare è avverso alla popolazione e sta mettendo molte regole di controllo dei civili. Molti se ne sono già andati e altri stanno pensando di lasciare il paese. Vedremo cosa fare, questa sera alla Messa cercheremo di capire se c'è uno spazio di mediazione tra le poche famiglie rimaste, il comando militare e il potere pubblico che qui é molto poco presente, solo di quattro in quattro anni per chiedere voti.

É arrivato un piccolo aiuto di 300 reais per le famiglie che hanno vissuto nella difficoltà dell'acqua alta che ha distrutto le coltivazioni, oltre ad aver allagato le case. Ma bisogna andare in città per firmare, tutti senza eccezione, entro venerdì!

"Padre per andare e tornare di canoa servono due latte di benzina (40 litri), 320 reais, per riceverne 300 quando tutto funziona nelle lunghe code davanti alla banca...".

Anche questo è il nostro Brasile, patria amata, dove si continua a dare le briciole, mantenendo il popolo di Dio in una condizione di dipendenza e sottomissione. Forse anche per questo sono state espulse le suore di Madre Teresa... forse per questo in India è proibito alla Chiesa impegnarsi nell'ambito dell'educazione dei giovani.

Oggi alle 9:30 tutti i ragazzi sono ritornati a casa, la scuola finisce perché non c'è la merenda che lo Stato non ha inviato. Così non si mangia e così non si studia, perpetuando l'analfabetismo personale, sociale e politico.

Davvero il Vangelo è un messaggio pericoloso: ci invita alla libertà e ci aiuta ad organizzarci perché la vita sia rispettata nei suoi diritti e doveri fondamentali. Ringraziamo il Padre perché ha voluto rivelare queste cose ai piccoli. E lo preghiamo perché ci liberi dai pesi che ci opprimono e ci aiuti a scegliere la croce come cammino esigente  dell’amore che ci libera da ogni tipo di oppressione.

Un grande abbraccio e arrivederci a presto.

 

Gabriel Carlotti - missionario dell'Amazzonia.

 

Ipiranga, 13 luglio 2022

Cammini di libertà e di liberazione

  "La Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 
 Il Verbo continua a parlare nella storia e a servirsi di chi è ch...